Volume 34

Volume 34

Fiat!!!
In Voluntate Dei. Deo Gratias
2 Dicembre 1935
Come il Volere Divino dardeggia la creatura, vi forma la nobiltà Divina e, facendo da Attore, rende inseparabili Dio e la creatura. Esempio, il Sole.
Mio Re d'amore Gesù e mia Regina, Mamma mia Divina, deh! intrecciate la mia Volontà con la vostra e fatene una sola, anzi chiudetemi nei vostri cuori, affinché scriva non fuori di voi, ma o nel Cuore del mio Gesù o nel grembo della mia Madre Celeste, affinché possa dire: “è Gesù che scrive, è la mia Mamma che mi imbocca le parole. Perciò aiutatemi e datemi grazia di vincere la grande ripugnanza che sento nell'incominciare un altro volume, voi sapete il povero mio stato, perciò sento il bisogno d'essere sostenuta, fortificata e tutta rinnovata dalla Potenza del vostro Fiat Divino per poter fare in tutto e sempre la vostra Divina Volontà.
Onde mi sentivo immersa nel Volere Divino, il quale prendeva aspetto d'Attore, per potere entrare nei più intimi ripostigli dell'anima mia e formare il suo atto operante in me, io sono rimasta sorpresa ed il mio dolce (Gesù), visitando la piccola anima mia, tutto bontà mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, quando la creatura fa e vive nella Divina Volontà, il nostro Essere Supremo la dardeggia con la sua luce continuamente, le dardeggia la mente e getta in essa la nobiltà dei pensieri divini, in modo che sente nella sua intelligenza, memoria e volontà, la santità, il ricordo del suo Creatore, l'amore, la volontà di Colui che facendole da Attore forma in essa l'ordine, la sapienza divina, dardeggiandola, getta nella sua mente coi suoi baci di luce la sostanza divina, in modo che tutto è nobile, tutto è santo, tutto è sacro in essa. Questo Attore del mio Volere, formando la sua sede nella intelligenza creata, con la sua potenza e maestria vi forma la sua immagine, le dardeggia il cuore e forma la nobiltà dell'amore, dei desideri, degli affetti, dei palpiti, dardeggia la bocca e forma la nobiltà delle parole, dardeggia le opere ed i passi e forma le opere sante, la nobiltà dei passi e non solo dardeggia l'anima, ma anche il corpo e, con la sua luce, investe il sangue e lo nobilita, in modo che la creatura si sente scorrere nel suo sangue, nelle sue membra la pienezza, la santità, la sostanza della nobiltà Divina. Quest'Attore della mia Divina Volontà prende l'ufficio d'Artefice insuperabile, di trasformare Dio nella creatura e la creatura in Dio. Quando la mia Volontà è giunta a questo, che è l'atto più grande che possa fare, cioè di formare di Dio e della creatura una sola vita, rendendoli inseparabili l'uno dall'altro, si riposa nell'opera sua e vi sente tale felicità, perché ha vinto la creatura, ha formato il suo lavoro in essa ed ha compiuto la sua Volontà. Allora pare che dica nell'enfasi del suo amore: “ho fatto tutto, non mi resta altro che possederla ed amarla."
Io sono rimasta impensierita nel sentir ciò ed il mio amabile Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, perché dubiti? Non fa anche il Sole questo ufficio? Come dardeggia il fiore con la sua luce, così gli dà la sostanza del colore e del profumo, come dardeggia il frutto, così gli infonde la dolcezza ed il sapore, come dardeggia le piante, così comunica a ciascuna la sostanza, gli effetti che ad esse ci vogliono. Se ciò fa il Sole, molto più la mia Volontà Divina che tutto può e tutto sa fare e come il Sole va trovando il seme, per dare ciò che possiede, così la mia Divina Volontà va trovando le disposizioni delle creature che vogliono vivere di mia Volontà, perché subito le dardeggia e vi comunica la sostanza e la nobiltà Divina e forma e fa crescere la sua vita."
Fiat!!!
8 Dicembre 1935
Prodigi dell'Immacolato concepimento. Comunicazione dei diritti divini. Come Dio non vuol fare nulla senza la sua Madre Celeste.
Stavo facendo il mio giro negli atti della Divina Volontà e, giunta nell'atto in cui il Fiat onnipotente creò la Vergine Immacolata, mi son fermata ed oh quale sorpresa di prodigi mai uditi uniti insieme! L'incanto del Cielo, del Sole e di tutta la Creazione, non potevano paragonarsi, oh come restavano dietro innanzi alla Sovrana Regina ed il mio dolce Gesù, nel vedermi così sorpresa, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, tu devi sapere che non vi è bellezza, né valore, né prodigi che possano paragonarsi all'immacolato concepimento di questa Celeste Creatura, il mio Fiat onnipotente fece di Essa una nuova Creazione. Oh quanto più bella, più prodigiosa della prima! Il mio Voler Divino in se stesso non ha né principio, né fine ed il prodigio più grande fu come se in questa creatura rinascesse, non solo, ma in ogni istante, atto, preghiere che faceva, cresceva e con questa crescita la mia Volontà moltiplicava i suoi prodigi in modo infinito. La Creazione dell'universo fu creata da noi in modo mirabile ed è mantenuta da noi sotto l'impero del nostro atto creante e conservante, senza che aggiungiamo altro, invece in questa Vergine manteniamo l'atto creante, conservante e crescente, questo è il prodigio dei prodigi, la vita del nostro Volere rinata in Essa, il suo crescere continuo in ogni atto che faceva ed il nostro Fiat, per rinascere in Essa, si pronunziò nell'atto del suo concepimento e quando questo si pronunzia il nostro atto ha tale sontuosità, sublimità, altezza, immensità, potenza che prende tutti nella rete del suo amore, non mette nessuno da parte, tutti possono prendere il bene che possiede il nostro Fiat operante, a meno che qualcuno non lo voglia. La nostra Divinità nel vedere in questa Santa creatura come rinata la nostra Volontà, le partecipò i suoi diritti divini, in modo che era padrona del nostro amore, potenza, sapienza e bontà e Regina del nostro Fiat. Essa col suo atto crescente del nostro Volere ci rapiva, ci amava tanto che giunse ad amarci per tutti, copriva tutte le creature, le nascondeva nel suo amore e ci faceva sentire l'eco dell'amore di tutti e di ciascuno. Oh come ci sentivamo legati e come fatti prigionieri dall'amore di questa Vergine Santissima! Molto più che come ci amava, adorava, pregava, operava, coll'atto crescente del nostro Fiat che possedeva, rinchiudeva in sé il suo Creatore, come ci amava così ci sentivamo assorbiti in Lei senza poterle resistere, era tanta la sua potenza che ci dominava e chiudeva in sé la nostra Trinità Sacrosanta e noi l'amavamo tanto che le facevamo fare ciò che Essa voleva, chi aveva cuore di negarle nulla? Anzi ci sentivamo più felici di contentarla perché un'anima che ci ama è la nostra felicità, perché sentiamo l'eco, la gioia della nostra felicità in essa e chi possiede la nostra Volontà come vita, è tutto per noi. Questo è il gran prodigio di chi possiede la nostra Volontà come vita: sentirsi in sé partecipare agli stessi diritti divini, con questo sente che il suo amore non finisce mai e ne ha tanto che può amare per tutti e dare amore a tutti, col suo atto crescente non dice mai basta alla sua santità. Molto più che la Sovrana Regina, col possedere la nostra Volontà come Vita, aveva sempre da darci, sempre da dire, ci teneva sempre occupati e noi avevamo sempre da dare e sempre i nostri segreti amorosi da comunicarle, tanto che nulla facciamo senza di Essa, prima ci sentiamo con Essa, poi deponiamo la grazia nel suo Materno Cuore e dal suo Cuore scende nel fortunato che deve ricevere quel bene. Sicché non vi è grazia che scenda sulla terra, non vi è santità che si formi, non vi è peccatore che si converta, non vi è amore che parta dal nostro trono, che prima non venga deposto nel suo Cuore di Madre, la quale forma la maturazione di quel bene, lo feconda col suo amore, lo arricchisce con le sue grazie e, se occorre, con la virtù dei suoi dolori e poi lo depone in chi lo deve ricevere, in modo che chi lo riceve, sente la Paternità Divina e la Maternità della sua Madre Celeste. Possiamo fare senza di Essa, ma non vogliamo, chi avrà cuore di metterla da parte? Il nostro amore, la nostra Sapienza infinita, il nostro stesso Fiat s'impone su di noi e non ci fa far nulla, che non scenda per mezzo suo. Vedi dunque dove giunge il nostro amore per chi vive della Volontà Divina fino a non voler far nulla senza di Essa, è l'armonia della nostra Sapienza infinita e, come la Creazione dell'universo gira sempre intorno a noi e come gira feconda la terra e mantiene la vita naturale a tutte le creature, così questa nuova Creazione del concepimento dell'Immacolata Signora gira sempre intorno a Dio e Dio gira sempre intorno ad Essa e insieme mantengono la fecondità del bene, formano la santità delle anime ed il richiamo delle creature a Dio."
Fiat!!!
15 Dicembre 1935
Come il vero amore vuol farsi conoscere, si spande, corre e vola in cerca di chi ama, perché sente il bisogno d'essere riamato. Potenza dell'atto creante che si riceve quando si gira nella Creazione.
La mia povera mente è sempre trasportata nel mare della Divina Volontà, la quale mi fa presente e tiene come in atto tutto ciò che ha fatto per amore delle creature e sospira che esse riconoscano ciò che ha fatto, quanto ci ha amato e ci aspetta negli atti suoi per dirci: “facciamo insieme, non mi fare operare da sola, affinché tu faccia ciò che feci io, e così potremo dire che ci siamo amati con uguale amore, com'è bello potersi dire a vicenda mi hai amato e ti ho amato, è il compenso delle opere più grandi e dei sacrifici più dolorosi”. Onde la mia mente girava nella Creazione, in quell'atto quando il Fiat onnipotente, abbiamo pronunziato, creava e stendeva il Cielo azzurro ed il mio dolce Gesù, il mio Eterno amore, per avermi insieme con Lui in quest'atto, faceva festa perché aveva la sua compagnia e, soffermandomi, mi ha detto:
"Figlia mia buona, amare e non farsi conoscere è contro la natura del vero amore, perché il vero amore da se stesso si spande e corre, vola in cerca della persona che ama ed allora si ferma quando, trovandola, la chiude in sé, la nasconde nel suo amore e, trasformandola nelle sue stesse fiamme, vuol trovare il suo stesso amore in essa, le sue stesse opere fatte da chi ama per amor suo. E siccome la creatura mai può fare ciò che facciamo noi per essa, il nostro amore per avere l'intento, chiama la creatura a sé, la nasconde nel suo stesso amore e la fa operare insieme col nostro atto creante e conservante e così in realtà la creatura può dire: “ti ho amato, ciò che hai fatto tu per me, l'ho fatto io per te”; e Noi ci sentiamo in realtà riamati da essa, col nostro amore e con le stesse opere nostre. Tu devi sapere che come la creatura si eleva con la sua volontà nella nostra, nelle cose da noi create, il nostro Ente supremo rinnova su di essa l'atto creante ed oh le meraviglie che facciamo di grazie, di santità, di Cielo, di Soli nella sua anima! Il nostro atto si diletta nel ripetersi e, come essa gira nelle cose create, il nostro amore vuol farsi conoscere, vuol far toccare con mano quanto l'ama e ripete su di essa il nostro atto creante che non è mai soggetto a cessare, in modo che sente tutta la forza del nostro amore, la potenza delle nostre opere e, presa da stupore, ci ama con la nostra forza creatrice che abbiamo infuso in essa. Ed oh il nostro contento nel vederci conosciuti ed amati da chi tanto amiamo! Ecco perciò creammo tante cose, perché aspettavamo la creatura per farci conoscere quanto l'amiamo e per dare ad essa in ogni cosa creata la potenzialità del nostro amore, per farci amare; l'amore quando non è conosciuto si rende infelice e quando non è riamato da chi ama si sente perdere la vita, inceppato, si sente spezzare i passi e mettere nell'oblio le sue opere più belle. Invece quando è conosciuto ed amato, la sua vita si moltiplica, ecco il nostro atto creante sulla creatura, per essere amato come noi l'amiamo, i nostri passi sono liberi, anzi volano per prenderci l'amata creatura, stringerla al nostro seno per amarla e farci amare, il nostro amore sente la felicità dell'amore che essa gli porta. Perciò non c'è onore più grande che possa darci che venire nella nostra Volontà Divina, Noi, come la vediamo venire, mettiamo a sua disposizione tutta la Creazione, perché è sua, fu fatta per essa e, come essa gira in ciascuna cosa creata, trova la nostra potenza creatrice che, investendola, comunica il nostro amore che ciascuna possiede e ci può amare con la nostra forza creatrice, che è sorgente e ci può amare come vuole e quanto vuole e così l'amore del Creatore e quello della creatura si danno il bacio, l'uno si riposa nell'altro e tutti e due sentono il contento d'amarsi davvero. Oh come è bella la compagnia di chi ci ama! E’ tanto il nostro contento che il nostro amore sorge ed inventa altre opere più belle, altre industrie amorose per amare e farci amare..."
Fiat!
29 Dicembre 1935
Il regio posto della creatura nell'unione dell'Unità Divina, come resta racchiusa in essa e come può formare le bellezze più rare e l'incanto al suo stesso Creatore.
Sono tra le braccia del Fiat Divino, il quale mi attira tanto, che il mio piccolo nulla si sente sperduto nel Tutto e, sebbene sperduto, sente la sua vita sostenuta, alimentata, vivificata dal Tutto e se mai sia, volessi sottrarmi, ciò che non può essere, perché non troverei neppure un buco dove potermi chiudere senza trovare il mio Tutto, oh allora, mi sentirei il mio piccolo nulla senza vita. Onde sentivo che il Voler Divino soffiava il mio nulla e mi faceva sentire la sua vita, il suo amore, la sua potenza, ma mentre la mia mente nuotava nel Tutto, nella sua luce interminabile, il mio amato Gesù, visitando la mia piccola anima mia, tutto bontà, mi ha detto:
"Mia piccola figlia della mia Volontà, com'è sorprendente, meraviglioso, sublime, operare nel mio Volere Divino, come la creatura fa il suo atto in Esso, il suo atto resta spogliato dall'umano ed, unificandosi, acquista l'unione dell'unità dell'atto Divino. Ora la creatura ha il suo regio posto, il suo atto nell'unità del solo atto nostro e quindi, se ama, ama nella nostra unità, se ci adora, se ci benedice, è dentro la nostra unità, se ci comprende è dentro la nostra unità, nulla vede, fa e sente fuori di noi, ma tutto nel nostro Essere Divino, essa può dire: “non conosco altro, né amo, né voglio che il solo Volere Divino, che la sua unità mi tenga racchiusa dentro. Ora la fortuna più grande, la grazia più sublime per la creatura, la gloria, l'onore più grande per Noi è possedere la volontà umana, il suo atto nella nostra unità e sai perché? Perché possiamo dare quanto amore vogliamo e farci amare quando ne desideriamo, arricchirla di grazia, di santità, di bellezza, da sentirci rapire dai beni e dalla bellezza che le abbiamo infuso. Insomma possiamo avere a che fare con la creatura, amarla, affidare il Tutto al nulla, giacché ha del nostro e sentirà tal potenza e amore da poter difendere il Tutto e noi ci sentiamo sicuri in questo nulla, perché le abbiamo ceduto le nostre armi per tenerci sicuri e difesi. Ma ciò non è tutto, tutto ciò che la creatura può fare, le azioni naturali, gli atti più indifferenti, le parole, le opere, i passi, possedendo il suo atto nella nostra unità, diventano effetto del suo atto, unito col nostro, simbolo del Sole che, con gli effetti della sua luce, forma la bellezza, le fioriture, l'incanto a tutto il creato, così quando essa è investita dalla luce del mio Fiat, tutto diventa effetto suo, uno è l'atto, una è la Volontà, ma sono innumerevoli gli effetti che possono formare le bellezze più rare e l'incanto più seducente a Colui che l'ha creata e che la possiede nella sua Unità. Figlia mia, il nostro Ente Supremo possiede un solo atto, sicché la Creazione tutta, ciascuna creatura, non sono altro che effetto dell'Unità del nostro atto, onde la volontà umana, unificandosi, diventa il nostro effetto continuo. E questo effetto sai che significa? Dare sempre e ricevere sempre dalla creatura."
Ora io son rimasta stupita e fissa nel Volere Divino e comprendevo tante cose di questa unione nell'unità Divina che, mentre era una, racchiudeva tutta la Creazione e tutti erano racchiusi in questa Unità e sboccati da Essa, ma sostenuti, unificati, vincolati in questa Unità e siccome è uno, è tutto, sostiene e dà vita a tutto; in questo mentre ho guardato il Cielo e ho visto tante luci di svariata bellezza che possedevano tutta la varietà dei colori, ma con un modo mirabile che rapivano queste luci, serpeggiavano nella volta azzurra e mentre erano tante si formava una sola luce, penetravano nei Cieli, scendevano nel basso, volevano dar vita di luce a tutti, non si fermavano mai, correvano, volavano. Ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, queste luci sono le meraviglie degli atti fatti nel mio Voler Divino. Come sono belli! Portano l'impronta del loro Creatore."
Fiat!!!
5 Gennaio 1936
Quindi si vive nel Voler Divino si forma la piccola vita della Divina Volontà nella creatura. Come essa viene amata di nuovo con duplicato amore da Dio.
La mia piccola e povera volontà sente l'estremo bisogno del Volere Divino, senza di Esso mi sento digiuna, senza forza, senza calore e senza vita, anzi sento la morte ad ogni istante, perché, mancandomi, non vi è chi possa sostituirsi ad alimentare la sua vita in me. Perciò vado ripetendo: “ho fame, vieni oh Volontà Divina a darmi la tua vita per saziarmi di te, altrimenti io muoio”. Ma mentre deliravo perché volevo sentire in me la pienezza della Divina Volontà, il mio dolce Gesù, ripetendomi la sua breve visitina, tutto bontà, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, i tuoi deliri, la tua fame per cui senti l'estremo bisogno di sentire in ogni istante la vita della mia Volontà, sono ferite al mio cuore, sono strappi d'amore che, facendomi violenza, mi fanno correre, volare, per venire a farti crescere la vita della mia Volontà in te. Tu devi sapere che come la creatura vuol fare la mia Volontà per vivere ed emettere i suoi atti in Essa, chiama il suo Creatore, il quale si sente chiamato dalla potenza del suo stesso Volere nella creatura, cui non è dato di resistere o di mettere il minimo indugio. Anzi siccome non ci facciamo mai vincere in amore, come vediamo che sta per chiamarci, non le diamo il tempo, noi chiamiamo essa ed essa corre nel nostro Essere Divino come nel suo proprio centro, si getta nelle nostre braccia e Noi la stringiamo tanto, da trasformarla in noi, succede un accordo perfetto tra il Creatore e la creatura ed è tanta la nostra enfasi d'amore, che l'amiamo di nuovo, l’amore è duplicato; ma ciò non basta, le diamo tale comunicazione del nostro Essere Supremo, da farci amare con amore nuovo e duplicato da essa e se tu sapessi che significa essere amato da Dio con amore nuovo e duplicato e poterlo amare con amore nuovo e duplicato! Solo nella nostra Volontà Divina ci sono queste meraviglie e prodigi. Dio ama se stesso nella creatura, tutto è suo, quindi non c’è da meravigliarsi se mette in campo il suo sempre nuovo amore, lo duplica, lo centuplica quanto vuole e dà grazia ad essa di farsi amare col suo stesso amore, se ciò non fosse, si vedrebbe grande disparità tra chi può amare e chi non può amare e la povera creatura resterebbe umile, annientata, senza slancio ed unione d'amore col suo Creatore e quando due esseri non si possono amare con eguale amore, l'ineguaglianza già produce l'infelicità, mentre la nostra Volontà è Unità e liberamente dà alla creatura il suo amore per farsi amare, dà la sua santità per farla santa, la sua sapienza per farsi conoscere, non vi è cosa che possiede e che non vorrebbe darle. Molto più che la creatura col vivere nel nostro Fiat, come mette da parte la sua volontà per dar vita alla nostra negli atti suoi, così forma la piccola vita del nostro Volere in essa, il quale reclama, sospira la crescita e basta un atto in più in Esso per crescere, un sospiro per sfamarsi, un desiderio totale che il mio Volere corra in tutto l'essere suo per formarsi cibo sufficiente per sentirsi sazia di tutto ciò che appartiene al suo Creatore. Attenzione somma ci vuole e la mia Volontà farà tutto ciò che ci vuole per formar la sua vita nella creatura."
Fiat!!!
22 Gennaio 1936
Chi vive nella Divina Volontà forma il teatro delle opere del suo Creatore e ripete in essa la scena commovente della Redenzione.
Stavo facendo il giro negli atti della Divina Volontà e cercavo d'investire col mio piccolo amore il Cielo, il Sole e la Creazione tutta, poi giravo negli atti della Redenzione ed il dolce Gesù chiudeva gli atti suoi in me e ripeteva le scene più commoventi per contraccambiarmi il mio piccolo amore, io sono rimasta sorpresa ed il mio amato Gesù, tutto tenerezza ed amore, mi ha detto:
"Mia buona figlia, figlia della mia Volontà, tu devi sapere che il mio amore è tanto che per sfogarmi voglio ripetere le mie opere, ma in chi posso ripeterle? In chi trovo posto per chiuderle e per sentirmi amare? In chi vive nella mia Volontà. Come la creatura gira nelle mie opere, per conoscerle, amarle e chiamarle in sé, così si riproducono in essa e forma il teatro delle opere nostre, quante scene commoventi! Ora si stende il Cielo, ora sorge il Sole con tutta la sua maestà, ora mormora il mare e, formando le sue onde, vorrebbe inondare il suo Creatore col suo amore ed ora forma il più bel prato fiorito e ad ogni fiore ci fa dire il suo ritornello: “ti amo, ti glorifico, ti adoro ed il tuo Fiat venga a regnare sulla terra”. Non vi è essere che non chiami in sé, per farci dire la sua storiella: “ti amo, ti amo”. Figlia mia, il nostro amore non è contento se non si dà tutto e non ripete le nostre opere in chi vive nella nostra Volontà. Ma non è tutto, senti ancora. Se col girare negli atti della Creazione ripete le mie opere e Io prendo sommo piacere e diletto nell’assistere alle scene splendidissime della Creazione nella creatura, quando essa gira negli atti della Redenzione per farli suoi, io ripeto la mia vita. Sicché ripeto il mio concepimento, la mia nascita per cui gli Angeli ripetono il gloria nei Cieli e pace agli uomini di buona volontà e se l'ingratitudine umana mi costringe a piangere, vado a piangere in essa, perché so che le mie lacrime saranno contraccambiate ed imperlate col suo “ti amo”. Quindi passo a ripetere la mia vita, i miei passi, le mie lezioni e quando le colpe mi rinnovano le pene, la Crocifissione, la morte, non le soffro mai fuori di questa creatura, ma vado in essa a soffrire le mie pene, la croce, la morte, perché essa non mi lascerà solo, prenderà parte alle mie pene, resterà crocifissa con me e mi darà la sua vita in cambio della mia morte. Sicché in chi vive nella mia Volontà trovo il teatro della mia vita, le scene commoventi della mia infanzia e della mia passione, trovo i Cieli parlanti, i Soli che mi amano, i venti che gemono d'amore per me, insomma tutte le cose create hanno da dirmi una parolina, un ti amo, un attestato di riconoscenza, ma chi è che me le rende parlanti? Chi è che imbocca la voce a tutte le cose? Chi vive nella mia Volontà; Essa trasforma tanto la creatura che non vi è amore che non si fa dare, né opere che non può ripetere in essa, perciò si può chiamare la sua vita vivente e la ripetitrice delle opere del suo Creatore."
Fiat!
1 Marzo 1936
Prodigi dell'Incarnazione del Verbo Divino. Come i Cieli stupirono e gli Angeli restarono muti. Prodigi quando la Divina Volontà opera nella creatura. La Trinità Divina chiamata in consiglio. Come Dio nel crearci mette una dose del suo amore nella creatura.
Sono sotto il torchio della privazione del mio dolce Gesù, mi sento premuta, disfatta, come se la mia vita volesse finire, ma il Voler Divino, trionfante sul mio piccolo essere, sorge nell'anima mia e mi chiama a fare la mia giornata nella sua Volontà, mi sembra che Essa, mentre mi sente morire senza morire, formi la sua vittoria ed il suo trionfo e risorga sulla mia volontà morente la sua vita più bella, tutta piena di Maestà e di duplicato amore. Oh Volontà Divina, quanto mi ami! Tu mi fai sentire la morte per accentrare maggiormente la tua vita in me.
Onde seguivo la mia giornata nei suoi atti divini e, giunta all'Incarnazione del Verbo, si sentiva un tale amore, che il Verbo si sentiva bruciare, consumare nelle sue fiamme Divine. Ed il mio Sommo Bene Gesù, come affogato nelle sue fiamme d'amore, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, il mio amore fu tanto nell'incarnarmi nel seno della mia Madre Celeste che Cieli e terra non potevano contenerlo, l'atto d'incarnarmi avvenne in un atto d'amore così intenso, così forte, così grande, che era più che sufficiente a bruciare tutto e tutti d'amore. Tu devi sapere che, prima d'incarnarmi il mio Padre Celeste guardò in se stesso e, nella foga del suo amore non potendo contenerlo, mise fuori di sé torrenti, mari d'amore, in questa foga d'amore guardò suo Figlio ed io mi trovavo nelle stesse fiamme d'amore e mi comandò che m'incarnassi, io volevo ciò ed in un impeto d'amore, senza lasciare mio Padre, né lo Spirito Santo, successe il gran portento dell'incarnazione. Restai con mio Padre e nel medesimo tempo scesi nel seno di mia Madre. Le tre Divine persone eravamo inseparabili, né soggette a separarci. Perciò posso dire: restai in Cielo e scesi in terra ed il Padre e lo Spirito Santo, scesero con me in terra e restarono in Cielo. Quindi in questo atto così grande il nostro Essere Divino straripò tanto in amore, che i Cieli stupirono e gli Angeli, sorpresi e muti, furono tutti avvolti nelle nostre fiamme d'amore. L'incarnazione non fu altro che un atto di nostra Volontà Divina, che cosa Essa non sa fare e può fare? Tutto; giunge con la sua potenza e col suo amore infinito, fino ad operare il prodigio mai sentito, né fatto, di farci restare in Cielo e di scendere nella prigione del seno Materno. Così volle la nostra Volontà, così si fece. Ora figlia mia, ogniqualvolta l'anima vuol fare la mia Volontà, il mio Padre Celeste prima guarda dentro di sé, chiama come in consiglio la Trinità Sacrosanta, per riempire quell'atto di nostra Volontà di tutti i beni possibili ed immaginabili, poi lo sprigiona da sé e fa investire la creatura dalla sua Volontà operante, comunicante, trasformante e, come nell'incarnazione le tre Divine Persone restarono in Cielo e scesero nel seno dell'Immacolata Vergine, così la mia Volontà, con la sua potenza, trasporta con sé nel suo atto operativo la Trinità Divina nella creatura, mentre la lascia nel Cielo e forma nella volontà umana il suo atto Divino. Ora chi può dirti le meraviglie che vengono rinchiuse in questo atto della nostra Volontà? Il nostro amore sorge e si diffonde tanto da non trovar posto dove mettersi e quando ha riempito tutto, si ritira nella nostra sorgente, la nostra santità si sente onorata con atto Divino dalla nostra stessa Volontà operante nella creatura e si diffonde con grazia sorprendente, per comunicare la sua santità a tutte le creature, sono prodigi inenarrabili che Essa compie, quando la creatura la chiama ad operare in essa. Perciò fai scomparire tutto nella mia Volontà e Noi daremo tutto in tuo potere e tu potrai darci tutto, anche noi stessi."
Dopo ciò sentivo la mia piccola intelligenza così piena della Volontà Divina che non potevo contenerla e seguivo il mio giro nei suoi atti divini e, giunta nell'atto quando fu concepita l'Immacolata Regina, comprendevo come l'Ente Supremo, prima di chiamarla a vita, le versò tanto amore che come sentì la vita, sentì il bisogno d'amare il suo Creatore, sentì in se stessa quell'amore che esternava fuori, io son rimasta sorpresa ed il mio amato Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, non ti meravigliare, è nostro solito che quando mettiamo fuori, alla luce del giorno, la creatura la nell'atto di crearla, le diamo una dose d'amore, quindi le diamo una parte della nostra sostanza Divina ed a seconda i nostri disegni che facciamo sopra di essa, così accresciamo la dose del nostro amore. Sicché ogni creatura ha in se stessa la particella della sostanza dell'amore Divino, altrimenti come avrebbe potuto amarci, se noi stessi non avessimo messo del nostro per farci amare? Sarebbe stato come chiedere ciò che non aveva, noi già lo sappiamo che la creatura nulla ha di suo, perciò dobbiamo chiudere come dentro un sacrario il nostro amore, la nostra Volontà, per chiedere che ci ami e faccia il nostro Volere. E se chiediamo è perché sappiamo che ha in suo potere il nostro amore ed il nostro Volere che noi stessi abbiamo messo nel fondo della sua anima. Ora se ci ama, questa dose del nostro amore sorge, s'ingrandisce e sente più potentemente il bisogno d'amarci e di vivere della Volontà del suo Creatore, se non ci ama non cresce e le debolezze umane, le passioni formano la cenere sul nostro amore, in modo che giunge a non sentire alcun bisogno d'amarci, la cenere copre e soffoca il nostro fuoco Divino e mentre il fuoco esiste, essa non lo sente, mentre ogni volta che ci ama, non fa altro che soffiare per mettere in fuga la cenere, così sentirà il vivo fuoco che brucia nel suo seno e lo ingrandirà tanto da non poter stare senza amarci.
Ora figlia mia, l'Immacolata Regina dal primo istante del suo concepimento, dato che sentiva in sé l'amore per il suo Creatore e la nostra Volontà operante più della sua stessa vita, ci amò tanto che non perdette un istante senza amarci e con l'amarci e riamarci ingrandì tanto questa dose d'amore, da poterci amare per tutti e dare amore a tutti ed amare tutti sempre senza mai cessare; tu devi sapere che il nostro amore è tanto, che col mettere questa dose d'amore nella creatura noi mettemmo dentro di essa il germe della felicità, perché la vera felicità deve avere il suo posto regio nell'anima, la felicità esterna se non risiede dentro, non si può chiamare vera felicità, anzi amareggia la povera creatura ed è come un vento impetuoso, che subito la disperde, lasciando le tracce appena convertite in spine che l'amareggiano, non così la felicità messa dentro da noi, essa è duratura e cresce sempre; e poi amare è felicitarsi e felicitarci, chi non ama non può essere mai felice, chi non ama non ha nessuno scopo né interesse di compiere opere, né sente l'eroismo di far bene a nessuno, il sacrificio che dà le più belle tinte all'amore non esiste per lei.
Onde la Vergine Santissima possedeva il pelago della felicità, perché possedeva tante vite d'amore per quante creature esistono, non solo, ma col non fare mai la sua volontà, ma sempre la mia, formò tante vite di mia Volontà in Essa, in modo che può dare a ciascuna creatura una vita d'amore ed una vita di Voler Divino. Ecco perciò con diritto è Regina dell'amore e Regina della Volontà Suprema. Perciò la Sovrana Regina ama, sospira di uscire queste vite per deporle nelle creature e formare il regno del puro amore ed il regno della nostra Volontà e così giungerà al punto massimo di amare il suo Creatore ed al punto massimo di amare e di far bene alle creature."
Fiat!!!
21 Aprile 1936
Sfoggio Divino per chi vive nella sua Volontà; come Dio rende la creatura partecipe delle opere sue. Come Dio ha sempre da dare e da operare insieme con la creatura.
Sono sempre nel mare del Volere Divino dove trovo la forza, la pace, l'amore, anzi, come entro in Esso, vedendo la mia piccolezza e che non sono buona a far nulla, la Divinità, che ama tanto fare operare la sua Volontà nella mia piccolezza, arma intorno a me la sua santità, la sua Sapienza, la bontà, la forza, la luce divina per fare che la sua Volontà trovi in me le sue qualità divine, per poter fare in me il suo atto operante. Sicché mette del suo, per dare grazia alla creatura di farla operare in Essa. Onde seguivo gli atti della Divina Volontà ed Essa mi portava nelle sue braccia, mi sosteneva, mi fiatava per farmi ricevere la partecipazione degli atti suoi. Quindi sono giunta nell'atto del Concepimento della Vergine ed io mi son trovata nel piccolo cuore della Vergine concepita. Mio Dio, io non so dire, non so andare più avanti, ma il mio dolce Gesù per farmi comprendere mi ha detto:
"Figlia benedetta del mio Volere, hai ragione, le onde del mio Volere ti inondano, ti affogano e la tua piccola capacità sta sperduta e ci vuole il tuo Gesù per spiegarti meglio ciò che tu vedi, ma non sai dire. Or sappi figlia mia, è tale e tanto il nostro amore per la creatura che vuol vivere e vive nel nostro Voler Divino che la vogliamo far partecipe di tutte le opere nostre, per quanto a creatura è possibile, dandole anche il merito delle nostre opere divine. Come la creatura entra nella nostra Volontà, Essa chiama in atto il suo operato Divino come se in quell'istante stesse operando ed, immedesimandola nell'atto suo, le fa vedere e ricevere i prodigi del suo operato per confermarla nel bene, facendole sentire la nuova vita dell'atto suo; tu hai visto il concepimento della Sovrana Regina e come tu stando nella mia Volontà, ti sei trovata concepita nel suo Materno Cuore, vedi la gran differenza per chi vive nel mio Volere, i prodigi dell'Immacolato concepimento furono inauditi. La mia Volontà che animava questo concepimento cui nessuno può sfuggire, chiamò presente tutte le creature, perché restassero concepite nel suo vergine Cuore e ricevessero la sua maternità, il suo aiuto, la sua difesa, trovassero il rifugio, l'appoggio in questa Madre Celeste. Ora chi vive nel nostro Volere, si trova nell'atto che concepisce, è la figlia che, di sua spontanea volontà, cerca la Mamma sua e prende il suo posto, si chiude nel suo Materno Cuore, per farsi fare da Mamma dalla Celeste Regina. Ora questa prenderà parte alle ricchezze della Sovrana Regina, ai suoi meriti, al suo amore, sentirà in sé la nobiltà, la santità di Lei, perché conosce a chi appartiene e Iddio la renderà partecipe dei beni infiniti e dell'amore esuberante che ebbe nel concepimento di questa Santa Creatura. E così di tutte le nostre opere, come la creatura le cerca, le chiama nella nostra Volontà per conoscerle ed amarle, così Noi chiamiamo in atto le opere nostre, la mettiamo nel centro di esse, le facciamo sentire e provare tutto il nostro amore, la potenza della nostra forza creatrice e la piccolezza della creatura subisce, si riempie fino a non poterne più contenere. Figlia mia, ci riesce impossibile non far partecipe delle nostre opere chi vive nella nostra Volontà, né sarebbe vero amore il nostro, perché noi possediamo in natura la forza comunicativa e vorremmo comunicare a tutti i nostri beni divini, sono le creature che ce le respingono, ma per chi vive nel nostro Volere sfoggiamo nel comunicare i nostri beni, non troviamo in essa alcuna opposizione e se ciò non fosse incepperemmo il nostro Essere Divino, anzi è una delle nostri felicità: amare, dare, abbondare alle nostre amate creature.
Ora vedi dunque la gran differenza per chi vive nella nostra Volontà, le altre creature si trovano nelle nostre opere, nel concepimento della Vergine Santa, nell'incarnazione del Verbo, nelle mie pene, nella mia morte e perfino nella mia Resurrezione, ma si trovano in virtù della nostra Potenza ed immensità, quasi direi per necessità, non per amore, né perché conoscono i nostri beni ed amano fare il loro soggiorno in essi per goderseli, ma è perché nessuno può sfuggire al nostro Essere Divino, mentre quando la creatura vive nel nostro Volere cerca le nostre opere, le conosce, le ama, le apprezza e viene a prendere il suo posto dentro di esse ed ama ed opera insieme con noi, quindi di conseguenza partecipa, acquista nuove conoscenze e nuovo amore, mentre le altre creature stanno nelle nostre opere e non le conoscono, non ci amano, non hanno una parola da dirci, potrei dire stanno per ingombrare la nostra immensità e, molte, per offenderci. Perciò è il nostro sospiro ardente che l'anima viva nel nostro Volere, noi abbiamo sempre da dare e da fare sempre con essa ed essa ha da fare insieme con noi, non ci diamo il tempo, un atto chiama l'altro e ci conosciamo abbastanza, la nostra Volontà prima ci fa conoscere, ci fa amare e poi forma l'unione perenne della creatura nella nostra Volontà."
Fiat!!!
20 Maggio 1936
Differenza che passa tra chi chiama la Divina Volontà negli atti suoi e chi fa le opere buone senza di Essa. L’Ascensione; come Gesù partiva per il Cielo e restava sulla terra.
La mia povera mente continua a girare negli atti della Divina Volontà e pensavo tra me: qual è la differenza di chi chiama la Divina Volontà negli atti suoi e che fa le opere buone e non la chiama, non gli dà il primo posto negli atti suoi? Ed il mio dolce Gesù, facendomi la sua breve visitina, mi ha detto:
"Figlia mia, non c'è da paragonare l'uno e l'altro, il primo, col chiamare la mia Volontà negli atti suoi, si spoglia di ciò che è umano e forma il vuoto nel suo volere umano per dare il posto alla mia volontà che abbellisce, santifica, forma la sua luce in quel vuoto, poi pronunzia il suo Fiat Creante e chiama a vita il suo operato divino nell'umano e la creatura non solo partecipa, ma resta proprietaria dell'atto Divino, il quale possiede la potenza, l'immensità, la santità ed il valore Divino che non si esaurisce mai. Perciò in chi vive nel nostro Volere, noi guardiamo e troviamo Noi stessi ed i nostri atti che ci onorano e ci fanno corona.
Invece in quelli che fanno le opere buone, ma non sono animati dal nostro Volere, noi non troviamo Noi stessi, ma l'atto finito della creatura e siccome Noi non ci sappiamo tenere nulla di qualunque bene che essi fanno, diamo loro il merito come mercede, la mercede non è proprietà che può sempre produrre, quindi queste creature simboleggiano quelli che vivono alla giornata, che vivono stentatamente della mercede che hanno, non si fanno mai ricchi, sentono sempre il bisogno di farsi pagare i lavori per vivere e, se non lavorano, passano pericoli di morire di fame, cioè di non sentire la sazietà del bene, la vita delle virtù, ma la squallida miseria delle passioni.
Invece per chi vive nel nostro Volere tutto è abbondanza, noi gli diciamo: “prendi ciò che vuoi e quanto più puoi prendere, anzi mettiamo a disposizione tua le nostre ricchezze, la nostra luce, la nostra santità, il nostro amore, perché ciò che è nostro è tuo e ciò che è tuo è nostro, non rest'altro che vivere ed operare insieme."
Dopo di ciò stavo accompagnando l’Ascensione di Gesù al Cielo. Com'era bello, tutto maestà, vestito di luce fulgidissima che rapiva ed incatenava i cuori ad amarlo ed il mio dolce Gesù, tutto bontà ed amore, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, non vi è tratto della mia vita che non simboleggi il regno della mia Divina Volontà, in questo giorno della mia Ascensione Io mi sentivo vittorioso e trionfante, le mie pene erano già finite, anzi lasciavo le mie pene già sofferte, in mezzo ai miei figli che lasciavo sulla terra, per aiuto, per forza e per sostegno e come rifugio in cui potersi nascondere nelle loro pene, per attingere dalle mie l'eroismo nei loro sacrifici, posso dire che lasciavo le mie pene, i miei esempi e la mia stessa Vita, come semenza che, maturandosi e crescendo, avrebbe fatto sorgere il regno della mia Divina Volontà. Sicché partivo e restavo, restavo in virtù delle mie pene, restavo nei loro cuori per essere amato. Dopo che la mia Santissima Umanità salì al Cielo, sentii più stretto il vincolo dell'umana famiglia, quindi non mi sarei adattato a non ricevere l'amore dei miei figli e fratelli che lasciavo sulla terra, restai nel Santissimo Sacramento per darmi continuamente a loro e perché loro si dessero a Me, per far trovare loro il riposo, il ristoro ed il rimedio a tutti i loro bisogni. Le nostre opere non soffrono di mutabilità, ripetiamo sempre ciò che facciamo una volta. Oltre a ciò in questo giorno della mia Ascensione Io avevo doppie corone, la corona dei miei figli che portavo con me nella Patria Celeste e la corona dei miei figli che lasciavo sulla terra, simbolo essi dei pochi che daranno inizio al regno della mia Divina Volontà; tutti quelli che mi videro asceso al Cielo ricevettero tante grazie, che tutti misero la vita per far conoscere il regno della Redenzione e gettarono le fondamenta per formare la mia Chiesa, per far raccogliere nel suo grembo materno tutte le umane generazioni, così i primi figli del regno della mia Volontà, saranno pochi, ma saranno tali e tante le grazie di cui saranno investiti, che metteranno la vita per chiamare tutti a vivere in questo Santo regno. Mi investì una nube di luce che tolse alla vista dei discepoli la mia presenza, i quali stavano come statue nel guardare la mia Persona, era tanto l'incanto della mia beltà, che teneva rapite le loro pupille e non sapevano abbassarle per guardare la terra, tanto che ci volle un Angelo per scuoterli e farli ritornare al Cenacolo. Anche questo (è) simbolo del regno del mio Volere, sarà tale e tanta la luce che investirà i suoi primi figli che porteranno il bello, l'incanto, la pace del mio Fiat Divino, in modo che facilmente si arrenderanno a voler conoscere ed amare un bene così grande. Ora in mezzo ai discepoli c'era la mia Mamma, che assisteva alla mia partita per il Cielo, questo è il più bel simbolo. Sicché Essa è la Regina della mia Chiesa, l'assiste, la protegge, la difende. Così siederà in mezzo ai figli della mia Volontà, sarà sempre Essa la motrice, la vita, la guida, il modello perfetto, la Maestà del regno del Fiat Divino che tanto le sta a cuore, sono le sue ansie, i suoi desideri ardenti, i suoi deliri d'amore Materno, perché vuole i suoi figli in terra nel regno dove Essa visse, non è contenta di avere i suoi figli in Cielo nel regno della Divina Volontà, ma li vuole anche sulla terra, sente che il compito datole da Dio come Madre e Regina non l'ha compiuto, la sua missione non è finita, fino a tanto che non regna la Divina Volontà sulla terra in mezzo alle creature. Vuole che i suoi figli le somiglino e che posseggano l'eredità della Mamma loro. Perciò la gran Signora è tutt’occhi per guardare, tutto cuore per amare, per aiutare chi vede in qualche modo disposti a voler vivere di Volontà Divina. Quindi nelle difficoltà pensa che Essa ti sta intorno, ti sorregge, ti fortifica, prende il tuo volere nelle sue mani materne per fargli ricevere la vita del Fiat Supremo."
Fiat!!!
31 Maggio 1936
Come la Divina Volontà racchiude tutti gli atti della vita di Gesù come in atto di ripeterli sempre per amore delle creature. La vita di Gesù simboleggia il richiamo del regno della Divina Volontà sulla terra.
La mia povera intelligenza seguiva la vita del mio dolce Gesù nella Divina Volontà, nella quale trovavo in atto di continuare la sua vita quando stava sulla terra ed oh quante meraviglie, quante sorprese d'amore mai pensate! Sicché il Fiat Divino racchiude tutti gli atti della vita di Gesù come in atto di ripeterli sempre per amore delle creature, per dare a ciascuna la sua vita intera, le sue pene, il suo amore ardente. Onde il mio dolce Gesù, tutto bontà, mi ha detto:
"Mia piccola figlia del mio Volere, il mio amore vuole sfogarsi, sente il bisogno di far conoscere a chi vuol vivere di mia Volontà ciò che io feci e faccio, perché ritorni a regnare e a dominare in mezzo alle creature. Tu devi sapere che tutta la mia vita non fu altro che il richiamo continuo della mia Volontà in mezzo ad esse ed il richiamo delle creature nel mio Fiat Supremo, tanto che come Mi concepì, così simboleggiò il richiamo, il ritorno di far concepire nelle creature la mia Volontà, che con tanta enormità avevano messo fuori dalle loro anime e richiamò loro a concepire in Essa. Come nacqui così la mia nascita richiamò a rinascere il mio Volere in tutte le opere umane, in tutte le mie lacrime infantili, vagiti, preghiere e sospiri; con le mie lacrime e sospiri richiamai la mia Volontà nelle lacrime, pene e sospiri delle creature, affinché nulla facessero senza sentire la forza, l'impero della mia Volontà che regnava in loro, la Quale, impietosita dalle lacrime mie e dalle loro, avrebbe dato loro la grazia del ritorno del suo regno. Anche il mio esilio simboleggiava come le creature si erano esiliate dal mio Volere ed Io volli essere esiliato per richiamare la mia Volontà in mezzo ai poveri esiliati, affinché li richiamasse e convertisse l'esilio in Patria, dove non sarebbero stati più tiranneggiati da nemici, da gente straniera, da vili passioni, ma sarebbero vissuti con la pienezza dei beni della mia Volontà. Ed il mio ritorno in Nazaret, come simboleggia bene la mia Divina Volontà! Io vivevo in essa nascosto, il suo regnare stava in pieno vigore nella sacra famiglia, ero il Verbo, la Volontà Divina in persona, velata dalla mia Umanità, quella stessa Volontà che regnava in me si diffondeva a tutti, li abbracciava, era moto e vita di ciascuno, io sentivo in me il moto e la vita di ciascuno, di cui il mio Fiat era l'attore. Qual pena, qual dolore nel non essere riconosciuto, nel non riscuotere un grazie, un ti amo, un atto di riconoscenza né dal mondo intero, né dalla stessa Nazaret, non solo la mia Volontà, ma anche la mia Santa Umanità viveva in mezzo a loro, la quale non cessava di dar luce a chi poteva vedermi ed avvicinarsi a me, per farmi conoscere, ma nel mio dolore rimanevo sempre il Dio nascosto. Tale la sorte del mio Volere Divino. L'uomo fu creato con la forza creatrice del Fiat, nacque, fu impastato, inzuppato in Esso che gli somministra il moto continuo, il calore, la vita, l’uomo finirà la sua vita nel Fiat, eppure chi lo conosce, chi è riconoscente di quest'atto divino così continuo, senza mai stancarsi, che con tanto amore involge la vita della creatura, per darle vita? Quasi nessuno, figlia mia; far del bene, essere causa primaria di conservazione e dar vita perenne alla creatura, mantenere l'ordine di tutte le cose create intorno ad essa e solo per essa e non essere riconosciuto, è il dolore dei dolori e la pazienza della mia Volontà dà dell'incredibile, ma sai tu il perché di questa pazienza così invitta e costante? Perché sa che verrà il suo regno, sarà riconosciuta la sua vita palpitante in mezzo alle creature ed in vista della grande gloria che riceverà nell'essere riconosciuta che è vita di ciascuna vita e mentre è vita, riceverà ciascuna vita per regnare in esse, non starà più nascosta ma svelata e riconosciuta, in vista di ciò, sopporta tanta sconoscenza. Solo una pazienza Divina potrebbe sopportare la prolissità di tanti secoli, di tanta ingratitudine umana!
Da Nazaret passai al deserto dove c'era massima solitudine e la maggior parte degli animali feroci che mi circondavano, assordavano il deserto coi loro ruggiti, ed erano simbolo della mia Divina Volontà. Quando Essa non viene conosciuta, si forma il deserto intorno alla creatura ed una solitudine che fa orrore e spavento, viene disertato il bene e l'anima si sente circondata più che da animali feroci, dalle sue passioni brutali che mandano ruggiti di rabbia, di bestiali furori, di crudeltà, di ogni sorta di mali. La mia Santa Umanità andava passo passo rintracciando tutti i dolori che aveva sofferto la mia Divina Volontà per ripararla e richiamarla di nuovo a regnare in mezzo alle creature. Posso dire che ogni mio palpito, respiro, parola, passo e pena, era il richiamo continuo della mia Volontà per farsi conoscere dalle creature e farla regnare e chiamava loro in Essa per far conoscere il gran bene, la santità, la felicità del vivere nel Fiat.
Dal deserto passai alla vita pubblica, durante la quale pochi furono coloro che credettero che Io ero il Messia, specie fra i dotti quasi nessuno ed Io volli usare la mia potenza, seminando miracoli per formarmi il popolo affinché se non avessero creduto alle mie parole, avrebbero creduto alla potenza dei miei miracoli, erano le mie industrie divine ed amorose perché a qualunque costo volevo farmi conoscere che ero il loro Salvatore, perché se non mi avessero conosciuto non avrebbero potuto ricevere il bene della Redenzione, quindi era necessario farmi conoscere per fare che la mia venuta sulla terra non fosse inutile per loro. Oh! come la mia vita pubblica simboleggia il trionfo del regno del mio Fiat in mezzo alle creature che, con verità sorprendenti, farò conoscere e, per avere l'intento, farò miracoli e prodigi, con la potenza del mio Volere richiamerò a vita i morti alla grazia, ripeterò il miracolo della resurrezione di Lazzaro, che anche se sono imputriditi nel male, resi cadaveri puzzolenti come Lazzaro, il mio Fiat li richiamerà a vita, farà cessare la puzza del peccato, li farà risorgere nel bene, insomma userò tutte le mie industrie divine, per fare dominare il mio Volere in mezzo alle genti. Vedi dunque in ogni mia parola che dicevo ed in ogni miracolo che facevo chiamavo la mia Volontà a regnare in mezzo ad esse e chiamavo le genti a vivere in Essa.
Dalla vita pubblica passai alla Passione, simbolo della Passione della mia Volontà, che per tanti secoli aveva sofferto per le tante volontà ribelli delle creature che, col non volersi sottomettere ad Essa, avevano chiuso il Cielo, spezzato le comunicazioni col loro Creatore e si erano rese infelici schiavi del nemico infernale. La mia Umanità lacerata, condannata a morte, crocifissa, rappresentava l'umanità infelice senza il mio Volere innanzi alla Divina Giustizia ed in ogni pena chiamavo il mio Fiat a dare il bacio di pace alle creature, per renderle felici e chiamavo loro in Esso, per far cessare la Passione dolorosa alla mia Volontà.
Finalmente la morte maturò la mia resurrezione, la quale chiamò tutte a risorgere nel mio Fiat Divino ed oh come la mia Resurrezione simboleggia al vivo il regno della mia Volontà! La mia Umanità piagata, deformata, irriconoscibile, risorse sana, d'una bellezza incantevole, gloriosa e trionfante. Essa prepara il trionfo, la gloria alla mia Volontà, chiamando tutti in Essa ed impetrando che tutti risorgessero nel mio Volere, da morti, vivi, da brutti, belli, da infelici, felici. La mia Umanità risorta assicura il regno alla mia Volontà sulla terra, fu l'unico mio atto pieno di trionfo e di vittoria e ciò mi conveniva, perché non volevo partire per il Cielo senza prima aver dato tutti gli aiuti alle creature, per farle rientrare nel regno del mio Volere e tutta la gloria, l'onore, il trionfo al mio Fiat Supremo per farlo dominare e regnare. Perciò unisciti con me e fa’ che non ci sia atto che fai e pena che soffri, che non chiami la mia Volontà a prendere il suo posto regio e dominante e da vincitore conquisti tutti per farsi conoscere, amare e volere da tutti."
Fiat!!!
14 Giugno 1936
Dio e la sua Volontà, la sua Volontà con la Creazione, la sua Volontà con gli esseri Celesti, la sua Volontà in disaccordo con l'umana famiglia.
Il Volere Divino con forza potente mi chiama nel mare interminabile della sua Volontà ed oh come si sta bene in Essa! Quante sorprese, quante cose belle si comprendono, le quali producono gioie infinite, vite divine, amore che non dice mai basta, ma quello che più felicità è il vedere e sentire che tutto è Volontà Divina, la Creazione tutta forma un solo atto di Volere Supremo. Ma mentre la mia mente si perdeva in Essa, il dolce Gesù, facendomi la sua breve visitina, con un amore indicibile, mi ha detto:
"Figlia benedetta del mio Volere, tu devi sapere che a capo del regno della mia Divina Volontà sta Dio stesso, la nostra Divinità non fa altro che un suo atto continuo, non facciamo mai volontà di alcuno, ma sempre la nostra, la corona dei nostri attributi è dominata dal nostro Fiat, il suo regno è dentro di Noi e si estende fuori di Noi nella nostra immensità, nel nostro amore, potenza e bontà, in tutto. Sicché per Noi tutto è Volontà nostra. In secondo luogo viene la Creazione: Cieli, Soli, stelle, venti, acque, anche il piccolo filo dell'erba, non fanno altro che un atto continuo del Fiat, tra esse e noi vi è un atto respiratorio, Noi emettiamo il respiro della nostra Volontà e la Creazione lo riceve ed, emettendolo, ci dà il respiro che le abbiamo dato, cioè tutti gli effetti che ha prodotto la nostra Volontà respirata da essa si uniscono al solo unico atto nostro. Quanta gloria ed onore non riceviamo, come viene esaltato il nostro Essere Supremo solo perché facciamo respirare la nostra Volontà a tutta la Creazione ed essa sa ridarci il respiro che le abbiamo dato! C'è tale unità di Volontà con tutta la Creazione, che tutto ciò che esce ed entra forma un atto solo di Volontà Suprema e la molteplicità e la diversità delle cose che vedono e succedono, non sono che gli effetti che produce l'unico e solo atto nostro. Il nostro Fiat non cambia mai, né è soggetto a mutarsi, tutta la sua potenza sta proprio in questo, fare un solo atto per potere produrre tutti gli effetti possibili ed immaginabili. In terzo luogo vengono tutti gli Angeli, i Santi e i beati della Patria Celeste. Essi girano intorno al nostro Essere Supremo e respirano la forza, la santità, l'amore, le gioie infinite, le felicità senza numero del Volere Divino, formano una sola vita con Esso, sentono questa vita dentro come vita propria, la sentono di fuori dove le porta il pelago sempre nuovo delle felicità divine, ma uno è l'atto che si forma in Cielo: Volontà Divina, uno è il respiro, una sola cosa si vuole: Volontà Divina, se mai sia in Cielo potesse entrare un solo atto, un sol respiro che non fosse Volontà Divina, la Patria Celeste perderebbe tutto l'incanto, il bello, il fascino di cui è investita, ma ciò non può essere. Vedi dunque che il mio Fiat ha tutta la supremazia; i beati, col solo respirarlo, restano riempiti di mari di gioie e felicità incomparabile e mentre emettono il respiro, la nostra Divinità sente la felicità che godono tutti i Santi e tutti magnifichiamo il nostro Voler Supremo come principio, fonte, origine di tutti i beni.
In quarto luogo viene l'umana famiglia, essa gira intorno a noi, ma siccome la loro volontà non è una con la nostra, non respirano il nostro Volere che mette l'ordine, la santità, l'unione, l'armonia col suo Creatore e perciò resta sparpagliata, disordinata e come smarrita da noi, sono esseri infelici, perché la pace, la felicità, l'abbondanza dei beni sono da loro lontani e tutto il male deriva dal fatto che la nostra Volontà non è la loro, non ci respiriamo a vicenda e ciò impedisce la comunicazione dei nostri beni, la perfetta unione col nostro Ente Supremo. La nostra mano creatrice che doveva formare il suo capolavoro ed il più bello in ciascuna creatura, siccome manca la nostra Volontà, viene arrestata, non trova le loro anime disponibili, adattabili per rendere fattibile la nostra arte Divina, se manca il nostro Volere non sappiamo che farne di quella creatura. Ecco la causa per cui sospiriamo tanto che regni la nostra Divina Volontà e vi formi la sua vita in esse, perché la nostra opera creatrice è inceppata, i nostri lavori sospesi, l'opera della Creazione è incompleta e per ottenere ciò una dev'essere la Volontà del Cielo e della terra, una la vita, uno l'amore, uno il respiro e questo è il più gran bene che vogliamo alle creature, dobbiamo fare ancora tante opere belle, ma il volere umano ci impedisce il passo, lega le nostre braccia e rende inerti le nostre mani creatrici. Perciò chi vuol fare la nostra Volontà e vivere in Essa, ci dà il lavoro e facciamo di essa quello che vogliamo.
Ora tu devi sapere, che come la creatura si decide a vivere di Volontà Divina, mette al sicuro la sua salvezza, la sua santità, noi stiamo in essa come in casa nostra e la sua volontà ci serve come materia in cui in ogni suo atto pronunziamo il Fiat per formare le nostre opere degne di Colui che l'abita, facciamo come un re che si serve delle pietre, dei tufi, dei mattoni e della calce per formarsi una Reggia sontuosa da fare strabiliare tutto il mondo, povero re se non avesse le pietre, le materie necessarie per formarsi la reggia, nonostante tutta la sua buona volontà e le monete che potrebbe spendere per formarla, pure mancando le materie prime, resterebbe senza reggia. Così siamo noi, se ci manca la volontà dell'anima, nonostante tutta la nostra potenza e la volontà che abbiamo, mancandoci la materia, non possiamo formare nell'anima la bella reggia degna della nostra abitazione. Perciò quando la creatura ci dà la sua volontà e prende la nostra, siamo al sicuro, troviamo tutto a nostra disposizione, cose piccole e cose grandi, cose naturali e cose spirituali, tutto è nostro e di tutto ci serviamo per fare operare il nostro Fiat onnipotente. E siccome la nostra Volontà non sa stare senza le sue opere, fa il richiamo di tutte le sue opere, nella reggia che con tanto amore ha formato nella creatura, si circonda di tutte le opere della creazione: Cieli, Sole, stelle, gli fanno omaggio, mette in ordine in essa tutto ciò che io feci nella Redenzione, la mia vita, la mia nascita, le mie lacrime infantili, le mie pene e preghiere, tutto, dove sta la mia Volontà nulla deve mancare, perché tutto da Essa è uscito, con diritto tutto è suo e perciò dove Essa regna forma l'accentramento di tutte le opere sue. Ed oh le bellezze, l'ordine, l'armonia, i beni divini che si vedono in questa creatura! I Cieli stupiscono e tutti ammirano l'amore, la Potenza della Divina Volontà e, tremebondi, l'adorano. Perciò fatti lavorare da Essa ed Essa farà cose grandi da farti stupire.
Oltre a ciò il nostro amore, la nostra eterna Sapienza ha stabilito tutte le grazie che dobbiamo dare alla creatura, i gradi di santità che deve acquistare, la bellezza con cui la dobbiamo imperlare, l'amore con cui ci deve amare e gli atti stessi che essa deve fare. Dove regna il nostro Fiat, tutto viene realizzato, l'ordine Divino sta in pieno vigore, neppure una virgola viene spostata, il nostro operato sta in piena armonia con le opere della creatura ed oh come ci dilettiamo! E quando le avremo dato il nostro ultimo amore nel tempo ed essa avrà compiuto l'ultimo nostro atto di Volontà Divina nella sua vita mortale, il nostro amore le darà il volo nella Patria Celeste e la nostra Volontà la riceverà nel Cielo, come trionfo della sua Volontà operante e conquistatrice che con tanto amore conquistò sulla terra. Sicché l'ultimo suo atto sarà lo sbocco che farà nel Cielo, per dar principio nella nostra Volontà felicitante, che non avrà mai fine. Invece dove non regna il nostro Volere, l'ordine divino non esiste. Quante nostre opere spezzate e non effettuate, quanti vuoti divini e riempiti forse di passioni, di peccati! Bellezza non vi è, ma deformità da far pietà. Perciò sii attenta e fa’ che il nostro Volere regni e viva in te."
Fiat
4 Luglio 1936
Come un atto di volontà umana può guastare l'ordine Divino e le sue opere più belle. La prima cosa che Dio vuole è la libertà assoluta. Come la Divina Volontà formerà tanti Gesù dove Essa regna.
La mia povera mente non sa stare senza che giri e voli nel Voler Divino e la mia povera volontà umana, si sente come sotto la pressione della Divina Volontà e pensavo tra me: Ah! sì è bello, si sente la vittoria, il trionfo, il dominio, la felicità, le belle conquiste del vivere nel Voler Divino, ma l'umano volere, mentre si sente vivo, deve continuamente morire, è vero che è il più grande onore, l'amore più grande di Dio che si benigna di scendere nella volontà della creatura e, operare con la sua maestà e potenza, fare ciò che Lui vuole mentre l'umano volere sta al suo posto, può fare solo ciò che fa Dio, ma di suo deve tutto smettere, questo è il sacrificio dei sacrifici, specie in certe circostanze. Oh come è doloroso sentir la vita e tenerla come se non si avesse, perché il Fiat Divino non tollera che neppure una fibra di voler umano agisca nel suo. Una folla di pensieri occupava la mia povera mente ed il mio dolce Gesù, compassionando la mia ignoranza e lo stato doloroso in cui mi trovavo, con tenerezza indicibile, mettendomi la sua mano Santissima sul mio capo mi ha detto:
"Figlia benedetta, coraggio, non ti abbattere, il mio Voler Divino vuole tutto, perché sa che un piccolo atto, un desiderio, una fibra di volere umano, guasterebbe le sue opere più belle, l'ordine divino, la sua santità resterebbe inceppata, il suo amore ristretto, la sua potenza limitata, ecco perciò non tollera che neppure una fibra di volere umano abbia la sua vita, è vero che è il sacrificio dei sacrifici, nessuno altro sacrificio può eguagliare il peso, il valore, l'intensità del sacrificio di vivere senza volontà, tanto che ci vuole la vita perenne, il miracolo continuato del mio Voler Divino per poter resistere a questo sacrificio, tanto che di fronte ad esso gli altri si possono chiamare ombre, pitture, dipinti, giuoco di fanciulli, le creature piangono per un nonnulla, perché c'è l'umano volere, che nelle pene, negli incontri dolorosi, nelle opere non si sente disfatto, senza vita, senza soddisfazioni, perciò i sacrifici si sentono oh quanto più leggeri, però svuotati di Dio, di santità, d'amore, di luce, di vera felicità e forse neppure esenti da peccati, perché l'umano volere, senza il mio, non può fare mai cose buone e sante. Poi se il mio Fiat non avesse virtù di avere con sé l'umano volere senza dargli vita, anzi chiudere la sua vita in esso, per fare che non trovasse né luogo, né tempo di poter agire, non potrebbe operare con quello sfarzo, lusso e pompa divina che Noi siamo soliti fare nelle opere nostre; se nella Creazione ci fosse stata un'altra volontà, ci avrebbe impedito la sontuosità, lo sfarzo, la pompa Divina che tenemmo in tutta la Creazione, ci avrebbe potuto impedire l'estensione del Cielo, la molteplicità delle stelle, la vastità della luce del Sole, la varietà di tante cose create, ci avrebbe messo un limite. Perciò il nostro Volere vuol essere solo, per poter fare ciò che sa fare e vuol fare. Ecco perciò vuole la volontà umana con sé, concorrente, spettatrice, ammiratrice, di ciò che vuol fare in essa, ma se vuol vivere nella mia Volontà, dev'essere convinta che la sua non può più agire e che deve servire per chiudere la mia nella sua, per farle fare con tutta libertà le sue opere, con tutta la sontuosità, col lusso della grazia e con la pompa delle sue varietà divine. La prima cosa che vogliamo è la libertà assoluta, vogliamo essere liberi, figlia mia, qualunque sia il sacrificio che vogliamo e le opere che vogliamo fare, se ciò non fosse, il vivere nella mia Volontà sarebbe un modo di dire, ma in realtà non esisterebbe."
Il caro Gesù ha fatto silenzio ed io pensavo a tutto ciò che Gesù mi aveva detto e dicevo tra me: “Lui ha ragione, l'umano volere non può agire innanzi alla santità e potenza della sua Volontà, già da se stesso si mette al suo posto di nullità, ci vuol troppo (per) agire innanzi ad una Volontà Divina, già la creatura si sente incapace ed essa stessa la pregherebbe di non darle la grande sventura di farle formare un moto, una fibra di proprio volere; ma la mia croce e tu lo sai, in quale labirinto mi hai messo... mi sento inceppata ed umiliata fin nella polvere, avevo bisogno e tu lo sai di chi... senza potermi io stessa aiutare e non un giorno, un anno, oh come è duro, lo so che solo il tuo Volere mi dà la forza, la grazia, perché da me stessa non avrei potuto resistere e sentivo tale amarezza da sentirmi morire. Ed il mio sempre amabile Gesù, compassionandomi, ha ripreso il suo dire:
"Figlia mia, la mia Divina Volontà vuole fare un atto compiuto nella creatura e sai tu che significa un atto compiuto di mia Volontà? Significa atto completo di Dio, in cui si chiude santità, bellezza, amore, potenza e luce da far strabiliare Cieli e terra, Dio stesso si deve sentire rapire, ma tanto da formare la sua sede, il suo trono di gloria in questo suo atto completo, il quale servirà a se stesso e scenderà come benefica rugiada a pro di tutte le creature. Quindi per fare questo atto compiuto, dovevo disporre sopra di te una nuova croce, non data ad alcun altro, per maturarti e far sorgere in te le disposizioni che ci volevano, tu per ricevere ed io per fare quest’atto compiuto di mia Volontà. Senza nulla, non si fa nulla, perciò tu per ricevere e noi per dare cose nuove, dovevamo disporre croci nuove, che unite al lavorio continuo del nostro Volere dovevano preparare il tutto per un atto così grande. Tu devi sapere che il mio Fiat non ti ha lasciata mai, perciò tu senti la sua impressione dolce ed imperante su ciascuna fibra, moto, desiderio del tuo volere, geloso di te e del suo stesso atto compiuto che voleva fare, aveva e manteneva il suo regio dominio, ma sai perché? E’ un dolce e caro segreto, ascoltami: come il mio Volere dominava la tua mente, il tuo sguardo, la tua parola, così formava il tuo Gesù nella tua mente, il suo sguardo nei tuoi, la sua parola nella tua, come dominava le fibre, il moto, il cuore, così formava le sue fibre, il moto, il cuore del tuo Gesù in te e come ti dominava le opere, i passi, tutto l'essere tuo, così formava le sue opere, i suoi passi, tutto Gesù in te. Ora se la mia Volontà ti avesse dato la libertà di fare agire la tua, anche nelle cose più piccole ed innocenti, non avrebbe potuto formare il tuo Gesù in te ed io di volontà umana non posso, né voglio vivere, né il mio Volere avrebbe preso l'impegno di formarmi nell'anima, se non fosse sicuro di trovare la mia stessa Volontà, di cui era animata la mia Umanità; sarà proprio questo il suo regno sulla terra, di formare tanti Gesù, per quante creature vogliono vivere di Volontà Divina, con Gesù nelle anime, il suo regno avrà la sua sontuosità, la sua sublimità, il suo sfarzo di cose inaudite e starà al sicuro. Ed allora nel regno del mio Fiat Divino avrò tanti Gesù viventi che mi amano, mi glorificano e mi daranno gloria completa. Perciò sospiro tanto questo regno ed anche tu sospiralo, né ti occupare di altro, lasciami fare, fidati di me ed io penserò a tutto."
Dopo di ciò continuavo a pensare alla Divina Volontà ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, la natura della luce, simbolo del mio Voler Divino, è di spandersi quanto più può e di non negare a nessuno chiunque si trovi, la vogliano o non la vogliano la sua luce, tutt’al più può succedere questo, che chi la vuole utilizza la luce e se ne serve anche per fare opere grandi, invece chi non la vuole non fa alcun bene, ma non può negare che ha ricevuto il bene della luce. Tale è la mia Volontà, più che luce si spande ovunque, investe tutti e tutto ed il segno che l'anima la possiede è sentire il bisogno insieme con Essa di darsi a tutti, far bene a tutti, coi suoi atti corre a tutti e vorrebbe fare tanti Gesù per darlo a ciascuno. La mia Volontà è di tutti, sono Gesù di tutti e perciò allora son contento quando la creatura fa sua la mia Volontà, la mia vita e mi vuol dare a tutti, essa è la mia gioia e la mia festa continua."
Fiat!!!
23 Agosto 1936
Il piccolo campicello assegnato alle creature nell'immensità della Divina Volontà. Gesù mette a disposizione delle creature la sua vita, purché ottiene che vivano nel Voler Divino. Il gran prodigio della Creazione della Vergine.
Continuo il mio abbandono nel Fiat, la mia povera mente nuota nel suo mare Divino e comprende arcani celesti, ma non so ridirli, perché non sono vocaboli di quaggiù, mentre mi trovo in questo mare Divino guardo la sua immensità, non vi è essere o cosa che gli può sfuggire, tutti e tutto formano la vita e la ricevono nel Voler Divino, ma che cosa può prendere la creatura di questa immensità? Appena le goccioline, tanta è la sua piccolezza; ma mentre prende le goccioline non può uscire da questa immensità, se la sente scorrere dentro e fuori, a destra ed a sinistra, dovunque, non potendo per un solo istante sbarazzarsi di Essa. Oh! Volontà Divina, quanto sei ammirabile, sei tutta mia, mi cresci in te, dovunque ti trovo, mi ami sempre fino a formare la vita della mia vita; ma mentre la mia mente si perdeva in questo mare, il mio dolce Gesù, tutto bontà, è uscito da dentro questo mare ed avvicinandosi a me mi ha detto:
"Figlia del mio Volere, hai visto come l'immensità del mio Fiat è irraggiungibile? Nessuna mente creata, per quanto santa, può abbracciarla e guardare dove terminano i suoi confini, tutti hanno il loro posto in Essa, anzi ogni creatura ha il suo piccolo campo nell'immensità della mia Divina Volontà, ma chi lavora questo piccolo campo assegnatole(?) Chi vive in Essa, perché vivendo in Essa si fa la prima lavoratrice ed Essa, prendendo nel suo grembo la creatura, la tiene occupata, immedesimata nel lavoro che vuole che faccia nel piccolo campicello che le è stato dato nella mia Volontà e siccome possiede la forza creatrice, ciò che la creatura potrebbe fare in un secolo, insieme con Essa lo fa in un'ora, sicché in un'ora può acquistare un secolo d'amore, d'opere, di sacrifici, di conoscenze divine, d'adorazioni profonde e dopo il lavoro chiama l'anima al riposo, per felicitarsi e riposarsi insieme e poi vedendo il bello del campicello e la gioia che provano, per felicitarsi di più ritornano al lavoro, è un'alternarsi di lavoro e di riposo. Perché tra le tante qualità che possiede la mia Divina Volontà è moto e attitudine continua, non è oziosa, anzi ad ogni cosa creata ha dato il suo lavoro continuo, per glorificarsi e per fare bene a tutti, gli oziosi non esistono nella mia Volontà, anzi in Essa tutto è lavoro, se ama è lavoro, se si occupa a conoscerci è lavoro, se adora, se soffre, se prega, è lavoro e lavoro divino, non umano, che convertendosi in monetina d'infinito valore, può acquistare e formare il campicello più grande. Ora figlia mia, tu devi sapere che è mia Volontà assoluta che la creatura faccia la mia Volontà, come sospiro di vederla regnante ed operante in essa! Come voglio sentir dire: “la Volontà di Dio è la mia, ciò che vuole Dio voglio io, ciò che fa Dio faccio io”. Ora essendo mia Volontà che viva in Essa, dovevo darle i mezzi, gli aiuti necessari. Ed ecco la mia Umanità che si mette a disposizione della creatura nel piccolo campicello dell'immensità della mia Volontà assegnatole, per cui esibisco la mia forza per sostenere la sua debolezza, le mie pene per aiuto delle sue, il mio amore per nascondere il suo nel mio, la mia santità per coprirla, la mia vita per appoggio e sostegno della sua e per farne il modello, insomma la mia Divina Volontà deve trovare tanti Gesù per quante creature vogliono vivere di mia Volontà ed allora Essa non troverà più intoppo da parte di esse, perché io le terrò nascoste in me ed avrà a che fare più con me che con esse e le creature troveranno tutti gli aiuti necessari e sovrabbondanti per vivere di mia Volontà. È solito di Dio che quando vuole una cosa, dia tutto ciò che ci vuole, per fare che ciò che vuole abbia il suo compimento. Quindi vorrei che sappiano le creature che io mi metto a disposizione di quelli che vogliono vivere di mia Volontà, essi troveranno la mia vita che supplirà a tutto ciò che ci vuole per farli vivere nel mare del mio Voler Divino. Altrimenti il loro piccolo campicello nella mia immensità resterà senza lavoro e quindi senza frutto, senza felicità e senza gioia, saranno come quelli che vivono sotto il Sole, senza mai far nulla ed il Sole servirà a bruciarli ed a dare loro una sete ardente, da sentirsi morire. Sicché tutte le creature, per ragione di creazione si trovano in questa immensità, ma se la loro volontà non si unisce alla mia, vivono a loro stesse, sentiranno bruciare tutti i loro beni ed avranno la sete delle passioni, del peccato, delle debolezze che le tormenteranno. Perciò non vi è male maggiore che non vivere di mia Volontà."
Dopo ciò stavo facendo il mio giro negli atti fatti dalla Divina Volontà nella Creazione e, giunta al Concepimento della Vergine Santissima, il mio dolce Gesù mi ha fermata e mi ha detto:
"Figlia mia, il più gran prodigio della Creazione (è) la Vergine, il Voler Divino che soggiogò dal primo istante del suo concepimento il suo volere umano ed il volere di questa Santa Creatura soggiogò il Fiat Divino, l'uno vinse l'altro, furono vincitori tutti e due e come il Voler Divino entrò da Re dominante nel suo voler umano, incominciarono le catene dei grandi prodigi divini in questa eccelsa creatura, la forza increata si riversò nella forza creata, ma tanto che poteva sostenere come se fosse un fuscello di paglia la Creazione tutta e tutte le cose create sentivano la forza creata nella forza increata che le sosteneva e contribuiva alla loro conservazione, oh come si sentirono onorati e felici di più, perché una forza creata scorreva in tutto, come loro Regina per sostenerle e conservarle! La sua forza era tanta che imperava su tutti, anche sul suo Creatore, era l'invincibile, che con la forza del Fiat Divino vinceva tutti e tutto, anzi tutti si facevano vincere da questa Imperatrice Divina, perché aveva una forza potente e rapitrice, tanto che nessuno poteva resisterle. Gli stessi demoni si sentivano debilitati e non sapevano dove nascondersi da questa forza insuperabile. Tutto l'Essere Supremo si riversò in questa volontà creata che era stata soggiogata dalla Divina Volontà e l'amore infinito si versò nell'amore finito e tutti e tutto si sentivano amati da questa Santa creatura, il suo amore era tanto che più che aria si faceva respirare da tutti, in modo che questa Regina d'amore sentiva il bisogno di amare tutti, come Madre e Regina di tutti; la nostra bellezza la investì, tanto che possiede la forza, l'amore, la bontà, la grazia rapitrice, che mentre ama si fa amare da tutti, anche dalle cose che non posseggono ragione. Sicché non ci fu atto, amore, preghiera, adorazione, riparazione, di cui non fossero riempiti Cielo e terra. Essa padroneggiava tutto ed il suo amore e tutto ciò che faceva scorreva nel Cielo, nel Sole, nel vento, in tutto ed il nostro Ente Supremo si sentiva amato, pregato, in tutte le cose create da questa Santa creatura, una nuova vita scorreva in tutto, ci amava per tutti e ci faceva amare da tutti. Era la Volontà increata che aveva avuto il posto d'onore nella volontà creata, che poteva farci tutto e darci il contraccambio, perché avevamo messo a sua disposizione tutta la Creazione. Sicché col concepimento di questa Gran Regina incominciò la vera vita di Dio nella creatura e la vita di essa in Dio ed oh gli scambi d'amore, di fortezza, di bellezza, di luce, tra l'uno e l'altra! Perciò i prodigi che si alternavano in Essa, erano continui e mai uditi, Cieli e terra stupivano, gli Angeli restavano rapiti, innanzi alla mia Volontà Divina operante nella creatura. Figlia mia, questa Gran Signora, col vivere nel Voler Divino, si sentiva coi fatti Regina di tutti e di tutto ed anche Regina del Gran Re Divino, ma tanto che fu Essa che formò la porta nel Cielo per far scendere il Verbo Eterno, gli preparò la via e la stanza del suo seno, dove doveva fare la sua dimora e, nell'enfasi del suo amore imperante, mi diceva: “scendi oh Verbo Eterno, troverai in me il tuo Cielo, le tue gioie, quella stessa Volontà che regna nelle tre Divine Persone”; non solo, ma formò la porta e la via per far salire le anime nella Patria Celeste. E solo perché questa Vergine visse in terra di Volontà Divina come si vive in Cielo, potettero i beati entrare nelle Celesti regioni e goderne le sue delizie, perché questa Madre Celeste, li tiene coperti, coinvolti e come nascosti nella sua gloria ed in tutti gli atti che fece nella Volontà Divina, sicché i beati sentono nelle loro gioie l'amore, le opere, la potenza di questa Madre e Regina, che li rende felici. Che cosa non può fare la mia Volontà? Tutti i beni possibili ed immaginabili e alla creatura dov'Essa regna dà tal potere, che giunge a dire: “fa’ quello che vuoi, comanda, prendi, da’, io non ti negherò mai nulla, la tua forza è irresistibile, la tua potenza mi debilita, perciò metto tutto nelle tue mani, perché faccia da Padrona e da Regina. Ora tu devi sapere che questa Santa Creatura fin dal suo concepimento sentiva il palpito del mio Fiat nel suo ed in ogni palpito mi amava e la Divinità la riamava con amore duplicato in ogni suo palpito, nel suo respiro sentiva il respiro del Voler Divino e ci amava in ogni respiro e noi la contraccambiavamo col nostro amore duplicato in ogni suo respiro, sentiva il moto del Fiat nelle sue mani, nel suo passo, nei suoi piedi, in tutto il suo Essere sentiva la vita del Voler Divino e ciò che faceva ed in tutto, ci amava per sé e per tutti e noi l'amavamo sempre, sempre, in ogni istante, correva il nostro amore come rapido torrente, perciò ci teneva sempre attenti ed in festa, per ricevere il suo amore e dare il nostro, tanto che giunse a coprire tutti i peccati e le stesse creature del nostro amore. Perciò la nostra giustizia restò disarmata da questa invincibile Amatrice e possiamo dire che fece dell'Ente Supremo ciò che volle. Oh come vorrei che tutti comprendessero che significa vivere nel Voler Divino, per rendere tutti felici e santi!"
Fiat!!!
3 Novembre 1936
Riflessi tra il Creatore e la creatura. Inseparabilità d'entrambi. Come in ogni istante Dio chiede ad essa che riceva la vita della sua Volontà. Come quando la creatura si decide a vivere di Essa Dio copre tutto ciò che ha fatto, con la sua Volontà Divina.
Sono sempre tra le braccia del Voler Divino, sento la sua potenza creatrice dentro e fuori di me, tanto che, non dandomi tempo per alcun'altra cosa, non voglio, non chiedo altro per me e per tutti che venga a regnare la Divina Volontà sulla terra. Mio Dio, che forza magnetica possiede! Mentre si dà tutto, investe tutto da ogni parte, nel medesimo tempo prende tutto ciò che appartiene alla piccolezza della povera creatura. Ma mentre la mia mente era immersa nella folla di tanti pensieri che riguardavano il Fiat Divino, il mio sempre amabile Gesù, visitando la piccola anima mia, tutto bontà mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, il nostro amore infinito è sempre eccessivo e dà dell'incredibile, basta dirti che è tanto, che non facciamo altro che rifletterci continuamente nella creatura, essa vive sotto i nostri continui riflessi, se ci muoviamo il nostro moto incessante si riflette in essa per darle vita, il nostro amore si riflette in essa per dirle continuamente “ti amo”, la nostra potenza si riflette in essa per sostenerla, insomma la nostra sapienza si riflette e la dirige, la nostra luce si riflette e la illumina, la nostra bontà si riflette e la compatisce, la nostra bellezza si riflette e l'abbellisce, il nostro Essere Supremo si riversa senza mai cessare sulla creatura; ma ciò non è tutto, come noi ci riflettiamo in essa, così essa si riflette in noi, sicché se pensa sentiamo il riflesso dei suoi pensieri, se parla riflette in noi la sua parola, sentiamo il riflesso del suo palpito fin nel nostro seno, il moto delle sue opere, il calpestio dei suoi passi, c’è una tale inseparabilità tra l'Essere Divino ed umano che continuamente l'uno si riversa nell'altro. È tanto il nostro amore che ci mettiamo in condizione come se non possiamo stare senza la creatura. Ma ciò non è nulla ancora, se il nostro amore non dà in eccessi non si contenta. Ora conoscendo che se la creatura non possiede la vita del nostro Voler Divino, c'è gran differenza tra i suoi riflessi ed i nostri, atteggiandosi ad amore supplichevole, come pensa la prega che faccia regnare la nostra Volontà nella sua mente, se parla la supplica che la faccia regnare nelle sue parole, se palpita, opera e cammina, la scongiura che faccia regnare in tutto la mia Divina Volontà insieme, in ogni cosa che fa ha un gemito, un sospiro, una prece, che involgendola continuamente le dice: “ricevi il mio Fiat, fatti investire dal mio Fiat, deh! possiedi il mio Fiat, fammi vedere in te la vita del mio Fiat regnante, dominante e festante, ti prego, non negarmi il tuo volere ed io ti darò il mio”; e se ottiene ciò, come se avesse ottenuto la cosa più preziosa, la chiude nel suo amore, la vela con la sua luce e dà principio alla sua festa perenne nella creatura, cambia i suoi gemiti e sospiri in gioie e, mettendosi a guardia, come trionfatrice sente in essa le note del suo amore che da ambo le parti dicono: “ci amiamo d'un solo amore, abbiamo e facciamo la stessa vita, il tuo Fiat è tuo e mio”. Sicché sorge in essa l'armonia, l'ordine de suo Creatore. La nostra Volontà, il nostro amore ha ottenuto il suo scopo, non le rimane altro che godersi la sua amata creatura. Perciò, figlia mia, ci sta tanto a cuore il far dono della nostra Volontà come vita, che è il nostro lungo sospiro di tutti i secoli, anzi il nostro sospiro eterno, perché vagheggiavamo la creatura col portento della nostra vita in essa, sentivamo la gioia, la felicità delle tante nostre vite bilocate, moltiplicate e formate nelle creature. Altrimenti non sarebbe stato un gran chè la Creazione e se creammo ed uscimmo alla luce del giorno tante cose, fu perché doveva servire al portento dei portenti di formare, in virtù del nostro Fiat, la nostra vita nella creatura e se ciò non fosse sarebbe stato per noi come se nulla avessimo fatto. Quindi contenta il tuo Gesù, da’ pace al mio amore che va sempre in delirio ed unificandoti con me, sospira, prega, chiedi che la mia Volontà regni in te ed in tutti." E mentre diceva ciò, prendeva un velo di Luce e mi copriva tutta ed io non sapevo uscire da dentro essa.
Dopo ciò continuavo a pensare alla Divina Volontà ed oh quante dolci e care sorprese passavano nella mia mente! Oh se sapessi dirle con parole, farei strabiliare tutto il mondo e tutti amerebbero di possedere la Divina Volontà. Ma ahimè, il linguaggio del Cielo non si adatta al linguaggio della terra e perciò son costretta a passare avanti ed il mio amato Gesù, ritornando alla sua piccola e povera figlia ignorantella, con un amore indicibile mi ha detto:
"Figlia del mio Volere, ascoltami, prestami attenzione, voglio dirti l'atto più bello, più tenero e d'amore intenso del mio Fiat. Ora tu devi sapere che tutti gli atti, i pensieri, le parole, passati, presenti e futuri sono tutti presenti innanzi all'Ente Supremo. Sicché la creatura non esisteva ancora nel tempo ed i suoi atti brillavano innanzi a Noi e perché ciò? Perché l'atto primo della creatura lo fa il mio Fiat, non vi è pensiero, parola, opera che il mio Fiat non incominci. Si può dire che una creatura prima sta formata in Dio, con tutti gli atti suoi e poi l'usciamo alla luce del giorno. Ora la creatura, col fare la sua volontà, si scosta dagli atti divini, ma non può distruggere che la vita degli atti suoi abbia avuto per principio il Fiat, tutti gli atti erano proprietà sue, l’uomo, arbitrandosi, ha cambiato in umani gli atti divini, ma se l'uomo disconosce chi ha dato la vita agli atti suoi, il mio Volere non disconosce gli atti suoi. Quindi senti l'eccesso più grande dell'amore del mio Volere, come la creatura decide con fermezza immutabile, di voler vivere di mia Volontà, facendola regnare e dominare in essa, la nostra bontà infinita è tanta, il nostro amore, è tanto che non sa resistere ad una decisione vera della creatura, molto più che non vuol vedere atti dissimili dai nostri in essa, senti che fa? Copre con la mia Volontà tutto ciò che ha fatto fino ad allora, plasma gli atti, li trasforma nella sua luce, in modo da vedere, col prodigio del suo amore trasformante, che tutto è Volontà sua nella creatura e, con amore tutto divino, seguita a formare la sua vita ed i suoi atti nella creatura. Non è questo un amore eccessivo e strabiliante del mio Volere? Inoltre fa decidere tutti, anche i più ingrati, a far vivere la mia Volontà in loro, conoscendo che vuol mettere tutto da parte e coprire e supplire a ciò che manca di mia Volontà in loro. Questo dice pure l'assoluta nostra Volontà, che vuol regnare in mezzo alle creature, tanto che non vuol badare a nulla né a ciò che le manca, volendole dare non come mercede che va trovando se merita, oh no, ma come dono gratuito della nostra grande liberalità e come compimento della nostra stessa Volontà. Ed il compire la nostra Volontà per Noi è tutto."
Fiat!!!
8 Dicembre 1936
Come la Regina del Cielo nel suo Concepimento fu concepita nei meriti, nella vita, nell'amore e nelle pene del futuro Redentore, per poter poi concepire il Divino Verbo in Essa salvare le creature.
La mia povera mente, immergendosi nel Fiat Divino, trovava in atto il Concepimento della Regina Immacolata. Era tutto in festa e chiamava tutti intorno a sé, Angeli, Santi per far vedere il prodigio inaudito, le grazie, l'amore con cui chiamava dal nulla questa eccelsa Creatura, affinché tutti la conoscessero e inneggiassero come loro Regina e Madre di tutti. Ma mentre io restavo sorpresa, sarei rimasta lì chissà per quanto, se il mio dolce Gesù non mi avesse chiamata col dirmi:
"Voglio onorare la mia Madre Celeste, voglio narrare la storia del suo Immacolato Concepimento, solo io posso parlarne perché Autore d'un sì grande prodigio. Ora figlia mia, il primo atto di questo concepimento fu un nostro Fiat pronunziato con tale solennità e con tale pienezza di grazie da racchiudere tutto e tutti, tutto accentrammo in questo concepimento della Vergine, nel nostro Fiat Divino. Esso, per cui non esiste passato e futuro, tenne presente l'incarnazione del Verbo e la fece concepire ed incarnare nella stessa incarnazione di me, futuro Redentore, il mio Sangue che stava in atto, come se si stesse spargendo, la innaffiava, l'abbelliva, la confermava, la fortificava continuamente in modo Divino. Ma non bastava al mio amore, tutti i suoi atti, parole e passi prima erano concepiti negli atti, parole e passi miei e poi avevano la vita. La mia Umanità era il rifugio, il nascondiglio, l'incorporamento di questa Celeste Creatura. Sicché se ci amava, il suo amore era incarnato e concepito nel mio amore ed oh come ci amava! Il suo amore, racchiudeva tutto e tutti, posso dire che amava come sa amare un Dio, aveva le nostre stesse follie d'amore per noi e per tutte le creature e amando una volta, ama, ama sempre, senza mai cessare, la sua preghiera era concepita nella mia preghiera e perciò aveva un valore immenso, una potenza sul nostro Essere Supremo e chi poteva negarle nulla? Le sue pene, i suoi dolori, i suoi martiri, che furono tanti, prima furono concepiti nella mia Umanità e poi sentiva in sé la vita delle pene e dei martiri strazianti, tutti animati da forza Divina. Onde si può dire fu concepita in me, da me uscì la sua vita, tutto ciò che io feci e soffrii si schierò intorno a questa Santa creatura per corteggiarla e per riversarmi continuamente sopra di Essa e poterle dire: “sei la Vita della mia Vita, sei tutta bella, sei la prima redenta, il mio Fiat Divino ti ha plasmata, ti ha fiatata e ti ha fatta concepire nelle opere mie, nella mia stessa Umanità”. Ora, figlia mia, questo concepire nel Verbo Incarnato questa Celeste creatura, fu fatto da Noi con somma Sapienza, con potenza inarrivabile, con amore inesauribile e con il decoro che conviene alle opere nostre. Dovendo Io, Verbo del Padre, scendere dal Cielo per incarnarmi nel seno d'una Vergine, non era sufficiente alla santità della mia Divinità la sola Verginità e l'averla fatta esente dalla macchia d'origine, perciò fu necessario al nostro amore ed alla nostra santità, che questa Vergine prima fosse concepita in me, con tutte quelle prerogative, virtù e bellezze che doveva possedere la vita del Verbo Incarnato e perciò poi (io) mi potetti concepire, in chi era stata in me concepita e trovai in Essa il mio Cielo, la santità della mia vita, il mio stesso sangue, che l'aveva generata ed innaffiata tante volte, trovai la mia stessa Volontà che, comunicandole la sua fecondità Divina formò la Vita al suo ed al Figlio di Dio. Il mio Fiat Divino, per farla degna di potermi concepire, la tenne investita e sotto il suo impero continuo, per cui possiede tutti gli atti, come se fosse un atto solo; per darle tutto, chiamava in atto i miei meriti previsti, tutta la mia vita e la versava continuamente dentro la sua bell'anima. Perciò solo Io posso dire la vera storia dell'immacolato concepimento e di tutta la sua vita, perché la concepii in me e sono a giorno di tutto e se la Santa Chiesa parla della Celeste Regina, può dire solo le prime lettere dell'alfabeto della sua santità, della grandezza e dei doni di cui fu arricchita. Se tu sapessi il contento che provo quando parlo della mia Madre Celeste, chissà quante domande mi faresti, per darmi la gioia di farmi parlare di chi tanto amo e mi ha amato!"
Fiat!!!
20 Dicembre 1936
Il Fiat Divino fece concepire la Vergine in ciascuna creatura affinché tutti avessero una Madre tutta propria. Dote che Iddio diede alla Vergine. Trionfi e vittorie di Dio, vittorie e trionfi della Vergine, dei quali vengono dotate tutte le creature.
Il mio Sommo Bene Gesù mi tiene come immersa nel gran prodigio della Sovrana Regina e pare che abbia Volontà di voler dire ciò che Iddio operò in questa Gran Signora ed, atteggiandosi a festa e con gioia indicibile, mi dice:
"Ascoltami. (Quindi segue lo stesso argomento di ciò che sta scritto innanzi.) Figlia mia benedetta, i prodigi sono inauditi, le sorprese che ti narrerò faranno strabiliare tutti, sento il bisogno d'amore di far conoscere che cosa abbiamo fatto con questa Madre Celeste ed il gran bene che hanno ricevuto tutte le generazioni. Onde tu devi sapere che nell'atto di concepire questa Vergine Santa, la nostra Volontà Divina che possiede tutto e con la sua immensità abbraccia tutto e possiede l'onniveggenza di tutti gli esseri possibili ed immaginabili, come concepì la Vergine con la sua virtù tutta propria che quando opera fa sempre opere universali, con la sua virtù creatrice chiamò tutte le creature a essere concepite nel cuore di questa Vergine; ma al nostro amore non bastò, dando negli eccessi più incredibili fece concepire questa Vergine in ciascuna creatura, affinché ciascuna avesse per sé una Madre tutta sua, tutti sentissero la sua Maternità nel fondo delle loro anime, il suo amore, per cui mentre li tiene concepiti in sé, più che figli, bilocandosi concepisce in ciascuna creatura, per mettersi a disposizione di loro, per crescerli, guidarli, liberarli dai pericoli e con la sua potenza Materna poter imboccare loro il latte del suo amore ed il cibo con cui si nutrì Lei stessa, qual è il Fiat Divino. La nostra Volontà, avendo vita libera in Lei, il suo dominio totale, con la sua potenza, mentre chiamava tutti in questa Celeste Creatura, per avere la gioia di vedere tutti racchiusi in Essa, per sentirsi dire: “sono già tutti in me i miei ed i tuoi figli, perciò ti amo per tutti”; poi la bilocava in tutti ed in ciascuno, per sentire in ciascun'anima l'amore di questa nostra Figlia, tutta bella e tutt'amore. Possiamo dire che non vi è creatura per cui Essa non prese l'impegno d'amarci. Il nostro Fiat la elevò tanto da darle tutto e fin dal primo istante della sua vita la costituimmo Regina del nostro Fiat, Regina del nostro amore e quando ci amava si sentiva nel suo amore la sua Maternità ed armonizzava l'amore di tutte le creature ed oh com'era bella, quando formava di tutto un solo amore! Come ci feriva, ci felicitava, fino a sentirci languire! Il suo amore ci disarmava, ci faceva vedere tutte le cose, Cielo, Sole, terra, mari e creature coperti e nascosti nel suo amore. Oh! come era bello vederla, sentirla che faceva da Madre in ciascuna creatura e, formando in esse il suo mare d'amore, mandava le sue note, le sue frecce, i suoi dardi amorosi al suo Creatore. E agendo da vera Madre ci portava le creature fino innanzi al nostro Trono nel mare del suo amore, per farcele guardare, per renderci propizi e con la forza del nostro Voler Divino s'imponeva su di noi, ce le metteva in braccio, ce le faceva carezzare, baciare e ci faceva dare grazie sorprendenti. Quante santità furono formate ed impetrate da questa Madre Celeste! E per essere sicura lasciava a guardia il suo amore.
Oltre a ciò, tu devi sapere che fin dal primo istante della vita di questa Celeste creatura, fu tanto il nostro amore che la dotammo di tutte le nostre qualità Divine. Sicché aveva per dote la nostra Potenza, Sapienza, amore, bontà, luce, bellezza e tutto il resto delle nostre qualità Divine. Già a tutte le creature, nel metterle alla luce del giorno, diamo la dote, nessuno nasce se non è dotato dal suo Creatore, ma siccome si scostano dalla nostra Volontà, si può dire che neppure la conoscono. Invece questa Vergine Santa non si scostò mai, fece vita perenne nei mari interminabili del nostro Fiat, quindi cresceva insieme coi nostri Attributi e, come formava i suoi atti nelle nostre qualità Divine, così formava mari di Potenza, di sapienza, di luce ed altro. Possiamo dire che vivendo con la nostra scienza le davamo continue lezioni su chi era il suo Creatore, cresceva nelle nostre conoscenze e ne seppe tanto sull'Ente Supremo, che nessun'Angelo e Santo potette superarle, anzi sono tutti ignoranti innanzi a Lei, perché nessuno crebbe e fece vita insieme con noi. Essa entrò nei nostri segreti divini, nei più intimi nascondigli del nostro Essere Divino senza principio né fine, nelle nostre gioie e beatitudini imperiture e, con la nostra Potenza che aveva in suo potere, ci dominava e padroneggiava e Noi la facevamo fare, anzi godevamo della sua padronanza e, per renderla più felice, le davamo i nostri casti abbracci, i nostri sorrisi d'amore, le nostre condiscendenze, dicendole: “fa’ ciò che vuoi tu”. E’ tanto l'amore del nostro Volere verso le creature ed il suo grande desiderio di farle vivere in Esso, che, se ottiene ciò, le getta in un abisso di grazie, d'amore, fino ad affogarle tanto che la piccolezza umana è costretta a dire: “basta, sono già affogata, mi sento divorare dal tuo stesso amore, non ne posso più”.
Ora tu devi sapere che, il nostro amore non si contenta, non dice mai basta, quanto più dà, più vuol dare e quando diamo è la nostra festa, imbandiamo la mensa a chi ci ama e la pressiamo a restare con noi, per fare vita insieme. Ora figlia mia, ascolta un altro prodigio del nostro Fiat in questa Santa Creatura e come Lei ci amava e rese stendibile la sua Maternità a tutte le creature. Per ogni atto che faceva, se amava, pregava, adorava, se soffriva, tutto anche il respiro, il palpito, il passo, stando il nostro Fiat, per il nostro Essere Supremo erano trionfi e vittorie che faceva negli atti della Vergine, la Celeste Signora trionfava e vinceva in Dio, in ogni istante della sua vita ammirabile e prodigiosa, erano trionfi e vittorie tra Dio e la Vergine; ma questo è nulla, agendo da Vera Madre chiamava i suoi figli tutti e copriva e nascondeva tutti i loro atti nei suoi e li copriva con i suoi trionfi e con le sue vittorie, dando loro, come dote, tutti gli atti suoi, con tutte le sue vittorie ed i suoi trionfi. E poi con una tenerezza ed un amore da spezzare i cuori e sentirci vinti ci diceva: “Maestà adorabile, guardali, sono tutti i miei figli, le mie vittorie e trionfi sono dei figli miei, sono le mie conquiste che dono a loro e se ha vinto e trionfato la Mamma, hanno vinto e trionfato i figli”. E tanti trionfi e vittorie fece in Dio, per quanti atti avrebbero fatto tutte le creature, affinché tutti potessero dire: “sono dotato degli atti della mia Mamma Regina e per suggello me li ha investiti coi suoi trionfi e vincite che fece col suo Creatore”. Sicché chi vuol farsi santo trova la dote della sua Madre Celeste ed i suoi trionfi e vittorie per giungere alla santità più grande, il debole trova la forza della santità della sua Mamma ed i suoi trionfi per essere forte, l'afflitto, il sofferente trova la dote delle pene della sua Madre Celeste per ottenere il trionfo, la vittoria della rassegnazione, il peccatore trova la vittoria ed il trionfo del perdono, insomma tutti trovano in questa Sovrana Regina la dote, il sostegno, l'aiuto allo stato in cui si trovano. Ed oh, com'è bello! E’ la scena più commovente, rapitrice ed incantevole, vedere questa Madre Celeste in ciascuna creatura, mentre fa da Mamma, la sentiamo che ama e prega nei suoi figli. Questo è il prodigio più grande tra il Cielo e la terra, bene più grande non potevamo dare alle creature.
Ora figlia mia, devo dirti un dolore della Madre Celeste: l'ingratitudine delle creature, a tanto suo amore, questa dote, che con tanti sacrifici dà fino all'eroismo di sacrificare la vita del suo Figlio Dio con tante pene atroci, chi non la conosce, chi appena prende un tenue interesse e fa vita povera di santità ed oh come soffre nel vedere i suoi figli poveri! Possedere immense ricchezze d'amore, di grazia, di santità, perché non sono ricchezze materiali, ma le ricchezze di questa Madre Celeste sono tali che per acquistarle la Madre Celeste ha messo la sua vita e non vederle possedere dai suoi figli e tenerle senza lo scopo per cui le ha acquistate è un dolore continuo e perciò vuol far conoscere questo gran bene a tutti, perché se non si conosce, non si può possedere. E come acquistò queste doti in virtù del Fiat Divino che regnava in Lei, che l'amava tanto che le faceva fare ciò che voleva e dovunque volesse arrivare a bene delle creature, così sarà il mio Voler Divino regnante che le metterà a giorno di queste doti celesti e farà loro prendere possesso. Perciò prega che un bene così grande sia conosciuto e voluto dalle creature."
Fiat!!!
24 Dicembre 1936
La Madre Celeste e Divina e la Madre umana. Corsa veloce d'amore di Dio nella quale fa generare da questa Madre, in virtù del Fiat, il suo Gesù in ciascuna creatura.
Segue lo stesso argomento sulla Vergine Santissima. Una luce che scende dal seno dell'Eterno investe la mia povera mente, ma è una luce parlante che dice tante cose della Sovrana Celeste, che io non so come fare per dirle tutte. Ma il mio amato Gesù, con la sua solita bontà, mi dice:
"Coraggio figlia mia, ti aiuterò io, ti somministrerò i vocaboli, sento l'irresistibile bisogno di far conoscere chi è questa mia Madre, le doti, i privilegi ed il gran bene che fa e che può fare a tutte le generazioni. Perciò ascoltami e ti dirò cose mai pensate né da te, né da altri, in modo da scuotere i più increduli, ingrati e peccatori e fin dove giunge il nostro amore. Onde il nostro amore non si dava pace, correva, correva, ma con una rapidità tale, che comprometteva tutto il nostro Essere Divino a dare in tali eccessi, da far strabiliare Cielo e terra, da fare esclamare a tutti: “possibile che un Dio abbia amato tanto le creature?”
Quindi senti, figlia mia, che fa il nostro grande amore; le creature avevano un Padre Celeste, il nostro amore non era contento, nel suo delirio e follia d'amore, volle formare loro una Madre Celeste ed una Madre terrena, affinché se non fossero bastate le premure, l'amore, le tenerezze della Paternità Celeste, per amarlo, l'amore, le tenerezze indicibili di questa Madre Celeste ed umana, sarebbero state l'anello di congiunzione, per cui avendo allontanato ogni distanza, paure e timori, si sarebbero abbandonati nelle sue braccia per farsi vincere dal suo amore, per amare Colui che l'aveva formata per amor loro e per farsi amare.
Perciò occorrevano dei portenti strepitosissimi ed un amore che non dice mai basta e che solo un Dio può fare, per ottenere l'intento. Ora senti che fa, chiamammo dal nulla questa Santa Creatura e, servendoci dello stesso germe delle umane generazioni, però purificato, le demmo la vita, dal primo istante di questa vita si unì la virtù celeste del nostro Fiat Divino e formò insieme vita Divina e vita umana, per cui cresceva divinamente ed umanamente e, partecipandole la fecondità Divina, formava in Lei il gran prodigio di poter concepire un uomo ed un Dio, col germe umano potette formare l'umanità al Verbo incarnato e col germe del Fiat potette concepire il Verbo Divino. Con ciò cessava la distanza tra Dio e l'uomo. Questa Vergine, con l'essere umana e Celeste, avvicinava l'uomo e Dio e dava il fratello a tutti i suoi figli affinché tutti potessero avvicinarlo, far vita insieme e, mirando in Lui ed in Lei le stesse fattezze, investite dalla stessa natura umana, avrebbero avuto tale fiducia ed amore da farsi conquistare ed amare così chi tanto le amava; quale amore non riscuote una buona Madre dai propri figli? Molto più ch'era potente, ricca ed avrebbe messo la vita per mettere in salvo i propri figli e che cosa non ha fatto per renderli felici e santi? Sicché l'Umanità del Verbo e la Madre Celeste ed umana sono come caparre per conquistare l'amore di tutti e dire con tutto amore: “non temete, venite a noi, ci somigliamo in tutto, venite e tutto vi daremo, le mie braccia saranno sempre pronte ad abbracciarvi e per difendervi vi chiuderò nel mio Cuore per darvi tutto, basta dirvi che vi sono Madre e che è tanto il mio amore che vi tengo concepiti nel mio Cuore”.
Ma tutto ciò non è nulla ancora, ero Dio, dovevo operare da Dio, il nostro amore correva, correva ed andava inventando altri ritrovati più grandi d'amore, tu stessa resterai stupita nel sentirli e quando le umane generazioni lo sentiranno, ci ameranno tanto, da ricambiarci in gran parte nella grande corsa del nostro amore. Ora prestami attenzione e ringraziami, figlia mia benedetta, di quello che sto per dire; al nostro amore non bastò, come dissi prima, che in virtù del nostro Fiat tutti fossero concepiti nel Cuore di questa Vergine, per avere la vera Maternità, non con le parole ma coi fatti e che Lei fosse concepita in ciascuna creatura, affinché ognuna avesse una Madre tutta sua per avere il pieno diritto ed il possesso che tutti fossero figli suoi, ora il nostro amore passò ad un altro eccesso. Quindi devi prima sapere che questa Celeste Regina, possedendo tutta la pienezza del nostro Fiat Divino, il quale possiede in natura sua la virtù generativa e bilocativa, Lei insieme col Fiat Divino può generare e bilocare quante volte vuole il suo Figlio Dio. Onde il nostro amore s'impone su questa Celeste creatura e, dando in delirio, con la virtù del mio Fiat che possedeva, le dà la potenza di far generare il suo Gesù in ciascuna creatura, lo fa nascere, lo cresce, fa tutto ciò che conviene fare, per formare la vita del suo Caro Figlio, supplisce a ciò che non gli fa la creatura, se piange gli asciuga le lacrime, se ha freddo lo riscalda, se soffre, soffre insieme e, mentre fa da Madre e cresce il Figlio suo, fa da Madre e cresce la creatura. Sicché si può dire che li cresce insieme, li ama d'un solo amore, li guida, li nutrisce, li veste e con le sue braccia materne forma due ali di luce e, coprendoli se li nasconde nel suo Cuore, per dare loro il più bel riposo. Quindi non bastò al nostro amore che il Verbo s'incarnasse, per generare un solo Gesù per tutti e dare una sola Madre a tutte le umane generazioni, no, no, non sarebbe stato eccessivo il nostro amore, la sua corsa era così veloce, che non si trovò chi li mise un basta e si quietò in qualche modo solo quando con la sua potenza generò questa Madre in ciascun'anima e fece generare il suo Gesù, affinché ognuno avesse Madre e Figlio a sua disposizione. Oh! com'è bello vedere questa Madre Celeste, tutt'amore e tutta intenta in ciascuna creatura a generare il suo Gesù, per formare un portento d'amore e di grazia! Questo è l'onore e la gloria più grande che il suo Creatore le ha dato e l'amore più forte che Iddio poteva dare alle creature. Né c'è da meravigliare, il nostro Fiat tutto può e può giungere ovunque, il tutto sta nel volerlo, se la creatura lo vuole è già fatto. Piuttosto la meraviglia sta nel conoscere a quali eccessi ci ha portati l'amore verso l'uomo."
Fiat!!!
28 Dicembre 1936
La Celeste Ereditiera; come chiama i suoi figli ad ereditare i suoi beni. Come giunge a dotare le anime col suo amore Materno, per formare le altre Mamme a Gesù.
Segue lo stesso argomento. Stavo in pensiero per ciò che sta scritto di sopra e dicevo tra me: possibile tutta questa catena eccessiva d'amore, che pare che non finisca mai? So che Nostro Signore tutto può, ma giungere a tanto fino a far scendere dall'Altezza della sua santità, questa Madre Celeste nel fondo delle anime nostre e crescerci come una delle sue tenerissime figlie, non solo, ma generare il suo Figlio Gesù e crescerci insieme, dà dell'incredibile; e sebbene mi sentissi scoppiare il cuore per amore e per gioia, molto più che la sentivo in me, adombrata nella sua luce, mentre con un amore indicibile mi cresceva come figlia sua ed insieme con me cresceva il suo caro Figlio, pure mi sentivo di non dirlo e di non scriverlo anche per non fare suscitare difficoltà e dubbi. Ma il mio caro Gesù, prendendo un aspetto imponente, tanto da non potergli resistere, mi ha detto:
"Figlia mia, Io voglio che scriva quello che ti ho detto, in ciò che ti ho detto ci sono mari d'amore, con cui saranno investite le creature e non voglio che sia tutto soffocato, perciò se non scrivi, io mi ritiro; hai dimenticato che devo vincere l'uomo a via d'amore, ma amore tale che gli riuscirà difficile resisterci?"
Io ho detto subito Fiat ed il mio amato Gesù, prendendo il suo solito aspetto dolce ed amabile, con un amore che mi sentivo spezzare il cuore, ha soggiunto:
"Figlia mia benedetta, non vi è nulla da dubitare, il mio Essere è tutto amore e pare che ho dato in tali eccessi d'amore da non potere più mostrare altri eccessi d'amore come suoi discendenti. Ma questi beni non furono distrutti, esistono ed esisteranno e quando un bene non viene distrutto c'è sempre la certezza che verranno coloro che avranno il bene di possederli. Ora la Gran Regina diede principio alla sua vita nell'eredità di questa Divina Volontà, anzi con tale abbondanza che si sentiva affogata nei beni del suo Creatore, ma tanto che può rendere felici e ricche tutte le altre creature. Ora in questa eredità del Fiat ereditò la fecondità, la maternità umana e Divina, ereditò il Verbo del Padre Celeste, ereditò tutte le umane generazioni e queste ereditarono tutti i beni di questa Madre Celeste. Quindi come suoi eredi e come Madre, ha il diritto di generare nel suo Materno cuore i figli suoi, ma al nostro ed al suo amore non bastò, volle generare in ciascuna creatura e siccome era ereditiera del Verbo Divino, ha il potere di farlo generare in ciascuna di esse. Come, se si possono ereditare i mali, le passioni, le debolezze, perché non si possono ereditare i beni? Ecco perciò la Celeste ereditiera vuol far conoscere l'eredità che vuol dare ai suoi figli, vuole dare la sua Maternità alle creature, affinché mentre genera il Verbo, gli facciano da Mamme e lo amino come Lei lo amò, vuol formare tante Mamme al suo Gesù per metterlo al sicuro ed affinché nessuno più lo offenda. Perché l'amore di Madre è ben diverso dagli altri amori, è un amore che arde sempre, è un amore che mette la vita per il suo Caro Figlio. Vedi, vuole dotare le creature del suo amore Materno e farle eredi del suo stesso Figlio. Oh! come si sentirà onorata nel vedere che le creature amano il suo Gesù, col suo amore di Madre! Tu devi sapere che è tanto il suo amore verso di me e verso le creature, che si sente affogata e, non potendolo più contenere, mi ha pregato che ti manifestassi quello che ti ho detto, la sua grande eredità, che aspetta i suoi ereditieri e quello che può fare per loro, dicendomi: “Figlio mio, non aspettare più, fa’ presto, manifesta la mia grande eredità e ciò che posso fare per loro, mi sento più onorata, più glorificata, se Tu dici ciò che può fare la Mamma tua, che se lo dicessi io stessa”. Però tutto ciò avrà il suo pieno effetto, la sua vita palpitante di questa Sovrana Signora, quando la mia Volontà sarà conosciuta e le creature, nell'eredità della Madre loro, prenderanno il possesso."
Onde dopo ciò il mio dolce Gesù mi ha dato un bacio dicendomi:
"Nel bacio si comunica il fiato e perciò ho voluto baciarti per comunicarti col mio Fiato onnipotente, la certezza dei beni ed il gran prodigio che farà mia Madre alle umane generazioni, il mio bacio è conferma di ciò che voglio fare." Io son rimasta sorpresa ed ha soggiunto: "E tu dammi il tuo bacio per ricevere il deposito di tutti questi beni e riconfermare la tua volontà nella mia. Se non vi è chi dà e chi riceve, un bene non si può né formare, né possedere."
Fiat!!!
1 Gennaio 1937
La festa che preparò la Regina del Cielo al suo Figlio Gesù nel suo nascere. Come l'amore è calamita, trasforma ed abbellisce.
Stavo pensando all'incarnazione del Verbo ed agli eccessi d'amore della Divinità, che parevano mari, che involgendo tutte le creature, volevano far sentire quanto la Divinità le amava, per essere riamata ed, investendole dentro e fuori di esse, mormoravano continuamente senza mai cessare: “amore, amore, amore, amore diamo e vogliamo amore”; e la nostra Madre Celeste, sentendosi ferita dal grido continuo dell'Eterno, che dava amore e voleva amore, si vedeva tutta attenta per ricambiare il suo Caro Figlio, il Verbo incarnato, col formare Essa una sorpresa d'amore. Ora in questo mentre, il Celeste Infante è uscito dal seno Materno mentre io lo sospiravo e, gettandosi nelle mie braccia, tutto in festa, mi ha detto:
"Figlia mia, sai? La mia Mamma mi preparò la festa nel mio nascere, mai sai come? Lei era a giorno dei mari d'amore che scendevano dal Cielo nella discesa del Verbo Eterno, sentiva il grido continuo di Dio che voleva essere riamato, le nostre ansie, i sospiri ardenti, aveva sentito i miei gemiti nel suo seno, spesso mi sentiva piangere e singhiozzare ed ogni mio gemito era un mare d'amore che spediva ad ogni cuore per essere amato e, non vedendomi amato, piangeva, fino a singhiozzare, ma ogni lacrima e singhiozzo raddoppiava i miei mari d'amore per vincere a via d'amore le creature. Macché, le creature convertivano questi mari in pene ed io mi servivo delle pene, per convertirle in altri mari d'amore per quante pene mi davano. Ora la mia Mamma voleva farmi sorridere nel mio nascere e preparare la festa al suo Figlio Bambino. Lei sapeva che non posso sorridere se non sono amato, né prendere parte a nessuna Festa se non corre l'amore. Perciò, amandomi da vera Madre e possedendo in virtù del mio Fiat mari d'amore ed essendo Regina di tutta la Creazione, involse il Cielo col suo amore e suggellò ogni stella col “ti amo oh Figlio, per me e per tutti”, involse il Sole nel suo mare d'amore e impresse in ogni stilla di luce, il suo “ti amo oh Figlio” e chiamò il Sole ad investire con la sua luce il suo Creatore affinché, riscaldandolo, sentisse in ogni stilla di luce il ti amo della Mamma sua. Investì il vento col suo amore ed in ogni alito suggellò il “ti amo oh Figlio” e poi lo chiamò affinché coi suoi soffi lo carezzasse e facesse sentire in ogni alito di vento “ti amo, ti amo oh Figlio mio”. Involse tutta l'aria nei suoi mari d'amore, affinché respirando sentisse il respiro d'amore della Madre mia. Coprì tutto il mare del suo mare d'amore, ogni guizzo di pesce ed il mare mormorò “ti amo oh Figlio mio” ed i pesci guizzarono “ti amo, ti amo”, non vi fu cosa che non investisse col suo amore e col suo impero di Regina, comandò a tutti che ricevessero il suo amore, per ridare al suo Gesù l'amore della Mamma sua. Quindi fra gli uccelli, chi trillava amore, chi cinguettava, chi gorgheggiava amore, perfino ogni atomo di terra era investito dal suo amore, il fiato delle bestie mi veniva col ti amo della Madre mia, il fieno era investito del suo amore, perciò non vi fu cosa che io vedessi o toccassi e che non sentisse la dolcezza dell'amore di Essa. Con ciò mi preparò la festa più bella, nel mio nascere, la festa tutta d'amore, era il ricambio del mio grande amore che mi faceva trovare la dolce Madre mia ed era il suo amore che mi faceva quietare il pianto, mi riscaldava mentre nella mangiatoia ero intirizzito dal freddo; molto più che trovavo nel suo amore l'amore di tutte le creature e, per ciascuna, mi baciava, mi stringeva al suo Cuore e mi amava con amore di Madre per tutti i suoi figli ed io, sentendo in ciascuno il suo amore Materno, sentivo d'amarli come suoi figli e come miei cari fratelli. Figlia mia, che cosa non può fare l'amore, animato da un Fiat Onnipotente? Si fa calamita e ci attira in modo irresistibile, toglie ogni dissomiglianza, col suo calore trasforma e conferma Colui che si ama. Poi abbellisce in modo incredibile, tanto che Cieli e terra si sentono rapiti ad amarla. Non amare una creatura che ci ama ci riesce impossibile, tutta la nostra Potenza e forza Divina, si rendono impotenti e deboli innanzi alla forza vincitrice di chi ci ama. Perciò anche tu dammi la festa che mi diede la Madre mia nel nascere, involgi Cielo e terra col tuo “ti amo oh Gesù”, non ti far sfuggire nulla se non corre il tuo amore, fammi sorridere, perché non nacqui una sol volta, ma rinasco sempre e molte volte le mie rinascite sono senza sorriso e senza festa e mi rimangono solo le mie lacrime, i singhiozzi, i vagiti ed un gelo che mi fa tremare e fa intirizzire tutte le mie membra. Perciò stringimi al tuo cuore per riscaldarmi col tuo amore e, con la luce della mia Volontà, formami la veste per vestirmi, così anche tu mi farai la festa ed io la farò a te, col darti nuovo amore e nuova conoscenza della mia Volontà."
Fiat!!!
4 Gennaio 1937
Come ogni creatura ha fin dal principio della sua esistenza un atto voluto e deciso di Volontà Divina, la quale la crea, la cresce, la forma. Festa di Gesù in ogni atto di creatura che fa la sua Volontà.
Sono tra le braccia del Fiat Divino, il quale mi circonda con la sua luce e richiama sulla mia povera esistenza il suo atto continuo di sua Volontà, ma un atto che mi dà vita, che mi ama, senza del quale non potrei vivere, né trovare chi veramente mi ama, perciò mi vuole tutta intenta a ricevere quest'atto di vita di sua Volontà, affinché non la esponga a non compiere su di me ciò che vuol fare e non inceppi il suo amore, perché Volontà di Dio e amore fanno a gara, l'una non può stare senza dell'altro. Ora mentre mi trovavo sotto quest'atto del Fiat, il mio amato Gesù, con una bontà che non so dire, tutto tenerezza mi ha stretta al suo Cuore Divino e mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, la mia Volontà è tutto per la creatura, senza di Essa, non potrebbe avere neppure la vita. Tu devi sapere che ogni singola creatura ha fin dal principio della sua esistenza un atto voluto e deciso della mia Volontà, il quale porta con sé un atto intenso d'amore verso colui, o colei, che incomincia la vita. Vedi dunque come incomincia la creazione della creatura sotto l'impero d'un atto d'amore e di Volontà Divina voluto con tutta la pienezza della conoscenza, tanto che questi due atti, amore e Volontà Divina, sono corredati di tutte le grazie, di potenza, sapienza, santità e bellezza, di cui la creatura vivrà e compirà la sua vita. Ora come ha formato il suo primo atto voluto, non si sposta più da essa, la crea, la forma, la cresce, svolge il suo atto operante per raffermarla nel suo atto voluto. Sicché la mia Volontà e il mio amore corrono in ogni atto umano, si fanno vita, sostegno, difesa, rifugio e, circondandola con la loro potenza, alimentano questa vita, il mio amore l'abbraccia e la tiene stretta al suo seno, la mia Volontà la circonda da tutti i lati, più che abitazione, per tenere al sicuro il suo atto voluto che il mio Fiat pronunziò per chiamarla all'esistenza.
Ora quest'atto voluto dal nostro Fiat, è l'atto più grande, più potente e che più glorifica il nostro Essere Divino e che neppure i Cieli possono contenere e comprendere; ti par poco che la nostra Volontà corra in ogni atto di creatura e le dica non con le parole, ma coi fatti: “sono tua, a tua disposizione, deh! riconoscimi, sono vita tua, atto tuo, se mi riconosci mi darai il tuo piccolo ricambio d'amore e, sebbene piccolo, lo voglio, lo pretendo, per rinfrancarmi del mio lavorio continuo e della vita che metto per te”; ed il mio amore, per non restare dietro al mio Fiat, sente l'irresistibile bisogno di correre ad amare ciascun atto di creatura ed in ogni suo atto le dice: “ti amo ed amami”.
Oltre a ciò, il tutto sta se viene riconosciuto quest'atto voluto del mio Fiat, allora fa dei prodigi inauditi, di santità e di bellezza che formeranno i più begli ornamenti della Patria Celeste e le vite più fulgide che somigliano al loro Creatore, perché la nostra Volontà non sa fare esseri che non ci somiglino, la prima cosa che mette è la nostra somiglianza, perché vuol trovare se stessa nell'atto operante che svolge nella creatura, altrimenti direbbe: non mi somigli, quindi non mi appartieni. Se poi non viene riconosciuta ed amata, allora forma il dolore del mio Volere, sebbene corra in ogni atto di creatura perché se non corresse dovrebbe togliere la vita. Quindi nel suo dolore si sente respingere la sua vita divina, inceppata la santità che vuole svolgere, sente rinchiusi nel suo atto voluto i mari di grazie che avrebbero dovuto inondarla, la bellezza che avrebbe dovuto coprirla. Perciò la mia Volontà può dire: “non vi è dolore simile al mio dolore; molto più che non vi era bene che (non) volessi darle, non vi è atto suo in cui non vi ho messo del mio”. Quindi figlia mia sii attenta, pensa che ogni tuo atto pende da una Volontà Divina che lo involge, lo forma e gli dà la vita e, perché ti ama, vuole che conosca la vita che ti dà e questo come conferma degli atti suoi in te, perciò contentati di morire anziché inceppare quest'atto voluto della mia Volontà fin dal principio della tua esistenza. Com'è bello poter dire: sono Volontà di Dio, perché Essa ha fatto tutto in me, mi ha creata, mi ha formata e mi porterà nelle sue braccia di luce nelle Celesti Regioni, come vittoria e trionfo del Fiat onnipotente e del suo amore."
Dopo di ciò la mia mente continuava a nuotare nel mare del Fiat ed oh com'era bello vederlo mentre stava sull'attenti! E come io respiravo, palpitavo, amavo, così investiva il mio respiro per formare il suo respiro Divino, il palpito Divino e sul mio piccolo amore formava il suo mare d'amore e si dilettava tanto che con ansia aspettava i miei piccoli atti umani, per formare il suo lavorio Divino. Il mio amato Gesù festeggiava il trionfo, il lavoro del Fiat nella piccola anima mia e, tutto bontà, mi ha detto:
"Figlia del mio Volere, come godo nel vedere che la mia Divina Volontà mette del suo nell'atto della creatura e siccome l'atto di essa è piccolo, si diletta di sperderlo nel suo atto grande, che non ha confini e, come trionfante, dice: ho vinto, la vittoria è mia ed io in ogni atto di mia Volontà in essa, faccio la mia festa. Ora tu devi sapere, che è tanto il compiacimento del nostro Essere Supremo nel vedere sperduto il piccolo atto umano, sperduto, immedesimato, come se avesse perduto la vita, per dar vita alla nostra, che eleviamo quest'atto, che chiamamo atto nostro, nell'altezza del nostro atto eterno. Tutta quanta l'Eternità si fa intorno e circonda quest'atto e tutto ciò che è stato fatto e si farà nel giro di essa si immedesima con quest'atto, in modo che tutta l'Eternità appartiene a quest'atto, quest'atto rimane nel seno dell'Eterno e forma una festa di più al nostro Essere Supremo, quindi una festa di più a tutto il Cielo ed un aiuto, una forza e una difesa a tutta la terra. Che la creatura faccia la nostra Volontà e viva in essa, è l'unica soddisfazione che proviamo, è il vero contraccambio che riceviamo perché abbiamo creato la Creazione, è la gara d'amore tra il Creatore e la creatura, è il muoverci per dare nuove sorprese di grazie e perché essa le riceva. Perciò se la creatura corre nel nostro Fiat per dargli libero campo d'azione, nella nostra enfasi d'amore diciamo: la creatura ci paga per tutto ciò che abbiamo fatto, del resto non facemmo tutte le cose e la stessa creatura perché facesse in tutto il nostro Volere? Fa questo e ciò ci basta, ancorché non facesse più nulla. Se ciò basta a Noi, molto più dovrebbe bastare a loro il fare, il vivere sempre nella nostra Volontà, con ciò la creatura è nostra e Noi siamo suoi e ti par poco poter dire: Dio è mio, tutto mio, né mi può sfuggire, perché il suo Fiat onnipotente lo tiene avvinto a me?"
Fiat!!!
10 Gennaio 1937
Intreccio tra il Voler Divino e l'umano, tenerezza di Gesù per chi vive nel suo Voler fino a sentirsi felice d'aver pianto e sofferto. Il rifugio delle opere di Dio.
Mi sento sotto le onde eterne del Fiat e la mia povera mente corre, corre sempre per essere investita e le onde corrono per investirmi e questo investirci a vicenda, forma il più bel riposo d'ambo le parti. Ma mentre correva, il mio Sommo Bene Gesù, soffermandomi, mi ha detto:
"Figlia mia, com'è bella la corsa del mio Fiat con la figlia della mia Divina Volontà, succede un intreccio tra l'uno e l'altra, in tutte le cose create in cui corre il mio Volere, si vede che il piccolo filo dell'umano volere intreccia tutto ed il mio Fiat, intrecciandolo, lo rende capace di essere esteso a tutti gli atti suoi, pare che non sia contento, se non vede questo filo dell'umano volere nel Cielo, nel Sole, in tutto, è una gara che il Voler Divino si forma, vuole investire l'umano ed il volere umano si vuol fare investire."
Ed io, sorpresa, ho detto: ma come può essere, che l'umano volere così piccolo, si possa stendere in tutte le cose create ed insieme col Fiat abbracciare la grande vastità di tutta la Creazione? Ed il mio dolce (Gesù) ha soggiunto:
"Figlia mia, non ti meravigliare, siccome tutte le cose furono create per la creatura, era giusto, decoroso, che l'anima, la volontà umana potesse investire ed abbracciare tutto, padroneggiasse su tutto e possedesse meraviglie più grandi che non possiede la stessa Creazione, molto più unita con la mia Volontà. Dove non può giungere la creatura? Non può abbracciare la nostra immensità, perché a nessuno è dato di poterla abbracciare, ma tutto è stato fatto per essa e ad essa, purché sta nel nostro Fiat, fu dato da Noi il diritto di poter entrare ovunque, di abbracciare tutto e di far sue le opere nostre. Ed il mio Fiat non potrebbe stare, si sentirebbe strappare lo scopo, se non trovasse l'umano volere nelle opere sue, che volendo fare vita insieme, riconosca in esse le opere sue, quanto l'ha amata e come vuole essere amato. Perciò la mia Volontà è tutt’occhi, sta come alla spia per vedere quando la creatura sta per fare un piccolo atto, un atto di amore, un respiro, un palpito, per investirlo con la potenza del suo Fiato e dirle: ho fatto le mie opere per te e tu devi operare per me, perciò ciò che tu fai è mio, è diritto mio, come diritto tuo sono le opere mie. Queste sono le leggi del vivere nel mio Volere, il tuo e mio cessa da ambo le parti, si forma un solo atto e si posseggono gli stessi beni. Ma ciò non è tutto, per chi vive nel nostro Fiat, questo filo del volere umano corre nel mio concepimento, nella mia nascita, nelle mie lacrime infantili, nelle mie pene. Senti una cosa tenerissima: quando questo filo dell'umano volere intreccia il mio ed il mio il suo, investendo tutti gli atti e le pene del tuo Gesù, sento la gioia e lo scopo d'essere concepito e nato, mi sento felice d'avere pianto per amor suo, anzi le mie lacrime si arrestano sul mio volto e, vedendo che l'umano volere me le imperla col suo, me le bacia, le adora, le ama, oh come mi sento felice e vittorioso perché le mie lacrime e pene hanno vinto il voler umano, che sento scorrere in tutti gli atti miei e perfino nella mia stessa morte! Quindi come non vi è cosa che non abbiamo fatto per amor loro, così non vi è cosa in cui il mio Volere non chiami questo volere umano, per essere più sicuro lo intreccia col suo e con le opere sue, non vi è pericolo che lo lasci dietro e, con un’enfasi d'amore indicibile, le dice: la mia Volontà è tua, le mie opere sono tue, riconoscile, amale, né ti arrestare, corri, scappa, non ti fare sfuggire nulla, perderesti un diritto in ciò che non conosci e possiedi e mi daresti un dolore, perché nella mia Volontà, non trovo la tua intrecciata nelle opere mie e mi sento strappare lo scopo, tradito nell'amore e mi sento come un padre che mentre ha i figli non li trova nelle opere sue, nei suoi possedimenti, nella sua abitazione, perché essi se ne stanno lontani e conducono una vita povera ed indegna d'un tal padre. Perciò le ansie, i sospiri, le brame del mio Fiat sono incessanti, il mio Fiat muoverebbe Cieli e terra, non risparmierebbe nulla, purché la creatura vivesse affiatata con Lui e fosse posseditrice dei suoi stessi beni. Oltre a ciò, tutto ciò che abbiamo fatto tanto nella Creazione quanto nella Redenzione, sta tutto in atto di darsi all'uomo, pende sul suo capo, ma sta come sospeso, senza potersi dare, perché l’uomo non lo conosce e non lo chiama e non l'ama, per chiuderlo nell'anima sua, per ricevere un tanto bene. Ora chi possiede il nostro Volere, le nostre opere, tutta la mia Vita che passai quaggiù, trova il rifugio, lo spazio, la stanza dove poter continuare la mia vita, le mie opere e l'anima acquista l'atto praticante e converte in natura sua le opere e la mia vita. Sicché questa creatura è il rifugio della nostra santità, del nostro amore e la vita della nostra Volontà. E quando il nostro amore non potendo contenerlo, vuol dare in eccessi, ci rifugiamo in essa e diamo sfogo al nostro amore e versiamo tali carismi di grazie, che i Cieli stupiscono e, tremebondi, adorano la nostra Volontà Divina operante nella creatura."
Fiat!!!
24 Gennaio 1937
La Divina Volontà fa della creatura che vive in Essa la ripetitrice della sua vita e del suo amore e forma e distende in essa tutta la Creazione e tutto ciò che fece Gesù. Come darà ad essa un nome nuovo chiamandola: Fiat mio.
Sono in balìa del Fiat Supremo, il quale vuole sempre darmi del suo, per tenermi occupata ed avere sempre a che fare con la povera anima mia e se scorge qualche piccolo vuoto che non sia Volontà sua, con un'attività ammirabile ed inimitabile, vede ciò che manca in me, di tutti gli atti suoi che ha fatto per amore delle creature e, tutto in festa, lo suggella nell'anima mia, dandomi una piccola lezioncina. Io sono rimasta sorpresa ed il mio sempre amabile Gesù, visitando la sua piccola figlia, mi ha detto:
"Mia buona figlia, non ti meravigliare, l'amore del mio Volere è esuberante, ma con somma Sapienza, perché vuol fare per chi vive nel suo Volere, opere degne di Lui, vuol fare di esse le piccole ripetitrici della sua Vita, del suo amore e nascondere in esse la santità e la molteplicità delle sue opere. Vuole continuare la sua opera creatrice, vuole formare, ripetere e stendere tutta la Creazione ed anche di più in chi vive nel suo Volere. Senti dove giunge il suo amore. Il mio Fiat creò la Creazione ed a ciascuna cosa creata mise un valore, un amore ed un ufficio distinto per produrre un bene distinto alle creature, tanto che il Cielo possiede un valore, un amore ed un ufficio tutto proprio, il sole, il vento, il mare, ne possiedono un altro e fanno distinti uffici e così di tutte le cose create. Ora senti che fa la mia Volontà, per chi vive in Essa, tutto ciò che fa è suo, quindi in un atto chiude il valore, l'amore e l'ufficio che fa il cielo e dà alla creatura l'amore ed il valore del cielo, in un altro atto pronunzia il suo Fiat e vi chiude il valore, l'amore che ebbe nel creare il Sole e le fa fare l'ufficio di sole, in un altro vi chiude il valore del vento, il suo amore imperante e, pronunziando il suo Fiat le fa fare l'ufficio del vento, in un altro vi chiude il valore del mare e, pronunziando il suo Fiat, le fa fare l'ufficio del mare e le dà virtù di mormorare sempre “amore, amore, amore”. Insomma non vi è atto che essa fa che non si diletti di pronunziare il suo Fiat e dove chiude il valore dell'aria, dove il dolce canto degli uccelli, il belato degli agnelli, dove la bellezza dei fiori e se gli atti della creatura non giungono a distendere l'opera della Creazione, si serve del palpito, del respiro, della rapidità con cui circola il sangue nelle sue vene, tutto anima col suo Fiat e vi forma la Creazione completa. E quando ha completato il tutto, stende il suo dominio su tutto ciò che ha fatto nella Creazione per amore delle creature, e con la sua forza creatrice conserva tutto, mantiene l'ordine della nuova Creazione che ha formato negli atti della creatura e si sente talmente amato e glorificato, perché non trova la Creazione senza ragione, senza volontà e senza vita, ma trova la forza d'una ragione, d'una volontà e di una vita che volontariamente ha subito la potenza del suo Fiat negli atti suoi, la sua virtù creatrice, la sua stessa vita Divina, il suo amore imperante ed instancabile, in una parola gli ha fatto fare di sé, perfino del suo respiro e dei suoi atti, ciò che voleva.
Figlia mia benedetta, continua ad ascoltarmi, fammi sfogare il mio amore, non posso più contenerlo, voglio dirti dove giunge il mio amore e dove può giungere e cosa può fare a chi vive nel mio Fiat. Credi tu che il mio Volere si sia contentato, abbia detto basta perché ha racchiuso il valore, l'amore e i diversi uffici di tutta la Creazione nella creatura che vive come affiatata in Essa, d'una sola Volontà? No, no; tu devi sapere che io venni sulla terra e nella foga del mio amore esibii la mia vita, le mie pene e la mia stessa morte, per ricomprare a pro delle creature la mia Volontà Divina che con tanta ingratitudine avevano respinto e quindi perduto. Sicché la mia vita servì come sborso del prezzo che ci voleva per riacquistarla e darla in possesso dei figli miei, perciò ci voleva un Dio, per poter tenere prezzo sufficiente per poter comprare una Volontà Divina, vedi dunque com'è certo che verrà il regno del mio Volere, perché la compra fu fatta da me. Ora la mia Volontà, dopo aver formato l'ordine della Creazione, con tutta sontuosità e sublimità della sua opera creatrice, come la creatura va ripetendo i suoi atti, in un atto pronunzia il suo Fiat e vi forma la mia vita e racchiude il suo valore, in un altro atto pronunzia il suo Fiat e chiude nelle sue pene il valore delle mie pene, pronunzia il suo Fiat sopra le sue lacrime e vi mette il valore delle mie, segue il suo Fiat nelle sue opere, nei suoi passi, nel suo palpito e vi racchiude il valore delle mie opere, dei miei passi e del mio amore, non vi sono preghiere ed atti anche naturali che fa in cui non racchiuda il valore degli atti miei. Sicché (in) chi vive nella mia Volontà, mi sento ripetere la mia vita, essa raddoppia il prezzo per comprare la mia Divina Volontà a pro delle umane generazioni; si può dire, che c'è una gara tra me e lei, a chi più vuol dare, per fare che la mia Volontà sia posseduta di nuovo dall'umana famiglia.
Ma non è tutto ancora, se non fa opera compiuta non si contenta, al valore della Creazione e Redenzione che ha chiuso nell'anima, vi aggiunge con un amore incredibile e vi chiude la Patria Celeste e fa risuonare la sua gloria, le sue gioie, le beatitudini eterne, come suggello e conferma dell'opera creatrice e redentrice che ha formato in essa. Dopo ciò, per essere più sicura, vi crea il suo palpito, il suo respiro, fa circolare più che sangue la sua vita, la sua luce e, come trionfante, le dà un nome nuovo, chiamandola “Fiat mio”, questo nome è il nome più bello, che farà sorridere tutto il Cielo e tremare tutto l'inferno, nome che non posso dare se non a chi vive nel mio Volere e mi ha fatto fare in essa ciò che voglio. Figlia mia, che cosa non può fare e dare il mio Fiat onnipotente? Giunge a tanto che dà i suoi diritti sulla sua stessa potenza, sul suo amore, sulla sua giustizia, incorpora con sé la volontà della creatura e le dice: sii attenta, non voglio altro da te che faccia ciò che faccio io, perciò è necessario che stia sempre insieme con me ed io con te."
Fiat!!!
10 Febbraio 1937
Il Regno del Voler Divino sarà il regno della Regina del Cielo; i suoi desideri ardenti e le sue preghiere incessanti; assalti d'amore che dà alla Divinità per ottenerlo. Come metterà la sua vita a disposizione delle creature, per dare loro la grazia di farle vivere di Volontà Divina.
Mi sentivo tutta immersa nel Voler Divino, mi pareva che Cieli e terra sospirassero, pregassero che venga il suo regno sulla terra, affinché una sia la Volontà di tutti e vi regni come in Cielo così in terra, a questo si univa la Regina del Cielo, che coi suoi sospiri ardenti investiva tutto, muoveva, univa tutto a sé, Angeli, Santi e tutta la Creazione, per chiedere coi suoi stessi sospiri e con la stessa Volontà Divina che Lei possiede, che quel Fiat scenda nei cuori e vi formi la sua Vita. Ma mentre pensavo ciò il mio sempre amabile Gesù, facendosi vedere tutto amore, sospirava forte, il cuore gli batteva tanto, come se volesse scoppiare, mi ha detto:
"Figlia del mio Volere, ascoltami, il mio amore sta per sommergermi, non posso più contenerlo, a qualunque costo, anche se dovessi travolgere Cielo e terra, voglio che venga a regnare la mia Volontà sulla terra. A questo si unisce la mia Mamma Celeste, la quale senza mai cessare, mi dice, mi ripete: Figlio, fa’ presto, non indugiare più, usa i tuoi stratagemmi d'amore, agisci da quel Dio Potente che sei, fa’ che il tuo Volere investa tutti e con la sua potenza e Maestà, unito ad un amore a cui nessuno potrà resistere, prenda possesso di tutti e vi regni come in Cielo così in terra”. E questo me lo dice con tali sospiri ardenti, con palpiti infocati, coi suoi stratagemmi d'amore di Madre, che non posso resistere, giunge perfino a soggiungermi: “Figlio mio, Figlio del mio Cuore, mi hai fatta Regina e Madre ed il mio popolo ed i miei figli dove sono? Se fossi capace d'infelicità sarei la Regina e la Madre più infelice, perché posseggo il mio regno e non ho il mio popolo che viva della stessa Volontà della sua Regina e se non ho i miei figli a cui posso affidare la grande eredità della loro Madre, dove troverò la gioia, la felicità della mia Maternità? Perciò fa’ che regni il Fiat Divino ed allora la Mamma tua sarà felice ed avrò il popolo ed i figli miei che vivranno insieme con me, con la stessa Volontà della Madre loro”. Credi tu che a questo parlare della Madre mia che mi fa risuonare continuamente all'orecchio e che dolcemente investe il mio Cuore come frecce e ferite d'amore continuo, io possa restare indifferente? Non posso e neppure lo voglio. Molto più che Lei mai mi ha negato nulla, quindi mi manca la forza di negare qualcosa a Lei, il mio Cuore Divino mi spinge a contentarla; tu unisciti a noi e sospira e prega che la mia Volontà sia conosciuta e venga a regnare sulla terra e per confermarti maggiormente ciò, voglio farti sentire la dolce Mamma mia."
In questo mentre me la son sentita vicina, mentre nascondendomi sotto il suo manto azzurro e prendendomi nel suo grembo materno, con un amore che non so dire, mi ha detto:
"Figlia del mio Materno Cuore, il regno della Divina Volontà sarà regno mio, a me la Trinità Sacrosanta lo ha affidato, come mi affidò il Verbo Eterno quando scese dal Cielo in terra, così mi affidò il suo ed il mio regno, perciò i miei sospiri sono ardenti, le mie preghiere incessanti, non faccio altro che assalire la Trinità Santissima col mio amore, coi diritti di Regina e di Madre che mi diede, affinché ciò che mi affidò venga alla luce, formi la sua vita, affinché il mio regno trionfi sulla faccia della terra; tu devi sapere che è tanto il mio desiderio che mi brucia, che mi sento come se non avessi gloria, mentre ne ho tanta che Cieli e terra sono riempiti, se non vedo formato il regno della Divina Volontà in mezzo ai figli miei, perché ognuno di questi figli che vivranno in esso, mi darà tanta gloria, da raddoppiarmi la gloria che posseggo, perciò vedendomi priva, mi sento come se non avessi gloria di Regina ed amore di Madre dai figli miei, perciò nel mio Cuore chiamo sempre e vado ripetendo: “Figli miei, figli miei, venite alla Mamma vostra, amatemi da Madre come io vi amo da figli, se non vivrete di quella stessa Volontà con cui io vissi, non potrete darmi l'amore di veri figli, né potrete conoscere dove giunge il mio amore per voi”. Tu devi sapere che è tanto il mio amore e le mie ansie ardenti che voglio che questo regno esista sulla terra, che scendo dal Cielo, giro per le anime per vedere chi sta più disposta a vivere di Voler Divino, faccio la spia e, quando le vedo disposte, entro nei loro cuori e formo la mia vita in esse, come preparazione, onore e decoro di quel Fiat che prenderà possesso e formerà la sua vita in loro. Perciò io sarò inseparabile da loro, metterò la mia Vita, il mio amore, le mie virtù, i miei dolori, a loro disposizione, come muro di fortezza insormontabile, affinché possano trovare nella loro Madre ciò che ci vuole per vivere in questo regno così santo. Ed allora sarà la mia festa completa, il mio amore si riposerà nei figli miei, la mia Maternità troverà chi mi ama da figlio e darò grazie sorprendenti e metterò tutto in festa Cielo e terra, agirò da Regina largheggiando con grazie inaudite. Perciò, figlia mia, starai unita con la tua Mamma, affinché preghi e sospiri con me il regno della Divina Volontà."
Fiat!!!
26 Febbraio 1937
Che cosa è un atto in più che fa la creatura nella Divina Volontà? E’ l'armonia, la musica, è il travolgere Cieli e terra, è l'insediamento che essa forma di sé in Dio e di Dio in essa.
Sento la piccola e povera anima mia circondata di Volontà Divina dentro e fuori di me, a destra ed a sinistra, scorre perfino sotto i miei piedi, dovunque corre per dirmi: son'io che formo la tua vita, che ti riscaldo col mio calore, che formo il tuo moto, il tuo respiro, riconosci che la tua vita è animata dalla mia ed io farò cose degne di me in te; ma mentre la mia mente si perdeva nel Fiat, il mio dolce Gesù, facendomi la sua breve visitina, come se sentisse il bisogno d'amore di parlarmi del suo Volere, mi ha detto:
"Mia piccola figlia del mio Volere, il mio amore represso in me sente il bisogno di sfogarsi, altrimenti mi dà tali deliri, che mi sento soffocare dalle mie stesse fiamme. Perciò il mio parlare è uno sfogo d'amore, è un sollievo al mio Cuore e per ristorarmi vado trovando chi vuole ascoltarmi. Ora senti dove giunge il mio amore ed il gran prodigio della vita operante della mia Volontà nella creatura. Un atto in più che fa la creatura nella mia Volontà, è un'armonia di più che getta tra il Cielo e la terra, è una nuova musica celeste che forma al suo Creatore, che la gradisce tanto, molto più che viene dalla terra, perché le cose del Cielo sono tutte nostre, nessuno può dire nella Patria Celeste che dà a noi, ma siamo noi che diamo a loro, che felicitiamo e beatifichiamo tutti, invece l'anima dalla terra può dire: “Do al mio Creatore” e Noi, sentendoci rapiti, diamo di nuovo la nostra Volontà, come vita operante in essa, affinché ci formi altre più belle e nuove musiche. Com'è bello sentire il nostro Cielo in terra, sentire le nuove musiche celesti, che si sprigionano dall'anima viatrice, tutto il Cielo fa nuova festa e sentiamo che anche la terra è nostra e l'amiamo di più. Ogni atto in più che si fa nella mia Volontà Divina è un travolgere in esso Cieli e terra, perché tutti, Angeli, Santi, corrono in quell'atto, anche la stessa Creazione, per prendere il proprio posto d'onore nell'atto operante della mia Volontà, nessuno vuole restare fuori dell'atto del mio Fiat Divino. Succede il vero accentramento di tutto e di tutti, né la mia Volontà potrebbe fare a meno di mettere da parte nel suo atto, tutti quelli dove Essa regna. La mia Volontà, quando Essa opera, vuole chiudere tutto e dare tutto, perché Essa non sa fare atti incompleti, ma compiuti e con la pienezza di tutti i beni. Ma chi può dirti, figlia mia, che cosa succede in quel travolgere Cielo e terra, in quell'atto operante del mio Volere nella creatura? In quel muoversi di tutti, in quel volere ciascuno il suo posto in quell'atto, succedono tali meraviglie, tali prodigi inauditi, tali scene commoventi, che i Cieli stupiscono e restano estasiati innanzi alla potenza operante della mia Volontà, ma dove? Nella piccola cerchia della creatura e restano coll'ansia di essere travolti di nuovo nell'atto operante della mia Volontà in essa. Oh come lo sospirano! Si sentono più abbelliti e provano la bella felicità dell'atto conquistatore della mia Volontà nella creatura, ciò che manca loro in Cielo, perché là non ci sono conquiste, né possono acquistarle, a ciò che hanno fatto in terra, si mette un basta e non si può fare di più. Ma non è tutto ancora, un atto in più che si fa nella mia Volontà è un incorporarsi di Dio nella creatura e della creatura in Dio, è un insediarsi a vicenda e la vita dell'uno scorre nell'altro, quasi come sangue nelle vene, è la fusione del palpito umano nel palpito Eterno, la creatura sente in sé come vita l'amore, la santità, la vita del suo Creatore e l'Eterno sente scorrere in sé il piccolo amore della creatura, che vivendo in sé, forma un solo amore ed una sola Volontà, ogni respiro, palpito e moto, sono ferite, frecce, dardi d'amore che dà a Colui che l'ha creata. Ed oh come tutto il Cielo resta stupito, perché guarda Dio e trova la creatura fusa in Lui, che ama col suo amore e con amore conquistante, guarda la creatura in terra e trova il suo Creatore, che mentre ha il suo trono in essa, fa vita insieme con lei. Questi sono gli eccessi più grandi del nostro amore verso chi tanto amiamo, quando troviamo la creatura che si presta e non ci nega nulla, Noi non guardiamo alla sua piccolezza, ma guardiamo piuttosto a ciò che sappiamo e possiamo fare noi, che possiamo far tutto e facendo sfoggio del nostro amore e di tutto il nostro Essere Divino, investiamo la creatura e ci facciamo investire e facciamo cose grandi degne di Noi, ma con tale magnanimità, che tutti restano sorpresi e stupiti. Basta dirti che per ogni atto in più che si fa nella mia Volontà, come se avessimo bisogno della creatura, diamo tanto che accresciamo maggiori vincoli d'unione, d'amore, di ambo le parti e giungiamo a dare a essa nuovi diritti sul nostro Essere Divino e Noi su di essa. È tanto grande quest'atto operante del nostro Fiat in essa, che non bastano i secoli a dire ciò che succede in Esso, né gli Angeli, né i Santi, possono dire tutto il bene che contiene. Solo il tuo Gesù può dirti tutto il bene che si forma in quest'atto, perché, essendo io l'operatore, so dire ciò che faccio ed il grande valore che vi metto. Perciò sii attenta, non puoi darmi contento, amore, gloria maggiore che prestarmi i tuoi piccoli atti, il tuo piccolo amore, per far scendere la mia Volontà in essi, per fare operare la mia Volontà, è tanto il suo amore che sente il bisogno d'avere il suo campo d'azione nei piccoli atti della creatura."
Fiat!!!
6 Marzo 1937
La Creazione, primo mezzo di aiuto per formare la vita della Divina Volontà in Noi; secondo mezzo, Dio direttamente; terzo, le circostanze della vita.
Continuavo a nuotare nel mare immenso del Voler Divino e pensavo tra me: ma come può la creatura formare questa vita del Fiat in essa? Io mi sento così piccina che mi pare impossibile, forse vivere dentro di Essa è più facile, perché trovo tanto spazio che non posso vedere dove giungono i confini, ma in quanto a chiuderla dentro di me, sento che mi manca lo spazio per fare ciò. Ed il mio sempre amabile Gesù, con la sua solita bontà, mi ha detto:
"Figlia mia, tu devi sapere che la nostra potenza è tanta che prendiamo diletto nel formare la nostra vita nella piccolezza della creatura, purché non sia ingombrata da altre cose che a noi non appartengono, anzi molte volte operiamo sul puro nulla le cose più grandi e siccome è Volontà nostra che la creatura formi e possieda nell'anima sua questa vita del nostro Volere, tutte le cose che abbiamo creato e che esistono in Cielo e in terra, hanno il mandato da noi di aiutare e servire alla creatura, come mezzi per formare e crescere questa vita in essa. Sicché la prima che si presta a comunicare ed a far sentire la potenza, l'amore, della nostra Volontà è tutta la Creazione. Essa ha la virtù data da Noi che, mentre cresce, alimenta, aiuta e sostiene la vita naturale, così penetrando nell'interno dell'anima attraverso gli atti umani, penetra nell'anima e fa doppio ufficio e se trova la piccola vita della mia Volontà, la mia stessa Volontà che si trova nelle cose create, bacia la mia stessa Volontà che si trova in essa, la plasma, la soffia, allarga la capacità e, trovando il suo piccolo Paradiso, si riposa e somministra gli aiuti, i mezzi che contiene quella cosa creata, per fare che nulla le manchi per far crescere e mantenere la vita della mia Volontà nella creatura. Onde il Cielo sta sempre steso sul suo capo per farle la guardia, affinché nulla entri che non sia Volontà di Dio. Il Sole si avvicina di più e, sfoggiando più in amore, fa sentire il suo calore, le riempie l'occhio di luce, le investe le mani, i passi ed, addentrandosi nell'anima la riempie dell'amore, della luce, della fecondità di cui è riempita la mia Volontà e lascia il deposito del suo calore, della sua luce, affinché non viva che d'amore e di luce, cose che appartengono alla mia Volontà e questo Sole, facendo il suo corso, forma le belle fioriture, la varietà dei colori e tutto il resto, per amor di chi possiede la mia Volontà. Si può dire che ogniqualvolta il Sole investe la creatura, la mia Volontà visita la creatura, per vedere se vuole qualcosa, se non le manca nulla per far crescere la sua vita in essa; che cosa non ho fatto e non farei per avere l'intento di formare questa vita del mio Fiat nella creatura? Perciò l'aria mentre serve per dare il respiro al corpo, serve anche a dare il respiro della mia Volontà all'anima, il vento mentre serve a purificare l'aria alla natura, serve a dare le carezze, i baci, l'impero della mia Volontà alla mia vita che essa possiede. Sicché non vi è cosa creata, che sprigionando dal suo interno il mio Volere, non corra dentro l'interno dell'anima, per aiuto, difesa e per farla crescere com'io la voglio. Ma ciò non è tutto. La mia Volontà nelle cose create va velata, per formare questa sua vita in loro, ma quanti non la ricevono e resta nei suoi veli repressa, senza poter dare i beni che possiede! Ora vi è il secondo modo, più splendido e che più sfoggia amore, è tanto l'amore che ci brucia, il desiderio che vogliamo che la creatura possieda la nostra Volontà come vita, che ogni atto, pensiero, parola, palpito, opera e passo che essa fa, è una emanazione divina che le facciamo, il nostro Essere Divino corre in ciascuno atto suo per darle del nostro, lo circondiamo, lo vivifichiamo, per farlo rinascere nella nostra Volontà, possiamo dire che mettiamo a disposizione Noi stessi per formare questa vita. Ma sai perché tanto nostro interesse? Perché vogliamo che la nostra Volontà formi la bella generazione della Volontà Divina nella volontà della creatura ed allora avremo tante vite nostre che ci amano, che ci glorificano. Come sarà bella la creazione! Tutto sarà nostro, dovunque troveremo il nostro trono, la nostra vita palpitante. Ora c'è il terzo modo: le circostanze della vita, le occasioni, l'ordine della mia provvidenza intorno a ciascuno, le mortificazioni, i dolori, sono tutti mezzi per far crescere e sviluppare in modo mirabile, questa vita della mia Volontà in loro, quindi non vi è cosa in cui Essa non prepari il suo primo atto di vita da dare alle creature. Oh se tutti facessero attenzione come si sentirebbero felici, sicuri, sotto la pioggia d'un Volere così santo, che li ama tanto che giunge all'eccesso di voler formare la sua vita nella povera creatura!"
Fiat!!!
14 Marzo 1937
La Volontà Divina è vita e come vita forma la generazione della sua vita negli atti della creatura che vivrà in Essa e vi forma la lunga generazione dei figli del suo Fiat Divino.
Il Voler Divino non mi lascia mai, mi sembra che per maggiormente confermarmi e farmi sospirare di vivere in Esso, non solo me, ma tutti quelli che vorranno vivere, vuol dire cose nuove e che significa un atto in più che si può fare nella sua Santissima Volontà. Ed il mio dolce (Gesù) che fa da portavoce ad un Volere così santo, visitando la piccola anima mia, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, voglio dirti ancora che bene racchiude un atto in più che la creatura può fare nel mio Volere. La mia Volontà è vita e non sa operare, né far nulla, se non genera vita, né può farne a meno. Ora in ogni atto in più che si fa in Essa, viene racchiuso l'atto generativo che possiede; la creatura, col fare il suo atto, le presta il velo dove formare e nascondere questo parto Divino, come viene compiuto l'atto, così la mia Volontà gira per il mondo intero, per trovare le anime più disposte e depone il suo parto generato e vi forma un suo figlio del regno del suo Fiat. Vedi dunque che cosa è un atto in più, formare un figlio in più nel mio regno, sicché quanti più atti si fanno in Essa, tanto più sarà popolato il regno del mio Volere. Figlia mia, il nostro Essere Supremo ha un delirio: vogliamo che la creatura viva nel nostro Volere, useremo tutte le astuzie d'amore, per ottenere lo scopo. Com'è bello vedere che i primi nostri figli del Fiat serviranno con gli atti loro, a formare la nuova generazione della vita della nostra Volontà nella creatura! Il nostro amore è tanto che prendiamo occasione dell'atto di esse, per dare questo gran bene che racchiude Cielo e terra."
Mentre diceva ciò, il mio dolce Gesù faceva vedere che aveva nel suo Cuore Divino tutti gli atti fatti nel suo Volere, compresi anche quelli della Mamma Celeste. Erano molti e in ciascun atto era generata la vita della Divina Volontà che, come se non li potesse più contenere, muoveva il passo, per girare per tutte le generazioni e dove trovava qualche anima più disposta si avvicinava, l'abbracciava, le parlava all'orecchio, le fiatava, come se volesse rinnovare la nuova creazione e poi, come in festa, deponeva insieme con l'atto, la vita del suo Volere, non voleva disgiungere l'atto dalla vita di Esso, perché essendo atto primario dove aveva generato la sua vita, non voleva distaccarlo, ma voleva servirsene come custodia della sua stessa vita. Io, nel veder ciò, son rimasta meravigliata ed impensierita e ho detto tra me: possibile tutto questo? Mi sembra che dia dell'incredibile. E il mio dolce Gesù ha ripreso il suo dire:
"Figlia, perché ti meravigli? Forse la mia Volontà non può fare ciò che vuole? Basta volerlo e tutto è fatto. E poi se lo fa il Sole, che si può chiamare l'ombra del mio Fiat, come trova il fiore, le piante, col tocco della sua luce genera il colore, il profumo, matura le piante e genera la dolcezza nei frutti e tanti colori e tanta diversità di dolcezza per quanti fiori e frutti tocca con la sua luce e riscalda col suo calore, ma se il Sole non trova né fiori, né frutti, né investe nulla con la sua luce e col suo calore, nulla dà, ritiene in sé tutti i beni che possiede. Tale è la mia Volontà, più che Sole come trova la creatura che la vuole e la chiama nell'atto suo, scende nel basso dell'atto umano, lo investe, lo riscalda, lo trasforma e siccome possiede la vita, genera vita e vi forma un portento Divino. E’ come Sole, se non trova chi vuol vivere nel mio Volere e vi forma i suoi atti, le tante mie vite divine che potrei dare, restano in Esso, aspettando con pazienza invitta e divina, chi farà generare la mia vita negli atti suoi. La mia Volontà sta come una madre tenera che sente in sé la lunga generazione delle sue vite, che vuole uscire alla luce, per formarsi la lunga generazione dei suoi figli, che devono formare il regno suo e perciò va trovando chi gli presti gli atti suoi, ma sai perché va trovando gli atti della creatura? Dovendo Essa scendere nel basso degli atti umani, per formare la sua vita, vuol farsi via per mezzo di essi per dare la sua stessa vita alle creature, molto più che la vita non si può formare al di fuori delle persone, ma sempre dentro, altrimenti mancherebbero le cose necessarie, gli umori vitali, per formare una vita. Così la mia Volontà non può formare la sua vita dal Cielo, né fuori della creatura, ma deve scendere dentro di essa e la volontà umana deve cedere il posto alla Divina, dev’essere concorrente, perché non vogliamo cose forzate. E quando abbiamo trovato l’anima disposta, chi può dirti ciò che facciamo, le grazie che versiamo, il bene che le vogliamo? Non si tratta di opere, ma vita nostra che dobbiamo crescere, quindi non risparmiamo nulla e si saprà solo in Cielo ciò che abbiamo fatto. Perciò sii attenta e vivi sempre sotto la pioggia del mio Volere, così investendo tutti gli atti tuoi li animi con la sua vita e così mi darai tanti figli per quanti atti farai."
Fiat!!!
18 Marzo 1937
La Divina Volontà fa dono di tutte le sue opere a chi vive in Essa. Il respiro di Dio nelle sue opere ed in tutte le opere sante delle creature. La Divina Volontà si fa supplitrice di ciò che manca alla creatura.
Stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino, per seguire per quanto mi è possibile i suoi atti Divini, cioè la Creazione e tutti gli atti santi delle creature, non escluso né quelli della mia Madre Celeste, né quelli del mio Caro Gesù; ma il gran che era, che come io li rintracciavo si facevano miei, il Voler Divino me li donava ed io, come se avessi diritto su tutto, li offrivo al mio Creatore, a Colui che mi ha creata come l'omaggio più bello, l'amore più intenso, l'adorazione più profonda. Io mi son sentita investita dal sole, dal cielo con tutte le stelle, dal vento, da tutto, tutto era mio, perché tutto era della Divina Volontà. Io son rimasta meravigliata ed il mio dolce Gesù, ripetendo la sua breve visitina, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, perché ti meravigli? Tu devi sapere che tutto ciò che è santo e buono appartiene al mio Fiat, il Quale tutto vuol dare a chi vive insieme con Lui, succede uno scambio d'ambo le parti, la creatura non vuol tenere nulla per sé, tutto vuol dare ed il mio Volere vuol dare tutto ad essa, anche se stesso. Molto più che la Creazione, la Redenzione, la Regina del Cielo, tutti gli atti buoni e santi, non sono altro che respiro di Dio; Dio respirò e disse Fiat e creò tutta la Creazione, respirò e chiamò la Vergine Santissima alla vita, respirò e fece scendere il Verbo Eterno sulla terra, respira e dà vita alle opere buone di tutte le creature. Ora chi vive nella mia Volontà, non fa altro che rintracciare tutte le opere sue, per trovare il suo respiro Divino, per riportarle a Dio, come frutti e potenza del respiro del suo Creatore. Oh come si sente glorificato, amato, perché trova nelle opere offertagli dalla creatura, il suo respiro, la sua stessa vita e quante volte gira nelle opere sue tante volte si sente ridare la sua vita, la sua gloria, il suo amore ed oh! come aspetta questi doni, perché si sente ridare ciò che ha dato, si sente riamare nelle opere sue, come Lui ha amato, sente il suo amore, la sua Potenza riconosciuta ed è tanto il compiacimento Divino che versa torrenti d'amore e di grazie verso chi ha conosciuto le sue opere ed il suo amore. Ecco perciò, figlia mia, la mia Volontà, come la creatura vive insieme con Essa, così con un amore senza pari, fa dono di tutto ciò che possiede, la rende padrona di tutto, perché se una cosa non è propria, non si ha il diritto di poterla dare agli altri. Perciò il mio Volere, facendole dono di tutto, le dà largo campo di poter dare al suo Creatore e di ricevere duplicato il suo contraccambio. Ma le vien fatto questo dono solo quando essa riconosce le nostre opere, le apprezza, le ama, l'amore le dà il diritto di far suo ciò che appartiene al mio Volere Eterno, se il mio Volere non potesse far dono alla creatura di tutto ciò che è suo, si sentirebbe inceppato nell'amore, separato nelle sue opere, perché non potrebbe dire: “ciò che è mio è tuo, ciò che faccio io fai tu. La mia Volontà non sopporterebbe questo, direbbe: “vivere insieme, formare la stessa vita e non poterle dare tutto, questo è impossibile al mio amore, sarebbe come se non mi potessi fidare di lei, no, no, tutto voglio dare a chi vive nella mia Volontà”.
Tu devi sapere che è tanto l'amore del mio Fiat verso chi vive in Esso, che se la creatura non per volontà, ma per debolezza ed impotenza, non segue tutti gli atti del mio Volere, oppure se per necessità di sofferenze o di altro, non scorre la sua vita in Esso, è tanto il suo amore che fa Essa ciò che dovrebbe fare la creatura, la supplisce in tutto, richiama la sua attitudine, l'ordine suo, il suo amore, affinché l'anima si scuota e riprenda la sua vita insieme e questo per fare che la vita umana non resti né divisa, né separata dalla sua; se ciò non facesse, resterebbe il vuoto Divino, ma il suo amore non lo tollera e fa da supplitrice a ciò che manca alla creatura, perché vuole che la sua vita Divina, non debba mai mancare in essa, ma sia continua. Si può dare amore più grande? Tanto che giunge a dire: “coraggio, non temere, vieni con tutta fiducia a vivere con me, fidati di me e se tu avessi a mancare di scorrere sempre nel mio Fiat, io ti compatirò e prenderò io la parte operante, che tu non puoi fare e ti supplirò in tutto. Il regno del mio Volere è regno d'amore, di fiducia, d'accordo d'ambo le parti."
Fiat!!!
22 Marzo 1937
Il Fiat Divino sente il bisogno d'amore d'essere riamato. Come chi vive in Esso gli dà tanto amore, da farlo amare in tutti i cuori ed in tutta la Creazione per contraccambiarlo dell'amore di tutti. Come l'anima senza del Fiat è come la terra senza acqua. Mali del turbamento.
Il mio volo nel Volere Divino continua, mi sembra che non faccia altro che versare amore sulle creature, le quali, vedendosi così intensamente amate e non potendo contenere quest'amore sì grande, sentono il bisogno d'amare Colui che tanto le ama. Si può dire che l'amore Divino è tanto, che scuote, muove in modo irresistibile a farsi amare. Le frecce d'amore che Lui manda per ferire le creature, servono a loro, per frecciare Colui che le ha frecciate. Ora mentre mi trovavo sotto questo abisso d'amore, il mio caro Gesù, la dolce mia Vita, sorprendendomi, mi ha detto:
"Figlia della mia Volontà, tu devi sapere che il nostro amore è tanto, che se nel nostro Essere Divino potesse entrare l'infelicità, l'irrequietezza, ciò che non può essere, l'Essere Divino si renderebbe l'Essere più infelice ed irrequieto. Siccome Noi amiamo con amor infinito ed incessante, tanto che possiamo tutto e tutti affogare del nostro amore, quindi sentiamo il bisogno d'essere riamati, macché, invano aspettiamo ed il nostro amore geme, va in delirio ed invece d'arrestarsi, corre di più, ma sai dove il nostro va a scaricarsi e soffermandosi si riposa un pochino, per prendere subito il suo volo per versare il suo amore continuo? Nelle anime che vivono nella mia Volontà, perché esse sono già affogate nel mio amore, sentono i miei gemiti, il mio bisogno d'essere riamato e subito mi ricambiano nell'amore e, come sentiamo Noi il bisogno d'essere riamati, così loro sentono la necessità, il bisogno d'essere amati da Colui che tanto li ama. Ora figlia mia, il nostro Volere circola come sangue in tutti i cuori delle creature, in tutta la Creazione, non vi è punto dove non si trovi, la sua sede è estensibile dappertutto e col suo amore potente e creante come in un sol fiato, conserva e dà vita a tutto ed a tutti ed in ogni cosa svolge la sua vita d'amore. Sicché perché crea? Perché ama. Perché conserva e circola in tutti? Perché ama. Ora vogliamo sentire che chi vive nel nostro Volere ci ama in tutti i cuori, com'è bella la nota d'amore della creatura in ciascun cuore, in modo che se questi non ci amano, sta chi ci ama. Nel cielo, nel sole, nel vento, nel mare, in tutto, vogliamo la sua nota d'amore. Molto più che il nostro Volere la trasporta dovunque; vivendo in Esso il primo dono che le fa è l'amore, ma ne dà tanto da poter ricevere il ricambio dell'amore di tutti e di tutto. È tanto il delirio d'amore del nostro Fiat Divino, che trasporta questa nota d'amore della creatura fin nell'Empireo e dice a tutti i beati: “sentite com'è bella la nota dell'amore che vive in terra nella mia Volontà”; e fa risuonare questa nota amorosa nei Santi, negli Angeli, nella Vergine, nella Trinità sacrosanta, in modo che tutti sentono la doppia gloria e festeggiano la Divina Volontà operante nella creatura ed insieme festeggiano la creatura che l'ha fatta operare, sicché essa sta sulla terra e viene festeggiata nel Cielo. La mia Divina Volontà non tollererebbe che chi vive in Essa non le desse il ricambio dell'amore di tutto e di tutti. Il mio Fiat Divino nell'amore della creatura trova tutto ciò che vuole, trova la vita di essa, come sua, trova la gloria che gli deve, trova l'apprezzamento, la stima che gli è dovuta, trova la vera fiducia filiale per poterle dare tutto. Sicché l'amore è generativo, perché genera tutti i beni divini. Perciò figlia mia, sii attenta, ama ed ama nella mia Volontà e troverai tanto amore, che potrai amare tutti ed amare per tutti Colui che tanto ti ama."
Dopo ciò, per le misere circostanze della mia vita, che non è necessario dire sulla carta, è meglio che si sappiano in Cielo, mi sentivo oppressa, infastidita e quasi turbata, senza la mia solita pace e il mio pieno abbandono nel Fiat Divino. Ed il mio dolce Gesù, sorprendendomi, mi ha detto:
"Figlia mia, che fai? Non sai tu che l'anima senza la pienezza della mia Volontà ed il pieno abbandono in Essa, è come la terra senza acqua, come le piante senza sole, come il corpo senza dell'anima? La povera creatura è come terra senza acqua, che non è capace di produrre un filo di erba, così essa muore di sete ed è incapace di fare un piccolo bene, arde di sete e non vi è chi la disseti e, mancandole il Sole del mio Fiat, morrà nelle tenebre, le quali le offuscheranno gli occhi e non potrà guardare il bene per conoscerlo e per farlo e le mancherà il calore per maturare lo stesso bene. E poi senza la mia Volontà si sentirà senza vita Divina e, come il corpo senza dell'anima imputridisce e quindi viene seppellito, così senza la Vita del mio Volere, le passioni la imputridiscono e la seppelliscono nelle colpe. Oltre a ciò le oppressioni, i turbamenti, arrestano il volo nella mia Volontà, la creatura perde la velocità e non può seguire tutte le sue opere e quindi se non ha seguito tutte le opere nostre non posso portarla a prendere riposo nel seno della nostra Divinità. Quindi sii attenta, metti nelle mani del tuo Gesù le oppressioni, i fastidi, ciò che ti turba ed io li metterò nella luce e nel calore del mio Fiat, affinché restino bruciati e tu, sentendoti libera, seguirai più velocemente il volo nel mio Volere, né voglio che ti preoccupi, penserò io a tutto. Figlia mia, stiamo insieme con la pace, altrimenti non potrò svolgere e crescere come voglio la vita della mia Volontà in te e questo sarà il più gran dolore per me, non mi sentirò libero di respirare, palpitare, mi sentirò inceppato nel continuare la mia Vita in te."
Fiat!!!
26 Marzo 1937
La Creazione, l'Umanità di Nostro Signore, sono i campi in cui l'anima che vive nella Divina Volontà svolge i suoi atti. Come essa forma l'Umanità di Nostro Signore ed il Paradiso a Gesù sulla terra.
Il mio volo nel Fiat Divino continua ed in Esso sento che tutto è mio e sento il bisogno di conoscere, di amare ciò che mi appartiene e che con tanto amore mi ha dato. Mentre giravo nelle opere del Voler Divino, il caro Gesù, la dolce mia Vita, ripetendomi la sua breve visitina, tutto bontà, mi ha detto:
"Mia piccola figlia del mio Volere, com'è vero che per far sorgere l'amore si deve possedere ciò che si ama, se non si possiede, l'amore non sorge, non amare le cose proprie è quasi impossibile, è un amore connaturale e di giustizia amare ciò che è proprio. Ecco perciò io amo tanto le creature, le conservo, do loro la vita, perché sono opere mie, le ho create, le ho uscite alla luce, sono mie, Io sono il palpito del loro palpito, il loro respiro, la vita della loro vita, non posso fare a meno d'amarle, se io non le amassi, il mio amore mi darebbe continui rimproveri, mi direbbe: perché le hai create se non dovevi amarle? E’ un diritto dell'amore, amare ciò che è suo, la mia giustizia mi condannerebbe, tutti i miei attributi mi farebbero guerra. Ecco perciò che per essere amato dalle creature dico: “sono il Dio vostro, il vostro Creatore, il vostro Padre Celeste, sono tutto vostro; come difatti lo sono”. Ecco pure la causa per cui dico a chi vuol vivere nel mio Volere: tutto è tuo, il cielo, il sole, tutta la Creazione è tua, la mia Vita è tua, le mie pene, anche il mio respiro è tuo; ecco perciò tu senti il bisogno d'amare come lo sento io, d'amare ciò che è tuo, ciò che il tuo Gesù ti ha dato in possesso. Ora tu devi sapere che la Creazione, la mia Umanità, sono i campi in cui svolge i suoi atti l'anima che fa e vive nella mia Volontà Divina, avendone dato il possesso sente il bisogno di circolare come sangue nelle vene, nelle opere del suo Creatore, vuol conoscere il Valore, il bene che fanno, l'ufficio che occupano, anche per amarle di più, per apprezzarle ed anche per sentirsi più felice, più ricca dei tanti beni che possiede. Ecco perciò ora si avvicina al sole per conoscere i segreti della sua luce, l'iride dei suoi colori, la virtù del suo calore, il suo miracolo continuato che svolge sulla faccia della terra, che solo col toccarla con la sua luce vivifica, colorisce, raddolcisce, trasforma ed oh come ama il sole, perché è suo ed ama di più Colui che l'ha creato, così fa di tutte le altre cose create, vuol conoscere la virtù segreta che contengono per amarle di più e per essere riconoscente ed amare di più Colui che le ha dato il possesso. Quindi non c’è da meravigliarsi se la creatura che vive nel mio Fiat Divino viene chiamata l'ereditiera di tutta la Creazione. Ora dal campo della Creazione passa al campo della mia Umanità, ma che dirti poi, figlia mia, delle meraviglie che succedono in questo campo vivo, non di opere sole, come nella Creazione, ma di vita umana e Divina? Esse si mettono al mio posto, né io posso rifiutarmi, perché son di loro, hanno diritto su di me ed io sono felice che mi posseggano, perché mi ameranno di più. Ora queste creature in questo campo, ripetono la mia vita, amano col mio stesso amore, i loro atti fusi nei miei formano tanti soli, cieli e stelle che riempiono il campo della mia Umanità. Oh quanto più belli di quelli della Creazione! Oh! come mi sento amato e glorificato, perché questi soli, cieli e stelle, non sono muti come quelli della Creazione, ma sono Soli parlanti, con la pienezza della ragione e come parlano bene del mio amore, parlano e mi amano, parlano e mi dicono la storia delle anime e quella del mio amore e quindi s'impongono su di me che devo metterle in salvo, parlano e si coprono delle mie pene per ripetere la mia Vita ed io sento scorrere queste anime nelle mie lacrime, nelle mie parole, nelle mie opere e passi e trovo in loro il refrigerio delle mie pene, il mio appoggio, la mia difesa, il mio rifugio ed è tanto il mio amore per loro che giungo a chiamarle “Vita mia”. Oh come le amo! Io posseggo loro e loro posseggono me, possedere ed amare fino alla follia è tutto lo stesso.
Ora queste anime che vivono nella mia Volontà sono disposte a ricevere tutte le pene della mia Umanità, perché essendo la mia Umanità impossibilitata a soffrire, perché gloriosa in Cielo, la mia Volontà, col suo soffio onnipotente, crea le pene, i dolori e forma la mia Umanità vivente, sono loro che mi suppliscono in tutto e le nuove salvatrici che mettono la vita, per salvare il mondo intero. Sicché io dal Cielo guardo la terra e trovo altrettanti Gesù, che presi dalla stessa follia del mio amore, mettono la vita a costo di pene e di morte, per dirmi: “sono la tua copia fedele, le pene mi fanno sorridere perché racchiudo le anime”; ed io oh come le amo” Non mi sento più solo, mi sento felice, vittorioso, perché aver compagnia nello svolgere la stessa vita, nel soffrire le stesse pene, nel volere ciò che io voglio, è la mia più grande felicità e il mio paradiso in terra.
Vedi dunque quante cose grandi, portentose sa fare la mia Divina Volontà! Purché le creature vivano in Essa, mi forma la mia stessa Umanità vivente e mi procura le stesse gioie della mia Patria Celeste. Perciò ti stia a cuore di vivere sempre nella mia Volontà, non ti dar pensiero di altro, perché se fai ciò, sento in te spezzato il mio amore e se sapessi quanto mi costa il non essere amato anche per un momento! Perché in quel momento io resto solo, mi spezzi la felicità e nel mio delirio d'amore vado ripetendo: “come, io l'amo sempre ed essa no? Quindi sii attenta perché non voglio restare mai solo."
Fiat!!!
4 Aprile 1937
Come la creatura dà la sua volontà a Dio, così (Dio) acquista i suoi diritti Divini su di essa; come vengono formati tre muri di fortezza per non farla uscire dal Fiat.
Sono sotto le onde eterne del Voler Divino e se qualche pensiero mi sfugge, queste onde si fanno più forti e soffocano il mio pensiero ed i miei timori, in modo che subito mi rappacifico e corro insieme col Fiat Divino. Onde il pensiero spesso mi tormenta perché temo di uscire da dentro Esso. Mio Dio, che pena, mi sento morire solo a pensarlo! Mi pare che non sarò più sorella con le cose create, sposterò il mio posto in mezzo a loro, non saranno più mie ed io che cosa darò allora al mio Dio? Non mi resta altro che il puro nulla. Mi sentivo così male nel pensare ciò, che mi sentivo torturata ed il mio dolce Gesù, avendo compassione di me e dello stato in cui mi ero ridotta, è corso per sostenermi nelle sue braccia e, tutto bontà, mi ha detto:
"Figlia mia, che fai? Coraggio, tu ti opprimi troppo ed il tuo Gesù non lo vuole e poi la stessa pena che senti significa che non vuoi uscire dalla mia Divina Volontà ed a me basta la tua volontà, essa è il pegno più certo ed io la tengo chiusa nel mio Cuore Divino, come la cosa più preziosa, affinché nessuno me la tocchi; del sentire della creatura io non faccio conto, è per me come se non fosse e molte volte serve a gettarsi nelle mie braccia, affinché io la liberi da questo nemico che le fa perdere la pace. Ora tu devi sapere che quando l'anima mi dà la sua volontà con decisione ferma e con conoscenza certa di ciò che fa, senza volerla più conoscere, già prende posto nella mia ed io, con diritto, ne sono il Padrone ed essa, con diritto, è della mia. Onde credi tu che io sia facile a cedere questi diritti? Affatto, userò tutte le arti, metterò in campo la mia stessa potenza, perché non mi venga tolto ciò che tanto mi interessa; tu devi sapere che la cessione della sua volontà è il vincolo più forte tra il Creatore e la creatura, che resta inseparabile da non potersi più disgiungere da Noi, sentiamo la sua vita come nostra, perché una è la Volontà che ci anima. Ora credi tu che con un pensiero, con un sentire si possono spezzare questi vincoli, si può perdere la nostra inseparabilità e noi possiamo cedere ciò che è nostro senza atti decisi ripetuti che vuole la sua volontà? Figlia mia, ti inganni. Molto più che è tanto il nostro amore per essa, che appena ci dà il suo volere, noi muriamo la creatura, prima con muro di luce, in modo che se volesse uscire, la luce la eclisserebbe e non saprebbe dove muovere il passo, perché dovunque troverebbe luce e, non sapendo dove andare, indietreggerebbe e si nasconderebbe nel seno del suo Creatore. Il secondo muro è tutto ciò che fece la mia Umanità stando sulla terra, le mie lacrime, le mie opere, passi e parole, le mie pene, le mie piaghe, il mio sangue, si murano intorno alla felice creatura, per impedirle l’uscita, perché Essa contiene il segreto, la forza, la vita per dar vita a chi vive nel Voler Divino. Credi tu che dopo aver ottenuto l'intento di vincere a via di pene questa volontà, io mi faccia sfuggire ciò che mi costa sangue, vita e morte? Ah! tu non hai capito bene ancora il mio amore, se si trattasse di semplice rassegnazione sarebbe facile, fare e non fare la mia Volontà, perché in tal caso le creature non mi cedono i loro diritti, si tengono cara la loro volontà e perciò ora sono rassegnate, ora impazienti, ora amano il cielo ed ora la terra, ma chi mi ha dato la sua volontà, ha preso posto nell'ordine divino, vuole e fa ciò che facciamo Noi, si sente regina quindi è quasi impossibile uscire dal nostro Fiat, né si adatterebbe a fare la serva, la schiava, se uscisse dal nostro Volere. Il terzo muro è tutta la Creazione, nella quale sentono la virtù operante del Voler Divino, di cui tutte posseggono la vita e, per farle omaggio, si murano intorno il sole con la sua luce, il vento col suo impero, insomma tutte le cose create sentono la forza creatrice, la virtù operante e sempre nuova che opera nella creatura, mentre loro non possono far più di quello che fanno e corrono intorno per godersi le opere di quel Fiat di cui sono animati. Perciò non ti dar pensiero, godi la pace di quel Volere che ti possiede ed il tuo Gesù penserà a tutto."
Fiat!!!
8 Aprile 1937
Tutto ciò che si fa nel Voler Divino costituisce un diritto per tutti e tutti possono fare quel bene. Questi diritti furono dati da Adamo, dalla Regina del Cielo e da Nostro Signore, il quale ci preparò la veste regale.
La mia povera mente non fa altro che tuffarsi nel mare del Fiat Supremo e per quanto senta in me il Cielo del Voler Divino, molte volte perdo Gesù nell'immensità di questo Cielo e non lo trovo e la sua privazione è il più duro martirio della mia povera esistenza quaggiù e quanto ci vuole per trovarlo! Mi fa ridurre in uno stato così compassionevole da sentirmi morire ed allora Gesù viene o con uno stratagemma d'amore o con una verità più sorprendente da sentirmi ritornare la vita fino a dimenticarmi le pene sofferte. Ah Gesù, quante cose sai fare! Onde pensavo: e perché Gesù non mi porta nelle sue regioni Celesti? Perché farmi tanto stentare? Mi sembra di vedere il porto e di stare per dare un salto per entrarvi, macché, una forza potente mi fa indietreggiare e ritorno ad essere la povera esiliata. Onde mentre pensavo ciò, il mio dolce Gesù, tutto bontà e compassionandomi, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, coraggio, il coraggio abbatte le piazze più forti, vince gli eserciti più agguerriti, debilita la nostra potenza, anzi se ne appropria e, coraggiosa, vince ciò che vuole e Noi, vedendo che non ha il minimo dubbio d'ottenere ciò che vuole, perché il dubbio diminuisce il coraggio, diamo più di quello che vuole. Figlia mia, il coraggio, la fiducia, l'insistenza senza mai cessare, l'amore, nella nostra Volontà, sono le armi che ci feriscono, tanto che, debilitandoci, facciamo prendere da essa stessa ciò che vuole. Ora voglio dirti il perché ti trattengo ancora su questa terra, tu sai che la nostra Volontà Divina è immensa e alla creatura manca la capacità, lo spazio di poterla abbracciare tutta insieme, perciò le conviene prenderla a sorsi a sorsi e tu la prendi, ora quando fai i tuoi atti nel mio Volere, ora quando ti manifesto una verità che gli appartiene, se preghi, se desideri che venga il mio regno, se soffri per ottenerlo, questi son tutti sorsi che allargano la tua capacità e formano lo spazio dove rinchiudere i sorsi di Essa e mentre fai ciò vieni a rinchiudere ora una generazione, ora un'altra di quelle che devono possedere il regno del Fiat Divino. Ora tu devi sapere che le generazioni sono come una famiglia per cui tutti hanno diritto all'eredità del Padre e, come membra che formano un sol corpo e di cui io sono il Capo, quando un membro fa un bene, lo tiene e lo possiede, le altre membra acquistano il diritto di fare e di possedere quel bene. Ora non hai ancora rinchiuso tutte quelle generazioni che devono possedere la mia Volontà come vita, quindi ci vogliono ancora la catena dei tuoi atti, la tua insistenza, le tue pene per bere altri sorsi, per formare lo spazio, per dare il diritto per cui, volendo, possono possedere il regno mio, appena avrai fatto l'ultimo atto che ci vuole, subito ti porterò nella Patria Celeste.
Ora, figlia mia, la mia Divina Volontà con la sua immensità coinvolge tutti e tutto, non vi è essere che non nuoti in Essa, perciò tutto ciò che si fa diventa diritto di tutti e tutti possono ripetere quell'atto, tutt’al più ci può essere chi non vuole ripeterlo e possederlo e non vuol riconoscere di vivere in Essa e non vuole che la sua vita sia animata dal Fiat Divino, questi sono come ciechi, che mentre il Sole li dardeggia con la sua luce, essi non vedono e giacciono come se per loro fosse notte, sono come paralizzati, perché mentre possono avere l'uso delle membra per fare il bene, si contentano di restare immobilizzati, sono come muti che non sanno parlare, ma ciechi, paralizzati e muti volontari, invece per gli altri, come la mia Volontà è vita e sta in comunicazione con tutti, così tutto ciò che si può fare in Essa è vita e bene e diritto di tutti e tutti possono ripetere quell'atto per formare la vita Divina operante in loro. I primi diritti di far possedere il regno del mio Volere alle umane generazioni, furono dati da Adamo, perché nella prima epoca della sua vita, i suoi atti furono fatti nel Voler Divino e anche se peccò e perdette volontariamente la vita operante della mia Volontà in Lui e Lui in noi, i suoi atti restarono, perché ciò che si fa nel nostro Volere non esce, perché sono le nostre vincite, le nostre vittorie sull'umano volere, quindi sono nostri e Noi mai mettiamo fuori ciò che è nostro. Onde chi entra in Esso, trova il primo amore di Adamo, i suoi primi atti che gli danno il diritto di possedere il nostro Fiat e di ripetere gli stessi atti che Lui fece, i suoi atti sono ancora parlanti, il suo amore è ancor fuso nel nostro e incessantemente ci ama col nostro stesso amore. Perciò l'operare nel Voler Divino diventa eterno con Noi e non è soggetto a finire e si mette a disposizione di tutti, in modo che solo chi è ingrato non lo prende e non si vuol servire della vita, per ricevere vita. Questi diritti di possedere la mia Volontà come vita, furono dati dalla Regina del Cielo, perché anch'essa è della stirpe umana, ma in modo più largo e con più sacrificio, perché le costò la vita del suo stesso Figlio e Dio, per dare il possesso del regno del nostro Fiat alle umane generazioni ed avendole costato tanto è colei che più sospira e prega che i suoi figli entrino in questo regno così santo. Poi ci fu la mia discesa dal Cielo in terra, per cui prendendo umana carne, ogni mio atto, pena, preghiera, lacrima, sospiro, opera e passo, costituiva un diritto di far possedere il regno del Fiat alle umane generazioni. Posso dire che la mia Umanità è vostra e di tutti e chi vuole entrare in questo regno troverà in Essa la porta, i diritti e la veste regale per entrare, la mia Umanità è la veste che deve coprire e vestire con decenza tutti quelli che lo possiederanno. Il mio amore è tanto che chiamo altre creature che, con grazie portentose e col sacrificio della loro vita, faccio vivere nel mio Volere, le quali costituiscono nuovi diritti, sborsando la loro vita, per dare il possesso del mio regno all'umana famiglia. Perciò la tua volontà corra sempre nella mia, affinché, compiuti i tuoi atti, possa spiccare il volo alla Patria Celeste."
Fiat!!!
18 Aprile 1937
Incontri continui tra il Volere Divino e la creatura. Come chi vive in Esso ha formato il piccolo maricello del Fiat. Come corre sempre in ogni cosa per dare nuove grazie e nuovo amore.
Il mio volo nel Fiat continua, anzi sento che mi viene incontro in ogni istante, in ogni cosa che tocco, che faccio, nelle pene e nelle gioie, in ciascuna cosa creata che mi mette intorno per farmi servire, mi sembra che stia come alla spia, per farsi conoscere, per dirmi: “son qui, dimmi che vuoi, mi renderai più felice se mi metti in condizione di poterti abbondare di più, affinché felicitandoti, io mi senta più felice, per la felicità della figlia mia. Ora mentre la mia mente era affogata nel suo mare Divino, il mio amato Gesù, sorprendendomi con la sua breve visitina, con un amore che non poteva contenere, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, l'amore eccessivo della Divina Volontà dà dell'incredibile, quando la creatura vive in Essa, forma il suo piccolo mare del Fiat nell'anima sua, Essa, tirata dalla sua stessa potenza, vuole sempre più ingrandire questo suo maricello, nel cerchio dell'anima. Senti che fa, presa da amore irresistibile corre, corre sempre in ogni atto ch'essa fa, se vede che deve far uso della parola, corre, le va incontro, investe la parola col suo Fiat ed accresce la sua potenza Divina nella parola della creatura, se vede che deve operare, corre, le prende le mani, se le stringe, le investe col suo Fiat ed aumenta la sua potenza divina nelle opere di essa, se vede che sta per muovere il passo, corre, la investe e le dà tale potenza da correre sempre, verso chi corre sempre verso di essa, se ama corre per darle nuovo amore, se vede che desidera essere sempre più buona, corre ed aumenta la sua bontà, non vi è pensiero, palpito e respiro, che non investa col suo Fiat, per fare crescere la sua sapienza, la sua bellezza, il palpito del suo eterno amore. Ma non è tutto ancora, credi tu che il mio Volere possa fare delle soste, nel correre sempre verso chi possiede il suo Volere? Affatto, per correre si serve di tutto, se il Sole la investe, corre per darle più luce e siccome la creatura è più del Sole le dà le proprietà che contiene la luce, anzi le aumenta, le dà la sua dolcezza Divina, la sua fecondità, la varietà dei suoi profumi Celesti, il gusto dei suoi sapori divini, le sue qualità supreme come le più belle varietà dei colori e fa in modo, con la potenza del suo Fiat, che della sua amata creatura, più che Sole, non resti altro di essa, che Luce e calore, per investirla e farsi investire; se le soffia il vento, corre, la investe e col suo Fiat, aumenta la potenza del suo amore imperante, i suoi gemiti divini, per farla gemere coi suoi stessi gemiti e sospiri che venga il suo regno sulla terra, la bacia, l'accarezza, se la stringe forte, per farle sentire quanto l'ama e come vuol essere riamato, se beve l'acqua corre, per investirla con la sua freschezza e con i refrigeri Celesti, se prende il cibo corre, per alimentarla col cibo della sua Volontà, affinché la vita divina cresca nella creatura, si raffermi e si confermi maggiormente in essa. Insomma non vi è cosa verso cui il mio Volere non corra ed oh, la festa che fa, quando vede che essa riceve questo dolce incontro e riceve il bene che senza mai cessare le vuol dare! E se anche la creatura corre in ogni cosa, verso chi corre verso di lei, oh allora il mio Fiat è preso da tanto amore, che il suo mare interminabile si gonfia, forma le sue onde altissime e le scarica nel piccolo maricello, ingrandendo in modo meraviglioso e prodigioso, la capacità e la larghezza del suo nel maricello dell'anima. Figlia mia, questi sono i nostri modi Divini: amare sempre, senza mai cessare, dare sempre, senza mai finire di dare, se ciò non fosse avremmo dovuto mettere un limite alla nostra potenza, un basta al nostro amore, ma neppure possiamo fare ciò, perché essendo il nostro Essere infinito, da sé corre in cerca di chi ama e vuol essere riamato, perciò i limiti non hanno valore ed il basta non esiste per Noi. Tutt’al più chi, ingrato, non ci vuol riconoscere, non riconoscendoci, succede come al cieco che, anche se il Sole non nega la sua luce, anzi lo investe dappertutto, lui non vede, né lo conosce, ma non può negare che non senta il suo calore. Ma ciò non può succedere per la creatura che vive nel nostro Volere, perché già Lui stesso la tiene in sentinella, in atto di aspettativa continua di ricevere i nostri incontri, per incontrarci, le nostre corse per correrci e se il nostro amore per farla correre di più, le nasconde le nostre corse, mentre corriamo lo stesso, oh! come spasima la povera figlia, tanto che siamo costretti a rompere subito il velo del nascondimento e a dirle: “siamo qui, calmati, non temere perché mai lasceremo la figlia nostra, la figlia del nostro Volere”; e per quietarla le facciamo sentire più vivo il nostro amore e l'abbondiamo di grazie maggiori."
Fiat!!!
25 Aprile 1937
Prodigio dell'atto operante della Divina Volontà nella creatura. Come chi la fa operare in essa è la sospirata, la benvenuta, la beniamina di tutta la Corte Celeste. Tutto ciò che si fa in Essa acquista la virtù di produrre vita divina.
Stavo pensando alla Divina Volontà operante nella creatura. Mio Dio, quante sorprese, quante scene commoventi, quante meraviglie e prodigi che solo un Dio può fare e la piccolezza umana resta stupita, incantata, nel vedere l'immensità del Fiat Divino che, mentre resta immenso, si chiude nel suo piccolo atto e con la potenza creatrice forma il suo atto operante, con una catena di prodigi Divini inauditi, tanto che i Cieli stupiscono e la terra trema, innanzi all'atto operante del Voler Divino nella creatura; ma mentre la mia mente si perdeva in queste sorprese, il mio Sommo Bene Gesù, ripetendo la sua breve visitina, tutto bontà, mi ha detto:
"Mia piccola figlia del Fiat Supremo, è tanto il nostro amore, che appena la creatura chiama nell'atto suo il nostro Volere che corre e scende nell'atto di essa, già chiamandolo non fa altro che preparare il posticino dove deve operare, chiamarlo significa, amarlo e sentire il bisogno dell'atto operante della mia Volontà, affinché la sua non solo non operi, ma resti come sgabello ed ammiratrice d'un Volere così Santo. Onde il nostro Volere scendendo, porta con sé la sua virtù creatrice, le sue gioie e beatitudini celesti, la stessa Trinità Sacrosanta, come spettatrice e attrice del suo operato e, mentre nel posticino della creatura pronunzia il suo Fiat, forma tali prodigi e meraviglie, che il Cielo, il Sole resta dietro e supera tutto il bello della Creazione, vi crea le sue musiche divine, i soli più fulgidi, vi crea la sua Vita operante, le sue gioie nuove, è tale e tanto importante quest'atto che gli Angeli, i santi, vorrebbero svuotare le regioni Celesti per godersi l'atto operante del loro Fiat Creatore. È tale e tanta la bellezza, la sontuosità, la virtù vivificatrice di quest'atto Divino che il mio Voler Divino se lo porta nel Cielo, come conquista e trionfo dell'anima in cui ha operato, per rallegrare con nuove gioie e beatitudini tutta la Corte Celeste, è tale la gioia, la gloria che i beati ricevono, che non fanno altro che ringraziare il mio Voler Divino che con tant'amore ha operato nella creatura, perché non vi è né gloria, né gioia maggiore dell'atto suo operante e conquistante in essa."
E io, nel sentir ciò, sorpresa ho detto: Amor mio, se porta quest'atto in Cielo, la povera creatura resta senza e come digiuna di quest'atto. E Gesù ha soggiunto:
"No, no, figlia mia, l'atto è sempre suo, nessuno lo può togliere e mentre allieta la Patria Celeste, resta come base, fondamento e proprietà nel fondo dell'anima, la conquista è sua e mentre allieta la corte celeste, essa nulla perde, anzi sente in sé la virtù creatrice e continua del mio Fiat in atto di fare sempre nuove conquiste e, mentre resta nell'anima, nel medesimo tempo se lo porta nel Cielo, come nuova gloria e gioia dei Santi e come pioggia benefica a tutti i viatori, molto più che l'umana famiglia è vincolata col Cielo ed il Cielo con la terra, c'è un vincolo tra loro, per cui tutti hanno diritto di partecipare al bene che esse fanno, sono membra unite tra loro e come connaturale il bene corre per darsi a tutti. E poi come la mia Volontà opera nell'anima, il Cielo si mette in aspettativa, perché nuotando Essi nel Fiat, sentono che sta per operare e perciò si mettono sull'attenti, reclamano, sospirano di ricevere le nuove conquiste e gioie della vita della Divina Volontà che loro posseggono. Essa è vita primaria dei Santi in Cielo, quindi negli atti che Essa fa tutti concorrono, perciò con diritto vogliono ricevere le nuove gioie e le belle conquiste, che la mia Volontà sa fare. Onde chi la fa operare negli atti suoi, è la nuova gioia del Cielo, la benvenuta, la beniamina, la sospirata di tutta la corte Celeste, molto più che gioie di conquiste non ce ne sono lassù e perciò le aspettano dalla terra. Oh! se tutti conoscessero tutti questi segreti del mio Fiat Divino, metterebbero la vita per vivere di Esso e farlo regnare nel mondo intero!"
Dopo ciò continuavo a pensare alla Divina Volontà, né posso farne a meno, la sento dentro di me, mentre mi dà vita, la sento fuori di me che, come la più tenera delle Madri, mi porta fra le sue braccia, mi alimenta, mi cresce e mi difende da tutto e da tutti ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, com'è bella la mia Volontà, nessuno può darsi il vanto d'amare la creatura come Essa l'ama, è tanto il suo amore, che Essa vuol farle tutto, non la vuole affidare a nessuno, col suo Fiat la crea, la cresce, l'alimenta, la porta sempre fra le sue braccia di luce, le fa da Maestra insegnandole le scienze più sacre, le rivela i segreti più reconditi e nascosti del nostro Essere Supremo, la mette a conoscenza del nostro amore, delle fiamme che ci bruciano, per farla bruciare insieme con noi, in ogni atto che fa, non la lascia mai sola, corre per mettervi la sua vita. Sicché ogni atto è animato dalla sua Vita Divina e possiede la virtù di poter produrre vita Divina. E la mia Volontà prende queste vite da dentro gli atti della creatura per dare vita Divina, vita di grazia, vita di luce, vita di santità, alle altre creature e vita di gloria a tutta la corte Celeste, Essa è la vera faccendiera, vuol darsi a tutti per mezzo di chi vive nel suo Volere. E quando ha formato la pienezza del suo capolavoro, se la porta al Cielo, come trionfo, vittoria della sua potenza ed arte Divina, che sa e può fare nella creatura, purché si presti a vivere con Essa e si faccia portare nelle sue braccia. Perciò sii attenta e fatti lavorare da un Volere così Santo che tanto ti ama e che vuol essere amato."
Fiat!!!
6 Maggio 1937
Come Gesù non sa che cosa farne di un'anima che non possiede la pace. A chi vive nel Voler Divino Dio fa dono di tutte le opere sue ed anche della sua stessa Vita, per farle vedere quanto e come vuol essere amato.
Il mio abbandono nel Volere Divino continua, la mia povera mente, oppressa per gli incidenti della vita, per me troppo dolorosi, cerca il rifugio nel centro del Fiat, nel quale mi sento rinascere a novella vita, ringiovanire, rifare dalle mie tappe dolorose, ma come mi scosto dal suo centro, le mie oppressioni risorgono tanto da sentirmi i giusti rimproveri del mio Caro Gesù che mi dice: Figlia mia, bada, che io non so che farne d'una anima che non sia pacifica. E’ la pace il mio celeste soggiorno, è la pace il campanello che con suoni vibranti e dolci chiama il mio Volere a regnare. La pace possiede voci così potenti che chiama tutto il Cielo, lo rende attento per farlo essere spettatore delle belle conquiste dell'operato del Volere Divino nella creatura. La pace mette in fuga le paurose tempeste e fa sorgere il celeste sorriso dei Santi, l'incanto più bello d'una primavera che mai finisce, perciò non mi dare questo dolore di non vederti in pace. Onde cercavo quanto più potevo di tuffarmi nel Volere Divino per non sentire più me stessa, seguendo i suoi atti, tanto della Creazione come della Redenzione ed il mio amato Gesù, ha investito il mio intelletto e con la sua voce creatrice, tutto amore, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, lascia te stessa e vieni nella mia Volontà, sentiamo l'estremo bisogno di far conoscere dove giunge il nostro amore per chi vive in Essa. Ed è tanto il nostro amore che con ansia aspettiamo che si unisca, si immedesimi alle nostre opere per darle il diritto come se fossero sue. E siccome la nostra forza creatrice è sempre in atto, appena si immedesima con noi, come se rinnovassimo le nostre opere, le facciamo dono e le diciamo: sono opere tue, fanne quello che vuoi, con le nostre opere in tuo potere puoi amarci quanto vuoi, puoi darci gloria in modo infinito, puoi fare bene a chi vuoi, tu acquisti il diritto non solo delle opere nostre ma di Colui che il tutto ha creato e noi prendiamo diritto su di te che già sei nostra. Come sono dolci questi diritti della piccolezza umana nel nostro Essere Divino! Sono dolci ed amorose catene, che ci fanno amare con amore più intenso e forte la nostra opera creatrice e, nella nostra enfasi d'amore, andiamo ripetendo: com'è bella, è nostra, tutta nostra e noi siamo tutto di essa, non ci resta altro da fare che amarci, l'ameremo con amore eterno ed essa ci amerà con eterno amore."
Io son rimasta sorpresa come se volessi avere dubbi, e, Gesù ha soggiunto:
"Figlia, non ti meravigliare, è la pura verità che ti dice il tuo Gesù, che volendo essere amato, vuol far conoscere dove può giungere la creatura e quanto l'ama. Come se non fossimo contenti delle nostre gioie interminabili, vogliamo il contento, che essa possieda ciò che possediamo e ci ami come sappiamo noi amare. Vedi per chi vive nel nostro Volere Divino è quasi connaturale, essa trova il nostro Fiat in atto di creare il Cielo, il Sole, essa si unisce a quell'atto per fare ciò che fa Esso, è tanta la nostra bontà, che coll'unione abbiamo formato il connubio insieme e nel nostro Volere, abbiamo formato l'atto deciso di dare il Cielo, il Sole, come dono alla creatura. Con questo dono essa ci dà la gloria d'un Cielo disteso, ci ama in ogni punto di esso, fa il bene alle creature di far loro possedere e godere un Cielo e siccome ha il Sole in suo potere, ci dà la gloria, perché il globo terrestre possiede la luce, ogni uomo che resta investito dalla luce e dal calore del Sole, è una gloria di più che ci dà, è una sonatina d'amore che ci fa, che rapisce il nostro amore ad amare di più, ogni pianta, ogni frutto e fiore, fecondato e riscaldato dal suo calore ci dà un grido di più di gloria ed amore, l'uccellino che canta al sorgere del Sole, l'agnellino che bela, sono tutti accenti di gloria e d'amore che ci manda. Ed il merito di tanti beni che fa il Sole alla terra e che sono incalcolabili, di chi sono? Di chi vive nel nostro Volere. In Esso ciò che è nostro è suo e siccome noi non abbiamo bisogno di meriti, avendone fatto dono, lasciamo a lui la parte meritoria e per contraccambio vogliamo il suo grido d'amore sempre ed in ogni cosa e così del bene che fanno tutte le cose create, il vento, l'aria, l'acqua e tutto."
Ond'io, nel sentir ciò, non solo son rimasta meravigliata, ma ho voluto fare molte difficoltà e, passando agli atti della Redenzione, mi son trovata immersa nelle sue pene ed il mio sempre amabile Gesù, forse per convincermi si è fatto vedere nel mio interno in atto di soffrire la dolorosa Crocifissione. Io ho preso parte alle sue pene e sono morta insieme con Lui, il suo sangue divino ha cominciato a scorrere, le sue piaghe si sono aperte. E Lui, con un accento tenero e commovente da sentirmi spezzare il cuore, mi ha detto:
"Sto dentro di te, sono tuo, sono a tua disposizione, le mie piaghe, il mio sangue, tutte le mie pene sono tue, puoi fare di me ciò che vuoi, anzi agisci da magnanima, da prode, da amante, da vera mia imitatrice, prendi il mio sangue per darlo a chi vuoi, prendi le mie piaghe per sanare le piaghe dei peccatori, prendi la mia vita per dar vita di grazia, di santità, d'amore, di Volontà Divina, a tutte le anime, prendi la mia morte per far risorgere tante anime morte nel peccato. Ti do tutta la libertà, fai tu, sappi fare, figlia mia, mi son donato e basta, penserai tu a farmi amare affinché tutto mi ritorni a gloria. La mia Volontà ti darà il volo per farti portare il mio sangue, le mie piaghe, i miei baci, le mie tenerezze paterne ai figli miei ed ai tuoi fratelli. Perciò non ti meravigliare, è questo proprio l'operato divino, tenere le sue opere in atto di ripeterle continuamente per darle, per far dono alle creature, ognuno può dire: “tutto è mio, anche lo stesso Dio è mio” ed oh, come godiamo nel vederle dotate delle opere nostre, posseditrici del loro Creatore! Sono gli eccessi del nostro amore, per essere amati vogliamo far toccare con mano quanto l'amiamo ed i doni che le vogliamo dare. Quando la creatura vive poi nel nostro Volere, ci sentiremmo come se defraudassimo la creatura se non le facessimo dono di tutto e questo noi non lo sappiamo fare. Quindi sii attenta, fa’ che l'anima tua sia imbalsamata dalla nostra pace divina, perché non conosciamo che cosa sia turbamento e tutte le cose ti porteranno il sorriso, la dolcezza, l'amore del tuo Creatore."
Fiat!!!
10 Maggio 1937
Come Dio si fa cibo della creatura; lo scambio, l'affiatarsi, il parlarsi fra ambo le parti formano le opere più belle. Come la Regina del Cielo continua l'ufficio di Madre e cresce suo Figlio nelle creature.
Il mare del Volere Divino continua ad inondarmi ed essendo io incapace ed inabile a tutto, pare che si diletti, come a piccola piccina, ad imboccarmi con le sue mani più che materne, il cibo del suo Fiat per insegnarmi parola per parola, sillaba per sillaba, le prime vocali della scienza della Divina Volontà e quando pare che in qualche modo l'ho capito, oh! come fa festa, perché sente tutta la certezza di formare un'anima tutta di Volontà Divina. Ed io, nel vedere le sue materne cure, come sono contenta e lo ringrazio di cuore! Ed il mio amato Gesù, come portavoce del suo Volere, tutto bontà, mi ha detto:
"Mia piccola figlia del mio Volere, ogni verità che ti manifesto sul mio Fiat è una crescita che fai in Esso, è un boccone di più, che serve per rafforzarti, riscaldarti e conformarti maggiormente in Esso, è un sorso di più che bevi dell'immenso mare della mia Volontà, è una proprietà Divina in più che acquisti. Ora, tu devi sapere, che per ogni atto in più che fai in Essa, imbandiamo innanzi a te la nostra mensa Celeste e se ami, ti ciba del nostro amore, se passi a comprenderci, ti ciba della nostra Sapienza ed oh quante belle notizie e conoscenze ti dà del tuo Creatore! Sicché il tuo Dio diventa il tuo cibo prelibato, perciò in tutto ciò che fai, ora ti ciba della nostra Potenza, ora della nostra Bontà, ora della nostra dolcezza, della nostra fortezza, luce e misericordia. Quindi la piccolezza umana, col vivere nel nostro Eterno Volere, ci assorbe a sorsi a sorsi, a bocconi a bocconi, perché essendo piccola, anche per quanto a creatura è possibile prende tutto insieme ciò che deve prendere del nostro Essere Divino, molto più che questo serve a dilettarci a vicenda, noi a dare ed essa a ricevere, noi a dare del nostro ed essa a darci la sua piccolezza, noi a lavorarla come vogliamo ed essa che si presta a farci lavorare; è lo scambio d'ambo le parti, l'affiatarci a vicenda, il parlarci, che forma le nostre opere più belle per cui svolgiamo la vita della nostra Volontà nella creatura. Senza far nulla, non si fa nulla. Perciò è necessario operare, parlare, farci comprendere, lavorare, per fare le belle statue, le ripetitrici della nostra vita. Quindi quando troviamo chi vuole ascoltarci, darsi a noi, per ricevere, non risparmiamo nulla, di quello (che) possiamo e sappiamo fare per le creature. Ora figlia mia, quando la creatura si è alimentata del nostro Fiat, fino a non conoscere altro cibo ed ha formato la catena dei suoi atti, tutti suggellati dalle caratteristiche delle virtù divine, Dio resta imprigionato nelle sue virtù divine nella creatura ed allora, se ama è Dio che fa sfoggio della potenza del suo amore, della sua bontà, santità, eccetera, negli atti della creatura, sicché è tale la potenza che esce per mezzo di questi atti che Iddio fa nella sua creatura, che investe Cielo e terra, aleggia su tutte le anime e, col suo amore potente, le investe, le travolge, dà loro il bacio del Voler Divino in modo che l'umana famiglia sentirà la sua potenza, il suo amore, che vuol regnare. Molto più che questo diritto ce lo dà il Dio nascosto, per mezzo di una creatura che appartiene alla loro razza umana. Sono diritti che non potranno disconoscere, tranne qualche perfido, ma la mia potenza lo saprà atterrare e vincere. Onde lasciami compiere il lavoro della mia Volontà in te, non ti opporre in nulla e tu ed Io saremo contenti di vederla regnare nelle altre creature."
Dopo ciò ho fatto la Santa Comunione e nel mio interno si è fatto vedere il mio Caro Gesù, piccino, piccino mentre la Madre Celeste stendeva il suo manto azzurro sopra di me e sul Piccino Divino, poi, non so come, l'ho sentita dentro di me, mentre baciava, carezzava, prendeva nelle sue braccia il suo Caro Figlio, se lo stringeva al Cuore, lo cresceva, lo nutriva, gli faceva mille stratagemmi d'amore, io era spettatrice e meravigliata. E la Sovrana Mamma Celeste mi ha detto, ma con un amore che faceva stupire:
"Figlia mia, non c'è nulla da meravigliare. Io sono inseparabile dal mio caro Gesù, dove c'è il Figlio, deve essere la Madre, è questo il mio compito: crescerlo nelle anime. Lui è piccino, le anime non sanno come devono crescerlo, né hanno il latte dell'amore per alimentarlo, per quietargli il pianto, per riscaldarlo quando lo fanno intirizzire dal freddo, io, che sono la Mamma, so i piccoli bisogni del mio Piccino Divino, né Lui saprebbe stare senza la Mamma sua, siamo inseparabili tutti e due, io ripeto nelle anime ciò che fece nella sua infantile età e mentre cresco mio Figlio, prestandogli tutta la cura per renderlo felice, nello stesso tempo prendo cura della figlia per crescerla così come la vuole il Figlio mio. Questa è la mia missione più che Celeste, come vedo mio Figlio nelle anime, così corro, scendo in loro e mi occupo della sua crescita. Molto più che essendo una la Volontà di mio Figlio con la mia, come connaturale dove si trova Lui ci sono anch'io e di conseguenza il mio amore si impone di svolgere l'ufficio di Madre a Colui che tanto mi ama ed a coloro che tanto amiamo, perché sento come gemelli nati in un parto, il mio Figlio Dio e la creatura, come non amarli?" Poi con un accento più tenero e commovente ha soggiunto:
"Figlia mia, com'è bella, grande, prodigiosa la virtù della Divina Volontà! Essa svuota tutto ciò che non è né luce, né Divino, unisce le distanze più lontane, ripete in atto, ciò che fu fatto da secoli e secoli e rende come connaturale l'atto umano nel Divino, è la sua forza creatrice, che giunge a bilocare, a moltiplicare, a trasformare la sua stessa Vita nella creatura. Perciò amala assai e non negarle nulla."
Fiat!!!
16 Maggio 1937
Le verità sono parto Divino, questo è il più grande miracolo che Iddio possa fare; quale gran bene porta alle creature!
Sono sempre di ritorno nel mare del Volere Divino, le tante verità manifestatemi si affollavano nella mia piccola mente, come tanti fulgidi Soli, ognuno dei quali voleva dire la storia del Fiat Divino, ma l'uno distinto dall'altro, uno voleva dire la storia della sua luce eterna, un altro la storia della sua santità, un altro voleva dire come forma la sua vita nel centro dell'anima, insomma tutti avevano da dire su un Volere così santo e tutti avevano un compito speciale: essere portatori del bene che ciascuna verità racchiudeva e che, unite insieme, formavano una sola vita. Però, per poter deporre il bene che racchiudevano, volevano essere ascoltate, volevano che venissero aperte le porte dell'anima, che fossero riconosciute e quasi pregate ed apprezzate, per far deporre la vita che contenevano, io mi perdevo in mezzo a tanti messaggeri che volevano tutti dire la storia eterna del Fiat. Ed il mio Sommo Bene Gesù, ripetendomi la sua breve visitina, con un amore indicibile mi ha detto:
"Mia piccola Figlia del Voler Divino, tu devi sapere che il più gran miracolo, che il nostro essere Divino possa fare è il manifestare una verità che ci appartiene, perché Essa prima viene formata, maturata nel nostro seno e poi come parto nostro, la mettiamo fuori, come portatore di Vita Divina a bene delle creature. E mettiamo fuori questo parto, solo quando il nostro amore alza tanto le sue fiamme, che per non restare affogati, sentiamo il bisogno di mettere fuori i nostri parti divini. Vedi dunque che cosa mettiamo fuori col manifestare una verità, non il cielo, il sole, il vento, ma la vita nostra, come portatrice di vita Divina alle creature, gli altri miracoli, la stessa creazione sono opere nostre, non vita, invece le verità sono vita perenne e se trovano chi le riceve, si bilocano, si moltiplicano in modo incredibile per ciascuna creatura, tanto che ciascuna la può tenere per sé come vita che le appartiene. Queste verità come parti nostri, somigliano in tutto al nostro Ente Supremo, non sono voce e parlano e fanno parlare, non hanno piedi e camminano, ma così velocemente, che nessuno li può raggiungere, né può impedire il passo, entrano nelle intelligenze e formano il pensiero per farsi conoscere, trasmutano la volontà per farsi possedere, rinnovano la memoria per non dimenticare, camminano nelle vie del cuore per farsi amare. Sicché non hanno mani e operano, non hanno occhi e guardano, non hanno cuore e generano amore. Le verità non sono altro che vite palpitanti del nostro Essere Divino in mezzo alle creature, palpito senza cuore, perché il nostro cuore è la creatura e noi come Spirito purissimo, che ci troviamo dappertutto, siamo il palpito, che mentre non si vede, si sente e formiamo la vita e la diamo a tutte le umane generazioni. Onde non vi (è) miracolo simile al gran miracolo di quando usciamo da noi una verità, è una vita nostra che esponiamo, la quale, più che Sole, si farà luce delle creature e dardeggiandole col suo calore vitale, maturerà la sua vita, prima a chi viene diretta per diffondersi poi in chi la vuole ricevere e se trovano ingrati che non vogliono ricevere un tanto bene, Esse non sono soggette né a morire, né a perder la vita, ma aspettano con pazienza invitta, se occorre anche secoli, nuove generazioni, alle quali daranno i beni che posseggono e compiranno lo scopo per cui sono uscite dal seno Divino. Noi nell'uscire le nostre verità guardiamo i secoli e quando siamo certi che bilocheranno, moltiplicheranno le nostre vite in mezzo alle creature, allora le mettiamo fuori per dare il bene che posseggono e per ricevere l'onore e la gloria Divina che le nostre verità posseggono. Noi non facciamo mai cose inutili, credi tu che le tante verità che ti abbiamo manifestato sulla nostra Volontà con tanto amore non porteranno il loro frutto e non formeranno la vita di Esse nelle anime? Affatto, se le abbiamo messe fuori è perché sappiamo con certezza che porteranno il loro frutto e stabiliranno il regno del nostro Volere in mezzo alle creature e se non oggi, perché sembra che non sia cibo adattabile per loro e forse disprezzano ciò che potrebbe formare la vita Divina in loro, verrà tempo in cui faranno a gara a chi più potrà conoscere queste verità, col conoscerle le ameranno, l'amore le renderà cibo adattabile per loro e così formeranno la vita che le mie verità porgeranno loro. Perciò non ti dar pensiero, è questione di tempo, io che conosco come andranno le cose, non mi arresto, continuo a manifestare le mie verità e tu segui il tuo volo e prestati ad ascoltarmi ed a metterle in pratica."
Fiat!!!
23 Maggio 1937
Come la Divina Volontà è ordine e pace ed è il segno dov'Essa regna. Chi vive nel Voler Divino è sempre rinnovato nella santità, nell’amore e nella freschezza Divina e nel suo atto corre l'atto creante e crescente dei beni divini.
Il mare del Volere Divino mormora continuamente, ma con tale armonia, ordine e pace, le sue onde sebbene altissime, sono sempre pacifiche e come investono le creature, cielo e terra, prima le danno l'abbraccio ed il bacio di pace e poi entrano nelle loro anime, se non ricevono il bacio di pace, pare che passino avanti, perché dove non vi è pace il Volere Divino non si adatta, non è luogo per Esso. Ma mentre la mia mente si perdeva in questo mare, il mio sempre amabile Gesù, visitando la piccola anima mia, con una dolcezza e una pace Divina, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, la mia Volontà è ordine ed il segno se regna nell'anima è l'ordine perfetto, il quale genera la pace. Sicché la pace è figlia dell'ordine, l'ordine è figlio immediato e generato dal mio Fiat. Ma tu non sai il gran bene che produce l'ordine. Esso dà il dominio alla creatura e la rende dominatrice di se stessa, dominatrice di tutte le cose create e siccome il suo dominio è divino, perché generato dal mio Volere, domina sulla mia stessa Volontà e su tutti. Ma non è tutto ancora, la virtù dell'ordine è ammirabile, si vincola con tutti, si dà a tutti e con le sue onde pacifiche e dominatrici, prende e fa sua la forza della Creazione, quella dei Santi che stanno in Cielo, fa sua la stessa forza Divina, i suoi modi ordinati e pacifici sono così penetranti ed insinuanti che tutti la lasciano fare, molto più che essa si dà a tutti, non ritiene nulla per sé, è giusto che tutti si diano ad essa. Perciò sente in sé la pace, la gioia, la felicità del Celeste soggiorno. Tutti si sentono uniti, vincolati con unione inseparabile, perché ciò che unisce la mia Volontà non è soggetto a separazione. Onde il vero ordine porta l'unione, l'accordo con tutti ed essa ha un posto in tutti e tutti troveranno un posticino in essa, che amerà con quello stesso amore, con cui li ama il loro stesso Creatore. Sono i prodigi che sa fare il mio Fiat onnipotente, dove Esso regna, non sa fare altro che opere che gli somigliano e generano nell'anima gli effetti che formano la sua stessa Vita, tanto che nessuna potrà ridire alcunché e Io devo poter dire: nessun me la tocchi, né la potranno toccare, perché è Volontà mia e se qualcuno ardisse, saprò difendere me stesso, il mio amore si convertirà per loro in fuoco di Giustizia e li umilierò fin nella polvere. Perciò sii attenta che tutto sia ordine e pace in te, se avverti qualcosa in contrario mettiti in guardia e pregami, pressami che col mio dominio atterri tutto ciò che non è ordine e pace perenne."
Onde seguivo a pensare alla Divina Volontà ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, come la creatura chiama la mia Volontà negli atti suoi, per vivere in Essa, Essa investe la creatura ed il suo atto, con la sua forza creatrice e rinnova la sua vita Divina; e supponi che la chiami mentre sta operando, senti che fa il mio Volere: chiama in atto quante volte ha operato, unisce gli atti, come se fosse un atto solo e, mettendo la sua forza creatrice, trasforma in divino tutto ciò che ha fatto e sta facendo, suggella la santità delle sue opere e dà il nuovo merito e gloria, come se avesse operato di nuovo tutto, per amor suo, se ama, chiama a vita quante volte ha amato e ne fa un solo amore, se soffre, chiama a vita quante volte ha sofferto, unisce le pene e vi mette il suggello di pene divine e dà loro il nuovo merito di quante volte ha amato e sofferto, insomma tutto ciò che ha fatto e ripete, tutto ritorna in atto, unendosi per ricevere la nuova bellezza, santità, grazia, freschezza, amore e nuovo merito; nella mia Volontà non ci sono atti separati, né divisi, ma unità somma, tutto deve dare di me, con questa sola differenza, che nella creatura, c'è il nostro atto creante e crescente, invece il nostro Essere Supremo, non è soggetto né a crescere, né a decrescere, è tanta la nostra pienezza, immensità ed infinità che, per sfogo del nostro amore, sentiamo il bisogno di dare e d'amare le creature e d'essere amati, ma senza che scemiamo in nulla. Ecco perciò siamo tutt’occhi, stiamo come a guardia, per vedere quando vuol far vita nel nostro Volere, per avere occasione d'amarla di più ed arricchirla del nostro amore, per ricevere amore. Possiamo dire, che la copriamo del nostro Essere Divino, l'affiatiamo con noi, per godercela e darle del nostro e quando essa, scossa dalle fibre del nostro amore, dal nostro alito bruciante, che le dice continuamente “ti amo, ti amo, oh figlia” ed essa fa suo l'eco nostro e ci ripete: “ti amo, ti amo, Vita della mia vita, Amore del mio amore, Padre mio, Creatore mio, tutto mio, ti amo”; allora essa ci mette in festa e ci dà le pure gioie che vogliamo perché le abbiamo dato la vita. Perciò la vogliamo nella nostra Volontà, per tenerla come la vogliamo, per darle ciò che vogliamo darle e per ricevere ciò che vogliamo da Lei; fuori del nostro Fiat, il nostro amore resta inceppato per essa, c'è tale distacco tra essa e Noi, che lei giunge a sentirsi lontana da noi e noi lontani da essa e giunge anche a temerci ed ad aver paura di noi: volontà umana, dove mi getta la creatura che tanto amo!"
Fiat!!!
28 Maggio 1937
La Regina Portatrice di Gesù, il gran dono che le fu consegnato. Compito che ebbe dall'Ente Supremo.
Il vivere nel Volere Divino continua, è tanto il suo amore che mi nasconde nella sua luce, affinché non veda, non senta, non tocchi che la sua Santissima Volontà. Anzi questa mattina la mia Madre Celeste, mi ha fatto una dolce e cara sorpresa, avendo fatto la Santa Comunione, si è fatta vedere nel mio interno mentre stava come affiatata col bambino Gesù, lo teneva così stretto al suo Materno Cuore, coperto con le sue braccia, che per guardarlo e ricrearlo col mio piccolo amore, dovevo abbandonarmi fra le sue braccia per stare anch'io affiatata con loro, per poter amare, come si amavano Gesù e la Mamma Regina. Oh come erano contenti perché io volevo fare vita insieme con loro! Ora mentre stavo stretta a loro, la Sovrana Regina, tutta bontà e tenerezza, mi ha detto:
"Figlia diletta mia, tu devi sapere che io sono la portatrice di Gesù, questo fu un dono che l'Ente Supremo mi affidò e quando fu certo che io avevo grazia, amore, potenza e la stessa Volontà Divina, per tenerlo custodito, difeso, amato, allora mi fece la consegna del dono, cioè il Verbo Eterno e s'incarnò nel mio seno dicendomi: “Figlia nostra, ti facciamo il gran dono della Vita del Figlio Dio, affinché tu ne sia padrona e lo doni a chi vuoi, però sappilo tenere difeso, a chiunque lo doni non lo lasciare mai solo, per supplire se non l'amano, per ripararlo se l'offendono, farai in modo che nulla manchi alla decenza, alla santità, alla purezza che gli conviene, sii attenta, è il dono più grande che ti facciamo e ti diamo il potere di bilocarlo quante volte vuoi, affinché chi lo vuole, possa ricevere questo gran dono e possederlo.” Ora questo Figlio è mio, è dono mio e, come mio, conosco i suoi segreti amorosi, le sue ansie, i suoi sospiri, ma tanto, che giunge a piangere e con singhiozzi ripetuti mi dice: “Mamma mia, dammi alle anime, voglio le anime”; io voglio ciò che vuole Lui, posso dire che sospiro e piango insieme, perché voglio che tutti posseggano il Figlio mio, ma devo mettere al sicuro la sua Vita, il gran dono che Dio mi affidò. Ecco perciò se scende Sacramentato nei cuori, io scendo insieme per garanzia del mio dono, non posso lasciarlo solo, povero Figlio mio. Se non avesse la sua Mamma che scende insieme, come me lo tratterebbero male! Chi non gli dice un ti amo di cuore ed io devo amarlo, chi lo riceve distratto, senza pensare al gran dono che riceve ed io mi riverso sopra di Lui per non fargli sentire le loro distrazioni e freddezze, chi giunge a farmelo piangere ed io devo quietargli il pianto e fare i dolci rimproveri alla creatura perché non me lo faccia piangere. Quante scene commoventi succedono nei cuori che lo ricevono Sacramentato! Vi sono anime che non si contentano mai d'amarlo ed io do loro il mio amore ed anche il suo, per farlo amare, queste sono scene di Cielo e gli stessi Angeli restano rapiti e ci rinfranchiamo delle pene che ci hanno dato le altre creature. Ma chi può dirti tutto? Sono la Portatrice di Gesù, né Lui vuole andare senza me, tanto che quando il Sacerdote sta per pronunziare le parole della Consacrazione sull'Ostia Santa, faccio ali con le mie mani Materne, affinché scenda attraverso le mie mani, per consacrarsi, affinché, se mani indegne lo toccano, io faccia sentire le mie che lo difendono e lo coprono col mio amore. Ma ciò non basta, sto sempre a guardia per vedere se vogliono il Figlio mio, tanto che se qualche peccatore si pente dei suoi gravi peccati e la luce della grazia albeggia nel suo cuore, io subito gli porto Gesù, come conferma del perdono ed io penso a tutto ciò che ci vuole per farlo rimanere in quel cuore convertito. Sono la Portatrice di Gesù e lo sono perché posseggo in me il regno della sua Volontà Divina. Essa mi rivela chi lo vuole ed io corro, volo per portarlo, però senza mai lasciarlo e non solo sono Portatrice, ma spettatrice, ascoltatrice di ciò che fa e dice alle anime. Credi tu, che io non fossi presente ad ascoltare le tante lezioni che il mio Caro Figlio ti faceva sulla sua Divina Volontà? Io ero presente, ascoltavo parola per parola ciò che ti diceva ed in ogni parola io ringraziavo mio Figlio e mi sentivo doppiamente glorificata, perché parlava del regno che io già possedevo, che era stata tutta la mia fortuna e la causa del gran dono del Figlio mio e, nel vederlo parlare io vedevo innestata la fortuna dei miei figli con la mia, oh come gioiva! Tutte le lezioni che ti ha dato ed anche più, sono già scritte (nel) mio Cuore e nel vederle ripetere a te, io godevo in ogni lezione un Paradiso di più e quante volte tu non eri attenta e dimenticavi, io chiedevo perdono per te e lo pregavo che ripetesse le sue lezioni e Lui, per contentarmi perché non sa negare nulla alla sua Mamma, ti ripeteva le sue belle lezioni. Figlia mia, io sono sempre con Gesù, però a volte mi nascondo in Lui e pare che Lui faccia tutto come se facesse senza me, invece io sto dentro, vi concorro e sto a giorno di quello che fa. Altre volte si nasconde nella sua Mamma e fa fare a me, ma sempre Lui concorrente insieme. Altre volte ci sveliamo tutti e due insieme e le anime vedono la Madre ed il Figlio che li amano tanto, a seconda le circostanze ed il bene che per loro si richiede e molte volte è l'amore che non possiamo contenere che ci fa dare in eccessi verso di loro, ma sii certa che se sta mio Figlio, sto io e che se sto Io, sta mio Figlio, è un compito che mi fu dato dall'Ente Supremo, cui io non posso, né voglio ritirarmi. Molto più che queste sono le gioie della mia Maternità, i frutti dei miei dolori, la gloria del regno che posseggo, la Volontà ed il compimento della Trinità Sacrosanta."
Fiat!!! 6 Giugno 1937
Interesse che Dio ha che la creatura viva nella sua Volontà; dote che darà. Sentinella di Gesù per supplire in ciò che manca e, se occorre, farà anche miracoli. Esempio d'un re.
Mi sentivo tra le braccia del Volere Divino e pensavo tra me: mi sembra difficile che si possa vivere perfettamente in Esso, la vita è piena d'intoppi, di pene e di circostanze tali, che resta come assorbita e il suo rapido corso che come respiro e palpito dovrebbe correre in quel Fiat Divino, sfugge ad Esso mentre il suo respiro e palpito corre sempre nel nostro, per darci vita senza mai fermarsi. Ed il mio dolce Gesù, compatendo la mia ignoranza, tutto bontà, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, tu devi sapere che la prima cosa più interessante, è che il nostro Ente Supremo vuole che la creatura faccia e viva nella nostra Volontà, essendo stato questo l'unico scopo per cui le abbiamo dato la vita. Ora quando noi vogliamo, diamo tutti i mezzi, gli aiuti, le cose necessarie che ci vogliono per fare che possa darci quello che vogliamo da essa e, se occorre, facciamo un miracolo continuato da parte nostra, purché otteniamo il nostro intento. Tu non sai che significa un atto voluto da noi e compiuto nella creatura, è tanto il suo valore, la gloria che ci dà, che giunge a farsi corona, abbraccia l'Eterno ed è tanto il contento che ci dà, che mettiamo il nostro Essere Divino a disposizione della creatura, per fare che il nostro atto voluto e compiuto abbia la sua vita in essa. Ora la prima dote che diamo a chi vuol vivere nella nostra Volontà Divina, il primo appoggio, la difesa sicura, sono le verità; queste aprono l'ingresso, stradano la via e, gelose, si mettono come fide sentinelle intorno a chi vuol vivere nel mio Fiat, la luce delle nostre verità che appartengono ad Esso non si sposta più da sopra la fortunata, la investe, la carezza, la plasma, la bacia e si dà a sorsi a sorsi alla sua intelligenza per farsi comprendere e questo per corteggio della vita del mio Volere che regna in essa. Le verità quando si sprigionano dal nostro seno, hanno il loro compito del bene che devono fare, le anime che devono chiudere nella luce che posseggono e perciò sono tutt'occhi sopra di esse, le fissano tanto, che non le possono sfuggire, né si stancano, ancorché passassero secoli stanno sempre al loro posto. Vedi dunque che grande dote darò a chi deve vivere nel nostro Eterno Volere, tutte le conoscenze che ho manifestato su di Essa, i valori immensi, i suoi pregi, il suo amore e l'amore che mi ha spinto a manifestarle, sarà la grande dote e dote Divina, che darò a coloro che vorranno vivere nel mio Fiat, nella quale troveranno tutti gli aiuti soprabbondanti, per rendersi ricchi e felici. Troveranno in queste verità la Madre tenera che, prendendoli nel suo Grembo come piccoli bambini li fascia di luce, imbocca loro il cibo, li fa dormire sul suo seno, per tenerli sicuri cammina nei loro passi, opera nelle loro mani, parla nella voce, ama e palpita nei loro cuori e per tenerli attenti e divertiti fa loro da Maestra, descrivendo le scene incantevoli della Patria Celeste. In queste verità troveranno chi piange e soffre insieme con loro, per mettere a traffico anche il loro respiro, le più piccole cose, gli stessi nonnulla che cambierà in conquiste divine ed eterni valori."
Ed io: mio Gesù, tu hai ragione, ma la debolezza umana è tanta che io temo di fare le scappatine da dentro la tua Volontà. E Gesù, riprendendo il suo dire, ha soggiunto:
"Figlia mia, il tuo timore mi dispiace, tu devi sapere che è tanto il mio interesse, l'amore che mi brucia che voglio che l'anima viva nella mia Volontà, che prendo Io l'impegno di tutto, la supplisco in tutto, però faccio questo quando c’è stata una decisione ferma e costante di voler vivere in Essa e da parte sua non manca, fa quanto più può. Senti un mio segreto, figlia mia, e dove mi fa giungere il mio amore, senti che faccio, quando per stretta necessità della vita umana, questa vita, (che) è anche mia, per pene che io stesso dispongo, la creatura resta come intontita e smarrita quindi non sa seguire gli atti della Vita che regna in essa, Io che voglio che questa vita non resti spezzata perché Essa è vita, non virtù che si possono fare atti ad intervalli ed a circostanze, ma per la Vita c'è tutta la necessità dell'atto continuo, perciò Io che sto a guardia e geloso ne mantengo la sentinella, come vedo che essa interrompe il suo corso, faccio Io quello che dovrebbe far essa, onde il mio operare nel mio Fiat la scuote e ritorna in se stessa e segue il suo corso nel mio Volere ed Io, senza neppure dirle nulla della sua fermata, rannodo da dove interruppe e dove seguì l'atto mio, in modo che la Vita del mio Fiat non resti spezzata in essa, perché ho supplito io a tutto, molto più che nella sua volontà essa voleva, ma la debolezza l'ha interrotta. Ecco perciò è tanto il mio amore che voglio che si viva nella mia Volontà che a qualunque costo, ancorché ci volessero miracoli continuati io li farò. Ma hai tu notato la mia tenerezza, il mio forte amore? Anche se la creatura manca al suo corso io non la rimprovero, non le dico nulla e se vedo che s’accorge che ha mancato le faccio coraggio, la compatisco per non metterle sfiducia e, tutto bontà, le dico: Non temere, ho supplito io per te e tu starai più attenta, non è vero? Ed essa, a vedere la mia bontà, mi ama di più. Io lo so che devo dare del mio, per fare che la creatura viva nella mia Volontà e perciò farò come un re che ama molto che il suo regno sia popolato. Costui fa sentire a tutto il mondo, che vuol sapere se qualcuno vuol venire nel suo regno, per mandargli la moneta per il viaggio, che farà trovare un'abitazione a loro disposizione, vesti e cibi abbondanti, il re promette di dare a loro tali ricchezze, da renderli ricchi e felici; sarà tanta la bontà di questo re, che farà vita insieme col popolo, che lo ama tanto perché con le sue ricchezze lo ha riscattato dalle miserie e dalle infelicità della vita. Tale son'io, farò sapere al mondo intero, che voglio il popolo del mio Volere Divino e purché mi diano il loro nome e mi facciano conoscere che vogliono venire nel mio regno, io darò loro tutti i beni, in esso le infelicità non avranno luogo, ognuno possiederà il regno suo, sarà re di se stesso e farà vita insieme col suo Creatore. Io sfoggerò tanto nel dare, che tutti ne resteranno rapiti. Figlia mia, oh come sospiro questo vivere della creatura nella mia Volontà! Tu prega e sospiralo insieme con me e ti sia dolce il mettere la vita per un regno così santo."
Fiat!!!
18 Giugno 1937
Che cosa si ottiene e che significa sottoporsi alla Volontà Divina. Scambio d’abbandono tra la Volontà Divina e l'anima; merito che si acquista. Sbocco d'amore. Come in ciascuna cosa creata c'è il deposito d'amore per noi.
Stavo seguendo il Voler Divino nei suoi atti ed oh quante sorprese, quante cose consolanti! Si sente tale amore, che si resta come affogati nelle fiamme Divine. Ed il mio dolce Gesù, volendomi fare più conoscere che significa una sottomissione, un atto in più nel Voler Divino, tutto bontà, mi ha detto:
"Figlia mia, se tu sapessi come il mio amore sente un estremo bisogno di sfogarsi e di far conoscere che cosa versa nella creatura quando si sottomette alla mia Volontà e viene come figlia nostra a vivere in Essa. Come si sottomette e la vediamo nei nostri recinti divini, che sono interminabili, ci sentiamo rapire e le versiamo un nuovo mare d'amore, ma tanto grande, che si sente affogata e non potendo tutto contenerlo, fa dono del mare d'amore che ha ricevuto a tutti, a tutte le cose create, ai Santi, agli Angeli, allo stesso suo Creatore ed anche ai cuori disposti della povera terra, perciò ci sentiamo dare a tutti per farci amare da tutti. Che traffico, quante industrie amorose! Ci sentiamo ripetere le nostre sorprese d'amore, scambiare i nostri modi divini. Come la creatura si sottomette alla nostra Volontà per farla regnare, ci forma il posto nella sua, per farci operare da Dio, nel suo piccolo campicello e sono tali e tanti i prodigi che facciamo, le nostre industrie d'amore, che i Cieli si abbassano, si scuotono e mirano stupiti ciò che facciamo nella creatura dove regna il nostro Fiat Divino. Tu devi sapere che la nostra Creazione non finì nell'uomo, perché fu interrotta dalla sottrazione che fece al nostro Volere, perciò non regnando in esso, non potevamo fidarci di lui e restò come sospesa la continuazione della nostra opera creatrice; quindi con ansia aspettiamo che torni nelle braccia del nostro Fiat, perché lo faccia regnare ed allora riprenderemo la continuazione della Creazione ed oh quante cose belle faremo! Daremo doni sorprendenti, la nostra Sapienza metterà fuori tutta la sua arte divina ed oh quante belle immagini che ci somigliano metterà fuori dalla sua luce divina! Tutte belle, ma distinte l'una dall'altra nella santità, nella potenza, nella bellezza, nell'amore, nei doni, il nostro amore non sarà più inceppato, trovando il nostro Volere potrà fare e dare quello che vuole, quindi sfoggerà tanto nel dare per rifarsi del suo amore represso. E siccome saremo liberi nel dare li chiameremo i tempi nostri, ci faremo conoscere chi siamo, quanto li amiamo e come ci devono amare, daremo il nostro amore a loro disposizione, affinché ci possano amare con un solo amore. Sicché chi vivrà nel nostro Volere sarà il nostro trionfo, la vittoria nostra, il nostro esercito divino, la continuazione della nostra Creazione ed il suo compimento. Credi tu che sia nulla per noi il volere dare e non poter dare? Possiamo creare innumerevoli prodigi di grazie, di santità ma siccome non regna la nostra Volontà nelle anime siamo come respinti ed impediti di poter creare le nostre opere più belle. Questo è il massimo del nostro dolore. Perciò col non fare mai la tua volontà potrai lenirci questo dolore e col fare sempre la nostra, avrai la nostra potenza, il nostro amore in tuo potere, così potrai rapire il nostro Fiat, per farlo regnare in mezzo alle umane generazioni."
Dopo continuavo a pensare alla Divina Volontà e dicevo tra me: non basta darsi una volta in balìa del Fiat Divino, quale può essere il bene di darsi sempre? Ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia benedetta, tu non sai i segreti del nostro amore ed i nostri stratagemmi infiniti che giungono fino all’eccesso, bisogna amare davvero per saper trovare tanti ritrovati d'amore, per potersi dare e ricevere da chi si ama. Tu devi sapere che ogniqualvolta la creatura si dà a noi, in balìa del nostro Volere, noi ci diamo ad essa, come abbandonandoci nel seno della creatura e se tu sapessi che significa questo nostro abbandonarci, la grazia, il bene che le lasciamo, il rinnovamento della nostra vita che le ripetiamo, il tuo cuore scoppierebbe di gioia, di felicità e d'amore. Ma ciò è nulla, ogniqualvolta si dà a noi, noi le diamo il merito che ci ha dato la sua vita e se si dà dieci, venti, cento, mille volte ed anche più, tante volte le diamo il merito come se ci avesse dato tante vite per quante volte si è data e noi tante volte diamo la nostra vita, la rinnoviamo nella nostra, le ripetiamo il bene, anzi lo accresciamo, per quante volte si è data a noi. È tanto il nostro compiacimento, il gusto che proviamo quando la creatura si dà a noi, che largheggiamo tanto verso di essa, che tante volte le diamo il merito di possedere tante vite Divine e, bilocando la sua, le diamo il merito di tante vite per quante volte si è data. Questo è il nostro commercio Divino: vogliamo, per darci, ci diamo, per ricevere la vita della creatura nel nostro Essere Supremo, questo scambio di vite mantiene la conversazione, ci facciamo conoscere chi siamo, le facciamo sentire i palpiti ardenti, l'amore che ci consuma, come l'amiamo e come vogliamo essere amati. E poi se non sentisse il bisogno di darsi continuamente a noi è segno che non ci ama ed il suo cuore non è in possesso del nostro amore irresistibile, questo è il segno del vero amore, volersi dare sempre, quasi in ogni istante a chi ama; ma mentre si dà, la forza dell'amore s'impone che vuol ricevere e se non ricevesse si sentirebbe soffocato e scoppierebbe in grida di dolore, tanto da assordare Cieli e terra. E perciò per non giungere a tali strettezze di dolore, il mio amore aspetta che la creatura si doni a me ed io subito mi dono a Lei, con tutta l'infinità della nostra Volontà."
Onde seguivo il mio giro nella Creazione ed oh quante belle sorprese, ogni cosa creata mi diceva quanto Dio mi amava, ciascuna di esse possedeva lo spazio che conteneva un deposito d'amore e che doveva dirmi sempre: “ti ama, ti ama il tuo Creatore”; io son rimasta sorpresa ed il mio dolce Gesù, ritornando, ha ripreso il suo dire:
"Figlia mia, tu sai che la Creazione fu uno sbocco del nostro amore e mentre uscimmo la Creazione alla luce del giorno, tenemmo tutti presenti, nessuna creatura ci sfuggì e mettemmo per ciascuna di esse, in ciascuna cosa creata un deposito d'amore che doveva amarla e dirle sempre: il tuo Creatore ti ama, ti ama. Sicché se le cose create corrono per dare a loro il bene che posseggono, è il nostro amore che le fa correre. Se il Cielo si stende sul capo di tutti è il nostro deposito d'amore che ne dà il diritto. Se il Sole dà la sua luce a tutti è l'eredità dell'amore che ciascuno ha nel Sole del suo Creatore. Se la terra è ferma sotto i suoi passi, è il nostro deposito d'amore, che spinge la madre terra a prendere come in grembo la creatura ed assicurandole il passo le dice sotto le sue piante: ti ama, ti ama Colui che ti ha creata. Se l'acqua ti disseta, è il nostro grido d'amore, che corre nell'acqua e ti disseta, ti lava, dà l'umore alle piante e fa tanti altri beni. Se il fuoco non ti brucia è il nostro deposito d'amore, che è proprietà delle creature e che grida: “riscalda la figlia mia, non le fare alcun male” e così di tutte le altre cose. Ora voglio dirti una cosa consolante, se la creatura entra nelle cose create, riconosce questo nostro deposito d'amore in ciascuna di esse e fa risuonare il suo amore nel nostro, prepara la mensa al suo Creatore. Vedi solo nel Sole quante diversità di cibi d'amore puoi prepararci, in quella luce vi è la dolcezza del nostro amore e tu, amandoci, al tocco del nostro raddolcisci il tuo e ci dai il cibo dell'amore che ci raddolcisce, in quella luce vi sono i gusti del nostro amore e tu, amandoci, ci dai le gioie dei tanti gusti del nostro amore, in quella luce c'è il nostro amore fecondo, l'amore che ferisce, brucia e consuma e tu, amandoci, acquisterai la fecondità divina nel tuo amore, la virtù di ferirci, di bruciarti e consumarti per noi, vi è pure la varietà dei colori che tutto abbellisce e tu, amandoci, acquisterai la virtù del bello amore in cui resterai come ammantata d'una bellezza incantevole ed oh come ci sentiremo rapiti! Figlia, se ti volessi dire la molteplicità e la diversità d'amore che abbiamo messo in ciascuna cosa creata per ciascuna creatura, non la finirei più e come essa ha il dovere di conoscere questo nostro molteplice amore, per trovare il modello d'amarci, con tanti amori distinti, come l'abbiamo amata. Ma ahimè! Il nostro amore resta isolato senza la compagnia dell'amore della creatura e questo è un dolore per noi. Il nostro amore non (è) riconosciuto in ciascuna cosa creata, mentre tutte hanno il mandato da noi d'amarla con amore distinto, nel vento corrono i soffi dei nostri baci, le ondate delle nostre carezze amorose, i gemiti del nostro amore soffocato, nell'impetuosità del vento c’è il nostro amore imperante che vuole farsi conoscere per imperare su tutti e a volte giunge come a parlare quasi con grida assordanti, per fare che nessun'altra cosa possa sentire se non il nostro amore che l'ama. Oh se la creatura riconoscesse il nostro amore che corre nel vento! Ci restituirebbe i nostri baci e le nostre carezze con le sue, del resto, perché la baciamo e la carezziamo? Perché vogliamo essere baciati e carezzati da essa, se essa ci amasse gemerebbe insieme col nostro amore per non farci soffocare, ci amerebbe col suo e nostro (amore) imperante e, gridando insieme col nostro amore, assorderebbe tutti dicendo: “amiamo, amiamo Colui che tanto ci ama”; anche nell'aria che tutti respirano, quant'amore non corre! Ma no, no ad intervallo come nelle altre cose create, ma in ogni istante, in ogni respiro, se dorme, se lavora, se cammina, se mangia, corre sempre il nostro amore ma con un amore distinto e nuovo, di tutte le altre cose create, nell'aria corre il nostro amore che dà vita, con una rapidità incantevole che nessuno le può resistere, corre nel cuore, nel sangue, nelle ossa, nei nervi, in tutto e si costituisce atto vitale dell'essere umano e tacitamente le dice: “ti porto l'amore continuo del tuo Creatore e, perché continuo, ti posso dar vita”; oh se la creatura riconoscesse nell'aria che respira l'atto di vita che abbiamo messo in essa, la foga del nostro amore che corre, corre sempre senza mai fermarsi, ci darebbe per scambio la sua vita per amarci, per dirci la nostra storia d'amore e ripetere il nostro ritornello “ti amo, ti amo sempre in tutto ed in ogni cosa, come Tu mi hai amato”. Dalla cosa creata più grande fino alla più piccola c'è un nostro amore nuovo e distinto per le creature e, siccome non lo conoscono, non ci ricambiano, anzi con somma ingratitudine ricambiano il nostro amore in offese. E perciò aspettiamo che la nostra Volontà sia conosciuta e dominante in mezzo alle umane generazioni, la quale sarà la rivelatrice del nostro amore ed allora ci rifaremo e ci ameremo d'un solo amore. Come saremo contenti! E vedendoci amati aggiungeremo altri nuovi amori e distinti, così non sarà più represso il nostro amore ma avrà il suo sfogo d'amore e d'essere riamato. Perciò prega che venga il nostro regno e tu riconosci il nostro amore e se vuoi amore, amaci, se non troviamo il nostro amore nella creatura, non sappiamo cosa darle, né sappiamo che farne perché manca il poggio dove mettere le nostre grazie ed il primo elemento che forma la nostra vita in essa."
Fiat!!!
28 Giugno 1937
Ciò che fa Dio alla creatura quando si entra nella sua Volontà. Come si decide a vivere nel Voler Divino, il suo nome è scritto in Cielo e resta confermata nel bene, nell'amore e santità Divina e viene arruolata nella Milizia Celeste. Esempio.
Il mio volo nel Volere Divino continua, mi sento portata nelle sue braccia, ma con tale amore e tenerezza da sentirmi confusa nel vedermi tanto amata e circondata dappertutto dalla sua materna bontà. Ed il mio dolce Gesù, ripetendomi la sua breve visitina, con un amore da sentirmi scoppiare il cuore, tutto bontà, mi ha detto:
"Figlia mia del mio Volere, se tu sapessi qual è il nostro contento nel vedere entrare l'anima nella nostra Volontà, si può dire, che essa corre verso di noi e noi verso di essa e come ci incontriamo, la Volontà nostra la investe di luce, il nostro amore la bacia, la nostra potenza la prende in braccio, la nostra sapienza la dirige, la santità nostra la investe e vi si mette come suggello, la nostra bellezza l'abbellisce, insomma tutto il nostro Essere Divino si mette in attitudine intorno ad essa, per darle del nostro. Ma sai perché? Perché entrando nel nostro Volere, non per vivere del suo, ma del nostro, noi riceviamo ciò che uscì da noi, ci sentiamo restituire lo scopo per cui la creammo e perciò facciamo festa. Non vi è atto più bello, scena più incantevole dell'entrare della creatura nella nostra Volontà. Ed ogniqualvolta entra, tante volte la rinnoviamo nel nostro Essere divino, dandole nuovi carismi d'amore. Perciò chi vive nel nostro Volere ci tiene in festa, essa sente il bisogno di vivere nel nostro, per essere vezzeggiata dal suo Creatore e noi sentiamo il bisogno d'essere vezzeggiati da lei e di darle nuovi eroismi di grazie e di santità."
Gesù ha fatto silenzio ed io mi sono sentita inabissata nell'Eterno Volere e meravigliata nel sentire quanto siamo amati da Dio se viviamo nel suo Volere e mille pensieri si sono affollati nella mia mente ed il mio amato Gesù, riprendendo il suo dire, mi ha detto:
"Figlia mia, non ti meravigliare per ciò che ti ho detto, anzi ti dirò cose più sorprendenti ancora, ma quanto vorrei che tutti le ascoltassero, per far decidere tutti a vivere nel mio Volere. Senti com'è consolante e bello ciò che il mio amore mi spinge a dirti, è tanto il mio amore che sento il bisogno di dirtelo dove giungiamo per chi vive nel nostro Volere. Ora, tu devi sapere, che come l'anima decide ripetutamente e fermamente di non vivere più della sua volontà, ma della nostra, il suo nome viene scritto in Cielo, con caratteri di Luce incancellabile e viene arruolata nella milizia Celeste, come erede e figlia del regno della Volontà Divina; ma ciò non basta al nostro amore, la confermiamo nel bene, in modo che sentirà tale orrore per ogni minima colpa, che non solo non sarà più capace di cadervi, ma resterà confermata nei beni, nell'amore, nella santità, eccetera, del suo Creatore, sarà investita dalla prerogativa di Comprensore, non sarà più guardata come esiliata e se starà sulla terra, sarà come ufficiante della milizia Celeste, non come esiliata, avrà tutti i beni a sua disposizione, potrà dire: essendo la sua Volontà tutta mia, ciò che è di Dio è mio. Anzi si sentirà posseditrice del suo Creatore e siccome non opera più con la sua volontà ma con la mia, si romperanno tutte le barriere che le impedivano di sentire il suo Creatore, le distanze scompariranno, le dissomiglianze tra essa e Dio non esisteranno più, si sentirà talmente amata da Colui che l'ha creata, da sentirsi scoppiare il cuore d'amore, per amare Colui che l'ama, sentirsi amata da Dio è la gioia, l'onore, la gloria più grande per la creatura. Figlia mia, non ti meravigliare, sono le nostre mire, lo scopo per cui fu creata la creatura, di trovare in essa la nostra vita, la nostra Volontà regnante, il nostro amore, per essere amati e per amarla, se ciò non fosse, tutta la Creazione sarebbe un'opera indegna di noi."
Io mi sentivo scoppiare il cuore di gioia nel sentire ciò che il mio Caro Gesù mi ha detto e dicevo tra me: possibile, possibile tutto questo gran bene? Ed il dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, non sono io il Padrone di fare e di dare ciò che voglio? Basta che lo voglio, tutto è fatto e poi anche nel basso mondo succedono cose che in qualche modo somigliano, se un uomo dà il suo nome scrivendosi nell'esercito del governo, questo, per essere sicuro di lui, gli fa giurare fedeltà al governo, questo giuramento lo fa restare legato all'esercito, si veste con le divise della milizia in modo che viene riconosciuto da tutti che appartiene all'esercito e quando ha mostrato abilità e fedeltà riceve la paga a vita, con questa paga che nessuno gli può togliere, non gli può mancare nulla, può tenere servi che lo servono, può vivere con tutte le agiatezze della vita anche se col tempo andasse in riposo. E che cosa dà costui al governo? Ciò che è solo la parte esterna della sua vita che gli ha procurato il diritto di ricevere la paga durante la vita. Invece chi con decisione ferma mi dà la sua volontà, mi dà la parte più nobile, più preziosa, qual è la sua volontà, in essa mi dà tutto l'interno e l'esterno, anche il respiro e con ciò merita d'essere iscritta nell'esercito Divino, in modo che tutti conosceranno che appartiene alla nostra milizia, come potrò farle mancare nulla, come non amarla? Se ciò fosse stato possibile per il tuo Gesù sarebbe stato il dolore più grande, mi avrebbe tolto la pace che in natura posseggo, il non amare Colei che tutto mi ha dato e che invece con amore indicibile posseggo, tengo nel mio Cuore e le faccio fare la mia stessa vita."
Fiat!
4 Luglio 1937
Come Dio vuol formare tante sue vite divine in ciascuna creatura. Come la creatura che vive nel Voler Divino si fa portatrice di tutti e di tutto al suo Creatore.
Mi trovavo tutta investita del Volere Divino, dovunque e dappertutto lo trovavo in atto che voleva darmi la sua vita ed oh! come mi sentivo felice nel sentire il suo impero che a qualunque costo, coi suoi stratagemmi amorosi voleva rinchiudere in me la sua vita perenne! Io sono rimasta sorpresa ed il mio sempre amabile Gesù, visitando la povera e piccola anima mia, con la sua solita bontà e dolcezza, mi ha detto:
"Figlia mia benedetta, se tu sapessi come godo e come si sfoga il mio amore, nel manifestarti i nostri arcani Celesti, in che stato d'amore si trova il nostro Ente Supremo, la nostra Volontà adorabile, per darmi gusto mi premureresti a farmi dire in qual modo ci troviamo in mezzo alle creature ed il gran bene che le possiamo fare. Ora tu lo sai che la nostra immensità involge tutto, la nostra potenza e fortezza è tanta, che portiamo come in braccio tutto e tutti, come se fosse una piccola piuma. Tutto questo è natura nel nostro Essere tre volte Santo, tanto che se ci volessimo impiccolire, non potremmo, la nostra immensità e potenza scorre in ogni fibra del cuore, in tutti i respiri, nella rapidità del sangue che scorre nelle vene, nella velocità del pensiero, siamo Attori e spettatori ed a giorno di tutto. Ma questo è nulla, non sono altro che le qualità del nostro Ente Supremo, quello che è più da stupire, (è) che vogliamo formare tante vite nostre in ciascuna creatura. Questo è operato di Dio, avere virtù di poter formare tante vite Divine per quante creature ha messo fuori alla luce del giorno. Del resto la creatura è nostra, creata da noi, viviamo insieme e perché l'amiamo, il nostro amore ci porta con una forza irresistibile e potenza tutta nostra a formarci come vita in essa e la nostra arte creatrice che, non contenta di creare le creature, nella foga del suo amore vuol creare se stessa nella persona creata. Vedi dunque in quale condizione ci troviamo in mezzo all'umana famiglia, in atto di formare sempre vite nostre in loro, ma la nostra arte creatrice resta respinta, soffocata, senza poter continuare la nostra Creazione Divina, mentre viviamo insieme con loro, vivono a spese nostre, vivono perché vivono di noi, eppure abbiamo il gran dolore di non potere formare la nostra vita in loro. Mentre questo sarebbe il nostro massimo contento, la più grande gloria che ci darebbero se ci dessero la libertà di farci vita di ciascuna creatura. Ma sai dove siamo liberi di formare questa vita nostra? In chi vive nella nostra Volontà, il nostro Fiat Divino ci prepara le materie prime per formare la nostra vita, mette in attitudine la sua potenza, la sua santità, il suo amore e ci chiama nel fondo dell'anima e Noi, trovando le materie adattabili e fattibili, formiamo con amore indicibile la nostra Vita Divina, non solo la formiamo, ma la cresciamo e con sommo nostro gusto e diletto, svolgiamo la nostra arte creatrice intorno a questa Celeste creatura ed incominciamo la catena dei prodigi. Essa, possedendo il suo Creatore, la nostra Volontà operante in essa, diventa la portatrice di tutti e di tutto, se pensa ci porta i pensieri di tutti e si fa supplitrice e riparatrice di tutte le intelligenze umane, se parla, se opera, se cammina, porta le parole, le opere, i passi di tutti, la stessa Creazione le fa decoroso corteggio e si fa portatrice del Cielo, delle stelle, del Sole, del vento, di tutto, non lascia nulla dietro, ci porta l'omaggio, la gloria di tutte le nostre cose create, persino l'omaggio del dolce canto del piccolo uccellino, possedendo la vita di Colui che la ha creata, tutte le cose le fanno corona, anzi tutte vogliono essere portate da colei che possiede l'atto parlante, affinché per ciascuna le dica la storia parlante d'amore, per cui sono state create dal loro Creatore. Sicché chi possiede il nostro Volere acquista la nostra Gelosia d'amore, tutto vogliamo per noi e questo con somma giustizia, perché non vi è cosa che noi non abbiamo dato, quindi con giustizia tutto vogliamo. Così essa, presa dalla nostra stessa follia d'amore, vuole tutto, per darci tutto e, gelosa, vuol portarci tutto per dirci per tutti e per ciascuna cosa creata la sua parolina d'amore. Perciò chi vive nel nostro Volere non sta mai sola, prima sta col suo Creatore, col quale sta sempre in gara d'amore, per amarsi sempre più a vicenda e, standole tutte le cose intorno, si fa portatrice di tutto a Colui che ama, il Quale, essendo Amore infinito, vuole vedere convertite nella creatura tutte le cose convertite in amore per amor suo."
Fiat!
12 Luglio 1937
Come le riflessioni umane tolgono il posto alle Divine e sono pietrucce che intorbidano la fonte dell'anima. Come la Divina Volontà converte in natura il suo amore e anticipa a chi vive in Essa ciò che fa in punto di morte.
Sono tra le braccia del Volere Divino, il Quale più che vigile sentinella, non solo vuol farsi vita di ogni mio atto, ma penetrando in ogni nascondiglio del mio cuore e della mia mente, mi richiama se tutto ciò che entra in me non è parto del Fiat. Ed il mio sempre amabile Gesù, visitando la piccola anima mia ed atteggiandosi a Maestro, perché in tutto vuole ammaestrare la figlia sua, mi ha detto:
"Figlia benedetta della mia Volontà, tu devi sapere che le riflessioni proprie, le impressioni, le oppressioni, le malinconie, i dubbi, i piccoli timori, impediscono le riflessioni divine, le impressioni sante, il rapido volo verso il Cielo, le gioie del vero bene, la pace celeste; esse sono come tante pietrucce gettate dentro un lago, mentre la persona si sta rimirando in quelle acque limpide come dentro uno specchio e vede tutta intera la sua persona, bella e ordinata qual è. Ora che succede? Mentre si sta rimirando in quelle acque tersissime, se viene gettata in quel lago una piccola pietruccia, l'acqua si increspa, si intorbida e forma tanti giri e rigiri da intorbidire tutta l'acqua e della povera persona che si stava rimirando che è avvenuto? Come si formavano i giri nell'acqua, così portavano via ora un piede, ora un braccio, ora una mano, ora la testa, in modo che la persona si vedeva tutta straziata dalle increspature di quelle acque, chi è stato a far perdere la limpidezza di quelle acque, in modo che non si vede più intera la sua immagine, ma in modo da far pietà? Chi è stato? Una piccola pietruccia. Tale è l'anima creata da Dio, più che fonte tersissima, in cui, Dio doveva rimirarsi ed essa doveva rimirarsi in Dio, ora le riflessioni, le oppressioni, i dubbi, i timori, eccetera, sono come tante pietrucce gettate nel fondo della sua anima e Dio rimirandosi in essa, non si vede tutto intero, ma come diviso in tante parti, quindi divisa la forza, la gioia divina, la santità, l'unità della pace, questo le impedirà di conoscere chi è Dio, quanto l'ama e che vuole da essa e volendosi rimirare essa in Dio, queste pietrucce le impediranno il passo facendola zoppicare nel cammino, impedendole il volo per rimirarsi in Colui che l'ha creata. Sembrano cose da nulla, eppure in questo viene formata la conoscenza di Dio nella creatura, l'unione, la santità, il rimirarsi di Dio nella creatura e di essa in Dio. Se l'anima è turbata da queste pietrucce che si possono chiamare bagattelle dell'anima, perché mancando la sodezza e sostanza del vero amore, sono sempre intorbidate, Dio non può specchiarsi in loro per formare la sua bella immagine, perciò sii attenta e cerca sempre la mia Volontà."
Gesù ha fatto silenzio ed io sono rimasta a pensare al gran male che fanno le riflessioni proprie ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, solo nella mia Volontà l'anima può giungere all'apice della santità più alta e racchiudere in sé, per quanto a creatura è possibile, un atto completo da riempirsi tanto da non lasciare alcun vuoto in essa, tanto da convertire in natura propria il bene che fa, se ama nel mio Fiat, l'onda dell'amore le piove dappertutto, le investe le più intime fibre e mentre le piove addosso travolgendola tutta nell'amore, si costituisce regina e converte in natura il suo amore nella creatura, ma tanto che si sentirà il respiro, il palpito, il moto, il passo, tutto l'essere che non sa fare altro che amare. Quest'onda dell'amore s'innalza fino al Cielo, senza cessare di pioverle addosso e prende d'assalto il suo Creatore e lo ama sempre, perché quando il bene si converte in natura, si sente il bisogno di ripetere il bene ricevuto come atto che costituisce la sua vita. Se adora si sentirà cambiata la natura in adorazione, sicché in tutto ciò — che fa si sentirà sprigionare adorazioni profonde al suo Creatore. Se ripara sentirà la corsa di andare rintracciando tutte le offese, per mettervi la sua riparazione. Insomma la mia Volontà, con la sua forza creatrice, non lascia alcun vuoto e sa convertire in natura tutto ciò che la creatura fa in Essa. Vedi che differenza tra chi vive nella mia Volontà e la possiede come vita operante e chi la riconosce come virtù e forse nelle circostanze più dolorose della vita ed in tutto il resto farà come se non ci fosse per loro. Ora voglio dirti un'altra sorpresa consolante, è tanto il nostro compiacimento, quando la creatura decide con fermezza irremovibile di vivere nel nostro Volere, che anticipiamo ciò che dobbiamo fare nel punto della morte, di confermarla nel bene, in cui si trova. Tu devi sapere che tutto ciò che essa ha fatto in vita: preghiere, virtù, pene sofferte, opere buone servono a formare la nostra piccola vita Divina nella sua anima, nessun beato entra in Cielo se non possiede questa vita divina e, a seconda il bene che hanno fatto e se più mi hanno amato e compiuto la mia Volontà, così avranno la vita Divina chi più piccola, chi più grande, perché la vera felicità, le vere gioie si devono possedere dentro, sicché avranno ciascuno dentro e fuori di loro il loro Dio, che darà loro sempre nuove gioie, tanto che se le anime, morendo, non sono piene fino all'orlo d'amore e di Volontà mia, le confermo sì, ma non entrano in Cielo, le mando in Purgatorio a riempire questi vuoti di amore e di Volontà mia, a via di pene, di ansie e di sospiri e quando si sono riempite del tutto in modo che non si vede altro in esse che sono già tutte trasformate nel mio amore e nella mia Volontà, allora prendono il volo verso il Cielo. Ora per chi non vuol fare più la sua volontà ma solo la mia, non vogliamo far aspettare quel punto, il nostro amore ci porta con una forza irresistibile ad anticipare la conferma del bene e a convertire in natura il nostro amore e la nostra Volontà, onde si sentirà che il mio amore, il mio Volere è suo, sentirà più la mia vita che la sua, ma con quale differenza rispetto a quelli che sono confermati in punto di morte! Essi non cresceranno più nel bene, i loro meriti sono finiti, invece per questi, la mia vita crescerà sempre, i meriti non finiscono, anzi avranno i meriti divini, come continuano ad amarmi ed a vivere di mia Volontà, così mi conosceranno di più ed io li amo di più ed aumento la loro gloria. Posso dire che corro in ogni loro atto per dare il mio bacio, il mio amore, per riconoscerlo che è mio e dare il valore, il merito come se l'avessi fatto io. Ah! tu non puoi comprendere che cosa sentiamo per la creatura che vive nel nostro Volere, come l'amiamo! Vogliamo renderla contenta in tutto, perché in essa troviamo realizzato lo scopo della Creazione, accentrata tutta la gloria che tutte le cose ci dovrebbero dare e poi la nostra Volontà compiuta è tutto per noi."
Fiat!!!
25 Luglio 1937
Come un atto nel Voler Divino può essere un vento impetuoso, un'aria, un'atmosfera Celeste. Tre circoli. Dio se ama, opera, se parla, dona.
Il mare del Volere Divino mormora sempre e molte volte forma le sue onde impetuose per assalire le creature, per involgerle nelle sue onde amorose, per dare loro la sua vita, ma con tali insistenze ed astuzie amorose come se avesse bisogno di noi povere creature tanto che si resta stupiti. Oh com'è vero che solo Iddio sa amarci! Ora mentre la mia mente si perdeva in questo mare, il mio dolce Gesù, sorprendendomi con la sua breve visitina, mi ha detto:
"Figlia benedetta del mio Volere, hai visto com'era dolce il mormorio del mare della mia Volontà? Eppure le anime che vivono in Essa non fanno altro che mormorare insieme in questo mare, esse, eco perfetto del mio Fiat, non cessano mai di mormorare: amore, gloria, adorazione, ma in modo semplice, se respirano, mormorano amore, se palpitano, se circola il sangue nelle vene, se pensano, se si muovono, in tutto mormorano: amore, amore, gloria al nostro Creatore e se chiamano la mia Volontà nei loro atti formano le onde impetuose per involgere Dio e le creature, affinché tutti Cielo e terra facciano una sola Volontà. Un atto nella mia Volontà può essere un vento impetuoso da trasportare, sradicare con la sua forza le passioni, le debolezze, le cattive abitudini, l'aria putrefatta del peccato e sostituire le virtù, la forza Divina, le sante abitudini, l'aria santificante della mia Volontà. Un atto nel mio Volere può essere un'aria universale che penetrando dovunque ed in tutti, di notte e di giorno, può farsi respirare per infondere la sua vita, la sua santità e togliendo l'aria malsana dell'umano volere, vi sostituisce l'aria salubre del mio Fiat in modo da far rimanere le creature raddolcite, imbalsamate, vivificate, sanate da quest'aria Divina. Un atto nel mio Fiat può essere un'atmosfera Celeste che racchiude in sé tutte le nostre opere, la stessa Creazione e con la forza delle nostre opere può assalire la nostra Divinità ed imporsi su di Noi tanto da farci dare grazie e doni, da rendere capaci le creature di poter ricevere il regno del nostro Volere. Un atto nella nostra Volontà può contenere tali meraviglie, che la creatura è incapace di poter comprendere tutto il suo valore."
Gesù ha fatto silenzio ed io son rimasta come inzuppata in questo mare e, non so come, mi son sentita trasportare nella Patria Celeste, in mezzo a tre circoli di luce, a capo di essi vi era la Regina del Cielo da un punto e Nostro Signore dall'altro, con una beltà incantevole ed un amore indicibile, in mezzo a questi vi era una moltitudine di anime, tutte trasformate nella luce nella quale vivevano e crescevano, ma custodite, dirette ed alimentate da Gesù e dalla Madre Celeste. Quante belle sorprese si vedevano! Queste anime possedevano la somiglianza e la vita del loro Creatore ed il mio dolce Gesù e sua Madre mi hanno detto:
"Questi circoli di luce che tu vedi sono simbolo della Trinità Sacrosanta e le anime sono quelle che formeranno il regno della Divina Volontà, questo regno sarà formato nel seno della Divinità, i reggitori di questo regno saremo la Madre ed il Figlio che lo custodiremo con gelosia. Vedi dunque la certezza di questo regno, già è formato, perché in Dio le cose sono come già fatte. Perciò prega che ciò che sta nel Cielo si realizzi nella terra."
Dopo ciò mi son trovata in me stessa col sommo dolore di trovarmi di nuovo nella povera prigionia del mio corpo. Dopo di ciò il mio Sommo Bene Gesù, tutto bontà, mi ha detto:
"Figlia mia, il nostro Essere Divino è tutto amore ed è tanto questo amore che sentiamo il bisogno di mettere fuori di noi quest'amore, né badiamo se la creatura merita o no, se avessimo voluto badare al merito, la Creazione tutta sarebbe stata ancora nel nostro seno. Noi quando amiamo, operiamo, difatti amammo e creammo la Creazione e, come dono della nostra liberalità e dell'eccesso del nostro amore operante, facemmo dono all'uomo; a noi non piace dare i nostri doni come mercede, o come merito e dove la creatura potrebbe trovare monete sufficienti per pagarci i nostri doni, o tanti atti per meritarli? Sarebbe come inceppare il nostro amore, reprimerlo in noi e non dare nulla alla creatura e neppure amarla, perché se amiamo dobbiamo operare e dare. Il nostro Ente Supremo si trova spesso spesso in tali deliri d'amore, che sentiamo il bisogno di uscire dal nostro Seno Divino doni e grazie per darli alle creature, ma per formare questi doni dobbiamo amare e manifestarli per farli conoscere. Quindi se amiamo, operiamo, se parliamo, la nostra parola creatrice consegna il dono, lo conferma e dota la creatura dei nostri doni. La nostra parola è la portatrice e ci mette nelle condizioni di sfogare il nostro amore represso. Ma vuoi sapere perché non diamo i nostri doni come mercede o come merito? Perché li diamo ai figli nostri e quando i doni si danno ai figli, non si bada se meritano, si danno perché si amano, tutt’al più si fa loro comprendere, ecco la necessità della parola, affinché li apprezzino e li custodiscano ed amino Colui che li ha dati e che tanto li ama. Invece si danno come mercede o merito ai servi, agli estranei ed oh con quante misure! Onde nell’eccesso del nostro amore, senza che nessuno ci pregasse o meritasse, facemmo la Creazione, per farne un dono all'uomo, in un altro eccesso creammo la Vergine per fare un dono, in un altro eccesso Io, Verbo Eterno, scesi dal Cielo per donarmi e farmi dolce preda dell'uomo. In un altro eccesso più grande d'amore darò il gran dono del regno del mio Volere, la Vergine Celeste, ereditiera di questo regno, chiamerà le creature come figli suoi perché ricevano in dono la sua grande eredità. Ora, figlia mia, se l'anima fa regnare la mia Divina Volontà, il suo amore non sarà più sterile, ma fecondo, né si ridurrà solo in parole oppure in opere, sentirà in sé la forza creatrice del nostro amore e si metterà nelle nostre stesse condizioni, che se amiamo, operiamo, se operiamo diamo, ma che cosa diamo? Il gran dono del nostro Essere Divino. Il nostro amore è tanto che se diamo, vogliamo dare tutto, anche noi stessi in balìa della creatura, il nostro amore non resterebbe contento se non dicesse: ho dato tutto, non avevo più nulla da darle; molto più che possedendo la nostra Volontà stiamo al sicuro, stiamo in casa nostra, con tutto il decoro, gli onori, la decenza che ci conviene. Così la creatura, possedendo la nostra stessa forza creatrice, se ci ama, ci darà nel suo amore in ricambio del nostro dono, il dono della sua vita, sicché è vita che ci daremo a vicenda ed ogniqualvolta ci amerà, la nostra forza creatrice moltiplicherà la sua vita per darcela in dono, il suo amore non resterà isolato, ma con la pienezza della sua vita che si dà in balìa del suo Creatore ed ecco eguagliate le parti tra il Creatore e la creatura, vita riceve in dono e vita dona e se la creatura ha i suoi limiti, la mia Volontà la supplisce, molto più che nel darci per dono la sua vita, ci dà tutto, nulla resta per sé, quindi il nostro amore resta appagato e contraccambiato. Perciò se vuoi darci tutto e ricevere tutto da noi, fa che regni in te la nostra Volontà e tutto ti sarà accordato."
Fiat!!!
2 Agosto 1937
Come la Creazione possiede la perfetta felicità, tanto da poter dare la felicità terrestre alle creature. Come il peccato arrestò la felicità. Il gran male di chi si sposta dal principio. Esempio.
Stavo facendo il mio giro nella Creazione, per seguire gli atti della Divina Volontà fatti in Essa ed oh quante sorprese! Ciascuna conteneva tale felicità, da poter rendere felici tutto e tutti ed il mio sempre amabile Gesù, vedendomi sorpresa, tutto bontà, mi ha detto:
"Figlia mia, il nostro Ente Supremo possiede la fonte della felicità, perciò da Noi non potevano uscire cose o esseri che non fossero felici. Sicché tutta la Creazione possiede tale pienezza di felicità da poter dare a tutta la terra la perfetta felicità terrestre. Onde Adamo godeva la pienezza della felicità, tutte le cose gli piovevano addosso gioie e felicità e poi nel suo interno, possedendo il mio Volere, conteneva mari di contenti, di beatitudini e di gioie senza fine, per Lui tutto era felicità dentro e fuori. Come peccò, sottraendosi alla mia Volontà, la gioia si partì da lui e tutte le cose create ritirarono nel loro seno le gioie che possedevano, dando all'uomo i soli mezzi necessari, non come a padrone, ma come a servo ingrato. Vedi dunque da noi non uscì l'infelicità, né potevamo darla, perché non ne avevano, dare ciò che non si ha è impossibile. Quindi fu il peccato che gettò nell'uomo il seme dell'infelicità, del dolore e di tutti i mali che lo accerchiano dentro e fuori. Onde come venne sulla terra la Celeste Signora e poi la mia Santissima Umanità, la Creazione tutta si atteggiò a festa, tutte le cose ci sorridevano di gioia e ripresero il corso di pioverci addosso gioie e felicità e come uscivamo all'aperto correvano, si inchinavano e sprigionavano sopra di noi gioie e felicità, il Sole ci dava le gioie della sua luce, allietava la nostra vista con la varietà dei suoi colori, ci dava le gioie dei baci d'amore che possedeva e,, riverente si stendeva sotto i nostri passi per adorarci, il vento ci pioveva le gioie della freschezza e coi suoi soffi, ci allontanava l'aria putrida di tante colpe, gli uccelli ci correvano intorno per darci le gioie dei loro trilli e canti, quante belle musiche ci facevano! Tanto che io ero costretto a comandarli che si allontanassero da me, che prendessero il volo nell'aria, per inneggiare al loro Creatore, la terra mi fioriva sotto i miei passi, per darmi le gioie di tante fioriture ed io le comandavo di non farmi tale dimostrazione e mi ubbidiva. L'aria mi portava le gioie del nostro alito onnipotente, quando alitando l'uomo, gli demmo la vita colmandolo di gioie e felicità Divine e, come io respiravo, così mi sentivo venire le gioie e le felicità che provammo nella Creazione dell'uomo. Sicché non vi era cosa creata che non volesse sprigionare le gioie che possedeva, non solo per felicitarmi, ma per darmi gli omaggi, gli onori come a loro Creatore. Ed io li offrivo al mio Padre Celeste per dargli la gloria, l'onore, l'omaggio, l'amore, per tante magnificenze ed opere meravigliose che facemmo nella Creazione per amore dell'uomo. Ora, figlia mia, queste gioie nelle cose create esistono ancora. La Creazione come fu fatta da Noi con tanto sfarzo e sontuosità e con la pienezza della felicità, nulla ha perduto, perché aspettiamo i figli nostri, i figli della nostra Volontà, che con diritto godranno le gioie, la felicità terrestre che possiede tutta la Creazione e posso dire che per amor di questi esiste ancora e le creature fruiscono se non la pienezza della felicità, ma almeno le cose necessarie per poter vivere. Questo esistere ancora della Creazione dopo tante ingratitudini umane e colpe che fanno inorridire, indica la certezza del regno della mia Volontà sulla terra, perché la creatura, possedendola, si renderà capace di ricevere le gioie della Creazione, di darci la gloria, l'amore, il contraccambio di quanto abbiamo fatto per essa e di fare tutto il bene possibile ed immaginabile che può fare la creatura. Perciò il tutto sta nel possedere il nostro Volere, perché così ebbe principio tutta la Creazione, compreso l'uomo, tutto era Volontà nostra, tutti vivevano racchiusi in Essa ed in Essa trovavano ciò che volevano: gioie, pace, ordine perfetto, tutto stava a loro disposizione. Spostato il principio, tutte le cose cambiarono aspetto, la felicità si cambiò in dolore, la forza in debolezza, l'ordine in disordine, la pace in guerra. Povero uomo senza la mia Volontà! E’ il vero cieco, il povero paralizzato, che anche se fa qualche bene, tutto è stento ed amarezze.
Tutte le cose se si guidano con lo stesso principio con cui hanno avuto l'esistenza, trovano la via, il passo fermo e l'esito felice delle opere o del bene che hanno intrapreso, se perdono il principio si capovolgono, vacillano, smarriscono la via e finiscono col non saper far nulla e, se pare che facciano qualcosa, fanno pietà. Anche nelle cose umane succede così, se il maestro volesse insegnare al fanciullo le consonanti e non le vocali, siccome le vocali corrono in ogni parola, in ogni lettera della scienza dalla più bassa fino alla più alta, povero fanciullo non imparerebbe mai a leggere e se lo volesse potrebbe impazzire. Tutto questo male chi l'ha prodotto? Lo spostamento dal principio della scienza, quali sono le vocali. Ah! figlia mia, fino a tanto che l'uomo non ritorna nel suo principio, non rientra nella mia Divina Volontà, la mia opera creatrice sarà un'opera spezzata, spostata, povero uomo senza le prime vocali della mia Divina Volontà! Per quanto gli possa dar luce, gli possa parlare, non mi capirà, perché gli mancherà il principio, gli mancheranno le prime vocali per poter leggere le mie lezioni sul mio Fiat, quindi senza base, senza fondamento, senza maestro, senza difesa, sarà tanto il suo cretinismo, che non conoscerà il suo povero stato e quindi non implorerà di rientrare nel mio Volere per imparare le prime vocali con cui fu creato da Dio, per poter seguire ad imparare la vera scienza Celeste e così formarsi tutta la sua fortuna, tanto in terra come in Cielo. Perciò io sussurro sempre all'orecchio del suo cuore: “figlio mio, rientra nella mia Volontà, vieni nel tuo principio, se vuoi assomigliarmi, se vuoi che ti riconosca per figlio mio, oh! come è doloroso aver dei figli che non mi somigliano, snobilitati, poveri, degradati, infelici e perché tutto questo? Perché respinsero la grande eredità del Padre Celeste e mi costringono a piangere sulla loro sorte. Figlia, prega che tutti riconoscano la mia Volontà e tu riconoscila ed apprezzala, amala più che la tua stessa vita e non te la fare sfuggire neppure un istante."
Deo Gratias.
Tutto per la gloria di Dio e per compimento della sua Volontà.