Volume 25

Volume 25

Fiat!!!
J.M.J.
In Voluntate Dei. Deo Gratias
7 Ottobre 1928
Apertura della Casa della Divina Volontà in Corato. Similitudine della nascita di Gesù in Betlemme. Mia entrata in essa. La lampada eucaristica e la lampada viva di chi fa la Divina Volontà. La prigioniera vicino al Prigioniero. Gradimenti di Gesù per tale compagnia.
Mio Gesù, Vita del mio povero cuore, Tu che sai in quali amarezze mi trovo vieni in mio aiuto! Travolgi nelle tue fiamme la piccola neonata del tuo Volere Divino affinché mi ridoni la forza di poter cominciare un altro volume ed il tuo Fiat Divino eclissi la mia misera volontà, affinché non abbia più vita e sottentri la tua Volontà Divina ed Essa stessa verghi, coi caratteri della sua luce, ciò che tu, Amor mio, vuoi che scriva. E per non farmi errare, fammi da suggeritore e se solo mi prometti di accettare essere per me parola, pensiero, palpito e di condurre la mia mano con la tua, possa fare il sacrificio di ritornare a scrivere ciò che tu vuoi. Mio Gesù, son qui vicina al Tabernacolo d'amore, da quella porticina adorata che io ho il grande onore di guardare, sento le tue fibre Divine, il tuo Cuore palpitante che in ogni palpito sprigiona fiamme, raggi di luce interminabile ed in quelle fiamme sento i tuoi gemiti, i tuoi sospiri, le tue suppliche incessanti ed i tuoi singhiozzi ripetuti perché vuoi far conoscere la tua Volontà, per dare la sua vita a tutti ed io mi sento consumare insieme con te e ripetere ciò che fai tu. Perciò, ti prego, mentre tu guardi me dal Tabernacolo ed io guardo Te dal mio letto, di rafforzare la mia debolezza affinché possa fare il sacrificio di continuare a scrivere.
Quindi per poter dire ciò che mi ha detto Gesù, devo fare una piccola premessa. Qui in Corato è stata fondata una casa voluta ed incominciata dalla Venerata memoria del Venerabile Padre Canonico Annibale Maria di Francia, che i suoi figli, fedeli alla volontà del loro Fondatore, hanno eseguito e a cui hanno dato il nome di “Casa della Divina Volontà”, come voleva il Ven. Padre, il quale desiderava che io entrassi in detta casa ed i suoi figli, per bontà loro, il primo giorno che l'hanno aperta con le Reverende Madri sono venuti a prendermi e mi hanno condotto in una stanza, della quale, aprendo la porta, io vedo il Tabernacolo, ascolto la S. Messa, sono proprio sotto gli sguardi del mio Sacramentato Gesù, oh! come mi sento felice, perché d'ora in poi, se Gesù vuole che continui a scrivere, scriverò sempre dando un occhio al Tabernacolo e l'altro sulla carta che scrivo. Quindi ti prego, Amor mio, di assistermi e di darmi la forza di compiere il sacrificio che tu stesso vuoi.
Onde dovendosi aprire questa casa si vedevano persone, Suore, bambine, un via vai di gente, tutti in movimento. Io mi sentivo tutta impressionata ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, questo nucleo di gente che tu vedi, tutto in movimento per l'apertura della casa della mia Divina Volontà è simbolo di quel nucleo di gente che ci fu quando volli nascere a Betlemme ed i pastori andavano e venivano per visitare me, piccolo Bambino; quello additava a tutti la certezza della mia nascita, così questo nucleo di gente tutto in moto, addita la nascita del regno della mia Divina Volontà. Guarda come tutto il Cielo fece eco alla mia nascita e gli Angeli per festeggiarla mi annunziarono ai Pastori e mettendoli in moto, me li facevano andare e venire ed io riconoscevo in loro le primizie del regno della mia Redenzione, così riconosco in questo nucleo di persone, di bambine e di Suore l'inizio del regno della mia Divina Volontà. Oh come esulta e gioisce il mio Cuore e tutto il Cielo fa festa! Come gli Angeli festeggiarono la mia nascita, così il Cielo festeggia l'inizio della nascita del mio Fiat in mezzo alle creature. Ma guarda come la mia nascita fu più negletta, più povera, Io non ebbi neppure un Sacerdote vicino a me, ma solo poveri pastori. Invece nell'inizio del mio Volere, non solo vi è un nucleo di Suore e bambine forestiere, un popolo che accorre a festeggiare l'apertura, ma vi è un Arcivescovo e Sacerdoti rappresentanti della mia Chiesa, questo è simbolo ed annunzio a tutti, che il regno del mio Volere Divino sarà formato con più magnificenza, con pompa e splendore maggiore dello stesso regno della mia Redenzione e tutti, re e principi, Vescovi e Sacerdoti e popoli, conosceranno il regno del mio Fiat e lo possederanno. Perciò anche tu festeggia questo giorno, in cui i miei e i tuoi sospiri e sacrifici, di far conoscere la mia Divina Volontà vedono i primi albori e sperano che subito sorga il Sole del mio Fiat Divino."
Quindi era giunta la sera di questo giorno consacrato alla Regina del Rosario, Regina delle vittorie e dei trionfi. Questo è un altro bel segno che come la Sovrana Signora vinse il suo Creatore ed inanellandolo con le sue catene d'amore, lo tirò dal Cielo in terra, per fargli formare il regno della Redenzione, così la corona dolce e potente del suo Rosario la farà di nuovo Vittoriosa e trionfatrice presso la Divinità, per conquistare il regno del Fiat Divino e farlo venire in mezzo alle creature.
Onde non pensavo affatto che io dovessi quella stessa sera venire nella Casa della Divina Volontà, presso il mio Prigioniero Gesù, pregavo solo Gesù che non mi facesse sapere il quando, per non profanare, con la mia volontà umana, un atto simile, affinché niente mettessi di mio, ma in tutto operasse il Divin Volere.
Erano le otto di sera e fuori del solito venne il Confessore, il quale pregato dalla Reverenda Madre Superiora s’impose per ubbidienza che io dovessi cedere e contentare la Superiora, resistetti alquanto perché pensavo che se il Signore lo avesse voluto nel mese d'Aprile, stagione più calda, allora ci avrei pensato. Ma il Confessore tanto insistette che io dovetti cedere. Onde verso le nove e mezza di sera, fui portata in questa casa vicino al mio Prigioniero Gesù.
Ecco la piccola storia per cui mi trovo nella Casa della Divina Volontà.
Ora riprendo il mio dire, la notte rimasi sola col mio Sacramentato Gesù, i miei occhi erano fissi alla porticina del Tabernacolo, la lampada col suo tremolio continuo mi sembrava a volte che volesse spegnersi, ma poi si ravvivava ed io avevo un sussulto al cuore, temendo che Gesù potesse rimanere al buio. Ed il mio sempre amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha stretta fra le sue braccia e mi ha detto:
"Figlia mia, non temere perché la lampada non si spegne e se si spegnesse avrei te, lampada viva, lampada che col tuo tremolio, più che col tremolio della lampada eucaristica mi dici “ti amo, ti amo, ti amo”. Oh come è bello il tremolio, del tuo ti amo! Il tuo tremolio mi dice amore ed unendosi con la mia Volontà, forma di due volontà una sola. Oh, com'è bella la tua lampada ed il tremolio del tuo ti amo, non c'è da paragonarsi alla lampada che arde innanzi al mio Tabernacolo d'amore. Molto più che stando in te la mia Divina Volontà, tu formi il tremolio del tuo ti amo nel centro del Sole del mio Fiat ed io vedo e sento che non una lampada, ma un Sole mi brucia davanti. Sii la benvenuta, la mia prigioniera, sei venuta a far compagnia al tuo Prigioniero. Siamo tutti e due in prigione, tu nel letto ed io nel Tabernacolo, è giusto che siamo vicini, molto più che uno è lo scopo che ci tiene in prigione, la Volontà Divina, l'amore, le anime. Come mi sarà gradita la compagnia della mia prigioniera! Ci intenderemo per preparare il regno del mio Fiat Supremo. Ma sappi, figlia mia, che il mio amore ti ha prevenuto, io mi son messo per primo prigioniero in questa Custodia, per aspettare la mia prigioniera e la tua dolce compagnia. Vedi dunque come il mio amore è stato il primo a correre verso di te. Come ti ho amato e ti amo, dopo tanti secoli di prigionia in questo Tabernacolo, non ho avuto mai una prigioniera che mi facesse compagnia, che mi stesse vicina, vicina, sono stato sempre solo, o al più in compagnia di anime non prigioniere, in cui non vedevo le mie stesse catene, ora finalmente è giunto il tempo d'aver una prigioniera, per tenerla continuamente vicina sotto i miei sguardi sacramentali, una creatura che solo le catene della mia Volontà Divina tengono prigioniera. Compagnia più dolce e più gradita non avrei potuto avere. Quindi mentre saremo insieme in prigione, ci occuperemo del regno del Fiat Divino, lavoreremo insieme e ci sacrificheremo per farlo conoscere alle creature."
10 Ottobre 1928
Quarant'anni e più d'esilio, virtù e forza d'un sacrificio prolungato; raccolta di materiali per ordinarli. Felicità di Gesù nel benedire la sua piccola figlia prigioniera, baci nel Voler Divino. Decisione dei Sacerdoti per preparare gli scritti per la stampa. Grazie sorprendenti che darà Gesù ai Sacerdoti.
La mia vita si svolge innanzi al mio Sacramentato Gesù ed oh quanti pensieri si affollano nella mia mente! Pensavo tra me: dopo quarant'anni e mesi che non avevo visto il Tabernacolo, che non mi era stato dato di stare innanzi alla sua adorabile presenza Sacramentale, quarant'anni non solo di prigione, ma d'esilio e dopo sì lungo esilio, finalmente son ritornata, sebbene prigioniera ma non più esiliata, come in Patria, vicino al mio Sacramentato Gesù e non una volta al giorno come facevo prima che Gesù mi facesse prigioniera, ma sempre, sempre. Il mio povero cuore anche se l'ho nel petto, si sente struggere di fronte a tanto amore di Gesù. Ma mentre pensavo ciò ed altro il mio Sommo Bene Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, credi tu che sia a caso l'averti tenuta prigioniera per quarant'anni e più, senza un grande mio disegno? No! No! il numero quaranta è stato sempre significativo e preparativo per opere grandi. Per quarant'anni gli ebrei camminarono nel deserto senza poter raggiungere la terra promessa, Patria loro, ma dopo quarant'anni di sacrifici ebbero il bene di prenderne il possesso, ma quanti miracoli, quante grazie fino a nutrirli con manna Celeste in tal tempo; un sacrificio prolungato ha virtù e forza d'ottenere cose grandi da Dio. Io stesso nella mia vita quaggiù volli stare quaranta giorni nel deserto appartato da tutti, perfino dalla mia Mamma, per uscire in pubblico ad annunziare il Vangelo che doveva formare la vita della mia Chiesa, cioè il regno della Redenzione, per quaranta giorni volli rimanere risorto per confermare la mia resurrezione e mettere il suggello a tutti i beni della Redenzione. Così ho voluto per te figlia mia, per manifestare il regno della mia Divina Volontà ho voluto quarant'anni di sacrifici, ma quante grazie non ti ho fatto! Quante manifestazioni! Posso dire che in questa prolissità di tempo ho messo in te tutto il capitale del regno del mio Volere e tutto ciò che è necessario per farlo comprendere alle creature. Sicché la tua lunga prigionia è stata l'arma continua, sempre in atto di combattere con il tuo stesso Creatore, per farti manifestare il regno mio.
Ora tu devi sapere che tutto ciò che ho manifestato all'anima tua, le grazie che ti ho fatto, le tante verità che hai scritto sulla mia Divina Volontà, le tue pene e tutto ciò che hai fatto, non è stato altro che una raccolta di materiali per edificare ed ora è necessario ordinarli e metterli tutto in assesto. E come non ti ho lasciata sola nel raccogliere le cose necessarie che devono servire al regno mio, sono stato sempre con te, così non ti lascerò sola, per metterle in ordine e far vedere il grande edificio che per tanti anni ho preparato insieme a te, perciò il nostro sacrificio e lavoro non è finito. Dobbiamo andare avanti fino ad opera compiuta."
Stando vicino al mio Sacramentato Gesù, ogni mattina si fa la benedizione col Santissimo, onde mentre pregavo il mio dolce Gesù che mi benedicesse, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, di tutto cuore ti benedico, anzi benedico la mia stessa Volontà in te, benedico i tuoi pensieri, respiri e palpiti, affinché pensi sempre al mio Volere, lo respiri continuamente e solo la mia Volontà sia il tuo palpito e per amor tuo benedico tutte le umane volontà, affinché si dispongano a ricevere la vita del mio Eterno Volere. Figlia mia carissima, se tu sapessi com'è dolce, come mi sento felice di benedire la piccola figlia del mio Volere. Il mio Cuore gioisce nel benedire colei che possiede l'origine, la vita del nostro Fiat, che porterà l'inizio, il principio del regno della mia Divina Volontà. E mentre ti benedico verso in te la rugiada benefica della luce del mio Volere Divino che, brillantandoti tutta, ti farà comparire più bella ai miei sguardi sacramentali ed Io mi sentirò più felice in questa custodia, di guardare la piccola figlia mia prigioniera, investita e legata dalle dolci catene della mia Volontà. Ed ogni volta che ti benedirò farò crescere la vita del mio Volere Divino in te. Com'è bella la compagnia di chi fa la mia Divina Volontà, essa porta nel fondo dell'anima l'eco di tutto ciò che faccio in quest'Ostia santa ed io non mi sento solo negli atti miei, sento chi prega insieme con me ed unendosi insieme le nostre suppliche, i nostri sospiri, chiediamo una sol cosa, che la Divina Volontà sia conosciuta e che venga presto il suo regno."
Dunque la mia vita si svolge vicino al mio Prigioniero Gesù, e ogniqualvolta si apre la porta della cappella, il che succede spesso, mando tre baci, oppure cinque al mio Sacramentato Gesù, oppure una piccola visitina e Lui, muovendosi nel mio interno, mi dice:
"Figlia mia, come mi son graditi i tuoi baci, sento baciarmi da te coi baci del mio stesso Volere, sento scoccarmi sulle mie labbra, sul mio volto, nel(le) mie mani e nel mio cuore i mie stessi baci divini, tutto è divino nell'anima dove regna la mia Divina Volontà ed io sento negli atti tuoi il mio amore che mi refrigera, la freschezza, la soavità della mia stessa Volontà Divina che mi abbraccia, mi bacia e mi ama. Oh come mi è gradita la mia Divina Volontà operante nella creatura! Sento che bilocandomi in lei mi ridà e sfiora innanzi a me tutta la bellezza e la santità degli atti miei. Perciò sospiro tanto che la mia Volontà sia conosciuta per poter trovare nelle creature tutti i miei atti divini e degni di me."
Ora passo a dire che pare che il mio dolce Gesù mi aspettasse qui in questa casa, vicino al suo Tabernacolo d'amore, per far sì che i Sacerdoti si decidessero a preparare gli scritti per la pubblicazione. E mentre si consigliavano tra loro sul come fare, leggevano i novi eccessi d’amore che Gesù ebbe nell'incarnazione e che sono narrati nel 1º Volumetto dei miei scritti. Ora mentre leggevano, Gesù nel mio interno tendeva le orecchie per ascoltare e mi sembrava che facesse lo stesso Gesù nel Tabernacolo. In ogni parola che sentiva, il suo Cuore batteva più forte ed in ogni eccesso del suo amore aveva un sussulto ancora più forte, come se la forza del suo amore gli facesse ripetere tutti que(gl)i eccessi che ebbe nell'incarnazione e, come se non potesse contenere le sue fiamme, mi ha detto:
"Figlia mia, tutto ciò che ti ho detto, tanto sulla mia incarnazione quanto sulla mia Divina Volontà ed altro, non è stato altro che lo sfogo del mio amore contenuto, ma dopo aver sfogato con te, il mio amore continuò a restare represso, perché voleva alzare più in alto le sue fiamme, per investire tutti i cuori e far conoscere ciò che ho fatto e voglio fare per le creature. E siccome tutto ciò che ti ho detto giace nel nascondimento, io sento un incubo sul mio Cuore che mi comprime ed impedisce che le mie fiamme s’innalzino e facciano la loro via. Perciò come sentivo leggere e prendere la decisione d'occuparsi per pubblicare gli scritti, mi sentivo togliere l'incubo e sollevare il peso che comprimono le fiamme del mio cuore, perciò batteva più forte e sussultavo e facevo sentire a te la ripetizione di tutti quegli eccessi d'amore, molto più che io ripeto sempre ciò che faccio una volta, il mio amore represso è una pena per me delle più grandi, che mi rende taciturno e mesto, perché non avendo vita le mie prime fiamme, non posso mettere fuori le altre che mi divorano e mi consumano. E perciò a quei Sacerdoti che si vogliono occupare di togliermi questo incubo col far conoscere i tanti miei segreti pubblicandoli, io darò loro tanta grazia sorprendente, forza per farlo e luce per far conoscere loro per prima, ciò che faranno conoscere agli altri. Io starò in mezzo a loro e guiderò il tutto."
Ora mi pare che ogniqualvolta i Rev. Sacerdoti si occupano di rivedere gli scritti per prepararli, il mio dolce Gesù si mette sull'attenti, per vedere quello che fanno e come lo fanno. Io non faccio altro che ammirare la bontà, l'amore del mio amato Gesù, che mentre si mette sull'attenti nel mio cuore, fa eco nel Tabernacolo e in quella custodia fa ciò che fa nel mio cuore. Io resto tutta confusa nel veder ciò e lo ringrazio con tutto il cuore..."
17 Ottobre 1928
Come ogni verità del Fiat possiede un incanto sul voler umano, guerra del Fiat. Analogia tra il concepimento di Gesù e l'Eucaristia e tra il Prigioniero e la prigioniera.
La mia povera mente si perdeva nel Voler Divino, sentivo tutte le verità dettami dal mio Sommo Bene Gesù, come tanti Soli che investendo il mio piccolo umano volere, rapito da tanta varietà di luce, non sentiva più voglia d'agire. Ed il mio Sommo Bene Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, ogni verità che ho manifestato sulla mia Divina Volontà non solo è una vita Divina che ho messo fuori di me, ma possiede un dolce incanto, per incantare l'umano volere, il quale incantato dal mio, si sentirà sotto l'incanto d'una inoperosità e darà il campo libero all'azione della mia Divina Volontà. Sicché ogni verità sulla mia Divina Volontà sarà un esercito agguerrito contro l'umano volere. Ma sai tu di che cosa sarà agguerrito? Di luce, di forza, d'amore, di bellezza, di santità, per guerreggiare per mezzo di tutte queste armi l'umana volontà; essa di fronte a queste armi, subirà un dolce incanto e si farà vincere dal Fiat Divino. Quindi ogni verità in più su di Esso è un incanto maggiore che subirà l'umano volere. Si può dire che tutte le verità che ti ho detto sulla mia Divina Volontà sono tante vie per farsi strada nell'umana volontà, vie che prima prepareranno e poi formeranno il mio regno in mezzo alle creature.
Ora come ogni verità possiede un incanto, così ogni atto fatto dalla creatura nella mia Volontà, è un incontro che si fa col mio Volere per ricevere tutta la forza di questo incanto Divino. Onde quanti più atti la creatura fa di mia Volontà, tanto terreno umano perde ed acquista il Divino. E se si tuffa tutta in Essa le resterà di ricordarsi solo che ha un volere, ma che lo tiene a riposo ed incantato dalla Divina Volontà."
Dopo di ciò seguivo i miei atti nel Fiat Divino e seguendo gli atti suoi, stavo accompagnando il concepimento di Gesù nel seno Materno e Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, quanta analogia c'è tra il concepimento che feci nel seno Materno e quello che faccio in ogni Ostia consacrata. Vedi, dal Cielo scesi per essere concepito nel seno della Mamma Celeste, dal Cielo scendo per restare consacrato, nascosto dentro i veli delle specie del pane. Al buio, immobile restai nel seno materno, al buio, immobile e più impiccolito resto in ogni Ostia. Guardami, son qui nascosto in questo Tabernacolo, prego, piango e non faccio sentire neppure il mio respiro, nei veli Sacramentali la mia stessa Divina Volontà mi tiene come morto, annientato, ristretto, compresso, mentre son vivo e do vita a tutti. Oh abisso del mio amore, quanto sei immensurabile! Nel seno materno ero gravato dal peso di tutte le anime e di tutti i peccati. Qui in ogni Ostia, per quanto piccola, sento il peso enorme del fardello dei peccati di ciascuna creatura. E mentre mi sento schiacciato sotto l'enormità di tante colpe, non mi stanco, perché il vero amore non stanca mai e vuol vincere coi sacrifici più grandi, vuole esporre la sua vita per chi ama, perciò continuo la mia vita dacché fui concepito finché morii in ogni vita Sacramentale.
Ora voglio dirti il gradimento che sento, perché ti tengo vicino al mio Tabernacolo, sotto i miei sguardi Sacramentali e l'analogia che c'è tra me e te. Vedi, io sto qui nascosto sotto l'impero della mia Volontà Divina. Ah è proprio Essa, è la sua potenza che contiene il prodigio di nascondermi in ogni Ostia con la consacrazione. Tu stai nel tuo letto, solo per impero del mio Fiat, non sono i mali corporali che ti tengono inceppata, no, ma solo la mia Volontà che così vuole e che, formando di te un velo, nasconde me e mi forma un'ostia viva, un tabernacolo vivente. Io qui in questo Tabernacolo prego continuamente, ma sai qual è la mia prima preghiera? Che la mia Volontà sia conosciuta, che il suo impero che mi tiene nascosto imperi su tutte le creature e vi regni e domini, perché allora la mia vita Sacramentale avrà il suo frutto completo, il compimento dei tanti sacrifici, il ripristino della mia vita nella creatura, quando la mia (Volontà) sarà conosciuta e vi formerà il suo regno. E sto qui nascosto e faccio tanti sacrifici per aspettare il trionfo, il regno della mia Divina Volontà. Anche tu preghi e, facendo eco alla mia preghiera, sento il tuo continuo dire, col mettere in moto tutti gli atti miei, tutte le cose create ed a nome di tutti e di tutto, mi chiedi che la mia Volontà sia conosciuta e vi formi il suo regno; l'eco tuo ed il mio formano uno solo ed una sola cosa chiediamo: che tutto ritorni nell'Eterno Fiat, che le siano restituiti i suoi giusti diritti. Vedi dunque quanta analogia c'è tra me e te, ma la più bella è quella che voglio io e vuoi tu, siamo tutti e due sacrificati per una causa sì santa, perciò la tua compagnia mi è dolce ed in tante pene che soffro mi rende felice."
25 Ottobre 1928
L'anima che vive nel Fiat fa sorgere e mette in campo tutte le opere divine. Esempio. La benvenuta del Padre Celeste.
Sento la mia piccola e povera mente, come fissata nel Fiat Divino, sento tutta la forza del dolce incanto della luce delle sue verità, le incantevoli scene di tutti i prodigi e la varietà di bellezze che Esso contiene ed anche se volessi pensare ad altro, mi manca il tempo di farlo, perché il mare del Voler Divino mormora sempre ed il suo mormorio assorda, ammutolisce tutte le altre cose e mi tiene tuffata nel suo mare per mormorare insieme con lui. Oh! Potenza! oh! dolce incanto dell'Eterno Volere! Quanto sei ammirabile ed amabile! Onde vorrei che tutti mormorassero insieme con me e pregavo la Sovrana Regina che mi desse il mormorio del suo amore, dei suoi baci per ridarli a Gesù, perché avevo fatto la Comunione e sentivo che per compiacere Gesù, volevo dargli i baci della Mamma sua. Ed il mio sempre amabile Gesù, muovendosi e facendosi sentire nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, tutto ciò che fece la Regina del Cielo sta tutto in quel Fiat Divino in cui ebbe la gloria, l'onore di possederlo, si può dire che tutti i suoi atti sono coinvolti nel mare interminabile del Voler Divino e nuotano in Esso, come nuotano i pesci nel mare. L'anima che vive in Esso, fa sorgere non solo tutti gli atti della mia Mamma Celeste, ma fa sorgere di nuovo e mette in campo tutte le opere del suo Creatore. Solo chi vive nel mio Volere può sedersi alla mensa divina, può aprire tutti i suoi tesori, può entrare nel sacrario dei più intimi segreti dei nascondigli divini e da patrona prende e ridà tutto al suo Creatore. Ed oh quante cose mette in moto! Lei fa sorgere e mette in attitudine tutte le opere divine ed ora fa una musica Divina, ora fa una scena delle più belle e commovente, ora mette in moto tutto il suo amore e facendolo risorgere forma una scena incantevole tutta d'amore al suo Creatore. Sicché essa è la rinnovatrice di tutte le gioie e le felicità al suo Creatore. Vedi come tu volevi darmi i baci della Mamma Regina, li hai messi in moto e sono corsi a baciarmi. Per chi vive nella mia Divina Volontà succede come ad una persona che entra in un palazzo reale, il re che lo abita tiene concerti musicali, oggetti per formare le scene più belle, opere d'arte di svariata bellezza, ora la persona che entra si siede al concerto musicale e suona, il re, allettato dal suono, corre e va a sentire la suonata, quindi quella persona vedendo che il re gode, passa e mette in moto gli oggetti e mette in campo la scena, il re resta rapito e anche se sa che sono cose sue, si rende conto che quella persona li ha messi in moto per fargli piacere. Tale è per chi vive nel mio Fiat Divino, entra nel palazzo regio del suo Padre Celeste e, trovando tante svariate bellezze, le mette tutte in moto, per far gioire, felicitare, amare Colui che le ha messe dentro. E siccome non c'è bene che non possieda il mio eterno Volere, così non c'è gioia, amore, gloria che l'anima non possa dare al suo Creatore ed oh come ci è gradito vedere questa fortunata creatura nel nostro regio palazzo del nostro Voler Divino che tutto vuol prendere, tutto vuol mettere in moto, vuol toccare tutto, pare che non sia contenta se non prende tutto per darci tutto, farci le feste e rinnovarci le nostre gioie e felicità. E noi, nel vederla, le diamo il benvenuto e noi stessi le diciamo: figlia carissima, presto, presto facci una sonatina divina, ripetici una scena commovente d'amore, rinnovaci la nostra felicità. Ed essa ora ci rinnova le gioie della Creazione, ora quelle della Sovrana Regina, ora quelle della Redenzione. E finisce sempre col suo e nostro gradito ritornello: il tuo Volere sia conosciuto e regni come in Cielo così in terra."
28 Ottobre 1928
Come tutto ciò che è stato fatto da Dio, non è stato preso dalla creatura. Lavori di Gesù. La festa di Cristo Re preludio del regno della Divina Volontà.
Stavo seguendo il mio giro nel Voler Divino per seguire tutti i suoi atti ed il mio dolce Gesù, facendosi sentire nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, tutto ciò che è stato fatto dalla nostra Divinità tanto nella Creazione, quanto nella Redenzione e nella Santificazione, non è stato tutto assorbito dalla creatura, ma tutte le cose stanno nella mia Divina Volontà in attesa per darsi alle creature. Se tu potessi vedere tutto nel mio Fiat Divino, troveresti un esercito d'atti nostri uscito da noi, per darli alle creature; ma siccome non regna il nostro Volere non hanno né spazio dove metterli, né capacità di riceverli. E questa milizia divina, sta per ben venti secoli aspettando che si metta in ufficio d'esercizio, per portare alle creature i doni, gli abbigliamenti, le gioie e le armi divine che ciascun atto nostro possiede, per fare insieme con loro un solo esercito Divino, una milizia Celeste. Ora per fare che il regno del nostro Volere Divino regni in mezzo alle creature, è necessario che la creatura assorba in sé tutti questi atti della mia Divinità fatti per amor loro. E’ necessario che l'assorba tanto in se stessa da rinchiudere in sé tutto ciò che possiede il mio Fiat, inviscerandolo e consumandolo in se stessa. Sicché la mia Divina Volontà, consumata nella creatura, farà rientrare in essa tutto questo esercito Divino, tutti gli atti nostri usciti da noi per amor loro nella Creazione, nella Redenzione e nella Santificazione rientreranno nelle creature e la mia Divina Volontà rientrata e consumata in loro, si sentirà trionfante e regnerà dominante insieme col nostro esercito divino. Perciò io non faccio altro in te che farti sorseggiare continuamente tutto ciò che fu fatto da noi e si fa nella Creazione, nella Redenzione e nella Santificazione, per poter dire di nuovo come dissi sulla croce: tutto ho consumato, non ho altro da fare per redimere l'uomo. Così ripeterà la mia Volontà: ho consumato tutto in questa creatura, in modo che tutti gli atti nostri, sono stati racchiusi in lei, non ho altro da aggiungere, tutto ho consumato perché l'uomo fosse ripristinato ed il regno della mia Divina Volontà avesse la sua vita ed il suo regime come in Cielo così in terra.
Oh se tu sapessi quanti lavori sto facendo nel fondo dell'anima tua per formare questo primo regno alla mia Divina Volontà! Perché quando avrò fatto il primo, da una passerà all'altra, in modo che il mio regno sarà popolato più di tutti gli altri. Perciò è tanto il mio amore nel formare questo regno mio, che voglio racchiudere nell'anima dove deve regnare il mio Divin Volere tutto ciò che io stesso feci nella Redenzione, quello che fece la Sovrana Regina e tutto quello che fecero e fanno tutti i Santi, nulla deve mancare in lei di tutte le opere nostre e, per far ciò, metto in moto tutta la nostra potenza, Sapienza ed Amore."
Dopo di ciò stavo pensando alla festa di oggi, cioè la festa di Cristo Re ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, la Chiesa non fa altro che intuire ciò che deve conoscere sulla mia Divina Volontà e come deve venire il suo regno. Perciò questa festa è il preludio del regno del mio Fiat Divino. Quindi la Chiesa non sta facendo altro che onorare la mia Umanità con quei titoli che, di giustizia, mi sono dovuti e quando mi avrà dato tutti gli onori che mi convengono, passerà ad onorare ed a istituire la festa al regno della mia Divina Volontà, della quale la mia Umanità era animata. La Chiesa va passo passo ed ora istituisce la festa al mio Cuore, ora consacra con tutta solennità il secolo al Cristo Redentore ed ora passa con più solennità ad istituire la festa al Cristo Re. Cristo Re significa che deve avere il suo regno, deve avere popoli degni d'un tal Re e chi mai potrà formarmi questo regno se non la mia Volontà? Allora sicuramente potrò dire: ho il mio popolo, il mio Fiat me l'ha formato. Oh se i Capi della Chiesa conoscessero ciò che ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà, quello che voglio fare, i suoi grandi prodigi, le mie ansie, i miei palpiti dolenti, i miei sospiri angosciosi perché voglio che la mia Volontà regni, che feliciti tutti, ripristini l'umana famiglia in questa festa di Cristo Re, non sentirebbero altro che l'eco segreto del mio Cuore, che fa eco nel loro, per richiamare la loro attenzione e riflessione ma senza saperlo mi istituiscono la festa di Cristo Re. Cristo Re ed il suo vero popolo dove è? Se conoscessero ciò che ti ho manifestato direbbero: affrettiamoci a far conoscere la sua Volontà Divina, facciamola regnare affinché diamo il popolo al Cristo che abbiamo chiamato Re, altrimenti lo avremo onorato col nome, ma non coi fatti."
4 Novembre 1928
La verità è luce che parte da Dio e si fissa nella creatura. Benedizione di Gesù.
La mia povera intelligenza si sente come rapita dalla luce del Fiat Divino, ma questa luce non porta solo calore e luce, ma è portatrice di vita, la quale, accentrandosi nell'anima, vi forma luce e calore e dal centro rinasce la vita Divina. Com'è bello vedere che la luce dell'Eterno Volere, ha virtù di far rinascere nel cuore della creatura la vita del suo Creatore e, tante volte per quante volte questa Divina Volontà si abbassa a far conoscere alla creatura altre sue manifestazioni che le appartengono.
Quindi mentre la mia mente si perdeva in questa luce, il mio dolce Gesù muovendosi in questa luce nella quale pareva che stesse come inabissato, mi ha detto:
"Figlia mia, per quante verità ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà tante luci si sono sprigionate dal nostro seno divino e si sono fissate in te, ma senza distaccarsi dal centro del tuo Creatore, perché la luce è inseparabile da Dio, si comunica, si fissa nella creatura e non perde mai il suo centro donde uscì. Com'è bello vedere la creatura fissata da tutte queste luci che hanno virtù di far risorgere in essa Colui che l'ha creata e tante volte per quante verità le vengono manifestate! E siccome le cose che ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà sono verità innumerevoli, tante che tu stessa non puoi numerarle tutte, tante luci, ossia tanti raggi luminosi sono fissati in te che scendono da Dio, ma senza distaccarsi dal suo seno Divino. Queste luci formano il più bell'ornamento in te ed il dono più grande che potevi ricevere da Dio, perché essendo queste verità fissate in te ti danno il diritto sulle proprietà divine e tanti diritti per quante verità ti ha manifestato. Tu non puoi comprendere la grande dote con cui sei stata dotata da Dio, con queste verità che, come tante luci, sono fissate nell'anima tua. Tutto il Cielo è meravigliato nel vedere tante luci in te tutte pregne di tante vite divine. E come tu le comunichi alle altre creature, questa luce serpeggia, si fissa negli altri cuori, ma senza lasciar te e forma la vita divina là dove giunge. Figlia mia, che tesoro grande ti è stato affidato con tante verità che ti ho detto sulla mia Divina Volontà, tesoro che ha la sua sorgente nel suo seno Divino, che darà sempre luce senza mai cessare. Più che Sole sono le mie verità, il quale dà luce alla terra, la investe, la fissa e, col fissarla, partorisce sulla sua faccia ed a ciascuna cosa, gli effetti ed i beni che contiene la sua luce, ma, geloso, non distacca la luce dal suo centro, tanto è vero che come passa ad illuminare le altre regioni, la terra resta al buio. Invece il Sole delle mie verità mentre non si distacca dal suo centro, fissandosi nell'anima vi forma la sua gioia perenne..."
Dopo di ciò è stata data la benedizione col Santissimo Sacramento ed io l’ho pregato di cuore che mi benedicesse e Gesù, muovendosi nel mio interno e facendo eco a ciò che faceva Gesù in Sacramento, ha alzato la sua mano benedetta in atto di benedirmi e mi ha detto:
"Figlia mia, ti benedico il cuore e suggello la mia Divina Volontà in esso, affinché palpiti in tutti i cuori il tuo palpito unito con la mia Divina Volontà, affinché richiami tutti i cuori ad amarla. Benedico i tuoi pensieri e suggello la mia Divina Volontà in essi, affinché chiami tutte le intelligenze a conoscerla. Ti benedico la bocca, affinché scorra la mia Divina Volontà nella tua voce e richiami tutte le voci umane a parlare del mio Fiat. Tutta ti benedico figlia mia, affinché il mio Voler Divino chiami tutto in te ed a tutti tu corra per farlo conoscere. Oh! come mi sento più felice nell'operare, pregare, benedire, chi fa regnare il mio Volere; in quest'anima trovo la Vita, la luce, la compagnia e tutto ciò che io faccio subito sorge e vedo gli effetti degli atti miei e non sono solo se prego, se opero, ma ho la compagnia di chi lavora insieme con me. Invece in questa prigione Sacramentale, gli accidenti dell'ostia sono muti, non mi dicono una parola, faccio tutto da solo, non sento un sospiro che si unisca al mio, né un palpito che mi ami, anzi è un freddo di sepolcro per me che non solo mi tiene in prigione, ma mi seppellisce ed io non ho a chi dire una parola né a chi fare uno sfogo, perché l'Ostia non parla, sono sempre in silenzio e, con una pazienza Divina, aspetto che i cuori mi ricevano per rompere il mio silenzio e godere un poco di compagnia. E nell'anima in cui trovo la mia Divina Volontà mi sento rimpatriare nella mia Patria Celeste..."
10 Novembre 1928
Chi vive nel Voler Divino ha il suo mare e racchiudendo tutto, come prega mormora Cielo, Sole e stelle. Benedizione di Gesù; gara e festa di tutti nel benedire la piccola figlia della Divina Volontà.
Dopo aver passato vari giorni di privazione del mio dolce Gesù, il mio povero cuore non ne poteva più, me lo sentivo disfatto e ricordavo al vivo le sue tante visite, la sua amabile presenza, la sua bellezza rapitrice, la soavità della sua voce, le tante sue belle lezioni erano tanti ricordi che mi ferivano, mi disfacevano e mi facevano sospirare la mia Patria Celeste, stanca come povera pellegrina del mio lungo cammino. E dicevo tra me: “tutto è finito, non sento altro che un profondo silenzio, un mare immenso che devo percorrere senza mai fermarmi, per chiedere ovunque e dappertutto il regno della Divina Volontà”; e, stanca, mi son messa a fare il mio solito giro per seguire gli atti suoi. Ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha stretta fra le sue braccia per darmi la forza e mi ha detto:
"Figlia mia, come il mare mormora continuamente così sento in te il mare del mio Fiat Divino e tu, con la tua preghiera, formi il tuo continuo mormorio nel mare di Esso e mentre mormori ora racchiudi il Sole e mormori luce, ora racchiudi il Cielo e come mormori racchiudi le stelle, ora racchiudi il vento e mormori gemiti e grida d'amore, ora racchiudi la terra e mormori fiori. Sicché nel tuo mormorio ora fai scorrere luce, ora Cielo, ora stelle, ora vento e scorrono lamenti d'amore, gemiti inenarrabili di cuor ferito e grida di deliri d'amore non appagato ed ora scorrono tutte le fioriture da me create. Oh com'è bello il mio ed il tuo mare! Oh come resta dietro il mare della terra, perché esso mormora ma non racchiude nel suo mormorio il Cielo, il Sole, il vento e tutto, ma solo i pesci, invece il mare del mio Volere ed il mormorio della tua preghiera in Esso racchiudono tutte le opere mie, perché la mia Volontà Divina, tiene tutto in sé, il Cielo, il Sole, le stelle, il mare ed altro come nel suo proprio pugno e, mormorando con la tua preghiera in Essa le trovi tutte. E come il mare oltre al suo mormorio continuo, fa le sue onde altissime, così tu nel mare del mio Voler Divino oltre al mormorio continuo della tua preghiera, quando accentri maggiormente le tue ansie, i tuoi sospiri, che vuoi il regno della mia Divina Volontà, formi le onde altissime di luce, di stelle, di gemiti e di fiori. Come son belle queste onde ed io da questo Tabernacolo sento il tuo mormorio, il fragore delle tue onde, che vengono a scaricarsi nel mio mare e siccome qui, nel Tabernacolo, ho il mio mare dove mormoro continuamente con le mie preghiere, sentendomi venire le tue onde, unisco il tuo mare ed il mio che già è un solo e vengo a mormorare insieme con te, in questo Tabernacolo non mi sento più solo, ho la mia gradita compagnia e mormoriamo insieme e nel nostro mormorio si sente: Fiat! Fiat! Fiat! sia Esso conosciuto, sia ripristinato il suo regno sulla terra. Figlia mia, chi vive nel mio Volere, col pregare in Esso, trasporta il Cielo alla terra e la terra al Cielo. Perciò è il nostro vero e totale trionfo, la vittoria nostra, le nostre conquiste Divine. Quindi sii attenta e fedele a me."
Dopo di ciò è stata data la benedizione col Santissimo Sacramento, cui ho il bene in questi ultimi periodi della mia vita quaggiù, spero quanto prima di finire questo mio lungo esilio e di riceverla tutti i giorni. Ed il mio amabile Gesù nell'atto in cui veniva fatta la benedizione, si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, ti benedico, ma non son contento di benedirti io solo, anzi chiamo tutti insieme con me, il Padre e lo Spirito Santo, tutta la corte Celeste, affinché benedicano insieme con me la piccola figlia del mio Voler Divino. Dove regna la mia Volontà, Cieli e terra, tutti sentono una forza potente di unirsi con me e di fare ciò che faccio, per accentrare su di lei tutti i beni che la mia Divina Volontà contiene. Perciò come vedono che io ti benedico, tutti si mettono all'opera per benedirti. Perciò nel Cielo succede una gara, una specie di festa nel benedire colei in cui regna il mio Volere. Ed io per rendere più solenne la benedizione chiamo tutte le cose create, affinché nessuno si metta da parte, ma tutti benedicano la figlia mia. Onde chiamo il Sole a benedirti affinché la luce che Esso ti dà, te la dia benedicendoti. Chiamo l'acqua a benedirti affinché come la bevi ti benedica. Chiamo il vento affinché come soffia ti soffi benedicendoti. Insomma tutti chiamo e, mentre ti benedicono, trovando in te la mia Divina Volontà, si sentono ribenedire dalla Volontà del loro Creatore che è dentro di te. La forza del mio Voler Divino chiama tutti, unisce tutta la Celeste famiglia e dà la festa a tutti, quando deve operare sull’anima dove risiede e domina. Perciò in questa mia prigione Sacramentale, tenendo la mia prigioniera vicina, sento venirmi le gioie che può darmi la mia Divina Volontà nel cuore della piccola figlia nostra. Quindi i miei tanti dolori vengono interrotti, quando devo benedirti, quando scendo Sacramentato nel tuo cuore, quando da questo Tabernacolo mi sento da te guardato ed io ti ricambio i miei sguardi, pensando che devo fare o dare qualcosa alla nostra piccola neonata del nostro Volere, metto tutto da parte, anche i miei stessi dolori e faccio festa. Perché la mia Volontà Divina possiede gioie senza numero e festa perenne. Perciò voglio che anche tu gioisca insieme con me e, facendo eco alla mia benedizione, voglio che tu mi benedica nel Sole, nell'acqua, nel vento, nell'aria che respiri, nel palpito che ti batte nel cuore ed io sentirò in tutte le cose create che tu mi benedici."
14 Novembre 1928
Come la creatura possiede l'unità umana; chi vive nel Voler Divino possiede l'unità Divina. Chi fa la Divina Volontà si rende Madre.
Mi sento tutta abbandonata nel Santo Voler Divino e nonostante le privazioni di Gesù, la mia povera mente è presa da una forza irresistibile di seguirne i suoi atti. Credo che sia la stessa Divina Volontà che avendo soggiogato la mia, fa il suo corso richiamando tutti gli atti suoi, come se in atto li stesse facendo ed io, seguendola nei suoi atti, pensavo ai primi tempi della Creazione, quando tutto era felicità nell'uomo perché stando lui nella Volontà del suo Creatore viveva nella sua Unità, nella quale tutto poteva ricevere e tutto poteva dare all'Ente Supremo, Unità significa tutto; ma mentre pensavo ciò, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, noi creammo l'uomo con la nostra somiglianza, perciò anche Lui possiede la sua unità umana. Perciò se parla, se opera, se cammina ed altro, compie atti che si possono chiamare gli effetti della sua unità, perché una è la sua volontà, uno il suo capo dal quale tutti i suoi atti dipendono. Quindi si può dire che è la forza dell'unità della sua volontà, che parla, che opera, che cammina come effetti di essa, se l'uomo non avesse questa unità, tutti i suoi atti starebbero in contraddizione fra loro. Succede come al Sole, dall'altezza della sua sfera uno è il suo atto di luce e siccome possiede l'unità della luce datogli dal suo Creatore mentre compie un atto solo, i suoi effetti di luce sono innumerevoli. Ora per chi fa e vive nella mia Divina Volontà cessa l'umano volere, la sua vita finisce né ha più ragione d'esistere, perché comincia la vita dell'unità della mia e, siccome la mia è un atto solo e tutte le cose che ha creato o può fare, si possono chiamare gli effetti di quest'atto solo, quindi l'anima, vivendo in questa unità del mio Voler Divino come nel suo proprio centro, si trova in tutti gli effetti dell'atto solo di Essa. Ed oh com'è bello vedere questa felice creatura in tutti gli effetti che sa e può produrre la nostra Volontà! Lei corre nella luce del Sole come effetto del nostro Volere, nel Cielo, nel mare, nel vento, in tutto, corre come l'umana volontà corre in tutti gli atti umani e come la luce del Sole corre in tutti i suoi effetti, così l'anima corre nel Fiat in tutti gli effetti che Esso possiede e produce. Ecco perché il vivere nel nostro Volere è il prodigio più grande e se la nostra Divinità volesse farne un altro più grande, non potrebbe, né troverebbe un'altra cosa più grande, più prodigiosa, più potente, più bella, più felice del nostro Volere, da poter dare alla creatura, perché col dare la nostra Divina Volontà diamo tutto e la sua potenza fa l'eco nostro nel fondo dell'anima e ci forma le nostre immagini più belle e l'eco della piccolezza umana fa un solo atto col nostro, in modo che, unendosi al nostro primo atto, corre e si diffonde in tutti gli effetti che produce l'atto solo di Dio."
Dopo di ciò il mio amabile Gesù si è fatto vedere da piccolo bambinello il quale, gettandomi le braccia al collo, mi ha detto:
"Mamma mia, mamma mia; chi fa la mia Divina Volontà diventa madre, il mio Fiat Divino me l'abbellisce, la trasforma e la rende feconda, in modo da darle tutte le qualità per essere vera madre. Ed io mi vado formando questa madre coi riflessi del Sole del mio Voler Divino e mi glorio e prendo tanto gusto nel chiamarla “Mamma mia, mamma mia”. E non solo la scelgo per madre mia, ma chiamo tanti altri piccoli piccini e do la madre mia per Madre loro."
E mentre diceva ciò mi ha fatto vedere intorno a me tanti piccoli bimbi e bimbe ed il bambino Gesù ha detto loro: "Questa è la Madre mia e la mamma vostra." Quei piccini facevano feste e si stringevano tutti intorno a me insieme con Gesù e Gesù ha soggiunto:
"Questi piccini che tu vedi non sono altri che la prima schiera dei figli del mio Voler Divino, in Esso tutti saranno piccoli, perché la mia Divina Volontà ha virtù di conservarli freschi e belli, come sono usciti dalle nostre mani creatrici e siccome ha chiamato la tua piccolezza a vivere in Essa, è giusto che come prima sia la piccola mammina dei piccoli bambini."
20 Novembre 1928
Come chi vive nel Voler Divino sta in possesso del giorno perenne, non conosce la notte e si rende padrona di Dio medesimo.
Mi sentivo tutta inabissata nel Fiat Supremo e la mia povera mente si perdeva in tante verità sorprendenti alla mia piccola capacità. Tutte le manifestazioni che il mio dolce Gesù mi aveva detto sul suo Santo Volere, si schieravano nella povera anima mia, come tanti Soli di bellezza incantevole, uno distinto dall'altro, con la pienezza di ciascuna gioia e felicità che ogni verità possedeva e mentre questi Soli sembravano distinti, si formavano un solo. Che incanto, che bellezza rapitrice! Questi Soli assediavano la mia piccola intelligenza ed io nuotavo in questa luce interminabile e, con sorpresa, pensavo a tante cose sulla Divina Volontà. Ed il mio sempre amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, figlia carissima del mio Volere, chi è figlia di Esso sta in possesso del giorno perenne, che non conosce la notte. Tutto è luce per chi vive nel mio Volere, le sue proprietà sono luce, bellezza, gioia e felicità. E questo è nulla, noi col dare la nostra Volontà alla creatura, la rendiamo padrona di noi medesimi e ci mettiamo a sua disposizione. Le facciamo fare e vincere ciò che vuole, perché non è un volere umano che ci domina, no, ma il nostro stesso Volere, che si è bilocato nella creatura, perciò il suo fare, dire e vincere non viene guardato da noi come cosa a noi estranea, ma come cosa nostra e godiamo di farla dire, fare e vincere, molto più che essa vince noi e noi vinciamo essa. Quindi col dare la nostra Volontà alla creatura ed essa col riceverla come vita propria, apriamo una gara tra lei e noi, essa entra nel nostro campo Divino e da padrona domina e noi godiamo tanto nel vedere la sua piccolezza che contiene il nostro eterno Volere, dominatrice dei nostri beni e di noi stessi. Che cosa possiamo negare al nostro Volere? Nulla. Anzi ci dilettiamo di mettere fuori le nostre più intime gioie, i nostri segreti, le nostre Eterne Beatitudini per far dilettare la piccolezza della creatura dove Essa regna e, rendendola dominatrice di esse, ci trastulliamo ed apriamo il gioco tra lei e noi. Perciò cosa più grande non potevo dare all'uomo nel crearlo, qual è la nostra Volontà, perché solo con Essa lui poteva giungere dove voleva e fare ciò che voleva, fino a rendersi dominatore di ciò che a noi appartiene. Ciò non facemmo nel creare le altre cose, esse sono dominate da noi, né possono fare ciò che vogliono, i loro diritti sono limitati, perché nel creare l'uomo ci fu una foga più intensa d'amore ed in questa foga d'amore, il Tutto si fuse nel nulla ed il nulla ebbe la sua vita nel Tutto. E per tenerlo più sicuro gli demmo la nostra Divina Volontà per suo retaggio, affinché uno fosse il volere, comuni i beni, per quanto a creatura è capace e tanto l'amore dell'uno e dell'altro da farsi dominare a vicenda. Perciò la cosa più bella per noi, che più ci rapisce e ci glorifica è l'anima in cui regna il nostro Voler Divino, perché lei sola non ci fa dire al nostro amore “basta” nel dare, ma abbiamo sempre da dare, sempre da dire e, per godere di più, la rendiamo vincitrice di noi stessi. Quindi sii attenta figlia mia, se vuoi tutto fa’ che il nostro Volere regni in te."
2 Dicembre 1928
Il Tabernacolo Eucaristico ed il Tabernacolo della Divina Volontà.
Le privazioni di Gesù si fanno più a lungo e, vedendomi priva di Lui, non faccio altro che sospirare il Cielo. Oh! Cielo, quando mi aprirai le porte? Quando avrai di me pietà? Quando ritirerai la piccola esiliata nella Patria sua? Ah! sì! solo là non rimpiangerò più il mio Gesù! Qui se si fa vedere, mentre si crede di possederlo, come lampo ti sfugge e ti conviene fare la lunga tappa senza lui e senza Gesù tutte le cose si convertono in dolore, anche le stesse cose sante, le preghiere, i Sacramenti, sono martiri senza lui. Quindi pensavo tra me: a che pro Gesù ha permesso di farmi venire vicino al suo Tabernacolo d'amore? Per stare in muto silenzio? Anzi mi sembra che si sia nascosto di più, non mi dà più le sue lezioni sul Fiat Divino, mentre mi sembrava che avesse la sua cattedra nel fondo del mio interno e avesse sempre da dire. Ora non sento altro che un profondo silenzio, sento in me solo il mormorio continuo del mare di luce dell'Eterno Volere, che sempre mormora amore, adorazione, gloria ed abbraccia tutto e tutti. Ma mentre pensavo ciò, il mio dolce Gesù si è fatto appena vedere nel mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, coraggio, sono io nel fondo dell'anima tua che muovo le onde del mare di luce della mia Divina Volontà e mormoro sempre, sempre, per strappare dal mio Celeste Padre il regno della mia Volontà sulla terra e tu non fai altro che seguirmi e se tu non mi seguissi lo farei da solo, ma tu non Mi lascerei solo, poiché il mio stesso Fiat ti tiene inabissata in Esso. Ah! non sai tu, che sei il Tabernacolo della mia Divina Volontà? Quanti lavori non ho fatto in te, quante grazie non ti ho versato, per formarmi questo Tabernacolo, Tabernacolo potrei chiamarlo unico nel mondo, perché di Tabernacoli Eucaristici ne ho in buon numero. Ed in questo Tabernacolo del mio Fiat Divino non mi sento prigioniero, posseggo gli interminabili confini del mio Volere, non mi sento solo, ho chi mi farà perenne compagnia ed ora faccio il maestro e ti do le mie lezioni celesti, ora faccio i miei sfoghi d'amore e di dolore, ora festeggio fino a trastullarmi con te. Sicché se prego, se soffro, se piango e se festeggio non sono mai solo, ho la piccola figlia del mio Voler Divino insieme con me e poi ho il grande onore e la conquista più bella che più mi piace, qual è una volontà umana tutta sacrificata per me e come sgabello della mia Volontà Divina, potrei chiamarla il mio Tabernacolo prediletto, vi trovo tanto gusto che non lo scambierei coi miei tabernacoli Eucaristici, perché in essi sono solo, né l'Ostia mi dà una Volontà Divina come la trovo in te, perché siccome Essa si biloca mentre la tengo in me, la trovo anche in te, invece l'Ostia non è capace di possederla, né mi accompagna negli atti miei, sono sempre solo, tutto è freddo intorno a me, il Tabernacolo, la Pisside, l'Ostia, sono senza vita, quindi senza compagnia. Perciò ho provato tanto gusto nel tener vicino al mio Tabernacolo Eucaristico quello della mia Divina Volontà formato in te, perché solo col guardarti mi sento spezzata la solitudine e provo le pure gioie che può darmi la creatura che fa regnare in essa la mia Divina Volontà. Ecco perciò tutte le mie mire, le mie premure ed i miei interessi sono per far conoscere la mia Divina Volontà e farla regnare in mezzo alle creature, allora ciascuna creatura sarà un mio Tabernacolo vivo, non muto, ma parlante e non sarò più solo ma avrò la mia perenne compagnia e con la mia Divina Volontà bilocata in essi, avrò la mia compagnia Divina nella creatura. Quindi avrò il mio Cielo in ciascuna di esse, perché il Tabernacolo della mia Volontà Divina possiede il mio Cielo in terra."
5 Dicembre 1928
Chi fa e vive nel Voler Divino, è come se facesse scendere il Sole in terra. Differenza.
Mi sento tutta immersa nel Voler Divino, sento la mia povera e piccola mente legata ad un punto altissimo di luce, che non ha confini e non si può vedere né dove giunge la sua altezza, né dove finisce la sua profondità. E mentre la mente si riempie di luce, è circondata dalla luce, tanto che non vede che luce, vede che prende poco di questa luce perché ce n'è tanta, ma la sua capacità è tanto piccola che le sembra di prendere qualche gocciolina appena. Oh! come si sta bene in mezzo a questa luce, perché Essa è vita, è parola, è felicità, l'anima sente tutti i riflessi del suo Creatore e sente partorire nel suo seno la vita Divina. Oh! Volontà Divina, quanto sei ammirabile, tu sola sei la fecondatrice, la conservatrice e la bilocatrice della vita di Dio nella creatura. Ma mentre la mia mente si sperdeva nella luce del Fiat Supremo, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, se l'anima vive nella mia Volontà Divina è più che se facessi scendere il Sole in terra, che succederebbe allora? La notte sarebbe bandita dalla terra, sarebbe sempre pieno giorno. E con l’avere sempre contatto col Sole la terra non sarebbe più corpo oscuro, ma luminoso e non mendicherebbe gli effetti del Sole, ma riceverebbe in se stessa la sostanza degli effetti della luce, perché Sole e terra farebbero vita comune e formerebbero una sola vita. Qual differenza non c'è fra il Sole che sta nell'altezza della sua sfera e la terra che sta nella sua bassezza? La povera terra è soggetta alla notte, alle stagioni ed a chiedere al Sole di formare le belle fioriture, i colori, le dolcezze, la maturità ai suoi frutti. Ed il Sole non è libero di poter sfoggiare tutti i suoi effetti sulla terra se la terra non volesse prestarsi a riceverli, tanto che in certi punti della terra il Sole non sempre giunge, altri punti sono aridi e senza piante. Questo non è altro che similitudine di chi fa e vive nella mia Divina Volontà e di chi vive nella terra del suo volere umano. La prima fa scendere non solo il Sole della mia Divina Volontà nell'anima sua, ma tutto il Cielo, quindi con questo Sole possiede il giorno perenne, giorno che mai tramonta, perché la luce ha virtù di mettere in fuga le tenebre. Onde con questo Sole non possono stare le notti delle passioni, delle debolezze, delle miserie, delle freddezze, delle tentazioni e se si volessero avvicinare per formare le stagioni dell'anima, questo Sole batterebbe i suoi raggi metterebbe tutte le notti in precipitosa fuga e direbbe: “ci sono io e basta, le mie stagioni sono stagioni di luce, di pace, di felicità e di fioritura perenne”. Essa è la portatrice del Cielo in terra. Invece per chi non fa la mia Divina Volontà e non vive in Essa vi è più notte che giorno nell'anima sua, è soggetta alle stagioni ed ha lunghi tempi piovosi che la rendono sempre turbata ed affannata, oppure ha lunghe siccità tanto che giunge ad essere priva degli umori vitali per amare il suo Creatore e lo stesso Sole della mia Divina Volontà siccome non vive in lei, non è libero di poterle dare tutto il bene che possiede. Vedi che significa possedere il mio Voler Divino? E’ possedere la sorgente della vita, della luce e di tutti i beni. Invece chi non lo possiede è come terra che gode gli effetti della luce e come certe terre che stentatamente restano illuminate ma senza effetti."
8 Dicembre 1928
Perché tutta la Creazione festeggiò il concepimento della Sovrana Regina. Come la Vergine aspetta nei suoi mari le sue figlie per farle Regine. Festa dell'Immacolato Concepimento.
Stavo pensando: perché tutta la Creazione esultò di gioia e festeggiò tanto l'Immacolata Regina nel suo Immacolato concepimento? Ed il mio sempre amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, vuoi sapere il perché? Perché la Divina Volontà ebbe il principio della sua Vita nella bambinella Celeste, quindi il principio di tutti i beni in tutte le creature. Non c'è bene che nella mia Divina Volontà non incominci, scenda e salga nella sua sorgente. Quindi questa Celeste bambina avendo fin dal suo Immacolato concepimento cominciato la sua vita nel Fiat Divino ed essendo Lei della stirpe umana, con la mia Volontà acquistò la vita divina e con la sua umanità possedette l'origine umana. Onde ebbe la potenza di unire il divino e l'umano e diede a Dio ciò che l’uomo non gli aveva dato e negato, cioè la sua volontà e diede agli uomini il diritto di poter salire agli amplessi del suo Creatore. Con la potenza del nostro Fiat che aveva in suo potere legò Dio e gli uomini. Sicché tutta la Creazione, Cielo e terra e perfino l'inferno, sentì nell'immacolato concepimento di questa Vergine bambinella, neonata appena nel seno della sua Mamma, la forza dell'ordine che Lei avrebbe messo in tutta la Creazione, con la mia Volontà si affratellò con tutti, si abbracciò con tutti, amò tutto e tutti e tutti la sospirarono, l’amarono e si sentirono onorati di adorare in questa privilegiata creatura la Divina Volontà. Come non doveva festeggiare tutta la Creazione, perché fin ad allora l'uomo era stato il disordine fra tutte le cose create, nessuno aveva avuto il coraggio, l'eroismo di dire al suo Creatore: non voglio conoscere la mia volontà, te ne faccio un dono, voglio per vita solo il tuo Volere Divino. Invece questa Vergine Santa donò la sua volontà per vivere della Divina e perciò la Creazione tutta sentì la felicità dell'ordine, che per mezzo suo le veniva restituita e tutti fecero a gara il Cielo, il Sole, il mare, per onorare Colei che, possedendo il mio Fiat, dette il bacio dell'ordine a tutte le cose create. Ed il mio Voler Divino le mise in mano lo scettro di Regina Divina e le cinse la fronte con la corona del comando, costituendola Imperatrice di tutto l'universo."
Ond'io mi sentivo come annientata in me stessa, le lunghe privazioni del mio dolce Gesù, che mi rendono come senza vita, hanno bruciato il piccolo atomo della mia esistenza, il quale, stando continuamente esposto ai raggi ardenti del Sole del Fiat Divino, si sente disseccare tutti gli umori e mentre brucia, né muore, né si consuma. Onde non solo mi sentivo oppressa, ma disfatta. Ed il mio dolce Gesù, come se volesse sollevarmi, facendosi sentire nel mio interno e dandomi un bacio mi ha detto:
"Figlia mia, coraggio, non ti abbattere, anzi voglio che goda della tua sorte felice perché il mio Voler Divino, investendoti e dardeggiandoti, ti toglie tutti gli umori umani e te li ricambia in umori di luce divina. Oggi è la festa dell'Immacolato concepimento, mari d'amore, di bellezza, di potenza e di felicità straripano dalla Divinità su questa Celestiale creatura e ciò che impedisce che le creature possano entrare in questi mari è l'umana volontà. Ciò che noi facciamo una volta, rimane nell’atto continuato di farlo sempre, senza mai cessare. Nella Divinità è natura dare, senza che l'atto finisca mai. Quindi questi mari stanno straripando ancora e la Regina Madre aspetta le sue figlie, per farle vivere in questi mari e farle tante piccole regine. Però all’umana volontà è vietato entrare, non c'è luogo per essa e può avere accesso solo chi vive di Volontà Divina. Perciò figlia mia, puoi entrare quando vuoi nei mari della Mamma tua, la mia Divina Volontà ti garantisce e con Essa avrai libero il passo e l'entrata, anzi Lei ti aspetta, ti vuole. E renderai noi e Lei doppiamente felici, per causa della tua felicità. Noi ci sentiamo più felici nel dare e quando la creatura non prende i nostri beni, soffoca in noi la felicità che vogliamo darle. Perciò non voglio che stia oppressa, oggi è la festa più grande perché la Divina Volontà ebbe vita nella Regina del Cielo, fu la festa di tutte le feste, fu il primo bacio, il primo amplesso divino che la creatura dava al suo Creatore in virtù del nostro Fiat, che la Sovrana bambina possedeva, con Esso la creatura si sedeva a mensa col suo Creatore. Quindi oggi è anche la festa tua, in modo speciale per la missione che ti è stata data della mia Divina Volontà. Perciò vieni nei mari dell'Immacolata Regina a godere della sua e tua festa."
Onde mi son sentita trasportare fuori di me stessa in questi mari interminabili, ma mi mancano i vocaboli per dire ciò che ho provato, perciò faccio punto e passo avanti.
Dopo di ciò, l’8 dicembre il Confessore ha letto pubblicamente ciò che sta scritto nel 15º Volume sull'Immacolato concepimento ed il mio amato Gesù, come sentiva leggere faceva festa nel mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, come son contento, oggi si può dire che la mia Mamma Sovrana riceve dalla Chiesa gli onori divini, onorando in lei, come primo atto di sua vita, la vita della Divina Volontà. Questi sono gli onori più grandi che si possano dare, perché il volere umano non ebbe mai vita in Lei, ma sempre, sempre la Divina Volontà. Questo fu tutto il segreto della sua santità, della sua Altezza, potenza, bellezza e grandezza e simile, fu il mio Fiat che, col suo calore, estinse la macchia d'origine e la concepì Immacolata e pura e la mia Chiesa invece d'onorare la mia Volontà Divina causa primaria ed atto primo, onorava gli effetti di Essa e la proclamava Immacolata, concepita senza peccato. Si può dire che la Chiesa le dava gli onori umani e non gli onori divini, quale giustamente si merita, perché una Volontà Divina ebbe vita continua in Lei. E questo era un dolore per me e per Lei, perché né io ricevevo dalla mia Chiesa gli onori d'una Volontà Divina abitante nella Regina del Cielo, né Lei, gli onori dovuti, perché diede in Lei il luogo di formare la vita del Fiat Supremo. Perciò oggi col fare conoscere che in Lei il prodigio del mio Volere fu tutto, le altre sue prerogative e privilegi furono in ordine secondario e come conseguenza degli effetti di quella Volontà Divina che la dominava, si può dire che oggi si festeggia con decoro, gloria divina e magnificenza la festa dell'Immacolato concepimento, che si può chiamare, con più verità, il concepimento della Divina Volontà nella Sovrana del Cielo. E questo concepimento fu conseguenza di tutto ciò che è e fece e dei grandi prodigi di questa Celeste Bambina."
Dopo di ciò, con un'enfasi più tenera, ha soggiunto:
"Figlia mia, com’era bello, dilettevole, vedere questa Celeste bambinella fin dal suo Immacolato Concepimento, si guardava e si vedeva la sua piccola terra presa dalla stirpe umana e dentro questa piccola terra, si vedeva il Sole del nostro Eterno Volere, che non potendo essere contenuto straripava fuori di Lei e si allungava tanto che riempiva Cielo e terra. Facemmo un prodigio della nostra onnipotenza, per fare che la piccola terra della piccola Reginetta, potesse racchiudere il Sole del nostro Voler Divino. Sicché si vedeva terra e Sole, quindi tutto ciò che faceva era luce, se pensava, se parlava, se operava, se camminava, i suoi pensieri erano raggi di luce, le sue parole si convertivano in luce, tutto era luce che usciva da Lei, perché essendo la sua piccola terra, più piccola del Sole immenso che racchiudeva, i suoi atti si sperdevano nella sua luce. E siccome questa piccola terra della Sovrana Celeste era vivificata, animata e conservata continuamente dal Sole del mio Fiat, si vedeva sempre fiorita, ma delle più belle fioriture che davano frutti dolcissimi da attirare i nostri sguardi divini e restarne rapiti, ma tanto, che non potevamo fare a meno di guardarla, tanta era la bellezza e la felicità che ci dava. Tutta bella era la Verginella Immacolata, la sua bellezza era incantatrice e rapitrice, basta dire che era un prodigio del nostro Volere per poter dire tutto. Oh se le creature conoscessero che significa vivere di Volontà di Dio! Metterebbero la vita per conoscerla e vivere in Essa."
13 Dicembre 1928
Come tutte le cose create posseggono una dose di felicità. Come la privazione di Gesù fa risorgere la vita.
Stavo fondendomi nel Santo Voler Divino ed accompagnando i suoi atti fatti nella Creazione, quando il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, tutte le cose create furono create da noi con una dose di felicità distinta l'una dall'altra, sicché ogni cosa creata porta all'uomo il bacio, l'aria felicitatrice, la vita della nostra felicità; ma sai tu chi sente scendere nel suo interno tutti gli effetti delle tante nostre felicità sparse nel creato, fino a restarne inzuppato come una spugna? Chi vive nel nostro Voler Divino, le nostre felicità non sono a lei estranee, perché avendo il gusto purificato dal nostro Fiat e non corrotto dall'umano volere, il suo gusto e tutti i suoi sensi hanno virtù di gustare tutte le felicità che ci sono nelle cose create e noi proviamo tale felicità e gioia nel vedere che chi fa il nostro Volere, siede alla mensa delle nostre felicità e si ciba con tanti bocconi distinti, per quante felicità ci sono nelle cose create. Oh com'è bello vedere felice la creatura!"
In questo mentre Gesù ha fatto silenzio ed io ho sentito il suono dell'armonium che suonava in Cappella e Gesù ha teso le orecchie per sentire e poi ha soggiunto:
"Oh come mi sento felice perché questo suono diletta la piccola figlia del mio Volere ed io, sentendolo, mi diletto insieme. Oh com'è bello felicitarci insieme! Felicitare chi mi ama è la più grande delle mie felicità."
Ed io: Gesù, Amor mio, la mia felicità per me sei tu solo, tutte le altre cose non hanno alcun'attrattiva su di me." E Gesù:
"Certo che la maggiore felicità sono Io per te, perché contengo la sorgente di tutte le gioie e felicità, ma godo nel darti le piccole felicità e siccome le sento e le godo Io, voglio che le senta e le goda tu insieme con me."
Onde pensavo tra me: Gesù gode tanto, quando io godo delle tante felicità che ha sparso nel creato e perché poi mi addolora tanto e mi rende infelice, fino a sentirmi come se non avessi vita senza lui e, sentendomi senza vita, tutte le felicità perdono la vita sulla povera anima mia? E Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, se tu sapessi a che servono le mie privazioni, tu ti senti senza vita priva di me, ti senti morta, eppure su quel dolore e su quella morte viene formata la mia nuova vita e questa nuova vita ti porta le nuove manifestazioni della vita della mia Divina Volontà, perché essendo la tua pena, pena Divina che ha virtù di farti sentire la morte, ma senza morire, ha virtù di far sorgere di nuovo la mia stessa vita, con l’incanto della mia verità. Il dolore della mia privazione prepara il luogo alla mia nuova vita e dispone l'anima tua ad ascoltare e comprendere le importanti verità sul mio Fiat Divino. Se io non ti privassi di me spesso spesso, non avresti avuto le nuove sorprese del tuo Gesù, i tanti suoi insegnamenti. Non hai visto tu stessa, che dopo che sei stata priva di me e tu credevi che tutto fosse finito per te, la mia vita è risorta di nuovo in te e tutto amore e festoso mi sono messo a darti le mie lezioni? Sicché quando ti privo di me, io sto nascosto in te e mi preparo il lavoro da darti e la mia nuova vita a risorgere. Anch'io soffrii la pena della morte, per far risorgere nella pena della mia morte tutte le creature; la morte, sofferta in ordine divino e per compiere la Divina Volontà, produce la vita Divina, per fare che questa vita divina la possano ricevere tutte le creature. E mentre dopo che io soffrii tante morti volli morire davvero, quanti beni non produsse la mia resurrezione? Si può dire che con la mia resurrezione risorsero tutti i beni della mia Redenzione e, con essa, risorsero tutti i beni alle creature e la stessa lor vita. Perciò sii attenta e lasciami fare."
14 Dicembre 1928
Albero della Divina Volontà. Atto solo di Dio. Chi vive in Essa forma l'eco in tutte le cose create.
Stavo in pensiero per la pubblicazione degli scritti della Divina Volontà e mi sentivo infastidita per le tante domande che fanno per cui dicevo tra me: Gesù solo sa il mio martirio e come mi sentivo torturata, quando persone autorevoli dicevano di voler pubblicare gli scritti, tanto che nessuno poteva giungere a calmare il mio interno martirio ed ad arrendermi a dire Fiat, solo Gesù, con la sua seducente persuasione ed incutendomi timore, del gran male che io potevo fare uscendo minimamente dalla Divina Volontà, poteva indurmi a dire Fiat ed ora, nel vederla andare così a rilento, ricordo le mie lotte interne, il mio duro martirio per questa pubblicazione. A che pro tante pene subite? Chissà chi vedrà questa pubblicazione! Forse Gesù mi contenterà col farmela vedere dal Cielo. Ma mentre pensavo ciò ed altro mi son messa a pregare ed innanzi alla mia mente ho visto un albero carico di frutti che emanavano luce ed il mio dolce Gesù Crocifisso in mezzo all'albero, era tanta la luce di questi frutti che Gesù restava eclissato in questa luce. Ond'io sono rimasta meravigliata e Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, quest'albero che tu vedi è l'albero della mia Divina Volontà e siccome Essa è Sole, i suoi frutti si cambiano in luce che formano tanti altri Soli, il centro della sua vita sono Io e perciò sto nel mezzo di esso. Ora questi frutti che tu vedi, sono tutte le mie verità che ho manifestato sul mio Fiat Divino e stanno tutte in atto di partorire la loro luce nel seno delle generazioni, chi dovrebbe occuparsi ed aver premura e non lo fa, impedisce che i frutti di quest'albero formino i loro parti di luce ed il gran bene di questa luce. Quindi tu devi consolarti delle tue torture e martiri, perché tra te e me stiamo in ordine, né io avrei tollerato alcuna ombra di opposizione alla mia Volontà in te, sarebbe stato il mio più grande dolore, né io avrei potuto dire: la piccola figlia del mio Volere mi ha fatto dono del suo volere ed io le ho fatto dono del mio. Mentre è una delle più grandi gioie mie e tue, questo scambio di volontà. E se colpa c'è, è di chi trascura. Perciò non volerti affliggere né infastidirti delle domande che fanno, starò io in te, per somministrarti la luce e le parole che ci vogliono. Tu devi sapere che questo è più interesse mio che tuo."
Onde seguivo a pensare al Fiat Divino ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, in noi, nella nostra Divinità basta un atto solo per far tutto, quell'atto è volontà, pensiero, parola, opera e passo. Sicché un solo atto nostro è voce che parla, è mano che opera, è piede che cammina, che involge tutto, tanto che se la creatura pensa, opera, parla e cammina è la virtù del nostro solo atto che, facendo eco in ciascun atto di creatura, comunica il bene del pensiero, della parola e di tutto il resto, perciò si può dire che siamo i portatori di tutte le creature e di tutti gli atti loro. Oh! come ci sentiamo offesi quando il nostro portavoce, pensiero, opera e passo non solo non è fatto per noi ma per offenderci, le creature si servono degli stessi atti nostri per formare le armi per ferirci! Ingratitudine umana come sei grande!
Ora chi fa e vive nel nostro Volere Divino, si unisce al nostro atto solo e formando un solo atto di volontà con noi, scorre insieme col nostro atto ed insieme con noi si fa pensiero, voce, opera e passo di tutti. Ed oh! come godiamo quando la virtù nostra investendo la piccolezza umana la rende insieme con noi portatrice di tutti gli atti delle creature ed essa si serve di tutti gli atti nostri, non per formare le armi per ferirci, ma per formare le armi per difenderci, per amarci e per glorificarci. Sicché la chiamiamo la nostra guerriera che difende i nostri diritti."
Dopo di ciò, stavo seguendo il Fiat Divino nella Creazione, sentivo che volevo far mio tutto, il Sole per dargli la gloria della luce e del calore, il mare per dargli la gloria di quel mormorio che mai cessa, tutto avrei voluto avere in mio potere per poter dire: "tutto mi hai dato e tutto ti do”, ma mentre ciò ed altro pensavo, il mio amato Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, com'è bello il vivere nel mio Volere, dovunque giunge il tuo eco; dove si trova la mia Volontà Divina che sta dappertutto, là giunge il suo. Sicché il tuo eco risuona nel Sole, nel mare, nel vento, nell'aria e penetrando fin nel Cielo, porta al tuo Creatore la sua stessa gloria, amore ed adorazione. La mia Volontà Divina non si sente sola in tutte le cose create, ha la compagnia dell'eco di chi vive nel mio Voler Divino e si sente ridare tutto l'amore e la gloria, che ha sparso in tutta la Creazione."
16 Dicembre 1928
Si parla dei nove eccessi di Gesù nell'Incarnazione. Contenti di Gesù, la sua parola è Creazione. Gesù vede ripetere le sue scene. Preludi del suo regno.
Stavo facendo la meditazione e siccome oggi incomincia la Novena al Bambino Gesù, stava pensando ai nove eccessi che Gesù, con tanta tenerezza, mi aveva narrato sulla sua incarnazione e che sono scritti nel primo Volume e sentivo grande ripugnanza di ricordarlo al Confessore, perché Lui mentre li leggeva mi aveva detto, che voleva leggerli in pubblico nella nostra Cappella. Ora mentre pensavo ciò, il mio Bambinello Gesù si è fatto vedere nelle mie braccia piccino, piccino e, carezzandomi con le sue piccole manine, mi ha detto:
"Come è bella la piccola figlia mia! Come è bella! Come devo ringraziarti perché mi hai ascoltato."
Ed io: Amor mio, che dici? Io devo ringraziare te che mi hai parlato e che con tanto amore, facendomi da maestro, mi hai dato tante lezioni che io non meritavo. E Gesù:
"Ah figlia mia, a quanti voglio parlare e non mi danno ascolto e mi riducono al silenzio ed a soffocare le mie fiamme. Sicché dobbiamo ringraziarci a vicenda, tu devi ringraziare me ed io te. E poi, perché vuoi opporti alla lettura dei nove eccessi? Ah! tu non sai quanta vita, quanto amore e grazia contengono, tu devi sapere che la mia parola è Creazione e nel narrarti i nove eccessi del mio Amore nell'incarnazione io non solo rinnovavo il mio amore che ebbi nell'incarnarmi, ma creavo nuovo amore per investire le creature e vincerle a darsi a me. Con questi nove eccessi del mio amore che ti ho manifestato con tanto amore di tenerezza e semplicità, formai il preludio alle tante lezioni che dovevo darti del mio Fiat Divino per formare il suo regno ed ora, col leggerli, il mio amore viene rinnovato e duplicato. Non vuoi tu dunque che il mio amore duplicandosi straripi ed investa altri cuori, affinché come preludio si dispongano alle lezioni della mia Volontà per farla conoscere e regnare?"
Ed io: mio caro Bambino, penso che abbiamo parlato tanti della tua incarnazione. E Gesù:
"Sì, sì hanno parlato, ma sono state parole prese dalla riva del mare del mio amore, quindi sono parole che non posseggono né tenerezze, né pienezza di vita. Invece quelle poche parole che ho detto a te, te le ho detto da dentro la vita della sorgente del mio amore e contengono vita, forza irresistibile e tenerezze tali che solo i morti non sentiranno muoversi a pietà di me, piccolo piccino, che soffrii tante pene fin dal seno della Mamma Celeste."
Dopo di ciò il Confessore lesse in Cappella il primo Eccesso dell'amore di Gesù nell'Incarnazione ed il mio dolce Gesù, dal mio interno, tendeva le orecchie per ascoltare e, tirandomi a sé, mi ha detto:
"Figlia mia, quanto mi sento felice nell'ascoltarli, ma la mia felicità si accresce nel tener te in questa casa della mia Volontà, perché tutti e due siamo ascoltatori, io di ciò che ti ho detto e tu di ciò che da me hai ascoltato, il mio amore si gonfia, bolle e straripa, senti, senti com'è bello! La parola contiene il fiato e, come si parla, la parola porta il fiato, che come aria gira di bocca in bocca e comunica la forza della mia parola creatrice e nei cuori scende la nuova Creazione che la mia parola contiene. Senti, figlia mia, nella Redenzione ebbi il corteggio dei miei Apostoli ed io in mezzo a loro ero tutto amore per istruirli, non risparmiavo fatica, per formare il fondamento della mia Chiesa. Ora in questa casa sento il corteggio dei primi figli del mio Volere e sento ripetere le mie scene amorose nel veder te in mezzo ad essi, che con tutt'amore vuoi impartire le lezioni sul mio Fiat Divino per formare le fondamenta del regno della mia Divina Volontà. Se tu sapessi come mi sento felice nel sentirti parlare del mio Voler Divino, aspetto con ansia quando prendi la parola per ascoltarti, per sentire la felicità che mi porta la mia Divina Volontà."
21 Dicembre 1928
Mare d'amore negli eccessi di Gesù. Esempio del mare. Il Voler Divino raggio di Sole che porta la Vita del Cielo. La Divina Volontà operante. Felicità di Gesù.
Continua la Novena del Santo Natale e continuando a sentire i nove eccessi dell'incarnazione, il mio amato Gesù mi ha tirato a sé e mi ha fatto vedere che ogni eccesso del suo amore era un mare senza confine ed in questo mare s'innalzavano onde altissime, nelle quali si vedevano scorrere tutte le anime divorate da queste fiamme, come i pesci scorrono nelle acque del mare e come le acque del mare formano la vita dei pesci, la guida, la difesa, il cibo, il letto, il palazzo di questi pesci, tanto che se escono dal mare possono dire: la nostra vita è finita perché siamo usciti dalla nostra eredità, dalla patria dataci dal nostro Creatore. Così queste onde altissime di fiamme, che uscivano da questi mari di fuoco, col divorare queste creature, volevano essere la vita, la guida, la difesa, il cibo, il letto, il palazzo, la patria delle creature. Come esse escono da questo mare d'amore, d'un colpo trovano la morte ed il piccolo Bambinello Gesù piange, geme, prega, grida e sospira perché vuole che nessuno esca da queste sue fiamme divoratrici, perché non vuol vedere nessuno morire. Oh! se il mare avesse ragione, più che tenera madre rimpiangerebbe i suoi pesci che gli strappano, perché si sentirebbe strappare una vita che possiede e che con tanto amore conserva e con le sue onde si scaglierebbe contro chi ardisse strappargli le tante vite che possiede, che formano la sua ricchezza, la sua gloria. Ma se non piange il mare, piango io, dice Gesù, nel vedere che mentre il mio amore ha divorato tutte le creature, esse, ingrate, non vogliono far vita nel mio mare d'amore, ma strappandosi dalle mie fiamme, si esiliano dalla mia Patria e perdono il palazzo, la guida, la difesa, il cibo, il letto ed anche la vita. Come non devo piangere? Sono uscite e create da me e divorate dalle mie fiamme d'amore che ebbi nell'incarnarmi, per amore di tutte le creature. Come sento narrare i novi eccessi, il mare del mio amore si gonfia, bolle e, formando onde altissime, strepita tanto che vorrebbe assordare tutti, affinché null'altro possano sentire che i miei gemiti d'amore, le mie grida di dolore, i miei singhiozzi ripetuti che dicono: non mi fate più piangere, diamoci il bacio di pace, amiamoci e saremo tutti felici, il Creatore e la creatura."
Gesù ha fatto silenzio ed in questo mentre ho visto il Cielo aperto ed un raggio di Sole scendere dall'alto, che fissandosi sopra di me illuminava quanti mi stavano intorno. Ed il mio sempre amabile Gesù ha ripreso il suo dire:
"Figlia del mio Volere, questo raggio di Sole che si è fissato sopra di te è la mia Divina Volontà, che porta la vita del Cielo nell'anima tua. Com'è bello questo raggio di Sole che non solo illumina te e ti porta la sua vita, ma chiunque a te si avvicina e resta intorno, sente la vita della luce, perché essa, come Sole, si allarga intorno e dà a quelli che ti circondano il caldo bacio di luce, il suo respiro, la sua vita ed io mi sento felice dentro di te, nel vedere che la mia Divina Volontà si diffonde ed incomincia a battere la sua strada. Vedi i mari d'amore che tu hai visto, non sono altro che la mia Volontà operante. Quando la mia Volontà vuole operare, i mari del mio amore si gonfiano, bollono, formano le sue onde altissime che piangono, gemono, gridano, pregano, assordano. Invece quando il mio Fiat non vuole operare, il mare del mio amore è calmo, mormora solo quietamente, è continuo il suo corso di gioia e di felicità inseparabile da Esso. Perciò tu non puoi comprendere la gioia che provo, la felicità che sento e l'interesse che prendo, d'illuminare, di porgere la mia stessa parola, il mio stesso Cuore, a chi si occupa di far conoscere la mia Divina Volontà, è tanto il mio interesse, che lo coinvolgo in me e, straripando Io fuori di Lui, prendo Io la parola e parlo Io stesso della mia Volontà operante nel mio amore. Credi tu che sia il tuo Confessore che parla in queste sere mentre parla al pubblico sui nove eccessi del mio amore? Sono Io che gli prendo il cuore fra le mie mani e lo faccio parlare."
Ma mentre diceva ciò si stava dando la benedizione e Gesù ha soggiunto:
"Figlia, ti benedico, tutto è felicità per me quando si tratta di fare un mio atto su di chi possiede la mia Divina Volontà, perché se ti benedico, la mia benedizione trova il posto dove mettere i beni e gli effetti che contiene la mia benedizione, se ti amo, il mio amore trova nel mio Fiat in te il posto dove mettersi e svolgere la sua vita d'amore, perciò ogni cosa che faccio sopra di te, in te e con te, è una felicità che sento, perché so che la mia Divina Volontà ha luogo per tutto ciò che ti voglio dare e virtù di moltiplicare i beni che ti do, perché Essa è la nostra faccendiera e si occupa di formare tante vite per quanti atti facciamo con la creatura dov'Essa regna."
Dopo di ciò stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino e riandando ai primi tempi della Creazione, per unirmi agli atti fatti dal nostro Padre Adamo nello stato d'innocenza, per unirmi con Lui e continuare dove Lui smise. Ed il mio amato Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, nel creare l'uomo diedi un universo visibile dove poter spaziare, vedere le opere del suo Creatore fatte con tanto ordine ed armonia per amor suo ed in questo vuoto fare anche le opere sue e come gli diedi un vuoto visibile, così gli diedi un vuoto invisibile, più bello ancora per l'anima sua, dove l'uomo doveva formare le sue opere sante, il suo Sole, il suo Cielo, la sue stelle e, facendo eco al suo Creatore, doveva riempire questo vuoto di tutte le opere sue. Ma siccome l'uomo scese dalla mia Divina Volontà per vivere con la sua, perdette l'eco del suo Creatore ed il modello per poter copiare le nostre opere. Quindi si può dire che non ci sono altro in questo vuoto che i primi passi dell'uomo, tutto il resto è vuoto che però dev'essere riempito, perciò aspetto con tanto amore coloro che vivono e dovranno vivere nel mio Volere, i quali, sentendo la potenza del nostro eco ed avendo presente i nostri modelli, si affretteranno a riempire questo vuoto invisibile, che con tanto amore diedi nella Creazione. Ma sai tu qual è questo vuoto? La nostra Volontà. Come diedi un Cielo, un Sole alla natura, così diedi il Cielo, il Sole del mio Fiat all'anima. E quando ti vedo mettere i tuoi passi dietro ai passi dell'Adamo innocente dico: ecco finalmente il vuoto della mia Divina Volontà incomincia a ricevere le prime conquiste e le prime opere della creatura. Perciò, sii attenta e segui sempre il tuo volo nel mio Volere Divino..."
25 Dicembre 1928
La festa che prepara la piccola figlia al bambino Gesù, come lo rende felice. Adamo, primo sole. Esempio dell'artefice.
Stavo pensando alla nascita del Bambino Gesù e lo pregavo che venisse a nascere nella povera anima mia. E per inneggiare e fargli corteggio nell'atto del suo nascere, mi fondevo nel Santo Divin Volere e, scorrendo in tutte le cose create, volevo animare il Cielo, il Sole, le stelle, il mare, la terra e tutto, col mio ti amo, volevo mettere tutte le cose create come in aspettativa dell'atto di nascere di Gesù, affinché tutti gli dicessero: “ti amo, vogliamo il regno del tuo Volere sulla terra”. Ora mentre facevo ciò, mi pareva che tutte le cose create si mettessero sull'attenti nell'atto di nascere Gesù e, come il caro bambino usciva dal seno della sua Mamma Celeste, il Cielo, il Sole e persino il piccolo uccellino, tutti in coro dicevano: “ti amo e vogliamo il regno della tua Volontà sulla terra; il mio ti amo nel Voler Divino scorreva in tutte le cose in cui la Divina Volontà aveva la sua vita e perciò tutti inneggiavano alla nascita del loro Creatore ed io ho visto il neonato bambino, che slanciandosi nelle mie braccia, tutto tremante, mi ha detto:
"Che bella festa mi ha preparato la piccola figlia del mio Volere, com'è bello il coro di tutte le cose create che mi dicono ti amo e vogliono che regni la mia Volontà, chi vive in Essa tutto può darmi e può usare tutti (gl)i stratagemmi per rendermi felice e farmi sorridere anche in mezzo alle lacrime, perciò io stavo aspettandoti per avere una tua sorpresa d'amore, in virtù del mio Volere Divino. Perché tu devi sapere, che la mia vita sulla terra non fu altro che patire, operare e preparare tutto ciò che doveva servire per il regno della mia Divina Volontà, che dev'essere regno di felicità e di possedimento, perciò i miei lavori allora avranno i loro pieni frutti e si cambieranno per me e per le creature in dolcezze, in gioie ed in possesso."
Ora mentre diceva ciò è scomparso, ma dopo poco è ritornato dentro una cullina d'oro, vestito con una piccola vestitina di luce ed ha soggiunto:
"Figlia mia, oggi è la mia nascita e son venuto per renderti felice con la mia presenza, mi sarebbe troppo duro non rendere felice in questo giorno chi vive nella mia Divina Volontà, non darle il mio primo bacio e non dirle ti amo, come contraccambio del suo. Stringendoti forte al mio piccolo cuore, voglio farti sentire i miei palpiti che sprigionano fuoco e che vorrebbero bruciare tutto ciò che alla mia Volontà non appartiene ed il tuo palpito, facendo eco nel mio, mi ripete il tuo gradito ritornello: la tua Volontà regni come in Cielo così in terra. Ripetilo sempre se mi vuoi rendere felice e vuoi quietarmi il mio pianto infantile. Guarda, il tuo amore mi ha preparato la culla d'oro e gli atti nella mia Divina Volontà mi hanno preparato la vestitina di luce, non ne sei contenta?"
Dopo di ciò seguivo i miei atti nel Fiat Divino riandando nell'Eden, nei primi atti della Creazione dell'uomo ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, in Adamo primo Sole umano, investito dal nostro Volere, i suoi atti erano più che raggi di Sole, che allungandosi ed allargandosi dovevano investire tutta l'umana famiglia, in cui si dovevano vedere tanti soli in uno, come palpitanti in questi raggi accentrati tutti nel centro di questo primo Sole umano, tutti questi raggi dovevano avere virtù di formare il loro Sole senza uscire dal vincolo del primo Sole, perché avendo principio la vita di ciascuna creatura da questo sole, ciascuno poteva essere Sole per se stesso. Come fu bella la Creazione dell'uomo! Oh come superò tutto l'universo intero! Il vincolo d'unione di uno in tanti, era il più gran prodigio della nostra onnipotenza, per cui la nostra Volontà, una in sé, doveva mantenere l'inseparabilità di tutti, la vita comunicativa ed unitiva di tutti. Simbolo ed immagine della nostra Divinità, che siamo inseparabili e sebbene siamo tre Divine persone, siamo sempre uno, perché una è la Volontà, una è la Santità, la Potenza nostra; perciò l'uomo viene guardato da noi sempre come se fosse uno solo, anche se doveva avere la sua generazione lunghissima, ma sempre accentrata nell'uno, era l'amore increato che veniva da noi creato nell'uomo e perciò doveva dar di noi e assomigliare a noi e la nostra Volontà, unica agente in noi, doveva agire unica nell'uomo per formare l'unità di tutti ed il vincolo inseparabile di ciascuno. Perciò l'uomo, col sottrarsi al nostro Fiat Divino, deformò e disordinò e non sentì più la forza dell'unità e della inseparabilità, né col suo Creatore, né con tutte le generazioni, si sentì come un corpo diviso e spezzato nelle sue membra, che non possiede più tutta la forza del suo corpo intero. Ecco perciò la mia Divina Volontà vuole entrare di nuovo come atto primo nella creatura per riunire le membra spezzate e dargli l'unità e l'inseparabilità così come uscì dalle nostre mani Creatrici. Noi ci troviamo nella condizione di un Artefice che ha fatto la sua bella statua da far stupire Cielo e terra, l'Artefice ama tanto questa statua che ha messo la sua vita dentro di essa, sicché per ogni atto o movimento che essa fa, l'artefice sente in sé la vita, l'atto, il movimento della sua bella statua. L'Artefice l'ama con amore di delirio, né sa distaccare il suo sguardo da essa, ma in tanto amore la statua riceve un incontro, urta e resta spezzata nelle membra e nella parte vitale che la teneva vincolata ed unita all’Artefice, quale non sarà il suo dolore? Che cosa non farà costui per rifare la sua bella statua? Molto più che Lui l'ama ancora ed all'amore delirante si è aggiunto l'amore dolorante. Tale si trova la Divinità nei confronti dell'uomo, è per il nostro delirio d'amore e di dolore che vogliamo rifare la bella statua dell'uomo e siccome l'urto successe nella parte vitale della nostra Volontà che lui possedeva, ristabilita Essa in lui, la bella statua ci sarà rifatta ed il nostro amore resterà appagato. Perciò non voglio altro da te che la mia Divina Volontà abbia la sua vita."
Poi ha soggiunto con un accento più tenero:
"Figlia mia, nelle cose create la Divinità non creava l'amore, ma le fioriture della sua luce, della sua Potenza, della sua bellezza, eccetera. Sicché si può dire che nel creare il Cielo, le stelle, il Sole, il vento, il mare, la terra, erano le opere nostre che mettevamo fuori e le fioriture delle nostre belle qualità. Solo per l'uomo ci fu questo prodigio grandissimo di creare la vita e la vita del nostro amore medesimo e perciò è detto che fu creato a nostra immagine e somiglianza. E perciò l'amiamo tanto, perché è vita ed opera che è uscita da noi e la vita costa più che tutto."
29 Dicembre 1928
Cieli e Soli muti e Cieli e Soli parlanti. Come ricomincia la sua Creazione. Come il Cielo non sarà più estraneo alla terra.
Stavo seguendo il Fiat Divino nella Creazione per accompagnare i suoi atti ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, guarda com'è bella la Creazione, che ordine, che armonia contiene! Ma per quanto bella i Cieli, le stelle, il Sole, sono tutti muti, non hanno virtù di dire neppure una parola. Invece i Cieli, le stelle, il Sole, il vento imperante della mia Divina Volontà, sono tutti parlanti ed hanno una eloquenza tale che nessun altro può eguagliarle; l'Angelo, il santo, il dotto, innanzi ai Cieli della mia Volontà parlante restano muti e si sentono ignoranti. Ma perché questi Cieli e Sole sono parlanti? Perché contengono la vita. Ma sai tu quali sono questi Cieli e questi Soli parlanti? Sono le conoscenze che ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà. Essa non solo è vita, ma è la fonte, la sorgente e la vita di tutte le vite, perciò i Cieli delle sue conoscenze non potevano essere muti. Quindi ogni conoscenza sul mio Fiat Divino è un Cielo, un Sole, è un vento distinto l'uno dall'altro, che avendo la virtù parlante e possedendo la vita Divina, ha virtù di produrre nuovi Cieli e Soli più belli e venti più impetuosi, da investire i cuori e da fare conquistare col dolce suo gemito imperante. Vedi, dunque figlia mia, come il mio amore ha superato l'amore che avemmo nella Creazione, manifestandoti le tante conoscenze sulla mia Divina Volontà, perché nella creazione un solo Cielo, un Sole, eccetera, bastò al nostro amore, perché volevamo sfoggiare di più sull'uomo parlante tutta la foga del nostro amore ed all'uomo parlante volemmo creare i Cieli, i Soli parlanti nel fondo dell'anima sua, ma col sottrarsi al nostro Volere Divino l’uomo mise un termine al nostro amore ed i Cieli parlanti non ebbero più vita in Lui. Ma il nostro amore non disse basta, tutt’al più fece sosta ed aspettò; poi, non potendo più contenersi, riprese la sua Creazione dei cieli e Soli parlanti nella piccola figlia del mio Voler Divino. Guarda nel fondo dell'anima tua tutte le mie conoscenze sul mio Fiat, tutte in ordine ed armonia e una è Cielo e parla e forma l'altro cielo, un’altra è Sole e parla e, mentre si fa luce e riscalda, forma l'altro Sole, un’altra è mare e forma le sue onde parlanti e, mentre parla, forma l'altro mare, per investire con le sue onde parlanti tutto il mondo e con la sua parola creatrice imporsi per farsi ascoltare, per portare in tutti il nuovo mare di pace e di gioia della mia Volontà. Una conoscenza è vento ed ora col suo impero parla per atterrare i cuori più duri ed ora parla con le sue carezze per non incutere timori, ora parla coi gemiti amorosi per farsi amare e, mentre parla, forma altri venti e la sua parola corre, per far conoscere la vita, la potenza del mio Divin Volere. Insomma tutte le mie conoscenze sopra di Esso, sono nuova Creazione più bella, più svariata della stessa Creazione e molto più bella perché parlante e la loro parola è la vita della mia Divina Volontà che porta alla creatura. Perciò mi sento felice nell'anima tua, perché sto in mezzo ai miei Cieli, stelle e Soli parlanti, ma la mia felicità si raddoppia quando fai il sacrificio di scrivere perché vedo che questi Cieli parlanti usciranno fuori e la loro parola formerà nuovi cieli e porterà la vita del mio Fiat in mezzo alle creature. Allora il Cielo non sarà più estraneo alla terra, perché questi Cieli parlanti formeranno la nuova famiglia celeste sulla terra e la loro parola metterà in comunicazione il Creatore e la creatura, i venti di queste conoscenze metteranno in comune le gioie segrete della Santissima Trinità e quando la creatura si renderà proprietaria della Santità e della felicità Divina tutti i mali scompariranno ed io avrò la gioia di vedere la creatura felice come uscì dalle nostre mani creatrici."
1 Gennaio 1929
Le pagine della sua vita formeranno un'epoca; quale strenna vuole Gesù. Circoncisione. Decisione da parte di Dio che aspetta la decisione da parte delle creature.
Stavo pensando che cosa potevo offrire al Bambinello Gesù come strenna del primo giorno dell'anno: “non sarebbe buono dargli di nuovo la mia volontà come sgabellino ai suoi piedini, oppure come trastullo nelle sue piccole manine?” Ma mentre pensavo ciò, il mio piccolo Gesù si è fatto vedere nel mio interno dicendomi:
"Figlia mia, la tua Volontà è già mia, né tu sei più padrona, avendomela donata tante volte, io la tengo ora come sgabello, ora come trastullo nelle mie mani ora me la chiudo nel mio cuore, come la più bella conquista e come gioia segreta che mi lenisce le mie tante pene. Vuoi sapere che vorrei in questo giorno per strenna? Tutti i tuoi atti che hai fatto in quest'anno nella mia Divina Volontà, questi atti saranno tanti soli che mi metterai intorno ed io oh come sarò contento, nel vedere che la piccola figlia del mio Volere Divino mi ha dato per strenna i tanti Soli degli atti suoi! Io, per contraccambio, ti darò grazia di duplicare questi Soli degli atti tuoi fatti nel mio Volere, per darti la possibilità di potermi offrire una strenna più bella e più ricca." Poi ha soggiunto:
"Figlia mia, ogni manifestazione che ti ho fatto sulla mia Divina Volontà è come una pagina della tua vita e se tu sapessi quanti beni racchiudono queste pagine! Ognuna di esse è una corrente tra il Cielo e la terra, è un Sole di più che splenderà sul capo di tutti, queste pagine saranno portavoce della Patria Celeste, sono passi che fa il mio Voler Divino per avvicinarsi alle creature, perciò queste mie manifestazioni su di Esso, come pagine di vita, formeranno un'epoca per le future generazioni, nelle quali leggeranno il Regno del mio Fiat, i tanti passi che ha fatto per venire in mezzo a loro ed i nuovi diritti che ha ceduto loro per farli rientrare nel regno suo. Le mie manifestazioni sono decreti ed allora mi muovo a manifestare una conoscenza quando voglio dare quel bene che manifesto. Perciò tutto ciò che ti ho detto sulla mia Divina Volontà, sono capitali divini che ho messo fuori, quindi saranno le pagine più belle della tua vita che racchiuderanno la lunga storia della mia Volontà ed intrecciando la storia del mondo, formeranno l'epoca più bella di tutti i secoli."
Dopo di ciò stavo pensando al dolore acerbo che soffrì il bambinello Gesù nella Circoncisione, quando nato appena da otto giorni si sottopose ad un taglio sì doloroso e Gesù, muovendosi nel mio interno, ha soggiunto:
"Figlia mia, nella prima epoca della sua vita Adamo, peccando, fece una ferita all'anima sua, donde uscì la mia Divina Volontà ed entrarono in cambio le tenebre, le miserie, le debolezze che formarono il tarlo a tutti i beni dell'uomo. Sicché se l’uomo ha beni senza la mia Divina Volontà, se pur ne ha, sono beni tarlati, infraciditi, senza sostanza, quindi senza forza e senza valore. Ed io che l'amo tanto, nei primi giorni della mia vita quaggiù volli sottopormi alla Circoncisione, soffrendo un taglio durissimo che giunse a strapparmi le mie lacrime infantili ed in questa ferita io aprii le porte alla volontà umana, per farla rientrare di nuovo nella mia, affinché questa mia ferita risanasse la ferita dell'umana volontà e gli infondesse di nuovo il mio Fiat Divino, il quale gli avrebbe tolto il tarlo, le miserie, le debolezze, le tenebre e quindi tutti i suoi beni, in virtù del mio Fiat onnipotente, sarebbero stati rifatti e ripristinati. Figlia, dacché fui concepito e dai primi giorni del mio nascere, io mi occupai del regno della mia Divina Volontà e di come metterlo in salvo in mezzo alle creature, erano questi i miei sospiri, le mie lacrime, i miei singhiozzi ripetuti, le mie pene, tutto era diretto a ristabilire il regno del mio Fiat sulla terra. Perché sapevo che per quanti beni avessi dato, l'uomo non sarebbe stato mai felice, né avrebbe posseduto pienezza di beni e di santità né con la divisa della sua creazione che lo costituisce re e dominatore, sarebbe stato sempre l'uomo servo, debole, miserabile. Invece con la mia Volontà e facendola regnare in mezzo a loro, gli avrei dato in un sol colpo di fortuna tutti i beni, la sua reggia ed il suo dominio perduto. Son passati circa venti secoli e non ho smesso, i miei sospiri durano ancora e se ti ho manifestato tante conoscenze della mia Divina Volontà, non sono altro che le mie lacrime parlanti ed i caratteri incancellabili delle mie pene e sospiri che, diventando parole si manifestano a te, per farti vergare sulla carta coi modi più teneri e convincenti ciò che riguarda il mio Voler Divino e come vuol regnare come in Cielo così in terra. Quindi la nostra parte Divina ha deciso con decreti incancellabili ed irremovibili, che la nostra Divina Volontà venga a regnare sulla terra e non c'è chi ci sposti e, come segno di ciò, abbiamo spedito dal Cielo l'esercito delle sue conoscenze; se ciò non fosse, non valeva la pena mettere a repentaglio i tanti valori d'una Volontà Divina, come sono stati nascosti all'uomo per tanti secoli così potevano continuare. Ora aspettiamo la parte delle creature, che temporeggiano ancora a decidersi, specie quelli che temporeggiano nell'occuparsi di far conoscere i segreti del mio Voler Divino ed il gran bene delle sue conoscenze. Volontà umana, quanto mi sei ingrata! Aspetto la tua decisione per darti il bacio ed il regno che ti ho preparato e tu temporeggi ancora? Figlia mia, prega e da parte tua non mettere alcun ostacolo ad un tanto bene che sarà lo sfoggio più grande del nostro amore."
6 Gennaio 1929
Turba di gente che non è giunta a debita statura perché è uscita dalla eredità del Fiat Divino. Dove c'è il Fiat Divino c'è la forza comunicativa dei beni Divini.
Continuo il mio solito abbandono nel Fiat Divino. Mentre seguivo i suoi atti, vedevo una turba di gente tutta di bassa statura, mal nutrita, malaticcia, rachitica, alcuni erano piagati, in questa turba non c'era né freschezza infantile, né bellezza d'età giovanile, né dignità d'uomo maturo, sembrava un’accozzaglia di gente senza regime, senza cibi sufficienti, affamata e, se mangiava non si saziava mai, quanta compassione destava questa grande turba che pareva che fosse quasi tutto il mondo intero! Io non sapevo chi fossero, quelle persone né il significato per cui per natura, nessuno aveva raggiunto la sua debita statura ed il mio Amato Gesù, sospirando, è uscito dal mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, che turba infelice, essa non è altro che la grande turba uscita dalla Paterna eredità datale dal suo Celeste Padre. Poveri figli senza eredità Paterna! Non hanno le loro terre dove stare al sicuro, non hanno cibi sufficienti per nutrirsi e sono costretti a vivere di latrocini e di rapina e di cibi senza sostanza e perciò riesce loro quasi difficile crescere a debita statura, perché le loro membra non hanno forza sufficiente per svilupparsi e perciò sono rachitici, infermi, affamati, senza mai saziarsi, tutto ciò che prendono non si adatta alla loro crescita, perché non sono cibi adatti e stabiliti per essi, né della loro eredità. Figlia mia, l'eredità data dal mio Celeste Padre a questa turba di gente era la mia Divina Volontà, in Essa avrebbero trovato cibo per crescere a debita statura, aria balsamica per essere sani e forti, la quale aria avrebbe dipinto sul volto la freschezza infantile, la bellezza giovanile e la dignità e grazia dell'uomo maturo, non c'era bene che questa eredità non possedesse, di cui l'uomo doveva essere il padrone e avere a sua disposizione tutti i beni che voleva nell'anima e nel corpo. Onde come l'uomo uscì dall'eredità della mia Divina Volontà, non trovò più le cose a sua disposizione, non fu più padrone, ma servo, perciò è costretto a vivere di stenti, come può crescere a debita statura? Ecco perciò aspetto con tanto amore la turba di chi deve vivere nella nostra eredità del Fiat Divino. Essa ci formerà la bella turba di giusta statura, bella e fresca che sarà nutrita di cibi sostanziosi, che la renderà forte e sviluppata e formerà tutta la gloria della nostra opera creatrice. Il nostro dolore è grande nel guardare questa turba infelice e deformata e nel nostro dolore ripetiamo: ah! l'opera nostra non uscì dalle nostre mani creatrici inferma, senza bellezza e freschezza, ma era un amore solo guardarla, anzi ci rapiva, tanto era bella. Ma mentre diciamo ciò il nostro amore si gonfia e vuole straripare fuori e vuol mettere in via il nostro Voler Divino per farlo regnare in mezzo alle creature, per farci ripristinare l'opera nostra bella e graziosa, come uscì dalle nostre mani creatrici."
Onde seguivo a pensare al Fiat Supremo ed oh quante cose comprendevo su di Esso! Mi pareva di vederlo tutto Maestà, tutto luce, sboccante felicità, fortezza, santità, amore e questi sbocchi formavano mari interminabili che volevano versarsi sulle creature; ma ahimè esse non si davano pensiero di riceverli e questi mari restavano sospesi sul loro capo; ma mentre la mia povera mente era immersa nel Fiat Divino, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, dove c'è il mio Volere Divino c'è la forza comunicativa di tutti i beni divini e, come onde impetuose, scorrono sulla creatura che lo possiede i nostri sbocchi di felicità, di luce, di fortezza, eccetera che hanno virtù di cambiare natura alle cose più dure, più dolorose, più amare; dove c'è il mio Fiat Divino le cose più dure si fanno morbidissime, i dolori si cambiano in gioie, le amarezze in dolcezze, la terra si fa Cielo, i sacrifici conquiste. Il tuo esempio è più che sufficiente per convincerti di ciò che ti dico, vedi se non ci fosse stato in te il mio Volere, inchiodata come sei, per tanti lunghi anni in un letto, senza vedere e godere né Sole, né aria, né piacere di terra, anzi puoi dire che non la conosci, saresti stata la più infelice creatura, oh come ti sarebbe stato duro ed amaro il tuo stato! Invece il mio Fiat Divino che possiede la sorgente della felicità, sboccando sopra di te e scorrendo fin nelle midolla delle tue ossa, ti comunica la sua felicità e con la sua fortezza ti addormenta tutti i mali e ti rende felice. E se tu sapessi come io son contento nel vederti felice! E poi aggiungi vederti felice non in uno stato di piacere, di divertimento, ma confinata in un letto, questo mi rapisce, mi fa dare in smanie d'amore, mi tira tanto a te e nel mio delirio d'amore ti dico: oh! prodigio del mio Fiat Divino, che mi rende felice la figlia mia in uno stato in cui il mondo avrebbe gridato infelicità, sventura e forse mai vista ed intesa. Invece col mio Voler Divino è la più felice delle creature, la più pacifica, la dominatrice di se stessa, perché dentro di essa scorre la vena della felicità del mio Fiat, che sa convertire tutte le cose in gioie e felicità senza fine. Figlia mia, è l'unico mio contento veder felice la creatura e siccome ciò che la rende infelice è l'umano volere, tolto questo, tutte le infelicità finiscono, né hanno più ragione d'esistere, ma quello che fa morire tutte le infelicità umane è la sola mia Volontà, innanzi ad Essa tutti i mali si sentono morire, Essa è come il Sole che sorge al mattino che ha virtù di mettere in fuga le tenebre della notte, le tenebre innanzi alla luce muoiono, né hanno più diritto d'esistere. Così è della mia Divina Volontà."
13 Gennaio 1929
I Profeti; come il Regno della Redenzione e quello del Fiat si danno la mano. Necessità che si conosca ciò che riguarda il regno della Divina Volontà.
Stavo seguendo il mio giro negli atti del Fiat Divino e, giunta al punto di accompagnare i Profeti quando il Voler Divino si manifestava a loro per comunicare il come ed il quando della venuta del futuro Redentore ed i Profeti lo sospiravano con lacrime, preghiere e penitenze, io, facendo mio tutto ciò che loro facevano, essendo tutto questo frutto dell'Eterno Fiat Divino, lo ferivo per impetrare il suo regno sulla terra, ma mentre facevo ciò, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, quando un bene è universale e deve e può portare bene a tutti, è necessario che popoli interi e, se non tutti, in gran parte, sappiano il bene che devono ricevere e con le preghiere, i sospiri, i desideri e le opere impetrino un tanto bene, in modo che il bene che vogliono resti prima concepito nelle menti, nei sospiri, nei desideri, nelle opere e perfino nei cuori. E poi vien dato loro in realtà il bene che sospiravano. Quando un bene che si deve ricevere è universale, ci vuole la forza del popolo per impetrarlo, invece quando è individuale o locale può bastare uno per ottenere l'intento. Quindi prima di venire sulla terra e di restare concepito nel seno della Sovrana del Cielo, posso dire ch'ero concepito nelle menti dei Profeti ed io confermavo ed avvaloravo questa specie di concepimento in loro, con le mie manifestazioni del quando e del come dovevo venire sulla terra per redimere il genere umano. Ed i Profeti, fedeli esecutori delle mie manifestazioni, facevano da trombettieri, manifestando con le loro parole ai popoli, ciò che io avevo manifestato della mia venuta sulla terra e mi concepivo nelle loro parole che facevano volare di bocca in bocca la notizia che il Verbo voleva venire sulla terra e con ciò, non solo restavo concepito nella parola dei profeti, ma restavo pure concepito nella parola del popolo, in modo che tutti ne parlavano, pregavano e sospiravano il futuro Redentore. E quando fu diffusa nei popoli la notizia della mia venuta sulla terra ed un popolo quasi intero con a capo i Profeti, pregò, sospirò con lacrime e penitenze, allora restai come concepito nella volontà di essi, perciò feci venire a vita la Regina in cui avrei dovuto in realtà essere concepito, per fare l'ingresso in un popolo che da quaranta secoli mi sospirava e desiderava. Qual delitto non avrebbero commesso i Profeti se avessero occultato, nascosto in se stessi, le mie manifestazioni sulla mia venuta! Avrebbero impedito il mio concepimento nelle menti, nelle preghiere, nelle parole e nelle opere del popolo, condizione necessaria perché Iddio concedesse un bene universale qual era la mia venuta sulla terra.
Ora, figlia mia, il regno della Redenzione ed il regno del mio Fiat Divino si danno la mano ed essendo anch'Esso un bene universale, perché volendo tutti possono entrare in Esso, è necessario che la sua notizia la sappiano molti e resti concepito nelle menti, nelle parole, nelle opere e nei cuori di molti, affinché si dispongano con le preghiere, coi desideri e con una vita più santa, a ricevere il regno della mia Divina Volontà in mezzo ad essi, se la notizia non si divulga, le mie manifestazioni non fanno le trombettiere e non volano di bocca in bocca le conoscenze sul mio Fiat Divino che formeranno il concepimento di Esso nelle menti, nelle preghiere, nei sospiri e nei desideri delle creature, il mio Voler Divino non farà l'ingresso trionfale di venire a regnare sulla terra. Quanto è necessario che le conoscenze sul mio Fiat si conoscano, non solo, ma che si faccia conoscere che la mia Divina Volontà vuole già venire a regnare come in Cielo così in terra in mezzo alle creature. Ai Sacerdoti, come novelli Profeti, tocca il compito e con la parola e con lo scritto e con le opere di fare da trombettieri per far conoscere ciò che riguarda il mio Fiat Divino, né il loro delitto sarà minore di quello che avrebbero commesso i Profeti se avessero nascosto la mia Redenzione, col non occuparsi, per quanto possono, di ciò che riguarda la mia Divina Volontà, saranno loro causa se un tanto bene non sarà né conosciuto né ricevuto dalle creature, e soffocare il regno della mia Divina Volontà, tener sospeso un bene sì grande che non vi è altro simile ad Esso, non è forse un delitto? Perciò, ti raccomando, da parte tua non omettere nulla e prega per quelli che si devono occupare per far conoscere un tanto bene."
Poi ha soggiunto con un accento più tenero ed afflitto:
"Figlia mia, era questo lo scopo per cui permettevo la necessità della venuta del Sacerdote, affinché tu deponessi in loro, come sacro deposito, tutte le verità che ti ho detto sul mio Fiat Divino e loro fossero attenti ed esecutori fedeli di ciò che io voglio, cioè che facciano conoscere il regno della mia Divina Volontà, sii certa che non avrei permesso la loro venuta se non fosse per compiere i miei grandi disegni sulle sorti dell'umana famiglia. E come nel regno della Redenzione lasciai la mia Mamma Regina in mezzo agli Apostoli, affinché insieme con Lei ed aiutati e guidati da Lei, potessero dare inizio al regno della Redenzione, perché la Sovrana Celeste ne sapeva più di tutti gli Apostoli, era la più interessata, si può dire che lo aveva formato nel suo Materno Cuore, quindi poteva benissimo istruire gli Apostoli nei dubbi, nel modo, nelle circostanze. Era il vero Sole in mezzo ad Essi, bastava una sua parola per fare che i miei Apostoli si sentissero forti, illuminati e raffermati. Così per il regno del mio Fiat Divino, avendo messo in te il deposito di Esso, ti tengo ancor nell'esilio, affinché, come novella madre, possano i Sacerdoti attingere da te ciò che può servire di luce, di guida, di aiuto per dar principio a far conoscere il regno della mia Divina Volontà e se sapessi quanto soffro quando vedo il poco interessamento! Perciò prega, prega."
20 Gennaio 1929
Come la Creazione è un esercito divino. Dove c'è il Divin Volere c'è vita perenne.
Continua il mio abbandono nel Fiat Divino e seguendo gli atti suoi che fece in tutta la Creazione, volevo dare al mio Creatore la gloria che ciascuna cosa creata conteneva, perché anche se ogni cosa creata è gloriosa, nobile, santa, d'origine Divina, perché formata dal Fiat Creatore, però ogni cosa possiede una proprietà distinta dall'altra, in modo che ciascuna dà la gloria sua a Colui che l'ha creata. Onde mentre la mia piccola e povera intelligenza si perdeva nella Creazione, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, ogni cosa creata ha il suo ufficio speciale, a seconda di come Iddio l’ha creata e ognuna mi è fedele nell'ufficio che ciascuna possiede, dandomi gloria continua e distinta l'una dall'altra, la Creazione è il mio esercito Divino, unita ed inseparabile mentre tutte le cose son distinte e corrono, senza mai fermarsi, al solo scopo di glorificare il loro Creatore. È come un esercito: chi agisce da generale, chi da capitano, chi da ufficiale e chi da piccolo soldato, tutti sono intenti a servire il re, ciascuno al suo posto in perfetta ordinanza e fedeli all'esercizio di ciascun ufficio. Possedendo ciascuna cosa creata un atto di mia Volontà Divina, ciò le basta per mantenersi al suo posto, in ordine perfetto, sempre bella e sempre nuova ed in atto di glorificare Colui che la creò. Dove c'è la mia Volontà Divina c'è vita perenne, armonia ed ordine, fermezza incrollabile, senza che alcun evento possa spostarlo dal suo posto e ognuno è felice nell'ufficio che possiede. Tale sarebbe stato l'uomo se la volontà umana non me l'avesse strappato dalla mia Volontà, un bell’esercito tutto ordinato e ciascuno nel suo ufficio felice ed in atto sempre di glorificarmi e l’uomo glorificando il suo Creatore, avrebbe glorificato se stesso. Perciò voglio che il mio Fiat Divino ritorni a regnare in mezzo alle creature, perché voglio il mio esercito, tutto ordinato, nobile, santo e con l’impronta della gloria del suo Creatore."
3 Febbraio 1929
Riconoscere la Creazione e la Redenzione è come riconoscere il dominio Divino. Stretti legami che ci sono tra il Cielo e chi vive nella Volontà Divina. Chi vive in Essa è tutto un pezzo.
La mia povera e piccola anima nuota nel mare amarissimo della privazione del mio dolce Gesù e, sentendomi quasi priva di Lui, mi sento più che mai di sospirare la mia Patria Celeste. Oh come è amara la terra senza Gesù! Insieme con lui è più sopportabile, ma senza lui non si può vivere affatto. E se vicino al mare della sua privazione non scorresse più esteso il mare del Fiat Divino, che con la sua luce attutisce in parte l'acerbità e l’intensità del dolore della privazione di Gesù, chissà da quanto tempo per la forza del dolore avrei preso il volo nelle regioni Celesti, ma Fiat! Fiat! Onde stavo seguendo il mio giro nella Creazione e nella Redenzione, richiamando nella mia mente tutti gli atti fatti da Dio per seguirli, dando per ciascun atto gli omaggi, l'adorazione, l'amore, il ringraziamento. Ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, col richiamare gli atti della Creazione e della Redenzione per seguirli, onorarli e conoscerli, la creatura non fa altro che riconoscere il dominio Divino in tutte le cose ed il mio Divin Volere si sente dare gli onori, gli omaggi a Lui dovuti e, attirato ,vi forma il suo regno in mezzo alle creature."
Dopo ciò sentivo che non potevo più stare senza Gesù, le forze mi mancavano, ero talmente abbattuta, che se le mie interne pene si potessero vedere, avrei fatto piangere Cielo e terra per compassione, ma credo che il Fiat Divino come con la sua luce mi eclissa il mio dolce Gesù, così mi eclissa le mie pene, in modo che nessuno sa nulla del mio duro martirio, è un segreto che passa solo tra me, Gesù ed il Santo Voler Divino, tutti gli altri non sanno nulla e, vedendomi sotto la pioggia della luce del Fiat, forse mi credono la più felice delle creature. Oh potenza della Divina Volontà! Sai cambiare le cose e dove sei tu, fai vedere tutto bello e buono, anzi con la tua luce imperli le pene e le fai vedere come perle rare e preziose, che racchiudono dentro mari di gioia e di felicità, quante cose sai fare oh! Volontà Divina, sotto il tuo impero di luce non si può fare altro che tacere, amarti e seguirti; ma mentre la mia piccola mente si perdeva nella sua luce e sotto l'incubo tremendo della privazione di Gesù, l'ho sentito appena muovere nel mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, coraggio, non ti abbattere, tutto il Cielo è fisso sopra di te e i suoi abitatori sentono dalla forza irresistibile del mio Fiat tale immedesimazione con te, che non possono fare a meno di guardarti, amarti e concorrere a tutti gli atti tuoi. Tu devi sapere che gli Angeli, i Santi, la Sovrana Regina, sono tutto un pezzo, il loro essere non è altro che un atto solo di Divina Volontà, quindi non si vede altro in ciascuno di Essi che Volontà Divina, il pensiero, lo sguardo, la parola, l'opera, il passo, non fa vedere altro che Fiat! Fiat! e questo costituisce tutta la pienezza della felicità di tutti i Santi. Ora chi fa e vive nella mia Volontà in terra, è simile agli abitatori del Cielo, cioè è tutto un pezzo e forma un solo pezzo con loro, in modo che se l'anima viatrice pensa, i Santi pensano insieme, se ama, se opera, amano ed operano insieme, passano tali legami tra lei ed il Cielo da formare tutti insieme un solo atto di mia Volontà. Tanto che tutti gli abitatori Celesti stanno alla vedetta per vedere ciò che fa la creatura in terra per fare che nulla le sfugga. La mia Divina Volontà là dove regna ha il suo Cielo e ha virtù di rapire il Cielo in terra e la terra in Cielo e di formarne una sola cosa; perciò coraggio, non ti avvilire, pensa che hai a che fare con un Voler Divino e ciò dovrebbe renderti contenta."
10 Febbraio 1929
Chi vive nel Voler Divino presta il suo nulla sgombrato dove il Fiat se ne serve come spazio per esercitare la sua creazione.
Stavo facendo il mio giro nella Creazione, per seguire tutti gli atti che il Fiat Divino ha fatto e sta continuando a fare in essa, non solo, ma la mia povera mente andava rintracciando tutto ciò che il Divin Volere aveva fatto in Adamo ed in tutte le generazioni, prima e dopo la Redenzione. Mi pareva che tutti gli atti fatti dalla Divina Volontà tanto nella Creazione quanto nelle creature, fossero più che Soli che io dovevo seguire, abbracciare e fare miei e sebbene facessi ciò, il mio povero cuore non poteva fare a meno di sentire le torture della privazione del mio Sommo Bene Gesù. E Lui, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, coraggio, in chi vive nella mia Divina Volontà e segue i suoi atti, il mio Fiat continua la sua Creazione ed in ogni atto suo che segue, Esso si atteggia in atto di formare le sue creazioni ed allora il mio Fiat Divino è contento quando nell'anima che vive in Esso vede schierati ed ordinati tutti gli atti suoi, come una nuova Creazione e quindi un nuovo Cielo, un nuovo Sole, un mare più bello, una fioritura più sorprendente. E poi siccome l'atto di creare l'uomo fu il più bello, il più tenero, fatto in una foga d'amore, il più intenso, ora vuole ripetere sulla creatura che vive nel mio Volere gli atti che facemmo nell'atto di creare l'uomo ed oh! come il mio Fiat si mette in festa nel ripetere gli atti suoi, perché solo in chi vive in Esso può tenere il suo atto di creare sempre cose che ha fatto e cose nuove. Perché l'anima gli presta il suo nulla sgombrato, dove il mio Volere si serve di questo come spazio per creare ciò che vuole, quasi come si servì del vuoto dell'universo per stendere il Cielo, creare il Sole, mettere i limiti al mare, per dar luogo alla terra di formare le sue belle fioriture. Ed è questa la causa per cui tu giri negli atti del mio Fiat e nella tua mente passano come tante onde di luce nelle quali tu segui e ti senti impressa in te, come tante scene, la Creazione: l'uomo in atto di essere creato, la Regina del Cielo in atto di essere concepita, il Verbo che scende e tanti altri atti fatti dal mio Volere e la potenza del mio Fiat Creatore, che vuol sempre fare, sempre dare, senza mai cessare. Perciò, sii attenta, perché si tratta di troppo, niente meno devi stare in atto di subire l'atto continuato del mio Voler Creante. Esso non si sentirà d'aver compiuto il suo lavoro in te se non vede tutti gli atti suoi racchiusi nell'anima tua, come attestato e trionfo del suo regnare in te. Perciò tutta la sua attenzione è guardare se tutti gli atti suoi hanno vita in te. Sai come vengono creati questi atti in te? Tu col richiamarli, col riconoscerli ed amarli ed il mio Volere col pronunziare il suo Fiat nel tuo richiamo e col formare sul tuo amore la vita degli atti suoi in te. Ed è tanta la continuità del suo lavoro in te, che non si ferma neppure nel vederti torturata dal dolore della mia privazione, perché ha molto da fare e perciò passa avanti ed io lo lascio fare, perché tu ed io, dobbiamo tutto al nostro Volere, dobbiamo cedergli il primato, per il giusto trionfo della sua causa, per dargli il campo di formare il suo regno."
17 Febbraio 1929
L'anima che vive nel Divin Volere è inseparabile da Esso. Esempio della luce.
Stavo facendo il mio giro negli atti del Fiat Divino, ma con un’oppressione che mi toglieva la vita, per le solite privazioni del mio dolce Gesù, tutto era stento ed amarezza indicibile, mi sembrava che quella Divina Volontà che mi dava la vita e che possiede mari immensi di luce, di gioia, di felicità senza termine, fosse attraversata da nubi di oppressioni e di amarezze per le privazioni di Colui che essendo vissuto e cresciuto tanto tempo insieme a me ora, con la sua assenza, mi forma le nubi per amareggiarmi la luce e la felicità della sua stessa Divina Volontà. Oh Dio, che pena! Ma mentre seguivo gli atti del Fiat Divino in questo stato, il mio amato Gesù, muovendosi appena nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, coraggio, non ti opprimere troppo. Tu devi sapere che chi vive nella mia Divina Volontà è inseparabile da Essa e da me. Lei è simile alla luce che contiene luce, calore e colori, i quali sebbene distinti tra loro, però sono inseparabili, la luce non può né stare, né può aver vita senza il calore, il calore non può aver vita senza la luce ed i colori vengono formati dalla forza della luce e del calore, l'uno non può stare senza dell'altro, una è la vita, una è la forza. La luce, il calore ed i colori, incominciano la vita insieme, la continuano senza mai separarsi e, se devono morire, tutto d'un colpo finiscono la vita. Tale è l'inseparabilità dell'anima che vive nella mia Divina Volontà. Lei è inseparabile da me e da tutti gli atti del mio Fiat Divino, essa entra nella vita della luce e del calore del mio Voler Divino ed acquista la vita della sua luce e del suo calore e siccome il suo atto incessante si può chiamare la molteplicità ed infinità dei suoi atti, colori che produce la mia Divina Volontà, l'anima forma un solo atto con Essa. Tu devi sapere che è tale e tanta l'inseparabilità di chi vive nel mio Divin Volere che mentre l'Eterna Sapienza creava il Cielo, il Sole e tutto l'universo, tu eri insieme con me e scorrevi nel mio Fiat Divino come luce, calore e colori, mi sarei ben guardato dal fare un atto solo di mia Volontà senza la mia piccola figlia e chiunque vive in Essa, sarebbe come se mi mancasse la forza della luce, del calore e dei colori, questo non mi può mancare e perciò sei inseparabile da me, perciò coraggio e non ti opprimere."
Ond'io, nel sentire ciò, gli ho detto: Amor mio, se ciò fosse e cioè che in tutti gli atti della tua Divina Volontà c'entro io, siccome Adamo prima di peccare possedeva il tuo Fiat, quando lui peccò ci stavo anch'io, questo mi dispiacerebbe; e Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, tu devi sapere che nella mia Divina Volontà c'è l'atto permissivo e l'atto voluto. Nella caduta d'Adamo ci fu l'atto permissivo, ma non voluto da Essa e nell'atto permissivo, la luce, il calore e la molteplicità dei colori della mia Divina Volontà si mettono da parte e restano intangibili, senza mischiarsi nell'atto umano, invece nel voluto formano un solo atto ed una sola cosa. Resta macchiata la luce del Sole perché passa sulle immondizie? Certo che no, la luce resta sempre luce e le immondizie restano immondizie. Anzi la luce trionfa di tutto e resta intangibile a tutto, sia che la calpestino, sia che investa le cose più sporche, perché nella sua vita di luce non entrano cose estranee alla luce. Più che Sole è la mia Divina Volontà, Essa come luce scorre in tutti gli atti umani, ma resta intangibile di tutti i mali delle creature e in Essa entra solo chi vuol essere luce, calore e colori, cioè chi vuol vivere solo e sempre della (mia) Divina Volontà tutto il resto non le appartiene. Perciò puoi star sicura che tu non entrasti nella caduta d'Adamo, perché non fu la sua caduta un atto di luce, ma di tenebre, le quali fuggano dalla luce."
22 Febbraio 1929
Come quando il Voler Divino scrive, si fa attore, dettatore e spettatore. Ordine ordinario e straordinario che ha la Divinità nella Creazione.
Stando nella massima amarezza per la privazione del mio dolce Gesù, stavo scrivendo ciò che sta scritto di sopra e sebbene lo facessi con uno sforzo incredibile, dato lo stato in cui mi trovavo, pure però lo volevo fare, per dare come un ultimo attestato d'omaggio a quel Fiat che con tanto amore si era manifestato a me ed ora, anche se tanto scarseggia nel suo dire, non voglio che le piccole goccioline di luce che mi manifesta vadano sperdute. Chissà, pensavo tra me, che non sia l'ultima gocciolina di luce che metto sulla carta? Ma mentre pensavo ciò, il mio amato Gesù è uscito dal mio interno e, gettandomi le braccia al collo, mi ha stretto forte forte nelle sue braccia e mi ha detto:
"Figlia mia, appena ti sei messa a scrivere, mi son sentito tirare talmente forte, che non ho potuto resistere, in modo che straripando da te il mio Fiat, mi ha messo fuori per dirigere mentre tu scrivi ciò che ti ho manifestato sul mio Voler Divino, questo è un impegno, è diritto sacro e divino che Esso ha, di fare l'attore, il dettatore e lo spettatore, mentre tu scrivi, affinché tutto sia luce e verità sorprendente, in modo da poter conoscere a chiare note i caratteri Divini della mia Volontà. Tu credi che sia tu a scrivere, no, no, tu non sei altro che la parte superficiale; la sostanza, la parte primaria, colei che detta è la mia Divina Volontà e se tu potessi vedere la tenerezza, l'amore, le ansie con cui il mio Fiat verga la sua vita su queste carte, tu morresti d'amore."
Detto ciò si (è) ritirato nel mio interno ed io, come riavendomi dall'incanto di Gesù, ho continuato a scrivere, ma mi sono sentita tutta luce, che mi suggeriva tutto, e mi imboccava le parole. Io non so dire quello che ho provato nello scrivere. Onde dopo aver finito di scrivere mi son messa a pregare, ma col chiodo nel cuore pensando a quando Gesù sarebbe ritornato di nuovo e mi lamentavo, perché non mi porta ancora al Cielo. Quindi ricordavo le tante volte in cui mi aveva ridotta in fin di vita, come se fossi in atto di varcare le porte del Cielo e mentre stavano in atto di aprirsi per ricevermi nel beato soggiorno, l'ubbidienza s'era imposta sulla mia povera esistenza e, facendomi chiudere le porte, ero costretta di nuovo a rimanere nel duro esilio della vita. Oh! come, sebbene santa, è crudele e quasi tiranna la benedetta ubbidienza in certe circostanze! Eppure pensavo tra me, vorrei sapere se è stata l'ubbidienza oppure non era giunto il momento finale della mia esistenza quaggiù. Ma mentre pensavo ciò e tante altre cose si aggiravano nella mia mente, con un'amarezza indicibile che sembrava che mi attossicasse, il mio Sommo Bene Gesù, la cara mia Vita mi ha sorpresa e, facendosi vedere di nuovo, mi ha detto:
"Figlia mia, tu devi sapere che nella nostra Divinità c'è l'ordine ordinario per tutta la Creazione e questo non viene spostato per qualunque incidente, né un punto, né un minuto prima, né un minuto dopo, la vita finisce quando è stabilito da noi, siamo immutabili a questo riguardo. C'è anche in noi l'ordine straordinario e siccome siamo padroni delle leggi di tutta la Creazione, abbiamo il diritto di mutarle quando vogliamo. Ma se le mutiamo ci deve essere una grande gloria per Noi ed un bene grande a tutta la Creazione, né mutiamo le nostre leggi per cose piccole. Ora figlia mia, tu sai che l'opera più grande è stabilire il regno della mia Volontà Divina sulla terra, farlo conoscere, non c'è bene che la creatura possa ricevere se non lo conosce, quale meraviglia dunque è la tua se abbiamo ceduto all'ubbidienza per non farti morire? Molto più che tu, per il connesso che hai col mio Fiat Divino, entri nell'ordine straordinario ed essendo ciascuna conoscenza del mio Volere Divino tante vite divine uscite dal nostro seno, ci voleva il sacrificio della tua vita, per riceverle e la privazione dello stesso Cielo, dal quale ti strappava l'ubbidienza. Oltre a ciò essendo la mia Divina Volontà, le sue conoscenze, il suo regnare, non solo il più gran bene per la terra ma gloria completa per tutto il Cielo, tutto il Cielo pregava che cedessi alle preghiere di chi ti comandava ed Io, per riguardo del mio Volere, mentre ti aprivo le porte, cedevo alle loro preghiere. Credi tu che io non conosca il tuo grande sacrificio, il tuo martirio continuato di stare lontana dalla Patria Celeste e solo per compiere il mio Volere ti viene comandato? Che questo sacrificio mi hai strappato le tante vite delle conoscenze del mio Fiat. E poi ci voleva un'anima che conoscesse il Cielo e come si fa la mia Volontà Divina nel Celeste soggiorno, per poter affidare i suoi segreti, la sua storia, la sua vita, perché, apprezzandoli, ne facesse vita propria e fosse pronta a mettere la sua vita per fare che altri potessero conoscere un sì gran bene."
Gesù ha fatto silenzio ed io, sentendomi sofferente, mi lamentavo e rimproveravo Gesù che non mi portava al Cielo e Lui:
"Coraggio figlia mia, quasi poco resta per gli scritti sul mio Fiati Divino, lo stesso mio silenzio dice che sto per compiere le grandi manifestazioni del Vangelo del regno della mia Divina Volontà. Feci ciò anche nel regno della Redenzione, negli ultimi giorni della mia vita non aggiunsi altro, anzi mi nascosi e se qualcosa dissi era ripetizione per confermare ciò che avevo detto, perché era sufficiente ciò che avevo detto per fare che tutti potessero ricevere i beni d'essere redenti. Toccava a loro trarne profitto. Così sarà del regno della mia Divina Volontà, quando avrò detto tutto, in modo che nulla manchi per poter ricevere il bene di conoscerlo e per poter possedere tutti i suoi beni, allora non avrò più interesse di tenerti sulla terra, tocca a loro trarne profitto."
27 Febbraio 1929
Come tutti i Santi sono gli effetti della Divina Volontà, invece chi vivrà in Essa ne possederà la vita.
Il mio abbandono nel Fiat Supremo è continuo. Mentre cercavo di seguire per quanto potevo gli atti del Voler Divino abbracciando tutto e tutti, il mio dolce Gesù è uscito dal mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, la creazione tutta, tutti i santi non sono altro che gli effetti della mia Divina Volontà, Essa, se parla, crea e forma le opere più belle, per ogni suo piccolo moto getta profumi di prodigi sulle creature, il suo più piccolo alito getta varietà di bellezze su chi lo riceve, vera immagine del Sole, che solo investendo la terra, col suo tocco di luce dà le tante varietà dei colori, di dolcezza a tutte le piante. Nessuno può negare che solo facendosi toccare dalla sua luce, non ha ricevuto il bene che essa contiene. Più che Sole è la mia Divina Volontà anche quando si fanno solo toccare, il suo tocco miracoloso fa produrre un bene, che profumato e riscaldato con la sua luce, fa sentire i suoi benefici effetti di santità, di luce e d'amore. Ora gli effetti del mio Fiat, sono dati a chi fa la mia Divina Volontà, chi adora le sue disposizioni, chi con pazienza sopporta ciò che Essa vuole, facendo così, la creatura riconosce che c'è questa Volontà Suprema ed Essa, vedendosi riconosciuta, non le nega i suoi mirabili effetti. Invece per chi deve vivere nel mio Divin Volere, deve possedere in sé tutta la vita e non solo gli effetti, ma la vita con tutti gli effetti del mio Fiat Divino. E siccome non c'è santità passata, presente e futura di cui la mia Divina Volontà non sia stata la causa primaria di formare tutte le specie di santità che ci sono, quindi Essa ritiene in sé tutti i beni e gli effetti di santità che c’è stata, perciò l'anima che vivrà nel mio Volere, possedendo la sua vita con tutti i suoi effetti, vedrà in essa tutte le santità messe insieme, lei potrà dire: gli altri hanno fatto una parte della santità, io invece ho fatto tutto, ho racchiuso in me tutto ciò che ciascun santo ha fatto. Quindi si vedrà in essa, la santità degli antichi, quella dei Profeti, quella dei martiri, si vedrà la santità dei penitenti, le santità grandi e le piccole, non solo, ma si vedrà tutta la Creazione pennellata in lei. Perché la mia Divina Volontà niente perde col mettere fuori le sue opere, anzi mentre le mette fuori, le ritiene in sé come fonte primaria. Perciò chi vive in Essa, non c'è cosa che ha fatto o farà il mio Divin Volere che non avrà in possesso. Quale incanto e stupore non sarebbe se una creatura potesse racchiudere dentro di sé tutta la sfera del Sole con tutta la sua luce? Chi non direbbe che lei contiene tutti gli effetti, i colori, la dolcezza, la luce che il Sole ha dato e darà a tutta la terra ed a tutte le grandi e piccole piante? Se ciò potesse essere, stupirebbero Cielo e terra e tutti riconoscerebbero che tutti gli effetti che posseggono, sono racchiusi in quella creatura che possiede la sfera del Sole, che n'è la vita con tutti i suoi effetti. Ma umanamente parlando ciò non può succedere perché la creatura non potrebbe contenere né la forza di tutta la luce del Sole, né del suo calore, resterebbe bruciata, né il Sole avrebbe virtù di non bruciarla. Invece la mia Volontà ha virtù di rinchiudersi, d'impiccolirsi, d'ingrandirsi, come si vuol fare si fa e mentre trasforma in sé la creatura, la conserva in vita e, dandole tutte le sue tinte di bellezza, la rende dominatrice e posseditrice dei suoi domini divini. Perciò, sii attenta, figlia mia, riconosci il gran bene della vita del mio Fiat in te, che mentre ti possiede, ti vuol rendere posseditrice di tutto ciò che ad Essa appartiene."
Dopo ciò ha soggiunto:
"Figlia mia, chi vive nel mio Voler Divino non si sposta mai dai modi del suo Creatore e non cessa di fare la nostra ripetitrice, mentre è una la nostra Essenza, una la Volontà, una la vita, uno l'amore, una la potenza, però siamo tre distinte Persone. Così per l'anima che vive in Essa, uno è il palpito ed in ogni palpito forma tre atti, uno abbraccia Dio, il secondo abbraccia tutte le creature, il terzo se stessa. E così se parla, se opera, in ciascuna cosa che fa, forma questi tre atti che, facendo eco alla potenza, alla Sapienza e all’Amore di Colui che l'ha creata, abbraccia tutto e tutti."
3 Marzo 1929
Come la Divina Volontà sta sempre in atto di rinnovare ciò che fece nella Creazione dell'uomo. E come Essa contiene la virtù affascinante.
Stavo continuando il mio giro nel Fiat Divino e, soffermandomi nell'Eden, stavo adorando la Volontà Suprema nell'atto di creare l'uomo, per unirmi a quell'unione di Volontà che esisteva tra Creatore e creatura quando quest’ultima fu creata ed il mio Sommo Bene Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, la Creazione dell'uomo fu l'atto più bello, più solenne di tutta la Creazione. Nella pienezza della foga del nostro amore creante, il nostro Fiat creò in Adamo tutte le altre creature e rimase in atto sempre di creare e di rinnovare su ciascuna creatura ciò che facemmo sul primo uomo, perché tutti i suoi discendenti, da lui dovevano avere l'origine. E perciò il nostro Volere Divino prese l'impegno di rinnovare i nostri sbocchi d'amore appena le creature fossero uscite alla luce, di mettere fuori tutte le nostre qualità divine e di fare nuovi sfoggi di bellezze, di grazie, di santità, d'amore su ciascuna di esse. Sicché ogni creatura doveva essere una nuova festa per noi, la ben uscita, la benvenuta e la felice aggiunta nella famiglia celeste. Oh! come il nostro Fiat Divino gioì nel mettersi in atto di dover dare sempre alla creatura e di rinnovare la magnificenza, la sublimità e l'insuperabile maestria che doveva avere su ciascuna creatura! Siccome Adamo uscì dal nostro Voler Divino, i discendenti perdettero la via per venire al primo atto della Creazione dell'uomo. Ma il nostro Voler Divino non ha smesso, perché noi quando decidiamo di fare un atto non c'è chi ci sposti, quindi sta sempre in atto di rinnovare i prodigi della Creazione e nonostante ciò non sa a chi rinnovarli ed aspetta con una fermezza e pazienza divina che la creatura ritorni nel suo Volere per poter rinnovare il suo atto sempre in atto, per poter ripetere ciò che feci nella creazione dell'uomo. E per quanto aspetta tutti, trova solo la sua piccola figlia, la neonata del mio Volere Divino che ogni giorno entra nel primo atto della Creazione dell'uomo quando il nostro Essere Divino fece sfoggio di tutte le nostre qualità divine, per fare dell'uomo il piccolo re ed il nostro figlio inseparabile, abbellendolo delle nostre divise Divine, per fare che tutti lo conoscano come il più grande portento del nostro amore. Figlia mia, se tu sapessi con quanto amore aspetto, che ogni giorno tu faccia la tua piccola visitina in quell'Eden dove il nostro Fiat, preso da impeto d'amore, si atteggiò a festa per creare l'uomo. Oh! quanti atti repressi ha in sé, quanti sospiri d'amore soffocati, quante gioie contenute, quante bellezze rinchiuse in sé, perché non vi è chi entri in questo suo atto creante, per prendere i beni inauditi che vuol dare e, vedendo che tu nel suo stesso Volere Divino, hai la via per giungere nell'atto della Creazione dell'uomo, oh! come gioisce e si sente tirato come da calamita potente a farsi conoscere dalle creature, affinché, facendo regnare la mia Divina Volontà in mezzo a loro, trovino la via per giungere al primo atto della Creazione dell'uomo, per non tenere più repressi in sé i beni che vuol dare alle creature. Oh se sapessero le creature quanti nuovi atti creanti, uno più bello dell'altro sta per creare ed uscire da sé il mio Fiat Divino per versarli su ciascuna di esse! Oh come si affretterebbero ad entrare nel mio Voler Divino, per ricominciare la loro vita in Esso e ricevere i suoi beni infiniti!"
Onde seguivo il santo Volere Divino e pensavo tra me: sarà proprio vero che io posseggo questo Fiat sì santo? E’ vero che sento di non volere né desiderare altro e come un mare rigurgita dentro e fuori di me, che tutta mi involge in questo Fiat Divino e sento che tutte le altre cose non mi appartengono, ma chissà se davvero lo posseggo! Ma mentre pensavo ciò il mio amato Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, il segno se un'anima possiede il mio Volere è sentirsi dominante di se stessa, in modo che le sue passioni non ardiscano muoversi innanzi alla luce del mio Fiat, si sentano impotenti d'agire, come se non avessero vita. Perché la potenza e la santità del mio Volere tutto atterra e vi stende sulle stesse miserie dell'umana volontà la sua luce, la sua santità e le più belle fioriture, in modo che converte mirabilmente le stesse miserie in terra feconda e benedetta, che non sa più produrre spine ma fiori celesti, frutti dolci e maturi. Ed è tanto il dominio di questa fortunata creatura, che si sente proprietaria di Dio stesso, delle creature e di tutte le cose create. Ha una virtù affascinante tanto che chi ha il bene di conoscerla, si sente talmente avvinta, che non può starsene lontano. È la potenza del mio Fiat che, rinchiuso dentro di lei, affascina Dio e si sente felice di stare rinchiuso in lei, affascina le creature, perché sentono il profumo balsamico del mio Fiat Divino che porta nei loro cuori la pace vera ed il vero bene. Che cosa non farebbero alcuni per avere da te una parola, che, come vita, scenda nei loro cuori? Perciò sii attenta e segui sempre il tuo volo nella mia Divina Volontà."
8 Marzo 1929
Come la Creazione è la banda celeste. Come il Fiat possiede la virtù generativa.
Continuo a girare negli atti del Fiat Divino e raccogliendo insieme tutta la Creazione, chiedo in ciascuna cosa che venga a regnare il Voler Divino sulla terra, poi le porto tutte insieme al mio Creatore per dargli la gloria di tutta la Creazione e dirgli: Maestà adorabile, ascolta Ti prego il Cielo, le stelle, il Sole, il vento, il mare e tutta la Creazione, che chiedono che il tuo Fiat venga a regnare sulla terra, fa’ che una sia la volontà di tutti. Ma mentre facevo ciò, il mio adorabile Gesù, uscendo dal mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, tutta la Creazione forma la banda Celeste, perché ogni cosa creata contiene luce, la potenza della mia parola Fiat, che produce la più bella musica. E siccome ciascuna cosa creata una è diversa dall'altra, così il mio Voler Divino come le creò con la sua parola creatrice e le fece una distinta dall'altra, così vi mise un suono distinto, come tante note per formare il più bel concerto che nessuna musica terrena può imitare. La molteplicità dei suoni con le note corrispondenti è tanta per quante sono le cose create. Sicché il Cielo contiene un suono, ogni stella ha il suo suono distinto, il Sole ne ha un altro e così di tutto il resto. Questi suoni non sono altro che la partecipazione dell'armonia che possiede la mia Divina Volontà. Perché Essa come pronunzia il suo Fiat, possedendo la virtù generativa, comunicativa e fecondatrice, lascia, dovunque si pronunzia, le sue belle qualità di luce, di bellezza e d'armonia inarrivabile. Non è forse la sua virtù comunicativa che ha comunicato tanta bellezza, ordine ed armonia a tutto l'universo? Non è forse solo col suo soffio che alimenta tutta la Creazione mantenendola fresca e bella come la creò? Oh se le creature si facessero alimentare dal soffio del mio Fiat onnipotente! Tutti i mali non avrebbero più vita in loro, la sua virtù generativa ed alimentatrice comunicherebbe loro la luce, la bellezza, l'ordine e l'armonia più bella. Che cosa non può fare e dare il mio Fiat? Tutto. Ora figlia mia, come tu raccoglievi tutte le cose create per portarcele come l'omaggio più bello, per chiederci il nostro regno sulla terra, avendo ciascuna cosa in sé, come proprietà propria, le note ed il suono, subito hanno incominciato la loro musica bella ed armoniosa tanto che la nostra Divinità ha teso le orecchie ed ha detto: la piccola figlia del nostro Fiat ci porta la nostra banda celeste che col suo suono ci dice: venga il regno del nostro Voler Divino sulla terra. Oh! come ci suona gradita, come scende fin nell'intimo del nostro seno Divino e ci muove tutto a compassione per tante creature senza la vita del nostro Fiat. Ah! solo chi vive in Esso può muovere Cielo e terra e salire sulle nostre ginocchia Paterne, per rapirci un bene sì grande qual è il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra."
Dopo ciò seguivo ancora la Divina Volontà in tanti molteplici effetti che produce in tutta la Creazione ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, il mio Fiat con un solo suo atto produce tanti effetti che sostiene tutta la Creazione, l'atto di Esso è la vita che dà per formare ciascuna cosa creata, gli effetti sono gli alimenti che somministra come tanti diversi cibi a ciascuna cosa, per mantenerle belle e fresche come le ha create. Sicché la mia Divina Volontà è la sostenitrice, l'alimentatrice e la vivificatrice di tutta la Creazione. Ora chi vive nel mio Volere Divino insieme con Essa, sostiene, alimenta e vivifica tutte le cose create, è l'inseparabile del mio Fiat. La creatura come opera in Esso acquista il soffio e, soffiando insieme col mio Fiat, mantiene sempre in vita ciò che una volta fu fatto, anzi ha virtù di vivificare e chiamare a vita i tanti atti di mia Volontà a cui la volontà umana ha dato la morte. Perché Essa ha un atto continuato da dare alle creature e quando queste non hanno fatto il mio Volere, questi atti sono morti per loro. E chi vive in Esso ha virtù di vivificarli e conservarli in vita."
13 Marzo 1929
Come l'amore Divino rigurgita nella Creazione. Come la Divina Volontà non sa fare cose spezzate. Come ogni privazione di Gesù è un nuovo dolore.
Sento in me una forza, una potenza Divina che mi tira continuamente nell'Eterno Volere, come se mi volesse in continua compagnia con gli atti suoi, per dare alla sua piccola neonata la vita di questi atti ed avere il piacere di sentirseli ripetere oppure di ripeterli insieme con essa. Pare che il Fiat Divino goda tanto, festeggi, quando si vede nelle sue braccia di luce la piccola neonata, o per dirle qualcosa della lunga storia sua, o per farle ripetere insieme ciò che fa. Il Fiat Divino sente tutta la gioia, la felicità, perché mise fuori la Creazione. Onde la sua luce ha trasportato la mia piccola intelligenza nell'Eden, nell'atto quando il nostro Creatore creò, in una foga d'amore, la vita dell'amore in Adamo, per amarlo sempre senza mai cessare, come difatti non cessò mai, per essere riamato da Lui con un amore incessante. Volle amarlo con un amore che non dice mai basta, ma voleva essere riamato. Mentre la mia mente si perdeva nell'amore del Creatore e della creatura, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, nel primo atto della Creazione dell'uomo il nostro amore rigurgitò tanto forte ed alzò tanto alto le sue fiamme che fece sentire le sue voci arcane, in modo tanto forte e penetrante che si sentirono investiti il Cielo, le stelle, il Sole, il vento, il mare e tutto, da voci misteriose che gridavano sul capo dell'uomo: ti amo, ti amo, ti amo; queste voci arcane e potenti chiamavano l'uomo e lui, scosso come da un dolce sonno e sentendosi rapire da ogni ti amo di Colui che lo aveva creato, gridava anche lui nella sua foga d'amore nel Sole, nel Cielo, nel mare ed in tutto: ti amo, ti amo, ti amo, oh mio Creatore! La nostra Divina Volontà che dominava Adamo, non gli fece perdere nulla, neppure un nostro ti amo cui lui non rispondesse col suo. Era un amore, un dolce incanto, il sentirlo, la potenza del nostro Fiat Divino prendeva sulle ali della sua luce il ti amo del nostro figlio, il caro gioiello del nostro Cuore e, invadendo tutta la Creazione, ci faceva sentire in ciascuna cosa creata il suo ti amo continuato, come il nostro. La nostra Divina Volontà non sa fare cose spezzate ed interrotte, ma continue. Fino a tanto che Adamo possedette la sua cara eredità del nostro Fiat, possedette il suo atto continuato, si può dire che faceva a gara con noi, siccome quando facciamo un atto non si smette più, perciò tutto era armonia tra lui e noi: armonia d'amore, di bellezza, di santità, il nostro Fiat non gli faceva mancare nulla di tutte le cose nostre. Come si sottrasse al nostro Volere perdette la via per raggiungere le cose nostre e formò tanti vuoti tra lui e Noi: vuoti d'amore, vuoti di bellezza e di santità e formò un abisso di distanza tra Dio e lui. E perciò il nostro Fiat vuole ritornare come fonte di vita nella creatura, per riempire questi vuoti, farla ritornare, come piccola neonata, nelle sue braccia e ridarle il suo atto continuato come la creò."
Dopo di ciò, mi sentivo priva del mio Sommo Bene Gesù e provavo tal dolore che non so spiegarlo. Quindi dopo molto aspettare, la Cara mia Vita è ritornato ed io Gli ho detto: “dimmi Amato mio Gesù, perché la pena della tua privazione è sempre nuova? Come Tu ti nascondi sento nell'anima mia sorgere una pena nuova, una morte più crudele, più straziante, più di quelle provate altre volte quando tu ti eclissi da me. Ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, tu devi sapere che ogniqualvolta io vengo da te, io ti comunico un atto nuovo della mia Divinità, ora ti comunico una nuova conoscenza della mia Divina Volontà, ora una nuova mia bellezza, ora una nuova mia santità e così di tutte le nostre Divine qualità, questo atto nuovo che ti comunico, fa sì che quando resti priva di me, questa conoscenza maggiore porta nell'anima un nuovo dolore, perché quanto più si conosce un bene, più si ama, il nuovo amore porta il nuovo dolore quando tu resti priva. Ecco perciò quando tu resti priva di me, senti che un nuovo dolore invade l'anima tua, ma questo nuovo dolore ti prepara a ricevere e prepara in te il vuoto dove mettere le nuove conoscenze della Divina Volontà. Il dolore, la nuova morte straziante che tu soffri per la mia privazione, è il nuovo richiamo che con voce arcana, misteriosa e rapitrice mi chiama ed io vengo e, per compenso, ti manifesto una nuova verità che ti porta la nuova vita del tuo Gesù. Molto più che le conoscenze sul mio Fiat Divino sono vite Divine che escono dal seno della nostra Divinità e perciò il dolore divino che tu soffri per la mia privazione ha virtù di chiamare dal Cielo queste vite Divine delle conoscenze del mio Volere a svelarsi a te, per farle regnare sulla faccia della terra. Oh se tu sapessi qual valore contiene, qual bene può produrre una sola conoscenza sulla mia Divina Volontà! La terresti come la reliquia più preziosa e custodita più che Sacramento. Perciò lasciami fare ed abbandonati nelle mie braccia, aspettando che il tuo Gesù ti porti le vite Divine delle conoscenze del suo Fiat!"
17 Marzo 1929
Le conoscenze che Gesù ha manifestato sulla sua Adorabile Volontà sono parti Divini. Suo dolore quando vede che queste verità non vengono custodite.
Stavo tutta abbandonata nel Fiat Divino, sentivo la mia povera mente immersa nel mare della sua luce interminabile ed il mio Adorabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, la mia Divina Volontà sta in atto di formare continui parti. Ed in questi parti genera e partorisce luce, genera e partorisce altre vite simili a sé, genera e partorisce santità e bellezza. La prima generazione viene formata nel nostro seno Divino e poi escono i nostri parti innumerevoli. Ma vuoi sapere tu quando noi generiamo e formiamo questi parti? Quando vogliamo mettere fuori una verità. Prima, come un nostro caro figlio, la generiamo nel nostro seno e poi, come parto nostro, la mettiamo fuori, affinché scenda nel basso delle creature e chi la riceve le dia libertà di farla generare, affinché produca altri parti e quindi tutte le creature possano avere il nostro caro figlio generato nel nostro seno. Onde le nostre verità scendono dal Cielo, per generare nei cuori e formare la lunga generazione dei miei parti Divini. Vedi dunque figlia mia, ogni verità che ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà era un figlio generato nel nostro seno Paterno, che messo fuori, ti portava il figlio della nostra luce, il figlio della nostra bellezza, della nostra santità e del nostro amore e se ti è stata data grazia di metterli fuori, è stato perché hanno trovato in te, luogo e libertà di poter generare in modo che, non potendo contenere in te i tanti parti dei figli delle nostre verità, li hai messi fuori, a vantaggio di chi ha avuto il bene di ascoltarti. Perciò chi non tiene conto di queste verità non le stima, apprezza ed ama, quindi si può dire che è un nostro figlio che non apprezza e non ama la cosa più grande che esiste in Cielo ed in terra e col non amarla e stimarla vengono a soffocare questi nostri figli ed a impedire la loro generazione. Non c'è male più grande di questo, che non si abbia tutta la cura di custodire una nostra verità, come il più grande dei tesori. Perché Essa è figlia nostra, è la portatrice della nostra vita in terra. Qual bene non può fare una nostra verità? Essa contiene la Potenza del nostro Fiat che è tanto vasta e ha il potere di salvare un mondo intero. Molto più che ogni verità possiede un bene distinto da dare alle creature ed una gloria a Colui che l'ha generata, perciò impedire il bene e la gloria che ci dovrebbero dare i nostri cari parti è il più grande dei delitti.
Perciò ti ho dato tanta grazia, ti ho somministrato i vocaboli, ho diretto la tua mano mentre tu scrivevi, per fare che i figli delle mie verità non fossero soffocati e seppelliti nell'anima tua e per fare che nulla omettessi mi son messo vicino a te, ti ha tenuta nelle mie braccia come una tenera madre tiene la sua piccola figlia ed ora ti allettavo con promesse, ora ti correggevo ed ora ti riprendevo severamente quando ti vedevo ritrosa a scrivere le verità che ti avevo manifestato, perché avevo interesse in quanto erano vite e figli miei e, se non oggi, domani sarebbero usciti alla luce. Tu non puoi comprendere il mio dolore nel vedere la trascuratezza di chi ha smarrito i tre Volumi della mia Divina Volontà; quante verità non c'erano dentro? Quante vite che con tanto amore ho messo fuori dal mio seno Paterno non hanno soffocato e quindi hanno formato la tomba ai figli miei. Sento che coloro che non hanno avuto cura fino a farli smarrire hanno spezzato il piano della mia Divina Volontà e la sua lunga storia dettata con tanto amore, per farla conoscere. Ogniqualvolta io mi accingevo a dirti ciò che al mio Fiat apparteneva, era tanta la foga del mio amore, che sentivo rinnovare l'atto di tutta la Creazione, specie quando nella foga del nostro amore veniva creato l'uomo."
Io nel sentir ciò mi sentivo trafiggere l'anima mia come se me la strappassero a brandelli perciò Gli ho detto: "Amor mio, se Tu vuoi, puoi fare un miracolo della tua onnipotenza per farli trovare e così non avrai il dolore di tante verità soffocate e della lunga storia della tua Divina Volontà spezzata. Anch'io sento che soffro molto e non so neppure dire com'è questo dolore." E Gesù ha soggiunto:
"È il mio dolore che fa eco nel tuo, è lo strappo di tante mie vite che hanno soffocato che senti in te. Queste verità smarrite sono scritte nel fondo dell'anima tua, perché prima con la mia mano creatrice le scrivevo in te e poi te le facevo scrivere sulla carta e perciò senti al vivo lo strappo di esse, è lo stesso mio strappo che senti nel tuo cuore. Se tu sapessi quanto soffro! In ogni verità di questi Volumi che con tanta trascuratezza hanno smarrito, sento darmi la morte e tante morti per quante verità c'erano dentro; non solo, ma sento la morte a tutto il bene che dette verità avrebbero portato, la morte alla gloria che avrebbero dovuto darmi. Ma me la pagheranno con tanto fuoco di più in purgatorio per quante verità hanno fatto smarrire. Ma sappi però che se non usano tutti i mezzi per trovarli perché voglio la loro cooperazione, io non farò il miracolo che qualcuno vorrebbe per farli trovare e questo, per castigo della loro negligenza. Però questi parti, queste verità, questi nostri cari figli e vite nostre che abbiamo messo fuori, non le ritiriamo, perché ciò che esce dal seno della nostra Divinità, come relatore e portatore d'un bene grande alle creature, non viene ritirato da noi per l'ingratitudine e la trascuratezza di chi ha smarrito tante nostre verità. Quindi quando il regno della nostra Volontà sarà conosciuto sulla terra e vi regnerà, allora farò in modo da manifestare di nuovo ciò che è stato smarrito, perché se non facessi ciò mancherebbe il nesso ed il connesso ed il piano intero del regno del mio Fiat Divino."
Io nel sentir ciò ho detto piangendo: "Sicché Amor mio, s'è tutto ciò, devo aspettare; quanto lungo sarà il mio esilio sulla terra, eppure mi sento tanto torturata per le tue privazioni, che non posso più stare lontano dalla Patria Celeste." E Gesù:
"Figlia, non ti affliggere, né è necessario che ti dica il modo, il come ed a chi devo manifestare se non trovano ciò che è andato perduto, se a te o ad altri; quello che conviene a te è di fare da parte tua ciò che devi fare per il regno della mia Divina Volontà, quando avrai fatto l'ultimo atto che da te vogliamo per il compimento di Essa, il tuo Gesù non aspetterà neppure un minuto per portarti nelle mie braccia nelle regioni Celesti. Non feci io altrettanto nel regno della redenzione? Nulla omisi e feci tutto, perché da parte mia nulla mancasse, perché tutti potessero ricevere il bene della Redenzione. E quando feci tutto me ne partii al Cielo senza aspettare l'esito, lasciando il compito agli Apostoli. Così sarà di te. Perciò sii attenta e fatti coraggio."
22 Marzo 1929
Dio nelle sue opere si serve dei mezzi umani. Come nella Creazione ebbe campo d'azione la Divina Volontà, costituendosi vita di tutto. Come la Divinità agisce solo come concorrente e spettatrice.
Sento la mia povera mente come fissata nel Voler Divino e penso tra me: come mai può venire il suo regno sulla terra? E poi, come può venire se non si conosce? Ma mentre pensavo ciò, il mio sempre amabile Gesù, uscendo dal mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, io nelle mie opere mi servo dei mezzi umani, sebbene faccia la prima parte, il fondamento e tutta la sostanza dell'opera che voglio fare e poi mi servo delle creature, per fare che la mia opera sia conosciuta e abbia vita in mezzo alle creature. Così feci nella Redenzione, mi servii degli Apostoli, per farla conoscere e per propagarla e ricevere e dare i frutti della Redenzione. E se gli Apostoli non avessero voluto dire niente di ciò che io dissi e feci nel venire sulla terra e, chiusi nel loro mutismo, non avessero fatto un passo, né un sacrificio, né messo la vita, per far conoscere il gran bene della mia venuta sulla terra, avrebbero fatto morire sul nascere la mia Redenzione. E le generazioni sarebbero state prive del Vangelo, dei Sacramenti e di tutti i beni che ha fatto e farà la Redenzione. Fu questo il mio scopo per cui negli ultimi anni della mia vita quaggiù, chiamai gli Apostoli intorno a me, per servirmi di loro, come banditori di ciò che io avevo fatto e detto. Oh! se gli Apostoli avessero taciuto sarebbero stati rei di tante anime perdute, se non avessero conosciuto il regno della Redenzione, rei di tanto bene non fatto dalle creature. Invece siccome non tacquero e misero la lor vita, si possono chiamare dopo di me, autori e causa di tante anime salvate e di tutti i beni che si son fatti nella mia Chiesa, di cui, come primi banditori, formano le sue colonne incrollabili. È nostro solito Divino, prima facciamo il nostro primo atto nelle opere nostre, mettiamo tutto ciò che ci vuole e poi le affidiamo alle creature, dando loro grazie sufficienti perché possano continuare ciò che noi abbiamo fatto e perciò le opere nostre vengono conosciute a seconda l'interesse e la buona volontà che hanno le creature. Così sarà del regno della mia Volontà Divina, chiamai te come una seconda Madre mia ed a tu per tu, come feci con Essa nel regno della Redenzione, ti ho manifestato i tanti segreti del mio Fiat Divino, il gran bene di Esso e come vuol venire a regnare sulla terra. Posso dire che ho fatto tutto e se ho chiamato il mio ministro affinché tu ti aprissi per farlo conoscere, il mio scopo è stato perché avesse interesse di far conoscere un tanto bene e se questo interesse non ci fosse da parte di chi dovrebbe occuparsi, metterebbero in pericolo di far morire sul nascere il regno della mia Volontà, rimanendo loro rei di tutto il bene che può portare un regno sì santo. Oppure meriterebbero che, mettendo loro da parte, chiamassi altri come banditori e propagatori delle conoscenze del mio Fiat Divino. Fino a tanto che non trovo chi ha interesse e prende a petto proprio più che se fosse la sua stessa vita, di far conoscere le sue conoscenze, il regno della mia Volontà non può avere né il suo principio, né la sua vita sulla terra."
Dopo di ciò mentre continuavo il mio abbandono nel Fiat Divino, il mio Sommo Bene Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, nella Creazione fu la mia Divina Volontà che ebbe il suo campo d'azione e anche se la nostra Divinità fu concorrente, perché siamo inseparabili da Essa, ma l'atto primo, l'azione, fu tutta della nostra Volontà, parlò ed operò, parlò ed ordinò, noi eravamo spettatori di ciò che faceva il nostro Voler Supremo, con tanta maestria, ordine ed armonia, che ci sentimmo degnamente glorificati e doppiamente felicitati dalla nostra stessa Volontà. Quindi essendo opera Sua, tutta la forza della Creazione e tutti i beni di cui fu arricchita, stanno tutti nella mia Suprema Volontà. Essa è vita primaria di tutto, perciò ama tanto la Creazione, perché sente e scorre la sua stessa vita in tutte le cose create. Tanto che nel creare l'uomo, volendo fare più sfoggio della sua potenza, del suo amore e della sua maestria, volle racchiudere in Lui tutta l'arte della Creazione intera, non solo, ma volle superarla, dandogli tali pennellate d'arte divina, da farlo il piccolo Dio e distendendosi dentro e fuori di Lui, a destra ed a sinistra, sul capo e sotto i suoi piedi, lo portavo nella mia Divina Volontà, come sbocco del nostro amore e come trionfatore ed ammiratore della sua maestria insuperabile. Perciò era diritto del mio Fiat Divino che l'uomo vivesse solo e sempre di Volontà Divina. Che cosa non aveva fatto per Lui? Lo chiamò dal nulla, lo formò, gli diede l'essere e gli diede doppia vita, la vita dell'uomo e quella della mia Divina Volontà, per portarlo sempre stretto nelle sue braccia creatrici, per conservarlo bello, fresco, felice, come lo aveva creato. Sicché quando l'uomo peccò, il mio Fiat si sentì strappare quella vita che portava nel suo proprio seno; qual non fu il suo dolore? Essa restò nel suo seno col vuoto di questo figlio, perché con tanto amore per tenerlo sicuro e felice, gli aveva fatto largo nella sua stessa vita. E credi tu che nella Redenzione non fu la mia Divina Volontà che s'incarnò per venire a rintracciare l'uomo smarrito? Fu proprio Essa, perché Verbo significa parola e la nostra parola è il Fiat, che come nella Creazione disse e creò, così nella Redenzione volle e s'incarnò, era il suo seno vuoto che reclamava questo figlio che con tanta crudeltà s'era strappato. Che cosa non fece nella Redenzione questa mia Volontà? Ma non è contenta ancora di ciò che fece, vuole riempire il suo seno, non vuol vederlo più sfregiato dalla colpa, dalla sua dissomiglianza, ma vuol vederlo fregiato dalla divisa della Creazione, fregiato dalla sua bellezza e santità e prendere il posto un'altra volta nel suo seno divino. È proprio questo il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra, che l'uomo ritorni nella mia Divina Volontà ed allora Essa si quieterà quando vedrà di nuovo il suo figlio felice, vivere in casa sua, con l'opulenza dei suoi beni. E così poter dire: il mio figlio è ritornato, è vestito delle sue vesti regali, porta la corona di re, fa vita insieme con me e gli ho restituito i diritti che gli diedi nel crearlo. Quindi il disordine nella Creazione è finito, perché l'uomo è ritornato nella mia Divina Volontà."
25 Marzo 1929
Come la Creazione corre con una corsa vertiginosa verso il suo Creatore. Chi vive nel Voler Divino è inseparabile da Esso. Ordine che Gesù ha tenuto nel manifestare le verità sulla Divina Volontà. Rinnovazione della Creazione. Importanza delle verità.
Il mio abbandono nel Fiat Divino continua, sento la piccolezza della povera anima mia in mezzo a tutte le cose create ed io come se avessi il mio moto, la mia corsa continua in tutta la Creazione, mi sento inseparabile da essa, la volontà mia e quella di essa sono una sola, qual è la sola ed unica Volontà Divina. Perciò essendo una sola la Volontà di tutti, facciamo una sola cosa e tutti corriamo come al nostro primo centro, al nostro Creatore per dirgli: il tuo amore ci ha messo fuori ed il tuo stesso amore ci richiama dentro di Te, con una corsa vertiginosa per dirti: ti amiamo, ti amiamo per decantarti il tuo amore inestinguibile ed interminabile. In modo (che) uscendo fuori di nuovo dal suo centro, per continuare la nostra corsa che non ha mai fermate, non facciamo altro che entrare ed uscire dal suo seno Divino per formare il nostro giro d'amore, la nostra corsa amorosa al nostro Creatore. Onde mentre correvo con tutta la Creazione, per formare la mia corsa d'amore alla Maestà Divina, il mio sempre amabile Gesù, uscendo dal mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, chi vive nel mio Voler Divino è vincolato con tutta la Creazione, né essa può fare a meno di questa fortunata creatura, né la creatura si può svincolare dalle cose create, perché essendo l'una la volontà dell'altra, qual è la mia Divina Volontà, formano un solo corpo con tante membra inseparabili tra loro. Sicché guardo chi vive nella mia Divina Volontà, e la vedo Cielo, ritorno a guardarla e la vedo Sole, i miei sguardi rapiti di tanta beltà si fissano di più e la trovano mare, insomma vedo in lei tutte le varietà di ciascuna cosa creata e dico: oh! potenza del mio Fiat Divino, come mi rendi bella colei che vive in te, tu le dai il primato su tutta la Creazione, tu le dai la corsa tanto veloce che più che vento fugge e, primeggiando su tutto, è la prima ad entrare nel mio Centro Divino per dirmi ti amo, ti glorifico, ti adoro e, facendo il suo eco in tutta la Creazione, tutti ripetono appresso a lei i suoi graditi ritornelli. Figlia mia, perciò provo tanto amore nel manifestarti tutto ciò che riguarda la mia Divina Volontà, tutto ciò che ti ho manifestato su di Essa, non è altro che tutto l'ordine del suo regno e tutto ciò che doveva essere manifestato dal principio della Creazione se Adamo non avesse peccato, perché in ogni mia manifestazione sul mio Fiat Divino, l'uomo doveva crescere nella santità e nella bellezza del suo Creatore e perciò mi riservavo di farlo a poco a poco, dandogli come tanti sorsi di vita Divina, per farlo crescere a seconda che la mia Divina Volontà volesse. Sicché l'uomo, col peccare, spezzò il mio dire e mi ridusse al silenzio. Dopo tanti secoli volendo che l'uomo ritornasse nel mio Fiat, ho ripreso il mio dire con tanto amore, più che una tenera Madre quando ama e sospira di dare il suo bimbo alla luce, per baciarlo, corteggiarlo, goderselo e stringerlo fortemente al suo seno materno e colmarlo di tutti i suoi beni e felicità. Così ho fatto io col riprendere il mio dire e manifestarti tutto l'ordine del regno del mio Voler Divino ed il modo che la creatura deve tenere nel regno mio. Perciò col manifestarti tante verità sul mio Fiat, non è stato altro che uscire di nuovo in campo tutto l'ordine e l’amore che avrei tenuto se l'uomo non avesse peccato ed il mio regno avesse avuto la sua vita sulla terra. Nel mio dire ho tenuto tale ordine che una verità è tanto legata con l'altra, che se qualche verità si volesse strappare ed occultare, si formerebbe un vuoto al regno del mio Fiat Divino e si toglierebbe una forza alle creature per indurle a vivere nel regno mio. Perché ogni verità che riguarda il mio Volere Divino è un posto che Esso prende per regnare in mezzo alle creature ed una via ed un vuoto che esse trovano per prenderne il possesso. Quindi tutte le verità che ti ho detto hanno tanto un connesso tra loro che, togliendo alcune, si vedrà a quel punto come un Cielo senza stelle o un vuoto senza Sole, oppure una terra senza fioritura. Perché in tutte queste verità che ti ho detto c'è la rinnovazione di tutta la Creazione. In ogni verità il mio Fiat più che Sole, vuole uscire di nuovo in campo, come uscì nella Creazione e prendendo il suo campo d'azione, con la sua luce vuole eclissare tutti i mali delle creature e stendendo il suo velo di luce su tutti, vuole dare tanta grazia a loro, da dare la sua mano creatrice, per farli rientrare di nuovo nel seno del suo Voler Divino. Perciò tutto ciò che ti ho detto sulla mia Divina Volontà ha tale importanza che mi costa più di tutta la Creazione, perché è una rinnovazione di essa ed un atto, quando si rinnova, costa doppio amore e per essere più sicuri mettiamo doppia grazia e doppia luce da dare alle creature affinché non ci venga il secondo dolore, forse più doloroso del primo che avemmo nel principio della Creazione, quando l'uomo peccò e formò in lui il fallimento del nostro amore, della nostra luce e della preziosa eredità del nostro Supremo Volere. Perciò sto tanto attento che tu nulla perda di ciò che ti dico sulla mia Volontà Divina, perché c'è tanta importanza in queste verità che, occultandone alcune, sarebbe come se si volesse spostare il Sole dal suo posto, fare uscire il mare dal suo lido, che ne sarebbe della terra? Pensalo tu stessa. E tale sarebbe se mancassero tutte le verità che con tanto ordine ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà."
31 Marzo 1929
Diritti assoluti del Divin Volere. Come la volontà umana cambiò la sorte umana e Divina. Come Gesù se l'uomo non avesse peccato sarebbe venuto sulla terra glorioso e con lo scettro del comando. L'uomo doveva essere il portatore del suo Creatore.
Sento in me la continua Potenza del Fiat Divino che mi involge con tale impero, che non dà tempo alla mia morente volontà di fare il minimo atto e si gloria non di farla morire del tutto, perché se facessi ciò, perderebbe il suo prestigio d'operare su una volontà umana che mentre vive, volontariamente subisce l'atto vitale del Fiat Divino su di sé ed essa si contenta di vivere, morendo, per dar vita e dominio assoluto al Supremo Volere, che vittorioso dei suoi diritti divini, stende i suoi confini e canta vittoria sulla morente volontà della creatura, la quale sebbene morente, sorride e si sente felice ed onorata che un Voler Divino abbia il suo campo d'azione nell'anima sua. Ora mentre mi sentivo sotto l'impero del Fiat Divino, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia piccola del mio Voler Divino, tu devi sapere che sono diritti assoluti del mio Fiat Divino di tenere il primato su ciascun atto della creatura e chi gli nega il primato gli toglie i suoi diritti divini che gli son dovuti di giustizia, perché è Creatore del voler umano. Chi può dirti figlia mia, quanto male può fare una creatura quando giunge a sottrarsi alla Volontà del suo Creatore? Vedi, bastò un atto di sottrazione del primo uomo alla nostra Volontà Divina per giungere a cambiare la sorte delle umane generazioni, non solo ma la stessa sorte della nostra Divina Volontà. Se Adamo non avesse peccato l'Eterno Verbo, per Volontà del Padre Celeste, sarebbe venuto lo stesso sulla terra glorioso, trionfante e dominatore, accompagnato visibilmente dal suo esercito Angelico che tutti avrebbero visto e, con lo splendore della sua gloria, avrebbe affascinato tutti e attirato tutti a sé con la sua bellezza, coronato da re e con lo scettro del comando, per essere re, a capo dell'umana famiglia in modo da darle il grande onore di poter dire: abbiamo un re: uomo e Dio. Molto più che il tuo Gesù non sarebbe sceso dal Cielo per trovare l'uomo malato, perché se non si fosse sottratto alla mia Volontà Divina, non sarebbero esistite malattie né di anima, né di corpo, perché fu l'umana volontà che quasi affogò con le pene la povera creatura. Il Fiat era intangibile di ogni pena e tale doveva essere l'uomo. Quindi io sarei venuto a trovare l'uomo felice, santo e con la pienezza dei beni con cui l'avevo creato. Invece siccome volle fare la sua volontà, cambiò la nostra sorte e siccome era decretato che io dovessi scendere sulla terra e quando la Divinità decreta, non c'è chi la sposti, cambiai solo modo ed aspetto, ma vi scesi, sotto spoglie umilissime, povero, senza alcun apparato di gloria, sofferente, piangente e carico di tutte le miserie e pene dell'uomo. La volontà umana mi fece venire a trovare l'uomo infelice, cieco, sordo e muto, pieno di tutte le miserie ed Io, per guarirlo, dovevo prenderle sopra di me e per non incutere spavento, dovetti mostrarmi come uno di loro, per affratellarli e dare loro le medicine e i rimedi che ci volevano. Sicché l'umano volere ha la potenza di rendere l’uomo felice o infelice, santo o peccatore, sano o malato. Vedi dunque se l'anima si decide a fare sempre, sempre, la mia Divina Volontà e a vivere in Essa, cambierà la sua sorte e la mia Divina Volontà si slancerà sulla creatura, la farà sua preda e dandole il bacio della Creazione, cambierà aspetto e modo e, stringendola al suo seno, le dirà: mettiamo tutto da parte, per te e per me sono ritornati i primi tempi della Creazione, tutto sarà felicità tra te e me, vivrai in casa nostra, come figlia nostra, nell'abbondanza dei beni del tuo Creatore. Senti, mia piccola neonata della mia Divina Volontà, se l'uomo non avesse peccato, non si fosse sottratto alla mia Divina Volontà, io sarei venuto sulla terra, ma sai come? Pieno di Maestà, come quando risuscitai dalla morte, perché sebbene avessi la mia Umanità simile all'uomo, unita all'Eterno Verbo, con quale diversità la mia Umanità risuscitata era glorificata, vestita di luce, non soggetta né a patire, né a morire. Invece la mia Umanità prima di morire era soggetta, sebbene volontariamente, a tutte le pene, anzi fui l'uomo dei dolori. E siccome l'uomo aveva ancora gli occhi abbacinati dall'umano volere e quindi era ancor malato, pochi furono quelli che mi videro risuscitato, ciò servì per confermare la mia Risurrezione. Quindi me ne salì al Cielo per dare il tempo all'uomo di prendere i rimedi e le medicine, affinché guarisse e si disponesse a conoscere la mia Divina Volontà, per vivere non della sua, ma della mia e così potrò farmi vedere pieno di Maestà e di gloria in mezzo ai figli del mio regno. Perciò la mia Resurrezione è la conferma del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra. Dopo un sì lungo dolore sofferto dalla mia Divina Volontà per tanti secoli, di non avere il suo regno sulla terra, il suo assoluto dominio, era giusto che la mia Umanità mettesse in salvo i suoi diritti divini e realizzasse il mio ed il suo scopo primiero di formare il suo regno in mezzo alle creature.
Oltre a ciò, per confermarti maggiormente come la volontà umana cambiò la sorte sua e quella della Divina Volontà a suo riguardo. Tu devi sapere che in tutta la storia del mondo solo due creature hanno vissuto di Volontà Divina senza mai fare la loro: la Sovrana Regina ed io. La distanza, la diversità, tra noi e le altre creature è infinita, tanto che neppure i nostri corpi rimasero sulla terra, erano serviti come reggia al Fiat Divino ed Esso si sentiva inseparabile dai nostri corpi e perciò reclamò e, con la sua forza imperante, rapì i nostri corpi insieme con le anime nostre nella sua Patria Celeste. Ed il perché di tutto ciò? Tutta la ragione sta nel fatto che mai la nostra volontà umana ebbe un atto di vita, ma tutto il dominio ed il campo d'azione fu solo della mia Divina Volontà. La sua potenza è infinita, il suo amore è insuperabile."
Dopo ciò ha fatto silenzio ed io sentivo che nuotavo nel mare del Fiat ed oh! quante cose comprendevo ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, col non fare la mia Divina Volontà, la creatura mette in scompiglio l'ordine che la Divina Maestà tenne nella Creazione, disonora se stessa, scende nel basso, si mette a distanza col suo Creatore, perde il principio, il mezzo e il fine di quella vita Divina che, con tanto amore, le venne infusa nell'atto d'essere creata. Noi amavamo tanto quest'uomo che mettemmo in lui, come principio di vita, la nostra Divina Volontà, volevamo sentirci rapire da lui, volevamo sentire in lui la nostra forza, la nostra potenza, la nostra felicità, il nostro stesso eco continuo e chi mai poteva farci sentire e vedere tutto ciò, se non la nostra Divina Volontà bilocata in Lui? Volevamo vedere nell'uomo il portatore del suo Creatore, il quale doveva renderlo felice nel tempo e nell'Eternità. Perciò quando l’uomo non fece la nostra Divina Volontà, sentimmo al vivo il gran dolore della nostra opera disordinata, il nostro eco finì, la nostra forza rapitrice che doveva rapirci per dargli nuove sorprese di felicità si convertì in debolezza, insomma si capovolse. Ecco perché non possiamo tollerare un tale disordine nell'opera nostra e, se tanto ho detto sul mio Fiat Divino, è proprio questo lo scopo: vogliamo mettere l'uomo nell'ordine, affinché ritorni sui primi passi della sua Creazione e, scorrendo in lui l'umore vitale del nostro Volere, formi di nuovo il nostro portatore, la nostra reggia sulla terra, la sua e la nostra felicità."
4 Aprile 1929
Come i primi che vivranno nel Fiat Divino saranno come il lievito del regno della Divina Volontà.
Il mio abbandono è nel Voler Santo, che come calamita potente mi attira a sé, per somministrarmi a sorsi a sorsi, la sua vita, la sua luce, le sue conoscenze prodigiose, ammirabili ed adorabili. Onde la mia povera mente si perdeva in Esso ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, i primi che faranno la mia Divina Volontà e vivranno in Essa, saranno come il lievito del suo regno. Le tante conoscenze che ti ho manifestato sul mio Fiat Divino saranno come la farina al pane. Trovando il lievito, resta fermentata tutta quanta la farina che si mette, ma non basta la farina, ci vuole il lievito e l'acqua per formare il vero pane, per nutrire le umane generazioni. Così mi è necessario il lievito dei pochi che vivono nel mio Volere Divino e la molteplicità delle sue conoscenze, che serviranno come massa di luce che daranno tutti i beni che ci vogliono per alimentare e felicitare tutti quelli che vogliono vivere nel regno della mia Divina Volontà. Perciò non ti impensierire se sei sola e se son pochi quelli che conoscono in parte ciò che riguarda la mia Divina Volontà, purché si forma la piccola porzione del lievito, unito alle sue conoscenze, il resto verrà da sé."
Dopo ciò stavo seguendo gli atti del Fiat Divino nella Creazione e mentre seguivo i suoi atti nel Cielo, nel Sole, nel mare, nel vento, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, guarda, tutto ciò che serve in modo universale a tutta l'umana famiglia è sempre una, invece le altre cose che non servono in modo universale sono molteplici. Il cielo è uno e si stende sul capo di tutti, il Sole è uno e serve di luce a tutti, l'acqua è una e perciò si dà a tutti e sebbene sembra divisa in tante fonti, mari, pozzi, ma da dove scende ha la forza unica. La terra è una e si stende sotto i piedi di tutti. E come nell'ordine naturale della Creazione, così nell'ordine soprannaturale. Dio è l'Essere universale ed è uno e come uno è il Dio di tutti, si dà a tutti, involge tutti, si trova dappertutto, fa bene a tutti ed è vita di tutti. Unica la Vergine e perciò Madre e Regina universale di tutti. Unico il tuo Gesù e perciò dovunque ed in modo universale si stende la mia Redenzione, tutto ciò che io feci e soffrii è a disposizione di tutti e di ciascuno. Unica è la piccola neonata della mia Divina Volontà e perciò tutto l'universo intero riceverà in modo universale tutti i beni delle manifestazioni e delle conoscenze del mio Fiat Divino, che come sacro deposito ho deposto in te, affinché più che splendido Sole spanda i suoi innumerevoli raggi per illuminare tutto il mondo intero. Quindi tutto ciò che ti dico contiene la virtù universale, che si darà a tutti e farà il bene a tutti. Perciò, sii attenta e segui sempre la mia Divina Volontà."
Sia tutto a gloria di Dio e per compimento del suo Fiat!!!
Deo gratias.