Volume 28

Volume 28

J. M. J.
Fiat!!!
In Voluntate Dei!
Deo Gratias
22 Febbraio 1930
Chi vive nella Divina Volontà resta circondato dall’immutabilità divina. Morte del bene; sacrificio della vita per farlo risorgere.
Sono sempre in preda di quel Fiat Divino che sa conquistare dolcemente e fortemente, con la sua dolcezza mi attira in modo irresistibile, con la sua fortezza mi vince in modo che può fare di me ciò che vuole. Oh! Volere Santo giacché tu conquisti me, deh! fa’ che con la tua stessa forza e dolcezza io vinca Te e, cedendo alle mie suppliche continue, venga a regnare sulla terra, formi il tuo dolce incanto all'umano volere e tutto diventi Volontà Divina sulla terra.
Onde mentre stavo pensando al Volere Divino, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno e facendosi vedere, mi ha detto:
"Figlia mia, se tu sapessi che significa farsi preda della mia Divina Volontà! L'anima resta circondata dalla nostra immutabilità e tutto diventa per lei immutabile; immutabile la santità, la luce, la grazia, l'amore. Sicché non sente più la varietà dei modi umani ma la stabilità dei modi divini. Perciò chi vive nel mio Volere Divino si può chiamare Cielo che sta sempre fisso e stabile al suo posto d'onore con tutte le sue stelle e se gira, siccome è tutto l’insieme della Creazione che gira, quindi il Cielo con tutte le stelle non cambia posto né si muta, ma resta sempre immutabile, tale è l'anima che vive nella mia Divina Volontà, potrà girare, farà varie azioni, ma siccome girerà nella forza motrice del mio Fiat Divino e nell'insieme della mia Volontà, sarà sempre Cielo ed immutabile nei suoi beni e nelle prerogative di cui l'ha dotata la mia Suprema Volontà.
Invece chi vive fuori del mio Fiat Divino, senza la sua forza motrice, si può chiamare come quelle stelle erranti che precipitano nello spazio, come se non ci fosse posto fisso per loro e son costrette come stelle erranti a correre a precipizio, come se si fossero smarrite dalla volta del Cielo. Tale è l'anima che non fa e non vive nella mia Divina Volontà, muta ad ogni occasione, sente in sé tanta varietà di mutamento, che sente noia a ripetere un bene continuato e se qualche scintillio di luce fa uscire da sé, è come il luccichio delle stelle erranti che subito sparisce. Si può dire che questo è il segno per conoscere se si vive di Volontà Divina: l'immutabilità nel bene; e mutarsi ad ogni piccola sospinta, se si vive di volere umano. "
Dopo ciò seguivo gli atti del Fiat Divino, giravo nelle opere della Creazione, nell'Eden, nei punti e tra le persone più notabili della storia del mondo, per chiedere a nome di tutti il regno della Divina Volontà sulla terra. Ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, l'uomo, col sottrarsi ella mia Divina Volontà, diede la morte ai beni che il mio Fiat Divino avrebbe fatto risorgere in lui, se non fosse stato respinto. Come esso uscì, così morì l'atto continuo della vita Divina nell’uomo, morì la santità che sempre cresce, la luce che sempre sorge, la bellezza che mai si ferma, per sempre abbellire, l'amore instancabile che non dice mai basta, che sempre, sempre vuol dare, molto più che, respingendo la mia Divina Volontà, morì l'ordine, l'aria, il cibo che avrebbe dovuto nutrirlo continuamente.
Vedi dunque quanti beni divini l'uomo fece morire in se stesso, col sottrarsi alla mia Divina Volontà. Ora, dove c'è stata la morte del bene, si richiede il sacrificio della vita per far risorgere il bene distrutto. Ecco perciò giustamente e sapientemente, quando ho voluto rinnovare il mondo e dare un bene alle creature, ho richiesto il sacrificio di vita, come chiesi ad Abramo che mi sacrificasse l'unico suo figlio, come di fatto eseguì e poi, impedito da me, si arrestò ed in quel sacrificio che ad Abramo costava più della sua stessa vita, risorse la nuova generazione donde sarebbe sceso il Divino Liberatore e Redentore che avrebbe fatto risorgere il bene morto nella creatura. Coll'andar del tempo, permisi a Giacobbe il sacrificio ed il gran dolore della morte del suo amato figlio Giuseppe, e anche se non morì, per lui fu come se in realtà fosse morto. Era la nuova chiamata che faceva risorgere in quel sacrificio il Celeste Liberatore, che chiamava a far risorgere il bene perduto. Oltre a ciò, Io stesso, col venire sulla terra, volli morire, ma col sacrificio della mia morte chiamai il risorgimento di tante vite ed il bene che la creatura aveva fatto morire e volli risorgere per confermare la vita al bene e la risurrezione all'umana famiglia. Che gran delitto è far morire il bene, tanto che si richiede il sacrificio di altre vite per farlo risorgere. Ora, nonostante la mia Redenzione e il sacrificio della mia morte, non regnando la mia Divina Volontà, tutto il bene non è risorto nella creatura, Essa è repressa e non può svolgere la santità che vuole, il bene soffre per l’intermittenza, ora sorge, ora muore ed il mio Fiat resta col dolore continuo di non poter far sorgere tutto il bene che vuole nella creatura; ecco perciò restai sacramentato nella piccola Ostia, partii per il Cielo ma restai sulla terra, in mezzo alle creature, per nascere, vivere e morire, sebbene misticamente, per far risorgere in esse tutto il bene che l'uomo respinse col sottrarsi alla mia Divina Volontà. Ed oltre al mio sacrificio chiesi anche il sacrificio della tua vita, per far risorgere il suo regno in mezzo alle umane generazioni e da ogni Tabernacolo me ne sto come alla vedetta per fare opera compiuta della Redenzione e del Fiat Voluntas Tua come in Cielo così in terra, contentandomi di sacrificarmi e di morire in ogni Ostia per far risorgere il Sole del mio Fiat Divino, la nuova era ed il suo pieno trionfo. Io nel partir dalla terra dissi: vado al Cielo e resto sulla terra nel Sacramento, mi contenterò d'aspettare secoli, so che mi costerà molto, oltraggi inauditi non mi mancheranno, forse più della mia stessa Passione; ma mi armerò di pazienza divina e dalla piccola Ostia farò opera compiuta, farò regnare il mio Volere nei cuori e continuerò a stare in mezzo a loro per godermi i frutti di tanti sacrifici che ho subito. Perciò insieme con Me sii unita al sacrificio per una causa così santa e per il giusto trionfo che la mia Volontà regni e domini."
26 Febbraio 1930
Com'è necessario desiderare un bene. Se non si forma il popolo la Divina Volontà non può avere il suo regno. Come chi vive nel Fiat è padrone, chi fa il suo volere è servo.
Stavo pensando al grande interesse che il mio sempre amabile Gesù ha di far conoscere la sua Santa Volontà e dicevo tra me: ama, sospira, vuole che venga il suo regno e poi tarda tanto a farlo sorgere in mezzo alle creature; se vuole tutto può, potenza non Gli manca, in un momento può travolgere Cielo e terra, chi può resistere alla sua potenza? Nessuno. Molto più che in Gesù volere e potere sono la stessa cosa, perché dunque tarda ancora? Ma mentre pensavo ciò, il mio dolce Gesù, muovendosi e facendosi sentire nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, sospirare, desiderare e volere un bene è disporsi a riceverlo e quando si riceve un bene che tanto si è sospirato, si ama, si apprezza, si custodisce, si tiene come il benvenuto ed il portatore del bene sospirato. Non solo questo, un altro eccesso del nostro amore è che facciamo sospirare il bene che vogliamo dare, perché vogliamo che la creatura metta qualcosa di suo, almeno i suoi sospiri, le sue preghiere, la sua volontà di volere quel bene, per poterle dire: vedi, l'hai meritato, perché da parte tua hai fatto quello che hai potuto per ottenerlo e Noi con tutto il cuore te lo diamo. Mentre è tutto effetto della bontà nostra. Ed è questa la causa per cui facciamo sapere prima quello che vogliamo dare alle creature. Si può dire che ci mettiamo in corrispondenza, mandando le nostre lettere d'avviso, spediamo i nostri messaggeri, perché dicano ciò che vogliamo dare; e tutto ciò per disporli, per far loro sospirare il gran dono che vogliamo dare. Non facemmo lo stesso per il regno della Redenzione? Ci furono quattromila anni di attesa e quanto più si avvicinava il tempo, più pressanti erano gli avvisi, più frequenti le lettere e tutto per disporli. Così è per il regno della mia Divina Volontà, tardo, perché voglio che sappiano, che preghino, che sospirino che venga a regnare, che comprendano il gran dono di Essa e così poter loro dire: l'avete voluto, lo avete meritato ed Essa già viene a regnare in mezzo a voi; col conoscerla, pregarla e sospirarla avete formato il suo popolo eletto, dove poter dominare e regnare. Senza popolo non si può formare un regno ed ecco l'altra causa che si sappia che la mia Volontà Divina vuol regnare sulla terra, affinché preghino, la sospirino, si dispongano per formare il popolo suo per scendere in mezzo a loro e formare la sua Reggia, la sua sede, il suo trono. Perciò non ti meravigliare se mentre vedi tanto interesse da parte mia che voglio che la mia Volontà regni, poi vedi che tardo. Sono le disposizioni della nostra sapienza inarrivabile, che tutto dispone con ordine ed il ritardo serve a mettere in via le sue conoscenze che faranno da lettere, da telegrafi, da telefono, da messaggeri, per formare il popolo alla mia Divina Volontà. Quindi prega ed il tuo volo in Essa sia continuo."
Dopo di ciò seguivo il mio giro nel Fiat Divino e, giunta nell'Eden, mi son soffermata a pensare all'amore scambievole tra Dio e l'Adamo innocente, quando la Divinità non trovando alcun intoppo da parte dell'uomo, si riversava a torrenti sopra di lui, col suo amore lo rapiva a sé con dolci attrattive, facendogli sentire la sua voce tutta soavità che gli diceva: figlio, ti amo, ti amo assai; ed Adamo, ferito e rapito dall'Eterno Amore, ripeteva il suo ritornello: “ti amo”, “ti amo” e, slanciandosi nelle braccia del suo Creatore, si stringeva tanto, che non sapeva distaccarsi dall’unico amore che conosceva e viveva solo per amarlo.
Ma mentre la mia mente si perdeva in questo scambievole amore di Dio e della creatura, il mio dolce Gesù, tutto bontà, mi ha detto:
"Figlia mia, che dolce ricordo è la creazione dell'uomo! Lui era felice e noi pure, sentivamo il frutto della felicità dell'opera nostra, sentivamo tal gusto nell'amarlo e nell'essere riamati. La nostra Volontà Divina ce lo conservava fresco e bello e portandolo fra le sua braccia di luce ci faceva contemplare com'era bella l'opera da noi creata, il nostro caro figlio e come figlio lo tenevamo in casa nostra, nei nostri beni interminabili e per conseguenza, come figlio, faceva da padrone. Sarebbe stato contro la natura del nostro amore, non far fare da padrone a chi tanto amavamo e ci amava; nel vero amore non c'è il tuo e mio, ma tutto è in comune. E poi il farlo agire da padrone niente procurava di male, anzi ci rallegrava, ci faceva sorridere, ci trastullava, ci dava le belle sorprese degli stessi beni nostri e poi come poteva non essere padrone se possedeva la nostra Volontà Divina che signoreggia tutto e domina tutto? Per non farlo padrone avremmo dovuto mettere in servitù la nostra Volontà, ciò che non poteva essere, perché dove Essa regna non esistono servitù, ma tutto è padronanza. Perciò fino a tanto che l'uomo visse nel nostro Fiat Divino, non conobbe servitù; come peccò, sottraendosi al nostro Volere Divino, perdette la padronanza e si ridusse in servitù. Che cambiamento! Da figlio a servo! Perdette il comando sulle cose create, divenne il servo di tutto. L'uomo col ritirarsi dal nostro Fiat Divino, si sentì scosso fin dalle fondamenta e sentì vacillante la sua stessa persona , provò che cosa è debolezza, si sentì servo di passioni che lo facevano vergognare di se stesso e giunse a perdere il suo dominio. Sicché, non ebbe più in suo potere come prima la forza, la luce, la grazia, la pace, ma le dovette mendicare con lacrime e preghiere dal suo Creatore. Vedi dunque che significa vivere nel mio Volere Divino? Essere padrone, chi fa la sua volontà è servo."
Ed io, sorpresa dal dire di Gesù, gli ho detto: "Amor mio, per quanto è consolante sentirti parlare del tuo Volere Divino, altrettanto è doloroso sentire i mali della volontà umana."
E Gesù ha soggiunto: "Figlia mia, se è necessario parlarti del mio Fiat Divino che servirà come invito, allettamenti, voci soavi, dolci e forti per chiamare tutti a vivere nella Reggia della mia Divina Volontà, affinché non siano più servi ma padroni, così è necessario parlarti dei mali dell'umana volontà, perché Io non toglierò mai il libero arbitrio all'uomo, perciò è necessario che nel regno della mia Volontà Divina faccia montare le guardie, le nobili sentinelle che tengano in guardia le creature, facendo conoscere loro il gran male dell'umano volere, affinché stiano sull'attenti e, aborrendolo, amino la felicità e la padronanza che può dare la mia Divina Volontà."
Fiat!!!
5 Marzo 1930
Come Gesù vuol vedere il suo Fiat palpitante nelle creature. Il vivere in Esso è il richiamo a tutti gli atti nell'Unità Divina. Che significa Unità.
Vivo sempre nel dolore della privazione del mio dolce Gesù, che duro martirio! Se il suo Voler Santo non avesse preso il suo posto, facendosi sentire continuamente, per cui mentre mi dà vita, mi tiene sempre occupata e sperduta in Lui, io non so come avrei fatto a vivere. Ciononostante i tanti cari ricordi di Gesù, che io credeva di non dover mai perdere di vista, le sue dolci e ripetute visitine, i tanti i suoi stratagemmi amorosi, le tante sue sorprese tanto che mi pareva di vivere più in Cielo che in terra, al solo ricordo sono ferite crudeli, che mi rendono più rincrudito il mio doloroso martirio. Ah! Gesù, Gesù!!! Come sei facile a mettere da parte ed a dimenticare chi ti ama e formi il suo martirio eppure Tu stesso hai detto tante volte che tanto mi amavi! Ah! Gesù, ritorna ché non ne posso più. Ma mentre la mia povera anima sentiva la febbre perché voleva Gesù e delirando spropositava, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno e stringendomi fra le sue braccia, quasi per mettere termine ai miei spropositi, mi ha detto:
"Figlia mia, calmati, calmati, son qui, né ti ho messo da parte, né la natura del mio amore sa dimenticare nessuno, anzi sto in te per dirigere tutti gli atti tuoi nella mia Divina Volontà, perché non voglio che alcun atto tuo anche minimo, non sia nobile e divino e non abbia il suggello del mio Fiat Divino; voglio vederlo palpitare in tutti gli atti tuoi, questo è tutto il mio impegno, formare la prima copia dell'anima che deve vivere nel mio Voler Divino."
Detto ciò ha fatto silenzio ed io ho continuato il mio giro nel Fiat Divino; volevo raccogliere tutto ciò che hanno fatto le creature per chiudere tutto nella Divina Volontà ed il mio Sommo Bene Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, il vivere nel mio Volere Divino è il richiamo di tutti gli atti delle creature nell'unità di Essa. Tutto è uscito da dentro la sua unità, dal solo atto nostro, che dà vita a tutti gli atti, perché diritto nostro di giustizia che tutto ci ritorni per riconoscere donde sono usciti. Il riconoscere da dove viene un atto, chi è che sprigiona la vita a tanti atti, in che modo e come, è il più bell'omaggio alla nostra Potenza e sapienza che, con un solo atto, è vita di tutti gli atti. E solo chi vive nel mio Fiat, abbracciando tutto con Esso, prende come in pugno tutto e rinchiudendo tutto in quel Volere in cui vive, sale nella nostra unità per portarci tutto e darci i veri omaggi di tutti gli effetti del nostro solo atto. Ecco perciò il tuo girare nella nostra Volontà Divina, non solo raccoglie tutto, ma comunica l'atto tuo a tutte le cose create, in modo che tutto il Cielo si atteggia ad adorazioni insieme alle tue adorazioni; il Sole ad amarci insieme col tuo amore, il vento a glorificarci insieme con te, insomma tutte le cose create, sentendo nella mia Volontà di cui sono tutte investite, l'atto tuo che fai in Essa, si atteggiano ad amarci, ad adorarci, a darci gloria e ringraziamenti, in modo che sentiamo che nel nostro Fiat Divino la creatura ci dà la pienezza dell'amore, la totalità dell'adorazione, la gloria completa. Perciò segui il tuo volo nel mio Volere Divino e né ti occupare di altro, perché in Esso hai molto da fare."
Ond'io son rimasta a pensare all'unità del Voler Divino ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, sai tu che significa Unità di Volontà Divina? Significa che da dentro quest'unica Volontà, non vi è cosa di bello, di buono e di santo che non esca da Essa. Questa nostra Volontà Divina è unica, una è la sua Unità, uno è il suo atto; ma mentre è una, la Volontà si stende ovunque, come l'unità e l'atto e, perché si stende ovunque, come in un sol fiato, fa tutto, abbraccia tutto e dà vita a tutto. Onde chi vive nel nostro Voler Divino si fonde nella nostra Unità e tutto ciò che fa non esce fuori di Noi, ma dentro di Noi. Invece se la creatura vive fuori di Essa, sentiamo il dolore dello strappo che fa degli atti suoi da dentro la nostra Volontà e mentre li strappa non ce li ridà, perché la nostra Volontà Divina e la sua non formano una. Perciò la gran differenza di chi vive fuori del nostro Fiat, tutti i suoi atti sono atti divisi e spezzati, non fusi. Quindi non avrà il bene di sentire in sé la pienezza della luce, della felicità e di tutti i beni, ma tutto sarà miseria, debolezza e scarsezza di luce."
Fiat!!!
9 Marzo 1930
Come le conoscenze sulla Divina Volontà contengono la scienza di formare la sua vita ed il popolo del suo regno. Come al ricordo di ciò che Gesù fece e patì, il suo amore si rinnova, si gonfia e straripa a bene delle creature.
Il mio abbandono nel Fiat continua, mi sento avvinta nelle sue braccia di luce e tanto stretta che non mi è dato di scostarmi un tantino, né io molto meno voglio farlo, mi guarderei bene dallo scostarmi dal suo seno di luce; mi pare che ci sia un accordo tra me ed il Voler Divino, perché ambedue non ci possiamo separare. Oh Volere Santo, come sei amabile e Potente! La tua amabilità mi attira, mi rapisce, m'incanta ed io, incantata, non saprei come fare a non tenermi fissa in te e Tu, con la tua potenza, Ti tieni fermo sulla mia piccolezza, Ti versi a torrenti, in modo che ho perduta la via per uscire dalla tua luce interminabile, ma felice perdita; deh! oh Fiat adorabile, fa’ perdere a tutti la via, affinché non conoscano altra via che quella che conduce nella tua Divina Volontà. Ma come potranno fare le creature per conoscere un tanto bene? Ma mentre pensavo ciò, il mio dolce Gesù, facendosi sentire nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, le conoscenze sul mio Voler Divino sono vie che possono condurre le creature nelle braccia di luce del mio Fiat Divino. Le conoscenze sono germi e ciascun germe fa nascere il principio della vita della mia Divina Volontà nella creatura. Tutte le conoscenze saranno come tanti sorsi di vita che formeranno nella creatura la maturazione di questa vita Divina. Perciò ti ho detto tante cose sul mio Fiat Divino; ogni conoscenza porterà, chi il germe, chi la nascita, chi il cibo, chi il respiro, chi l'aria, chi la luce ed il calore per maturare la vita del mio Voler nelle anime. Ogni conoscenza contiene un grado di più di maturazione, perciò quanto più cercheranno di conoscere ciò che ho manifestato sul mio Fiat Divino, più si sentiranno maturati. Le mie conoscenze sopra di Esso plasmeranno le anime e col loro tocco smorzeranno i mali dell'umano volere. Esse faranno da Madre pietosa che a qualunque costo vuol guarire il suo figlio e vederlo sano e bello. Se sapessi che significa una conoscenza sulla mia Divina Volontà! Esse contengono la scienza di formare la vita di Essa, per formare il popolo del suo regno. Vedi anche nell'ordine naturale succede così, chi vuol farsi maestro è necessario che conosca ciò che riguarda le scienze e se non si vuole applicare a conoscere le scienze, non sarà mai maturo per essere maestro ed a seconda i gradi delle scienze che ha studiato possederà più o meno i gradi d'istruzione: se poche scienze, potrà essere maturo per essere maestro elementare e se ha studiato molte scienze, potrà essere maturo per essere professore di scuole superiori. Sicché a seconda che si conosce tanto nelle arti, quanto nelle scienze, tanto più sono maturati in quel bene che conoscono e sono capaci di far maturare negli altri il bene, le scienze, le arti che posseggono. Ora se ti ho detto tante conoscenze sulla mia Divina Volontà, non è stato per darti una bella notizia, no, no; è stato per formare la scienza di Essa prima in te e poi in mezzo alle creature, affinché conosciuta questa scienza Divina e tutta di Cielo, possa far maturare la vita del mio Fiat Divino e formare il suo regno."
Dopo ciò stavo seguendo il mio giro nel Voler Divino ed ora mi fermavo ad un punto ed ora ad un altro di ciò che aveva fatto e patito il mio amato Gesù e Lui era come ferito dai suoi stessi atti che io gli mettevo intorno dicendo: Amor mio, il mio ti amo corre nel tuo; vedi, oh Gesù, quanto ci hai amato, eppure Ti resta un'altra cosa da fare, non hai fatto tutto, ti resta da darci il gran dono del tuo Fiat Divino come vita in mezzo alle creature, affinché regni e vi formi il suo popolo; presto oh Gesù, che aspetti? Le tue stesse opere, le tue pene reclamano il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra. Ma mentre pensavo ciò, il mio dolce Gesù è uscito dal mio interno e mi ha detto:
"Figlia mia, quando l'anima ricorda ciò che Io feci e soffrii nel corso della mia vita quaggiù, mi sento rinnovare il mio amore, per cui si gonfia e straripa ed il mare del mio amore forma le onde altissime per versarsi in modo duplicato sulle creature. Se tu sapessi con quanto amore ti aspetto quando giri nel mio Voler Divino in ciascuno degli atti miei, perché in Esso, tutto ciò che Io feci e patii, sta tutto in atto come se realmente lo stessi facendo. Ed Io, con tutto amore, ti aspetto per dirti: vedi figlia, questo lo feci per te, lo soffrii per te, vieni a riconoscere le proprietà del tuo Gesù che sono anche tue. Il mio Cuore soffrirebbe se la figlia piccola del mio Voler Divino non riconoscesse tutti i miei beni. Tenere occultati i beni nostri a chi vive nel mio Fiat Divino, sarebbe non considerarla figlia, oppure non aver con lei la nostra piena fiducia, ciò che non può essere, perché la nostra Volontà ce la immedesima tanto, che ciò che è nostro è suo. Sicché sarebbe per noi piuttosto una pena e ci troveremmo nelle condizioni d'un Padre ricchissimo che possiede molte proprietà ed i figli non sanno che il Padre possiede tanti beni, quindi, non conoscendoli, si abituano a vivere da poveri, a tenere modi villaneschi, né si curano di vestire nobilmente; non sarebbe un dolore per il Padre che tiene occultate le sue proprietà a questi figli? Mentre se il Padre le facesse conoscere cambierebbero abitudine vivendo, vestendo ed usando modi nobili a seconda la loro condizione. Se sarebbe dolore per un padre terreno, molto più per il tuo Gesù che è Padre Celeste. Come ti faccio conoscere ciò che ho fatto e patito ed i beni che possiede il mio Voler Divino, così il mio amore cresce verso di te ed il tuo amore cresce sempre più verso di me ed il mio Cuore gioisce nel vedere la piccola figlia nostra ricca dei nostri stessi beni. Perciò il tuo girare nel mio Voler Divino è uno sfogo del mio amore e mi dispone a farti conoscere cose nuove ed a farti una lezioncina di più, per tutto ciò che a noi appartiene e dispone te ad ascoltarla ed a ricevere i nostri doni."
Fiat!!!
12 Marzo 1930
Come Dio non conta il tempo ma gli atti che facciamo. Esempio di Noè. Il bene che possiede un sacrificio prolisso e continuo. Come ciascun atto di creatura possiede il suo germe distinto.
Il mio volo nel Fiat Divino continua, né la mia povera mente sa stare senza girare nei suoi atti innumerevoli, sento che una forza suprema la tiene come fissata nelle opere del mio Creatore ed essa gira e rigira sempre, senza mai stancarsi ed oh quante belle sorprese trova, ora nella Creazione, ora nella Redenzione, di cui Gesù Benedetto si fa narratore, sorprese che mi sorprendono e che non sono altro che un'invenzione più grande del suo amore. Onde mentre giravo nell'Eden e nei tempi prima della sua venuta sulla terra, pensavo tra me: perché Gesù aspettò tanto tempo per venire a redimere il genere umano? E Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, la nostra Sapienza infinita, quando deve dare un bene alla creatura, non conta il tempo ma gli atti delle creature, perché innanzi alla Divinità non esistono giorni ed anni, ma un solo giorno perenne e perciò non misuriamo il tempo, ma contiamo gli atti che hanno fatto. Quindi in quel tempo che a te sembra così lungo, non erano stati fatti gli atti voluti da noi per venire a redimere l'uomo. Solo gli atti determinano a fare venire il bene e non il tempo. Molto più che gli uomini costringevano la nostra giustizia a sterminarli dalla faccia della terra, come successe nel diluvio, quando solo Noè meritò, con l'ubbidire alla nostra Volontà e con la prolissità del suo lungo sacrificio di fabbricare l'Arca, di salvarsi con la sua famiglia e di trovare nei suoi atti la continuazione della nuova generazione in cui sarebbe venuto il promesso Messia. Un sacrificio prolisso e continuo possiede tale attrattiva e forza rapitrice presso l'Ente Supremo, che lo fanno determinare a dare beni grandi e continuazione di vita al genere umano. Se Noè non ci avesse ubbidito e non si fosse sacrificato a compiere un lavoro così lungo, sarebbe stato travolto anche lui nel diluvio e, non salvando se stesso, il mondo, la novella generazione sarebbe finita. Vedi che significa un sacrificio prolisso e continuo, è tanto grande che mette in salvo se stesso e fa sorgere la vita novella negli altri ed il bene che abbiamo stabilito di dare. Ecco perciò per il regno della mia Divina Volontà ho voluto il tuo lungo e continuo sacrificio di tanti anni di letto. Il tuo lungo sacrificio mette te in salvo, più che Arca nel regno della mia Divina Volontà ed inclina la mia bontà a dare un bene sì grande per farla regnare in mezzo alle creature."
Dopo di ciò, continuavo il mio giro nel Fiat Divino per portare tutti gli atti delle creature in omaggio al mio Creatore e pensavo tra me: se potrò raccogliere tutto ciò che esse hanno fatto e chiudere tutto nel Voler Divino non si cambieranno in atti di Divina Volontà? Ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, ogni atto delle creature, possiede il suo germe a secondo come è stato fatto, se non è stato fatto nel mio Fiat Divino non possiede il suo germe, quindi non potrà mai essere atto di mia Volontà; perché nell'atto di farlo mancava il suo germe di luce, che ha virtù di cambiarlo in Sole quando il suo germe di luce sta come atto primo nell'atto della creatura. Negli atti delle creature succede, che se una persona ha il seme dei fiori, seminandolo avrà fiori e se semina il seme dei frutti, avrà frutti; e né il seme dei fiori darà frutti né quello dei frutti darà fiori, ma ciascuno darà a seconda la natura del suo seme. Così per gli atti delle creature: se nell'atto c'è stato un fine buono, uno scopo santo, per piacermi, per amarmi, in ciascun atto si vedrà il germe della bontà, nell'altro il germe della santità, il germe di piacermi, il germe d'amarmi; questi germi non sono luce, ma simboleggiano chi il fiore, chi il frutto, chi una pianticella e chi una gemma preziosa ed io sento l'omaggio del fiore, del frutto e così di seguito, ma non l'omaggio che mi può dare un Sole; e se tu raccogli tutti questi atti per chiuderli nel mio Fiat, restano quali sono, ognuno ha la natura che il seme ha dato e si vedono che sono atti che può fare la creatura, non atti che può fare la mia Divina Volontà col suo germe di luce nell'atto di esse. Il germe di Volontà Divina non viene ceduto da Essa se non quando la creatura vive in Essa e negli atti suoi le da il primo posto d'onore."
Fiat!!!
24 Marzo 1930
La creatura non è altro che effetto dei riflessi di Dio. Amore di Dio nel crearla. La fermezza nel ripetere gli stessi atti forma nell'anima la vita del bene che si vuole.
Stavo facendo il giro nel Fiat Divino per seguire tutti gli atti suoi e giunta nell'Eden, comprendevo ed ammiravo l'atto magnanimo di Dio ed il suo amore esuberante e rigurgitante della Creazione dell'uomo ed il mio sempre amabile Gesù, non potendo contenere le sue fiamme, mi ha detto:
"Figlia mia, il nostro amore s'invaghì tanto nell'atto in cui creammo l'uomo, che non facemmo altro che riflettere su di lui, affinché fosse opera degna delle nostre mani creatrici e come i nostri riflessi piovevano sopra di lui, così nell'uomo veniva infusa l'intelligenza, la vista, l'udito, la parola, il palpito nel cuore, il moto alle mani, il passo ai piedi. Il nostro Essere Divino è purissimo spirito e perciò non abbiamo sensi, nell'insieme di tutto il nostro Essere Divino siamo luce purissima e inaccessibile, questa luce è occhio, è udito, è parola, è opera, è passo. Questa luce fa tutto, guarda tutto, sente tutto, si trova dappertutto, nessuno può sfuggire all'impero della nostra luce. Quindi mentre creammo l'uomo fu tanto il nostro amore che la nostra luce, portando i nostri riflessi su di lui, lo plasmava e, plasmandolo, gli portava gli effetti dei riflessi di Dio. Vedi dunque, figlia mia, con quanto amore fu creato l'uomo, fino a sciogliersi il nostro Essere Divino in riflessi sopra di lui, per comunicargli la nostra immagine e somiglianza. Si poteva dare amore più grande? Eppure si serve dei nostri riflessi per offenderci, mentre avrebbe dovuto servirsi dei nostri riflessi per venire a noi e, coi riflessi dati da noi, dirci: come mi creò bello il tuo amore ed io, per contraccambio, ti amo, t'amerò sempre e voglio vivere nella luce della tua Divina Volontà."
Onde continuavo a seguire gli atti nel Fiat Divino e pensavo tra me: incomincio sempre da capo, ripetere, ripetere sempre la lunga storia dei miei atti del Voler Divino, la lunga cantilena del mio ti amo; ma quali ne sono gli effetti? Oh se potessi ottenere che la Divina Volontà fosse conosciuta e regnasse sulla terra! Almeno farei tanto guadagno. Ma mentre pensavo ciò il mio amato Gesù mi ha stretta al suo Cuore Divino e mi ha detto:
"Figlia mia, la fermezza nel chiedere forma la vita del bene che si chiede, dispone l'anima a ricevere il bene che vuole e muove Iddio a dare il dono che si chiede. Molto più che coi tanti ripetuti atti e preghiere che la creatura fa, forma in sé la vita, l'esercizio, l'abitudine del bene che chiede. Iddio, vinto dalla fermezza del chiedere le fa il dono e, trovando nella creatura, in virtù dei suoi atti ripetuti, come una vita del dono che le fa, converte in natura il bene chiesto, in modo che la creatura si sente posseditrice e vittoriosa di sentirsi trasformata nel dono che ha ricevuto. Perciò il tuo chiedere incessantemente il regno della mia D. Volontà forma in te la sua vita ed il tuo continuo ti amo forma in te la vita del mio amore; ed avendoti io fatto il dono dell'uno e dell'altro, senti in te, come se la tua stessa natura non sentisse altro che la virtù vivificatrice del mio Volere e del mio amore. La fermezza nel chiedere è assicurazione che il dono è suo. E col chiedere per tutti il regno della mia Divina Volontà è preludio che gli altri possono ricevere il gran dono del mio Fiat Supremo. Quindi continua a ripetere e non ti stancare."
Fiat!!!
1 Aprile 1930
Che significa entrare nell'atto primo del Voler Divino; le goccioline che la creatura forma nel suo mare di luce. Come Iddio in tutte le cose create mette tanti atti d'amore per quante volte la creatura si serve di esse. Come la vita ha bisogno d'alimento.
La mia povera intelligenza si sente come spinta a valicare il mare immenso del Fiat Divino e nel suo mare va in cerca dei suoi atti per amarli, adorarli e fare loro compagnia. Sicché la mia povera mente è sotto l'influsso d'una forza irresistibile, che la fa andare sempre vagando, in cerca degli atti del Supremo Volere. Ma mentre facevo ciò, pensavo: qual bene faccio nel girare e rigirare nel mare del Fiat Divino? Ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, quante volte giri nel mare del mio Voler Divino tanti posti prendi in Esso e formi le tue goccioline nel nostro mare, le quali si sperdono in Esso e restano inseparabili e noi sentiamo le tue goccioloni che ci amano e fanno una sola vita con noi e diciamo: la neonata del nostro Volere ci ama nel nostro mare, non fuori di esso, è giusto che le cediamo i diritti di farla venire quante volte vuole nel nostro mare; molto più che lei non vuole altro che ciò che vogliamo noi e questa è la gioia più grande che ci porta, come se ci portasse nel suo piccolo grembo tutta la nostra Divina Volontà e straripandola da tutte le parti, resta eclissata nella sua luce. E noi godiamo nel vedere la tua piccolezza racchiusa nella nostra luce. E se tu senti la forza irresistibile di venire a fare le tue giratine nel mare del nostro Fiat, è la forza imperante di Esso, che ama tanto di vedere la tua piccolezza formare le goccioline di luce nel suo mare, ecco che significa entrare nell'atto primo del nostro Volere: la creatura prende il suo posto in Esso e vi forma le sue goccioline. Perciò considera come grande fortuna il tuo girare sempre nel nostro Fiat."
Onde seguivo gli atti del Fiat Divino nella creazione e mi pareva che tutti palpitassero d'amore del loro Creatore verso le creature. Il Cielo, le stelle, il Sole, l'aria, il vento, il mare e tutte le cose create sono in perfetto accordo tra loro, tanto che sebbene distinte tra loro, vivono come fuse insieme, tanto è vero che dove c'è la luce del Sole, nel medesimo spazio sta l'aria, il vento, il mare, la terra, ma ciascuna ha il suo palpito d'amore distinto verso la creatura. Ma mentre pensavo ciò ed altro, il mio amabile Gesù, stringendomi fra le sue braccia, mi ha detto:
"Figlia mia, il nostro amore nella Creazione fu esuberante, ma sempre verso l'uomo, in ogni cosa creata mettevamo tanti atti d'amore per quante volte si sarebbe servita la creatura. Il nostro Fiat Divino che mantiene l'equilibrio in tutta la Creazione ed è vita perenne di essa, come vede che la creatura sta per servirsi della luce del Sole mette in esercizio il nostro amore per farlo incontrare nella luce che la creatura riceve; se beve l'acqua, il nostro amore si fa incontrare per dirle mentre beve: ti amo; se respira l'aria, il nostro amore le dice ripetutamente: “ti amo”; se cammina la terra le dice sotto i suoi passi: “ti amo”; non c'è cosa che la creatura prenda, tocchi e veda, che il nostro amore non faccia il suo felice incontro con la creatura dicendo: “ti amo”, per darle amore. Ma sai tu quale è la causa di tanta insistenza del nostro amore? Per ricevere in ogni cosa che la creatura prende l'incontro del suo amore. Quindi l'amore infinito voleva incontrarsi coll'amore finito e formare un solo, per mettere nella creatura l'Equilibrio del suo amore. E siccome la creatura si serve delle cose create senza neppure pensare che il nostro amore le va incontro nelle cose che prende, per sentire il nostro ripetuto ritornello “ti amo”, “ti amo” e se ne serve senza avere uno sguardo a Colui che gliele manda, l'amore della creatura resta squilibrato, perché non incontrandosi col nostro amore, perde l'equilibrio e resta disordinato in tutti gli atti suoi, perché ha perduto l'equilibrio Divino e la forza dell'amore del suo Creatore. Perciò sii attenta col tuo ricambio d'amore, per ripararmi tanta freddezza delle creature."
Onde seguivo il mio giro negli atti della Divina Volontà e pensavo tra me: Ma a che servono le mie tante volte che giro e rigiro nel Fiat supremo per seguire gli atti suoi? Ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, tutte le vite hanno bisogno d'alimento, senza alimento né si forma la persona né cresce e se questo manca, c'è pericolo che le venga tolta la vita. Ora il seguire la mia Volontà, unirsi ai suoi atti, girare e rigirare in Essa, serve a formare l'alimento per alimentare, formare e far crescere la sua vita nell'anima tua. Essa non sa nutrirsi di altri atti se non di quelli che si fanno nel suo Volere, né si può formare nella creatura, né crescere, se non entra in Essa e coll'unione dei suoi atti non vi forma il suo parto di luce, per formare la sua vita di Divina Volontà nella creatura. E quanti più atti di Divina Volontà forma, quanto più si unisce con gli atti suoi e vive in Essa, tanto più cibo abbondante forma per alimentarla e farla crescere prima nell'anima sua. Perciò il tuo girare in Essa è vita che forma, è alimento che serve allo sviluppo della vita alla mia Divina Volontà nell'anima tua e serve a preparare il cibo per alimentare la mia Volontà nelle altre creature. Quindi sii attenta e non volerti arrestare."
Fiat!!!
12 Aprile 1930
Gli atti fatti nel Volere Divino sono muri di luce intorno a Gesù. Il Sole, seminatore d'amore del suo Creatore. Come il Sole della Divina Volontà forma il suo Sole nella creatura e fa da seminatore Divino.
Il mio abbandono nel Fiat continua e seguendo i suoi atti, stavo pensando ed accompagnando le pene amarissime del mio dolce Gesù e dicevo tra me: Oh! come vorrei difendere ed impedire che Gesù riceva nuove offese. E Lui, muovendosi nel mio interno e stringendomi fra le sue braccia, mi ha detto:
"Figlia mia, se mi vuoi difendere in modo che le offese non giungano a me, riparami nella mia Divina Volontà, perché come tu ripari in Essa formerai muro di luce intorno a me e se mi offendono, le offese resteranno al di fuori di questo muro di luce, non entreranno; ed Io mi sentirò difeso da questo muro di luce, cioè dalla mia stessa Volontà e me ne starò come al sicuro. Sicché il tuo amore nel mio Volere Divino mi formerà muro d'amore, di luce; la tua adorazione, le tue riparazioni, mi formeranno muro di luce, d'adorazioni e di riparazioni, in modo che il disamore, i disprezzi delle creature non giungeranno fino a me, ma resteranno fuori di questi muri e, se li sentirò, li sentirò come di lontano, perché la figlia mia mi ha circondato col muro inespugnabile della mia Divina Volontà. Figlia mia, l'amore, le riparazioni, le preghiere fuori del mio Fiat sono goccioline appena, invece nella mia Divina Volontà le stesse cose, gli stessi atti sono mare, muri altissimi, fiumi interminabili. Qual è la mia Volontà immensa, tali rende gli atti della creatura."
Onde seguivo il Fiat Supremo nella Creazione e la mia mente si perdeva nel comprendere l'atto continuo di Esso verso le creature, tanto per mezzo delle cose create e tanto direttamente ci porta come in braccio per essere il nostro moto, il respiro, il palpito, la vita nostra. Oh se le creature potessero vedere che cosa fa questa Divina Volontà per noi! Oh come l'amerebbero e si lascerebbero dominare da Lei! Ma ahimè! Mentre siamo inseparabili dalla Divina Volontà, tutto ci viene per mezzo suo, è più che la stessa vita nostra, non si riconosce, non si guarda e si vive come se fossimo lontani da Essa. Quindi, mentre giravo nella Creazione, il mio amato Gesù, uscendo dal mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, tutte le cose create dicono amore, ma il Sole che con la sua luce e col suo calore ha la supremazia su tutto, è il seminatore del mio amore, come sorge il mattino così comincia la sua semina d'amore. La sua luce ed il suo calore investono la terra e come passa di fiore in fiore, col suo puro tocco di luce semina la diversità dei colori e dei profumi e versa la semenza dell'amore, delle diverse qualità divine e dei suoi profumi amorosi. Come passa di pianta in pianta, di albero in albero, così col suo bacio di luce versa dove la semenza della dolcezza dell'amor divino, dove la diversità dei nostri gusti amorosi, dove la sostanza dell'amor divino, insomma non c'è pianta, fiore, erba, che non riceva la semenza del nostro amore che gli porta il Sole. Si può dire che passa la sua giornata seminando amore ed irradiando tutta la terra, monti e mare con la sua luce, semina ovunque l'amore della luce eterna del suo Creatore. Ma sai il perché di questa semina continua mai interrotta, che fa il Sole del nostro amore sulla faccia della terra ed in tanti modi? Forse per la terra? Per le piante? Ah no! Fa tutto per le creature. Oh! sì, per amor loro e per averne il ricambio del loro amore. Ed oh! come restiamo feriti ed amareggiati quando vediamo che le creature si servono dei fiori, dei frutti e di altro senza riconoscere che in tutto ciò che prende c'è il seme dell'amor nostro, che per mezzo del Sole abbiamo versato su ciascuna cosa creata. Ed a tanto amore si nega un ti amo."
Detto ciò ha fatto silenzio. Ond'io son rimasta afflitta di fronte a tanto dolore di Gesù e continuavo i miei atti nel Fiat Divino e Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, il Sole sebbene instancabile nel fare da seminatore del nostro amore sulla terra, la sera nel ritirarsi per formare il giorno alle altre regioni, pare che dia la pace alla terra, dandole la libertà di produrre o non produrre il seme che ha seminato, riservandosi il nuovo assalto della semina d'amore. Invece il Sole della mia Divina Volontà non lascia mai l'anima, come riflette con la sua luce e più che Sole fa da seminatore divino, coi suoi riflessi forma il suo Sole nella creatura. Quindi per chi vive nel mio Volere Divino non ci sono notti, né tramonti, né alba, né aurora, ma sempre pieno giorno, perché la sua luce si dà in natura alla creatura e ciò che è in natura rimane come proprietà propria. Molto più che il Sole della mia Divina Volontà possiede la sorgente della luce e quanti Soli vuol formare tanti ne forma. Proprio per ciò chi vive nel mio Volere possiede il suo Sole che non si ritira mai, il Sole del mio Fiat, infatti, ha sempre da dare nuova luce e calore, nuova dolcezza, nuovi gusti, nuova bellezza e l'anima tiene sempre da prendere, non ci sono soste come nel Sole che sta sotto la volta del Cielo, che, non possedendo la sorgente della luce, non può formare tanti soli a seconda che la terra gira intorno a lui. Ma per il Sole del mio Volere Divino che ne possiede la sorgente, la sua luce batte sempre e chiamando la creatura in continua operosità con Esso, le dà sempre il suo atto nuovo mai interrotto."
Fiat!!!
18 Aprile 1930
Come tutti i primi atti furono fatti da Dio in Adamo. Gelosia dell'amor Divino. Garanzia e sicurezza del Fiat Divino per la creatura. Come nella Creazione dell'uomo tutti eravamo presenti ed in atto. Virtù vivificatrice ed alimentatrice del Voler Divino.
La povera anima mia sente l'irresistibile bisogno di valicare il mare interminabile del Fiat Supremo. Più che da calamita potente, mi sento tirata a fare il mio dolce soggiorno nella mia cara eredità, datami dal mio caro Gesù, qual è la sua adorabile Volontà; mi pare che Gesù mi aspetti ora ad un atto fatto dal suo Fiat Divino, ora ad un altro, per darmi le sue mirabili lezioni. Onde la mia mente si perdeva nel girare nei suoi atti innumerevoli e, giunta nel caro Eden, dove tutto fu festa, il mio caro Gesù, soffermandomi, mi ha detto:
"Figlia mia, se tu sapessi con quanto amore fu formata la Creazione dell'uomo! Al solo ricordo, il nostro amore si gonfia e forma nuove inondazioni e si atteggia a festa nel ricordare l'opera nostra, bella, perfetta in cui mise tale maestria d'arte che nessun altro ne può formare una simile ed era tanto bella, che giunse a suscitare nel nostro amore la gelosia che fosse tutta per noi. Del resto, l'uomo era stato fatto da noi, era nostro, esserne geloso era un diritto del nostro amore. Tanto è vero che il nostro amore giunse a tanto, che tutti i primi atti fatti in Adamo furono fatti dal suo Creatore. Sicché il primo atto d'amore fu creato e fatto da noi in Adamo, il primo palpito, il primo pensiero, la prima parola, insomma in tutto ciò che lui potette fare dopo, stavano i nostri atti primi fatti in lui e ai nostri primi atti seguivano gli atti di Adamo. Perciò, se amava, sorgeva il suo amore dal nostro primo atto d'amore, se pensava, sorgeva dal nostro pensiero il suo pensiero e così di tutto il resto. Se noi non avessimo fatto i primi atti in lui, non avrebbe potuto né far nulla, né saper far nulla. Invece col fare l'Ente Supremo i primi atti, mettemmo in Adamo tante fontanine per quanti atti primi facemmo in lui, in modo che ogniqualvolta voleva ripetere i nostri primi atti, tenesse a sua disposizione queste fontanine come tante diverse sorgenti d'amore, di pensieri, di parole, di opere e di passi.
Quindi tutto era nostro, dentro e fuori dell'uomo, perciò la nostra gelosia non solo era un diritto, ma anche giustizia, perché tutto fosse per noi e tutto nostro. Molto più che gli demmo il nostro Voler Divino affinché ce lo conservasse bello, fresco e ce lo facesse crescere d'una beltà Divina. Il nostro amore non era contento né soddisfatto di tanto che gli aveva dato, voleva continuare a dare sempre, non voleva dire basta, voleva continuare la sua opera d'amore e per averlo con sé, per aver a che fare con l'uomo, gli dette il nostro stesso Volere, affinché lo rendesse capace di poter sempre ricevere e di tenerlo sempre con noi, con una sola Volontà; con Essa, tutto era garantito ed al sicuro, per lui e per noi. Sicché doveva essere il nostro trastullo, la gioia e la felicità nostra, oggetto di nostra conversazione. Perciò al ricordo della Creazione dell'uomo il nostro amore si atteggia a festa, ma col vederlo senza la garanzia del nostro Fiat, senza sicurezza e quindi vacillante, sfigurato e come lontano da noi, se atteggia a mestizia e sente tutto il peso del nostro amore infinito come chiuso in se stesso, perché non può darsi a lui, perché non lo trova nella nostra Divina Volontà. Ma tutto ciò non è tutto, non fu al solo Adamo che il nostro amore si versò tanto, che giunse a fare tutti i primi atti dai quali dovevano aver vita tutti gli atti umani, ma ciascuna creatura che doveva venire alla luce del giorno, fu presente in quell'atto della Creazione dell'uomo ed il nostro Fiat unito al nostro amore correva, correva ed abbracciando tutti ed amando con un solo amore tutti, metteva il primato dei nostri atti in ciascuna creatura che sarebbe venuta all'esistenza, perché per noi non c'è né passato né futuro, ma tutto è presente ed in atto, se ciò non fosse, il nostro Fiat si troverebbe ristretto ed inceppato, né (potrebbe) allargare tanto le sue fiamme da racchiudere tutti nella sua luce, in modo da fare in tutti quello che fa in una sola creatura.
Perciò non fu il solo Adamo il fortunato della Creazione, ma tutte le altre creature furono arricchite di tutti i beni ed in lui diventarono posseditrici dei suoi stessi beni. Molto più che per tutto ciò che Dio fa in una sola creatura, tutte le altre creature acquistano il diritto degli atti nostri, a meno che non ci sia chi non vuole servirsene. Non successe ciò nella stessa Redenzione? Come la Sovrana del Cielo ebbe il bene di concepirmi e di darmi alla luce, tutte le altre creature acquistarono i diritti dei beni della Redenzione, non solo, ma di potermi ricevere ciascuna nei loro cuori e solo chi, ingrata, non mi vuole, rimane priva di me. Ora figlia mia, Adamo col disubbidire ai nostri Voleri, perdette il nostro regno e tutti i beni del nostro Fiat rimasero per lui senza la vita alimentatrice e vivificatrice della nostra Divina Volontà. Si può dire che fu come il distruttore dei beni del regno della mia Divina Volontà nell'anima sua, perché a tutti i beni, se manca la virtù vivificatrice e l'alimento continuo, da per se stessi a poco a poco perdono la vita.
Or tu devi sapere, che per richiamare di nuovo a vita questi beni nella creatura, ci voleva chi richiamasse di nuovo il mio Fiat nell'anima sua e nulla le rifiutasse facendola dominare liberamente, onde poterle somministrare di nuovo la sua virtù vivificatrice ed alimentatrice, per richiamare a vita i beni distrutti. Ecco perciò la mia Divina Volontà, col soggiogarti, e tu col farti soggiogare, ha ripreso la sua virtù vivificante nell'anima tua e chiamandoti nel suo soggiorno ti alimenta per richiamare in te tutti i suoi beni e tutti i tuoi atti che fai in Essa. I tuoi giri e rigiri negli atti suoi, il tuo chiedere continuamente il suo regno sulla terra, non sono altro che alimenti che ti dà e costituisce il diritto alle altre creature di poter ricevere di nuovo il regno della mia Divina Volontà con la vita di tutti i suoi beni. Io quando voglio fare un bene a tutte le creature, metto la fonte sorgiva in una creatura, da questa fonte apro tanti canali e do il diritto a tutti di prendere i beni che la fonte possiede. Perciò sii attenta ed il tuo volo nella mia Divina Volontà sia continuo."
Fiat!!!
23 Aprile 1930
Dio nel creare l'uomo non lo distaccò da sé. Condizione di necessità d'amarlo. Ultimo assalto. Il Gran dono della Volontà Divina. Ordine che Dio tenne nel creare l'uomo.
Mi pare che il mio dolce Gesù, ha voglia di parlare dell'amore rigurgitante, con cui fu creato l'uomo. Vuol dire la sua storia come sfogo del suo intenso amore per essere compatito dalla sua piccola figlia e spiegarle la cagione per cui ci ama tanto ed (ha) il diritto d'essere amato.
Onde girando negli atti del suo Volere Divino e giunta nell'Eden, ha ripreso il suo dire:
"Figlia del mio Voler Divino, voglio farti conoscere tutte le particolarità con cui fu creato l'uomo, per farti comprendere l'eccesso del nostro amore ed il diritto del nostro Fiat di regnare in lui. Tu devi sapere che il nostro Essere Divino nella creazione dell'uomo si trovava nella condizione di necessità dell'Amore d'amarlo, perché tutto ciò che gli demmo non restò distaccato da noi, ma trasfuso in noi. Tanto è vero che, alitandolo, gli infondemmo la vita, ma non distaccammo il nostro alito da quello creato in lui, ma lo lasciammo immedesimato col nostro, in modo che come l'uomo fiatava sentivamo e sentiamo il suo fiato nel nostro. Se il nostro Fiat creò la parola, col pronunziarsi sulle sue labbra non restò distaccata la parola, dono grande datogli dal nostro Voler Divino. Se creammo in lui l'amore, il moto, il passo, quest'amore restò vincolato col nostro amore, col moto nostro e la virtù comunicativa dei nostri passi restò nei suoi piedi. Sicché sentivamo l'uomo dentro di noi, non fuori di noi. Non il figlio lontano ma vicino, anzi immedesimato con noi. Come non amarlo se era nostro e la sua vita stava nella continuazione degli atti nostri? Non amarlo sarebbe stato andare contro la natura del nostro amore. E poi chi è che non ama ciò che è suo e ciò che è stato formato da lui? Perciò il nostro Essere Supremo si trovava e si trova tuttora nella condizione di necessità d'amarlo, perché l'uomo è ancor tuttora quello da noi creato, sentiamo il suo fiato nel nostro, la sua parola è l'eco del nostro Fiat, tutti i nostri doni non li abbiamo ritirati, siamo l'Essere immutabile né siamo soggetti a mutarci, l'amammo e l'amiamo ed è tanto questo nostro amore, che noi stessi ci mettemmo in condizione di necessità d'amarlo. Ecco perciò i nostri tanti stratagemmi d'amore e l'ultimo assalto per cui vogliamo dargli il gran dono del nostro Fiat, affinché lo faccia regnare nell'anima sua, perché senza il nostro Volere, l'uomo sente gli effetti della sua vita, ma non scorge la causa e perciò non si cura d'amarci. Invece la nostra Divina Volontà farà sentire chi è che gli dà la vita ed allora anche lui sentirà la necessità d'amare Colui che è causa primaria di tutti gli atti suoi e che tanto l'ama."
Onde seguivo il mio giro nella Creazione ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, vedi che ordine c'è nella Creazione di tutto l'universo, ci sono Cieli, stelle, Soli, tutti ordinati. Molto più nel creare l'uomo, il nostro Essere Divino stese nel fondo della sua anima l'ordine delle nostre qualità Divine, come tanti Cieli. Quindi stendemmo in lui il Cielo dell'amore, il Cielo della nostra Bontà, il Cielo della nostra Santità, della nostra bellezza e così di seguito. E dopo aver disteso l'ordine dei Cieli delle nostre qualità Divine, il nostro Fiat nella volta di questi Cieli si costituì Sole dell'anima, che con la sua luce e calore, riflettendo in lui avrebbe dovuto crescere e conservare la nostra vita Divina nella creatura. E come le nostre qualità Divine ci additano il nostro Essere Supremo, così questi Cieli distesi nell'uomo, additano che lui è nostra abitazione. Chi può dirti il modo, l'amore con cui ci dilettammo nel creare l'uomo? Oh se lui conoscesse chi è e che cosa possiede! Oh come si stimerebbe di più e starebbe attento a non macchiare l'anima sua ed amerebbe Colui che con tant'amore e grazia lo ha creato."
Fiat!!!
2 Maggio 1930
Come la Divina Volontà corre sempre verso la creatura per abbracciarla e renderla felice e ha virtù di svuotarla da tutti i mali. La corsa del ti amo nel Volere Divino.
Il mio abbandono nel Fiat Divino continua, la sua luce mi eclissa, la sua forza potente m'incatena, la sua bellezza mi rapisce, tanto da sentirmi inchiodata senza potermi spostare dal pensare e guardare un Volere sì santo. La sua vita accoppa la mia e mi sperdo nella sua immensità. Ma mentre la mia mente si perdeva nel Fiat onnipotente, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e, stringendomi nelle sue braccia, mi ha detto:
"Figlia mia, la mia Divina Volontà corre sempre come atto primo di vita verso la creatura e corre per felicitarla, per abbracciarla, per svuotare il peso di tutti gli atti umani, perché tutto ciò che non è Volontà mia nella creatura è duro, pesante ed opprimente. Ed Essa svuota tutto ciò che è umano e rende col suo soffio leggera ogni cosa. Perciò il segno se l'anima vive nella mia Divina Volontà è se sente in sé la felicità, perché Essa è per sua natura felice, né può dare a chi in Essa vive l'infelicità perché non la possiede, né vuole, né può cambiare natura. Perciò chi vive nel mio Fiat sente in sé la virtù felicitante ed in tutto ciò che fa sente scorrere una vena di felicità, la quale rende leggero ogni atto, ogni pena, sacrificio; questa felicità porta con sé l’allontanamento di tutti i mali e riempie la creatura di forza invincibile, in modo che con tutta verità può dire: tutto posso, a tutto posso giungere, perché mi sento trasmutata nella Divina Volontà che ha allontanato da me le debolezze, le miserie, le passioni; la mia stessa volontà felicitata dalla sua, vuol bere a larghi sorsi la sua felicità Divina e non vuol saperne più di vivere se non di Volontà Divina. Le infelicità, le amarezze, le debolezze, le passioni, non entrano nella mia Volontà, ma fuori di Essa; la sua aria balsamica raddolcisce e fortifica tutto e quanto più l'anima vive in Essa e ripete i suoi atti nel mio Voler Divino, tanti più gradi di felicità, di santità, di fortezza, di bellezza Divina acquista ed anche nelle stesse cose create sente che le portano la felicità del suo Creatore. La mia Divina Volontà vuol far sentire la natura della sua felicità alla creatura che vive in Essa e perciò la felicita nella luce del Sole, nell'aria che respira, nell'acqua che beve, nel cibo che mangia, nel fiore che la ricrea, insomma, in tutto fa sentire che non sa dare che felicità alla creatura. Perciò il Cielo non è lontano da lei, ma dentro di lei, e in ogni cosa la vuol vedere felice."
Onde continuavo il mio giro nella Creazione per seguire il Fiat Divino in tutte le cose create e dovunque cercavo di mettere il mio solito ti amo, per contraccambiarlo del tanto suo amore sparso in tutto l'universo. Ma la mia mente voleva interrompere la mia corsa del mio ti amo continuo e mi dicevo: “Ma c'è in me la vita di questo ti amo che vado sempre ripetendo?” Ma mentre pensavo ciò, il mio dolce Gesù, stringendomi a sé, mi ha detto:
"Figlia mia, hai dimenticato che un ti amo nella mia Divina Volontà ha virtù che, detto una volta, non finisce di dire mai ti amo, ti amo; il ti amo nella mia Divina Volontà è vita e come vita non può cessare di vivere, deve avere il suo atto continuo. Il mio Fiat non sa fare atti finiti e in tutto ciò che la creatura fa in Esso acquista vita continua e siccome alla vita è necessario il respiro, il palpito, il moto continuo per vivere, così gli atti fatti nella mia Volontà Divina, avendo il suo principio in Essa, si cambiano in vita e, come vita, acquistano la continuazione dell'atto stesso, senza mai cessare. Quindi il tuo ti amo non è altro che la continuazione del tuo primo ti amo, esso come vita vuole l'alimento per crescere, il respiro, il palpito, il moto per vivere e col ripetere il tuo ti amo, sente il palpito, il respiro, il moto e cresce nella pienezza dell'amore e serve a moltiplicare tante vite d'amore (per) quanti ti amo tu dici. Se tu sapessi quanto è bello vedere tutta la Creazione sparsa di tante vite d'amore per quanti “ti amo” tu dici! Perciò un “ti amo” chiama e richiama con insistenza l'altro “ti amo”. Ecco perciò tu senti un bisogno, una necessità d'amore di seguire la corsa del tuo ti amo. Il vero bene non resta mai isolato, molto più nella mia Divina Volontà che essendo vita, che non ha principio né fine, fa sì che tutto ciò che in Essa si fa non è soggetto né a finire, né a essere interrotto. Quindi un “ti amo” serve a mantenere ed a richiamare a vita un altro ti amo, sono passi di vita d'amore che la creatura fa nel mio stesso Volere. Perciò non ti arrestare e segui la corsa del tuo ti amo per chi tanto ti ama."
Fiat!!!
10 Maggio 1930
Come tutte le cose create sono felici perché create da una Volontà Divina. Come Iddio amò l'uomo con amore perfetto e gli donò amore, santità e bellezza completa.
La piccola anima mia continua il suo corso nelle opere che creò la Divina Volontà. Mentre guardavo la Creazione per unirmi agli omaggi che (le cose create) danno al mio Creatore, vedevo che tutto in esse era felicità; il Cielo felice nella sua estensione estendibile a tutti punti, pare che la sua estensione dica pienezza di felicità e tutte le sue stelle siano gradi di felicità che il Cielo possiede, che elevandosi verso il suo Creatore lo glorifica con la felicità della sua estensione e con tanti gradi di stelle che possiede. Il Sole è felice nella sua luce, nella fecondità del suo calore, nella bellezza dei suoi svariati colori, nella dolcezza e nei distinti gusti che possiede. Oh com'è felice, come si eleva a Colui che l'ha creato per portargli la gloria, gli omaggi di tanta felicità che possiede! Ma mentre la mia mente si perdeva nelle tante felicità che possiede la Creazione, il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, tutte le cose create sono felici, felici perché create da una Volontà Divina che è per se stessa eternamente felice, per l'ufficio che occupano, felici nello spazio in cui si trovano, felici perché glorificano il loro Creatore; nessuna cosa creata da noi è stata creata infelice, perciò tutti posseggono la pienezza della felicità.
Ora, se tanta felicità versammo in tutta la Creazione, nel creare l'uomo non solo lo creammo doppiamente felice, dandogli la vena della felicità nella mente, nello sguardo, nella parola, nel palpito, nel moto, nel passo, ma demmo in suo potere la stessa felicità moltiplicandola in ogni atto buono, parola, passo ed in tutto il resto che avrebbe fatto, non ci furono limiti di felicità per lui come nelle cose create, all'uomo fu data virtù di crescere sempre più nella felicità; ma solo se si facesse dominare dalla mia Divina Volontà. Senza di Essa non può regnare la felicità. Oh! se le cose create potessero uscire dal nostro Fiat, perderebbero all'istante la felicità e si cambierebbero in opere le più infelici. Perciò se vuoi essere felice, lasciati dominare dal mio Voler Divino, perché lui solo ha virtù di dare la felicità alla creatura e di cambiare nel nettare più dolce le cose più amare.
Figlia mia, tu devi sapere che noi amammo con amore perfetto la creatura e perciò nel crearla mettemmo in lei felicità completa, amore, santità e bellezza completa, affinché la creatura potesse mettersi a gara con noi e contraccambiarci in felicità, amore e santità completa, in modo da poterci dilettare tanto in lei, da poter dire: com'è bella l'opera da noi creata! E per essere sicuri che i nostri doni non soffrissero detrimento nella creatura, l'affidammo alla nostra Divina Volontà, affinché gli servisse di vita per custodire in lei la nostra felicità, il nostro amore, la nostra santità e bellezza, facendole sempre crescere. Perciò tutto il bene dell'uomo era legato alla nostra Divina Volontà; respinta Questa, tutti i beni finiscono, né c'è sventura più grande di quella di non farsi dominare dalla mia Divina Volontà, perché solo Essa è la conservatrice ed il richiamo dei beni nostri nella creatura."
Fiat!!!
20 Maggio 1930
Come tutta la Creazione è membro di Dio e partecipa a tutte le qualità Divino secondo il mio solito seguendo gli atti della Divina Volontà nella Creazione. Comprendevo che è talmente unita al suo Creatore che sembra come membro che gode l'unione col suo corpo ed, in virtù di questa unione, il membro sente il calore, il moto, la vita.
Ma mentre pensavo ciò, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, ciascuna cosa creata è un membro mio distinto e tale di cui mi servo per mantenere l'ordine, la vita della Creazione. Mi servo di essa come mezzo, ora per far uso della misericordia, ora della mia potenza ed ora della mia giustizia, molto più che stando la Creazione immersa nella mia Divina Volontà non si può muovere né operare se il mio Fiat Divino non gli dà il moto, né l’attitudine d'operare. Ora, come la Creazione così la creatura è membro di Dio e fino a tanto che resta unita con Dio, partecipa a tutte le qualità di Dio, come un membro attaccato al corpo, partecipa della circolazione del sangue, del calore, del moto del medesimo corpo. Ma chi mantiene salda questa unione, permanente ed in pieno vigore, facendo sì che questo membro della creatura sia attaccato al suo Creatore? La mia Divina Volontà. Essa è vincolo d'unione e comunicazione di calore e di moto, in modo da far sentire ad ogni moto la vita del suo Creatore e, più che sangue, mette in circolazione con questo membro la santità Divina, la forza, l'amore, la bontà, insomma tutte le qualità del suo Creatore; ma se non c'è la mia Volontà, sarà un membro distaccato che non può fluire alla comunicazione del corpo, esso apparentemente sembra unito, (ma) sarà come un membro paralizzato che vive a stento senza moto e sarà di fastidio e di dolore al Capo Divino, costretto a tenere un membro e a non potere comunicare il bene della sua vita."
Dopo ciò ha soggiunto:
"Figlia mia, la mia Divina Volontà è la raccoglitrice di tutto ciò che le appartiene. Essa, gelosa degli atti suoi, non ne sperde uno solo, perché ciascuno dei suoi atti contiene un atto infinito, una eternità tutta intera, una interminabilità che non finisce mai, quindi sono atti non soggetti a sperdersi e il mio Fiat quando forma i suoi atti è tanto l'amore, la gelosia dell'atto suo che se lo tiene nel suo grembo di luce come gloria e trionfo della potenza del suo operato. Ora, quando l'anima vive nella mia Divina Volontà e racchiude in Essa gli atti suoi, diventa un atto di Volontà Divina ed allora ripete per sé tutti gli atti che fa la Divina Volontà e gli dà la gloria, il contraccambio dei suoi atti divini. Ed oh! come il mio Fiat Divino si sente trionfante per questa creatura che trova in lui un atto puro di sua Volontà per cui si fa raccoglitrice di tutto ciò che può fare questa creatura, non sperde neppure un respiro perché in tutto trova la sua Volontà operante e ciò le basta per avere atti degni di Essa e l'ama tanto che la tiene tutta nel suo grembo di luce per darle la vita continua del suo Volere e per riceverne il contraccambio. Perciò figlia mia, sii attenta a ricevere questa vita di Volontà Divina per poter dire: vita di Volontà Divina mi dai e vita di Volontà Divina ti do."
Fiat!!!
2 Giugno 1930
Come la Divina Volontà è pace e sicurezza. Dubbi e timori. Gesù solo autore delle legge. Necessità delle verità di Gesù. La sconfidenza, l'atto debole dei nostri secoli.
Mi sentivo tutta oppressa per le privazioni del mio dolce Gesù. Oh! Dio che pena, la sua pena è senza misericordia, senza sollievo, senza appoggio, mancando Gesù, manca tutto, quindi si sente che manca la Vita di chi può dar la vita; è pena che converte tutto il povero essere umano in voci che chiamano Colui che può darle la vita, è pena di luce che rivela con più chiarezza chi è Gesù; ma mentre nuotavo nel duro dolore della sua privazione, si aggiunse un altro dolore che martellava la povera mia intelligenza; mi avevano detto che si dubitava dei miei scritti, perché si trovava in essi che Gesù mi aveva baciato, abbracciato e quasi giornalmente era venuto da me. La mia povera mente non reggeva e spropositando diceva: vedi Amor mio, che significa non farti vedere e conoscere da tutti? Se Tu avessi fatto in modo che loro cadessero nella rete di non poter stare senza Te, costringerebbero Te, a non poter stare senza di loro. Io mi sentivo torturata da dubbi, da timori che non è necessario dire sulla carta. Ed il mio dolce Gesù, avendo compassione di me, tutto bontà, mi ha detto:
"Figlia mia, calmati, calmati, tu sai che Io non ho tollerato mai in te dubbi e timori, che sono stracci vecchi dell'umana volontà. Il mio Fiat Divino dove regna, non ammette queste miserie, perché per natura sua è pace e sicurezza e tale rende l'anima che si fa dominare dalla sua luce. Perciò Io non voglio da te se non che il tuo respiro, il tuo palpito, tutto l'essere tuo, non sia altro che Volontà mia ed amore. L'amore e la Divina Volontà unite insieme, formano la più grande offerta, il più bell’omaggio, che la creatura può fare al suo Creatore, l'atto che più assomiglia all'atto nostro. Perciò rimaniamo al nostro posto d'amarci sempre e di non interrompere mai il nostro amore. Una Volontà Divina sempre compiuta ed un amore mai interrotto, sono la cosa più grande che si possa trovare in Cielo ed in terra, cosa che è tipica solo del nostro Essere Divino e di chi si dà in balìa del nostro Volere. E poi, figlia mia, perché tanto ti affliggi di ciò che hanno detto? Io sono l'autore delle leggi e nessuno mi può sottoporre a nessuna legge, perciò faccio quello che voglio e che più mi piace. Il disporsi delle anime, il compiere un mio disegno in uno, piuttosto che in un altro, è diritto che ho riservato a me solo. E poi, cosa vale di più, il ricevermi Sacramentato ogni giorno, entrare nella loro bocca, scendere nello stomaco e forse anche in anime piene di passioni, per comunicare la mia vita, per mischiare il mio sangue col sangue loro, o dare un bacio, un abbraccio a chi mi ama e vive solo per me? Oh! come è vero che la vista umana è corta e fanno grandi le cose piccole e le piccole grandi, per la sola ragione che non sono comuni a tutti. Oltre a ciò, tutto ciò che è passato tra me e te, le tante intimità, i tanti eccessi del mio amore, le mie ripetute venute, lo richiedeva il dono della mia Divina Volontà che dovevo far conoscere per mezzo tuo. Se Io non fossi venuto spesso, come avrei potuto dirti tante cose della mia Divina Volontà? Se non avessi fatto nel tuo cuore la mia sede, come mio vivo tempio, non sarebbero state così continue le mie lezioni. Perciò dovrebbero comprendere che tutto ciò che ho fatto all'anima tua, doveva servire alla mia Divina Volontà, che tutto merita e nel sentire le mie tante condiscendenze amorose dovevano servire a far comprendere quanto amo la creatura e quanto posso amarla per elevare la creatura al mio puro amore ed alla piena confidenza che deve avere verso chi tanto l'ama. Perché se non c'è piena confidenza tra me e la creatura, non si può elevare a vivere nella mia Divina Volontà. La sconfidenza mette sempre ostacolo all'unione tra Creatore e creatura, tarpa il volo verso chi tanto l'ama, la fa vivere rasente la terra ed anche se non cade, le fa sentire al vivo le sue passioni. Molto più che la sconfidenza è stato l'atto debole nel corso dei secoli e a volte anche le anime buone sono state arretrate nel cammino delle virtù a causa della sconfidenza ed Io per togliere questo sopore che produce lo spettro della sconfidenza, ho voluto mostrarmi con te tutto amore ed alla familiare più che Padre e figlia, per richiamare non solo te, ma tutti gli altri a vivere da figli, come cullati nelle mie braccia ed Io ho gustato ed anche tu. Com'è bello avere la creatura tutt'amore e tutta fiducia con me! Io posso dare ciò che voglio ed essa non ha alcun timore di ricevere ciò che vuole. Onde, messa in ordine la vera confidenza tra me e la creatura, viene tolto il maggiore ostacolo di far regnare la mia Divina Volontà nelle anime loro. Perciò, figlia mia, Io so dove tendono le mie mire, a che devono servire, ciò che faccio di grande e di bello, quando eleggo una creatura; loro che ne sanno? E quindi hanno sempre da dire qualcosa sul mio operato. E se non fu risparmiata la mia breve vita quaggiù, quando la mia Santissima Umanità stava in mezzo a loro ed io ero tutt'amore per loro, eppure se mi avvicinavo troppo ai peccatori, avevano da dire che non era decoroso per me trattare con essi ed io li facevo dire e senza dare peso al loro dire, facevo i fatti, mi avvicinavo di più ai peccatori, li amavo di più per attirarli ad amarmi; se facevo i miracoli avevano da dire, perché mi credevano Figlio di San Giuseppe; avevano da dire che non poteva uscire da un fabbro il Messia promesso ed andavano suscitando dubbi sulla mia Divina Persona, tanto da formare nubi intorno al Sole della mia Umanità ed io suscitavo i venticelli per sbarazzarmi dalle nubi e ricomparivo più sfolgorante di luce in mezzo a loro, per compiere lo scopo della mia venuta sulla terra, qual era la Redenzione. Perciò non ti meravigliare del fatto che se hanno trovato da dire sul modo come mi sono comportato con te e hanno formato le nubi intorno all'operato che ho tenuto con te, io susciterò i miei venticelli per sbarazzarmi di queste nubi e se amano la verità, conosceranno che il modo in cui mi sono comportato con te, anche se io non l’ho usato con altre anime, per il nostro amore era necessario, perché doveva servire alla nostra stessa Volontà per farla conoscere e farla regnare."
Poi ha soggiunto con un accento più tenero: "Figlia mia, poveretti, non sono abituati a camminare nei campi della luce della mia Divina Volontà, quindi non è meraviglia che la loro intelligenza sia rimasta come abbagliata, ma se si abituano a guardare la luce vedranno chiaro che solo il mio amore poteva giungere a tanto; e siccome amo tanto che si conosca la mia Divina Volontà per farla regnare, ho voluto essere esuberante nell'eccesso del mio amore, che contenevo nel mio Cuore. Anzi tutto ciò che ho fatto con te, si possono chiamare preludi di quello che farò a quelli che si faranno dominare dal mio Fiat! Però ti dico che tutti quelli che ebbero da dire sulla mia Umanità stando in terra e non si arresero a credere alla Santità delle mie opere, rimasero digiuni del bene che io venni a porgere a tutti e restarono fuori delle opere mie. Così sarà di quelli che se oltre al dire del come, del modo, di quello che ho detto, non si arrenderanno, anche loro resteranno digiuni e fuori del bene che con tanto amore volevo porgere a tutti.
Fiat!!!
18 Giugno 1930
Come tutte le cose create chiamano la creatura a compiere la Divina Volontà. Dio nel creare l'uomo lo mise nei suoi recinti Divini.
Il mio abbandono nel Fiat continua e mentre la mia povera mente seguiva la Creazione per tenere compagnia agli atti che la Divina Volontà fa in essa, il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, ogni cosa creata chiama la creatura a fare la Divina Volontà. Sono cose senza voce e parlano, ma parlano a seconda l'atto che il Voler Divino svolge in loro, perché ogni cosa creata svolge un atto distinto di Volontà Divina e con quell'atto chiama la creatura a compiere la Divina Volontà. Ogni cosa creata per questo fine ha avuto da Dio un diletto speciale, per allettare la creatura con modo misterioso a fare la sua Divina Volontà. Ecco perciò l'ordine, l'armonia di tutta la Creazione intorno alla creatura, in modo che il Sole chiama con la sua luce e, sprigionando il suo calore, la chiama a compiere la Volontà del suo Creatore ed il mio Fiat Divino nascosto sotto i veli della luce, chiama con insistenza, senza mai ritirarsi, a ricevere la sua vita per poterla svolgere come la svolge nel sole e, quasi per assalirla a farsi ascoltare, investe la creatura da tutti i lati, a destra, a sinistra, sul capo, si stende perfino sotto i piedi per dirle, col suo muto linguaggio di luce: Guardami, ascoltami, come son bello, quanto bene faccio alla terra, perché una Volontà Divina regna e domina la mia luce; e tu, perché non mi ascolti ed eviti di ricevere col mio tocco di luce, la vita del Voler Divino per farlo regnare in te? Il Cielo ti parla col mite scintillio delle stelle, il vento col suo impero, il mare col suo mormorio e con le sue onde tumultuanti, l'aria ti parla nella respirazione, nel palpito, il fiorellino col suo profumo, insomma tutte le cose create fanno a gara a chiamarti a ricevere la mia Volontà per farla regnare, in modo che Cielo e terra non siano altro che un atto di Volontà Divina. Oh se le creature ascoltassero le tante voci della Creazione, che anche se mute, sono reali e sempre in mezzo a loro, si arrenderebbero a farla regnare, come regna col suo pieno trionfo in tutte le cose da noi create!"
Onde seguivo il mio giro nella creazione e giunta nell'Eden seguivo ciò che Dio fece nella Creazione dell'uomo ed il mio amato Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, come tu giungi a questo punto della creazione dell'uomo, ci sentiamo feriti ed abbiamo presente la scena commovente di quando fu da noi creato; il nostro amore si gonfia, straripa, corre per rintracciare l'uomo come fu da noi creato; il nostro amore delira e nel suo delirio vuole abbracciarlo, stringerlo al nostro seno, bello e santo come uscì dalle nostre mani creatrici e, non trovandolo, il nostro amore si cambia in delirio d'amore dolente e sospira colui che tanto ama. Ora tu devi sapere che fu tanto il nostro amore nel creare l'uomo, che appena creato fu messo da noi nei nostri recinti divini e gli demmo, come piccolo atomo, la volontà umana immersa nell'immensità della Divina Volontà, per cui era connaturale per lui che, essendo piccolo atomo, dovesse vivere di Volontà Divina. La nostra Divinità gli diceva: Ti diamo la nostra Divina Volontà a tua disposizione affinché il tuo piccolo atomo della tua senta il bisogno di vivere della sua immensità, di crescere della sua santità, di abbellirsi con la sua bellezza, di servirsi della sua luce. Vedendosi piccolo, l’uomo si sentiva felice di vivere nei recinti del nostro Fiat, per vivere delle nostre qualità Divine e noi ci dilettavamo nel vedere questo piccolo atomo dell'umana volontà, vivere nei nostri interminabili recinti, a cura nostra, mentre sotto il nostro sguardo cresceva bello e grazioso, d'una beltà rara da rapirci e trovavamo in lui le nostre delizie. Ma fu breve la sua felicità e le nostre gioie per aver creato l'uomo; quest'atomo dell'umano volere, non volle vivere di Volontà Divina, ma di se stesso, si può dire che represse la nostra per vivere della sua, ma per quanto volesse uscire dalla nostra Volontà, non trovava neppure un piccolo spazio dove andarsene, perché non c'è punto dove Essa non si trovi, perciò per quanto non volle vivere del nostro, non aveva dove andare, quindi stava nel nostro Fiat Divino, ma viveva come se non ci fosse e volontariamente viveva delle sue miserie e delle tenebre che si formava lui stesso. Ecco perciò il nostro sospiro continuo, affinché non abbia più represso il nostro Volere, ma piuttosto reprima l'atomo del suo volere per vivere felice e santo e poter trovare in lui le nostre delizie".
Fiat!!!
4 Luglio 1930
Tutte le cose create posseggono la virtù ripetitrice del Fiat Divino.
Mi sentivo schiacciare sotto il peso di oppressioni tremende che circondano la mia povera esistenza. Oh! come sospiravo la patria Celeste, avrei voluto sparire dalla terra senza più sentire e vedere nessuno; amo, sospiro di slanciarmi nelle braccia di Gesù per dirgli: Amor mio, tienimi stretta fra le Tue braccia, non mi lasciare più, perché solo nelle tue braccia mi sento sicura, non ho paura di nulla, Gesù pietà di me, tu che sai ciò che passa nell'anima mia, non mi abbandonare; e cercavo quanto più potevo d'abbandonarmi nel Fiat Supremo. Ed il mio dolce Gesù, avendo compassione di me, si è fatto vedere tutto tenerezza e mi ha detto:
"Povera figlia mia, coraggio, sappi che non sei sola a soffrire, ma hai il tuo Gesù che soffre insieme con te, anzi più di te, perché sono cose che riguardano più me che te ed io le sento così al vivo che mi sento straziare il mio Cuore trafitto. Ma quello che ci deve consolare è che sono cose del foro esterno, tra me e te nulla è cambiato; le cose com'erano, sono, i giudizi umani non hanno alcun potere nelle nostre intimità e comunicazioni, perciò non ci possono nuocere. Quindi il tuo volo nella mia Divina Volontà non voglio che sia mai interrotto. Essa ha la virtù ripetitrice e tutte le cose da noi create che fanno continuo soggiorno nel nostro Volere, posseggono la virtù di ripetere l'atto continuo ricevuto da Dio nella Creazione e di dare alle creature ogni giorno il loro atto continuo. Il Sole ogni giorno dà la sua luce, l'aria si fa respirare continuamente, l'acqua ripete ogni giorno di darsi all'uomo per dissetarlo, lavarlo e rinfrescarlo e così tutte le altre cose create ripetono la virtù ripetitrice del mio Fiat Divino; e se qualcuna di queste cose create potesse uscire da Esso, perderebbe all'istante la virtù di ripetere il loro atto continuo che, mentre è antico, è sempre nuovo a pro delle creature. Questo è il segno più certo che le cose create stanno nella mia Divina Volontà. E questo è il segno che l'anima vive in Essa e si fa dominare, se i suoi atti, sebbene antichi hanno virtù come se fossero sempre nuovi e continui. Nella Mia Divina Volontà non ci sono fermate, l'anima sente la facilità e la virtù del suo atto continuo; forse il sole si ferma nel suo corso di dare sempre luce? Certo che no. Tale è l'anima che vive nella mia Divina Volontà, sente in sé tutta la pienezza e convertita come in natura la virtù vivificatrice dei beni Divini e dell'atto continuo del Fiat Divino.
Ora come le cose create ripetono il loro atto continuo, così gli atti miei e quelli della mia Mamma Celeste, perché fatti nella Divina Volontà ed animati da Essa posseggono la virtù ripetitrice e, più che Sole, dardeggiano le creature e piovono sul loro capo tutti i beni di tutti i nostri atti, che sebbene antichi sono sempre nuovi a pro della misera umanità, perché posseggono l'atto continuo. Ma anche se piovono sul loro capo senza mai cessare, non vengono presi dalle creature per cui ricevono il frutto dei nostri atti continui solo quando li riconoscono, li implorano e li vogliono ricevere, altrimenti nulla ricevono. Succede come al Sole, se la creatura non esce fuori per godere e ricevere il bene della sua luce continua, non riceve tutto il bene della sua luce, lo riceve solo quelle volte che si prende il pensiero di uscire e se un'altra non apre le porte, anche se il Sole investe la terra col suo atto continuo di luce, resterà al buio. Perciò figlia mia, se vuoi prendere tutti i beni del tuo Gesù e della Sovrana del Cielo, nel nostro Fiat li ritroverai tutti in atto, implorali su di te, riconoscili e ti sentirai sotto la pioggia dei nostri atti continui."
Fiat!!!
9 Luglio 1930
Valore della volontà umana quando entra nella Divina. Timori a causa di giudizi autorevoli. Risposte di Gesù e suoi insegnamenti.
La mia piccola intelligenza sente l'estremo bisogno del Voler Divino, perché è Lui solo il mio appoggio, la mia forza, la mia vita. Oh! Volontà Divina. Deh! non mi abbandonare e se io ingrata non ho saputo seguire il tuo volo, la tua luce, deh!, perdonami e, rafforzando la mia debolezza, fa’ che venga assorbito in te il piccolo atomo della mia esistenza e io viva sperduta in te, per vivere solo e sempre della tua Volontà Suprema. Ma mentre la mia mente si perdeva nel Fiat Divino, il mio dolce Gesù, facendo la sua visitina all'anima mia, mi ha detto:
"Figlia mia, coraggio, Io sono con te, che temi? Se sapessi la bellezza, il valore, che acquista la volontà umana quando entra e fa continuo soggiorno nel Fiat! Ah! non perdere un istante di vivere in Esso. Tu devi sapere che come la volontà umana entra nella Divina, la nostra luce la investe e l’abbellisce d'una rara beltà, l'anima resta così immedesimata, che non si sente estranea col suo Creatore, anzi sente che essa è tutta dell'Ente Supremo e l'Essere Divino è tutto suo e, con libertà di figlia, senza timore e con fiducia rapitrice si eleva nell'unità della Volontà del suo Creatore ed in questa unità, l'atomo della volontà umana mette il suo ti amo. Mentre forma il suo atto d'amore, tutto l'amore Divino corre, circonda, abbraccia, si trasmuta nel “ti amo” della creatura e lo rende tanto grande per quanto é grande il nostro amore, noi sentiamo nel piccolo ti amo della creatura le fibre, la vita del nostro amore e quindi diamo il valore del nostro amore e scambiamo nel piccolo ti amo la felicità del nostro amore. Questo piccolo ti amo non esce più dall'unità del nostro Volere e mentre resta, si spande tanto nell’orbita del Fiat, che non fa altro che seguire dappertutto la Divina Volontà. E così di tutti gli altri atti che si propone di fare nella nostra Volontà. Tu devi pensare che una Volontà creatrice entra nell'atto della creatura e perciò deve fare atti degni e come sa fare e convengono ad una Divina Volontà."
Onde mi sentivo oppressa più che mai, la mia povera mente era funestata da pensieri che mi schiacciavano e mi toglievano il bel sereno del giorno della pace sempre da me goduto a cui Gesù stesso tanto teneva infatti era geloso della mia pace e non permetteva che alcuna cosa mi turbasse. Ed ora sento che scroscio di tempesta vogliono far piovere sul mio capo, perché avendo persone autorevoli letto qualche volume dei miei scritti, hanno trovato difficoltà sulle intimità che Gesù aveva usato con me, il versare le sue amarezze nell'indegna anima mia e tante altre cose, perché per loro non era della dignità Divina agire in questo modo con la creatura, ma io stavo nella mia semplicità, essendo stata rassicurata dai miei confessori passati ed anche da persone sante ed autorevole, alle quali io, trepidante, domandavo, se fosse Gesù o no che agiva così con me e loro mi assicuravano che era Gesù, dicendomi che è suo solito scherzare sulla faccia della terra con le sue creature ed io credevo alle loro assicurazioni e, dandomi in balìa di Gesù, gli facevo fare ciò che voleva di me ed ancorché mi sottoponesse a pene atroci ed anche alla stessa morte, io mi sentivo felice, come tante volte accadeva, purché è contento Gesù, mi basta, molto più che ciò che il mio dolce Gesù ha fatto con me, sia che versasse, sia che mi portasse insieme con lui, o qualunque altra cosa mi facesse, io non ricordo mai di aver sentito in me ombra di peccati, tendenze non buone e sante, anzi il suo tocco era puro e santo e mi sentivo più pura, il suo versare dalla sua bocca nella mia che come una fontanina usciva dalla bocca di Gesù e si riversava nella mia, e le pene che io sentivo, mi facevano toccare con mano quanto soffre Gesù, quanto brutto è il peccato ed avrei messo molte volte la vita, anziché offenderlo quindi mi sentivo convertire il mio piccolo essere tutto in riparazione per poter difendere il mio dolce Gesù. Pensare quindi ch'era stato interpretato così male un atto sì santo di Gesù, mi faceva sentire così male, che non ho parole per esprimermi.
Onde il benedetto Gesù, avendo compassione di me, si è fatto vedere e, tutto afflitto e tenerezza, mi ha detto:
"Figlia mia, non temere, il mio modo d'agire è sempre puro e santo, qualunque esso sia ed anche se sembrasse strano alle creature, perché tutta la santità non sta nell'atto esterno del modo d'agire, ma sta alla fonte della santità interna donde esce e nei frutti che produce il mio modo d'agire, se i frutti sono santi, perché voler giudicare il mio modo? Così mi piaceva e perciò lo facevo. Dai frutti si conosce l'albero, se è buono, mediocre o cattivo e mi dispiace sommamente che invece di giudicare i frutti, hanno giudicato la corteccia dell'albero e forse neppure la sostanza e la vita dello stesso albero, poveretti, che cosa possono comprendere col guardare la corteccia dei miei modi, senza scendere ai frutti che ha prodotto? Rimarranno più al buio e potranno incorrere nella disgrazia dei farisei che, guardando in me la corteccia delle mie opere e parole, e non la sostanza dei frutti della mia vita, rimasero ciechi e finirono col darmi la morte. E poi, così si dà un giudizio senza implorare l'aiuto dell'autore e datore dei lumi e senza interpellare colei che con tanta facilità essi giudicano? E poi quali mali Io facevo e qual era quello che tu ricevevi e che Io versavo dalla mia bocca nella tua, la fontanina che usciva dalla fonte delle mie amarezze e che mi danno le creature? Non versavo in te il peccato; ma parte degli effetti e perciò tu sentivi l'intensità delle amarezze, la nausea, quanto è brutta la colpa e tu, nel sentire questi effetti, aborrivi il peccato e, comprendendo quanto soffre il tuo Gesù, trasmutavi il tuo essere ed anche ogni goccia del tuo sangue in riparazione per il tuo Gesù. Ah! tu non avresti amato tanto di soffrire per ripararmi se non avessi sentito in te gli effetti della colpa e quanto soffre il tuo Gesù nell'essere offeso. Ma possono constatare perché lo facevo dalla bocca, se potevo farlo diversamente? Così mi piaceva, Io ho voluto fare con te come un Padre fa con la sua figlia piccola, perché piccina si fa fare ciò che (si) vuole e suo Padre si versa nella sua piccina, con modi affettuosi ed amorevoli, come se trovasse in lei la sua propria vita, perché sa che nulla rifiuterebbe a suo Padre, anche se occorresse il sacrificio della propria vita. Ah! figlia mia, il mio delitto è sempre l'amore ed è anche il delitto di chi mi ama, non trovando altra materia per giudicare, giudicano il mio troppo amore e quello dei miei figli, che forse hanno messo la vita anche per loro. E poi adesso possono giudicare come vogliono, ma quale non sarà la loro confusione quando verranno innanzi a me e conosceranno con chiarezza che sono stato proprio Io Colui che ha agito in quel modo da loro condannato e che il loro giudizio mi ha impedito una grande mia gloria ed un gran bene in mezzo alle creature, qual è di conoscere con più chiarezza che significa fare la mia Divina Volontà e farla regnare? Non c'è delitto più grave di quello d'impedire il bene, perciò figlia mia, ti raccomando, non volerti turbare, né cambiare nulla di tutto ciò che passa tra me e te, rendimi sicuro che il mio operato abbia il suo compimento in te, non volermi dare alcun dolore da parte tua. Io volevo diffondere il bene fuori di te, ma la volontà umana blocca i miei disegni, perciò prega che vinca sull'umana volontà e il regno della mia Divina Volontà non resti soffocato in mezzo alle creature.
Però ti dico che le mie conoscenze sulla mia Divina Volontà non resteranno sepolte, esse sono parte della mia Vita Divina e come vita non sono soggette a morire, tutt’al più possono restare nascoste, ma morire mai, perché è decreto della Divinità che il regno della mia Divina Volontà sia conosciuto e quando noi decretiamo non v'è potenza umana che ci possa resistere, tutt’al più sarà questione di tempo. E nonostante le opposizioni e i giudizi contrari di queste persone autorevoli, Io mi farò strada e se questi coi loro giudizi vorranno seppellire un tanto bene e tante vite Divine di mie verità, io li metterò da parte e mi farò strada disponendo altre persone più umili e semplici e più facili a credere ai miei modi mirabili e molteplici che io uso con le anime e con la loro semplicità invece di trovare cavilli e disposte riconosceranno come dono di Cielo ciò che Io ho manifestato sulla mia Divina Volontà. Queste mi serviranno mirabilmente a propagare nel mondo le conoscenze del mio Fiat. Non successe lo stesso nella mia venuta sulla terra? I sapienti, i dotti, le persone di dignità non vollero ascoltarmi, anzi avevano vergogna d'avvicinarmi, la loro dottrina faceva loro credere che Io non potessi essere il Messia promesso, in modo che giunsero perfino ad odiarmi ed Io li misi da parte e scelsi umili, semplici e poveri pescatori, i quali mi credettero e mi servii di essi mirabilmente per formare la mia Chiesa e propagare il gran bene della Redenzione. Così farò della mia Divina Volontà. Perciò figlia mia, non ti abbattere nel sentire tante difficoltà che fanno, non spostiamo nulla di ciò che passa tra me e te e segui a fare ciò che ti ho insegnato che tu faccia nella mia Divina Volontà. Io nulla tralasciai di fare di ciò che dovetti fare per la Redenzione, anche se non tutti mi credettero, tutto il male restò per loro, a me conveniva fare il corso che avevo stabilito di fare per amore delle creature. Così farai tu, segui il tuo abbandono nella mia Divina Volontà ed i tuoi atti in Essa ed Io non ti lascerò, sarò sempre insieme con te."
Fiat!!!
16 Luglio 1930
La Divina Volontà è vita; l'amore è alimento. Come un solo atto non forma vita né atto completo. Necessità della ripetizione degli atti per formare la vita della Divina Volontà.
Il mio abbandono nel Fiat Divino continua, oh! sì, io lo sento che come aria si fa respirare dalla povera anima mia, sento la sua luce purissima che tiene repressa le tenebre della notte della mia volontà umana, che come fa per sorgere, per mettersi in campo d'azione, la luce della Divina Volontà, dolcemente imperante sulla mia, non solo reprime le tenebre per non darle vita, ma potentemente mi chiama e mi tira a seguire gli atti suoi. Onde seguendo i suoi atti divini, toccavo con mano quanto ci ama, perché in ogni suo atto uscivano mari d'amore per le creature. Ed il mio sempre amabile Gesù, facendo vedere il suo Cuore investito da fiamme ardenti per amor delle creature mi ha detto:
"Figlia mia, il mio amore verso le creature è tanto che non cesso un istante solo d'amarle, se un solo istante cessassi d'amarle, tutta la macchina dell'universo e le creature tutte si risolverebbero nel nulla, però l'esistenza di tutte le cose ebbe il primo atto di vita dal mio amore pieno, intero, completo, interminabile ed incessante e per fare che il mio amore avesse tutta la sua pienezza, feci uscire da me, come atto di vita di tutto l'universo e di ciascun atto di creatura, la mia Volontà Divina. Sicché la mia Volontà è vita di tutto, il mio amore è alimento continuo di tutta la Creazione; la vita senza l'alimento non può vivere, l'alimento se non trova la vita, non sa a chi darsi, né chi nutrire. Perciò tutta la sostanza di tutta la Creazione è la mia Volontà come vita ed il mio amore come alimento, tutte le altre cose sono superficiali e come ornamento. Quindi Cieli e terra sono pieni del mio amore e della mia Volontà, non vi è punto dove, come vento impetuoso, non si riversano verso le creature e questo sempre, sempre, senza mai cessare, sta sempre in atto per versarsi sulle creature, tanto che se la creatura pensa, la mia Divina Volontà si fa vita della sua intelligenza ed il mio amore, alimentandola, la svolge; se guarda si fa vita del suo occhio ed il mio amore alimenta la luce del vedere; se parla, se palpita, se opera, se cammina, la mia Volontà si fa vita della voce, il mio amore alimento della parola; la mia Divina Volontà si fa vita del cuore, il mio amore alimento del palpito; insomma non c'è cosa che la creatura faccia senza che la mia Volontà non corra come vita ed il mio amore come alimento. Ma quale non è il nostro dolore nel vedere che la creatura non riconosce chi forma la sua vita e chi alimenta tutti i suoi atti."
Dopo ciò continuavo i miei atti nel voler divino e nella mia mente pensavo tra me: Quale gloria do al mio Dio e qual bene mi viene ripetendo sempre gli stessi atti? Ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, un solo atto non forma vita, né opere complete nelle creature; la stessa Divinità nella Creazione, volle fare il ripetitore per ben sei volte, per formare tutta la macchina dell'universo, avremmo potuto fare con un sol Fiat tutte le cose create, invece no, ci piacque ripeterlo per prendere piacere nel vedere uscire da noi, con la nostra forza creatrice, ora il cielo azzurro, ora il sole e così di tutte le altre cose da noi create e l'ultimo Fiat fu ripetuto sull'uomo, come compimento di tutta l'opera della Creazione. E anche se il nostro Fiat non aggiunse altri Fiat per creare altre cose, però fa sempre da ripetitore, per mantenere e conservare come nel fiato del Fiat tutte le cose in atto, come se proprio allora le avesse create. Ed oh com'è necessaria la ripetizione! Col ripetere cresce l'amore, si raddoppia il godimento, si apprezza di più ciò che si ripete e si sente la vita dell'atto che si ripete. Ora col continuare i tuoi atti nella mia Divina Volontà, vieni a formare la vita della mia Divina Volontà in te, col ripeterli l’aumenti e l'alimenti. Credi tu che avendoli ripetuti qualche volta avresti potuto formare la sua vita in te? No figlia mia, tutt’al più avresti potuto sentire la sua aria balsamica, la sua forza, la sua luce, ma non avresti potuto formare la sua vita; ci vogliono gli atti che non cessano mai per poter dire: “Posseggo la vita del Fiat”. Non succede forse lo stesso alla vita naturale? Non si dà una sol volta il cibo, l'acqua e poi si mette tutto da parte, senza darle più nulla, ma ogni giorno, se si vuole conservare la vita è necessario alimentarla, altrimenti da sola si spegne. Perciò continua i tuoi atti nel mio Fiat se non vuoi che la sua Vita si spenga e non abbia il suo compimento in te."
Fiat!!!
24 Luglio 1930
Come la Divina Volontà è in continua attitudine nel nostro Essere Divino. Prodigio di quando opera nella creatura; gradimento di Dio.
Il mio povero cuore si trova tra due potenze insormontabili: il Fiat Divino ed il dolore della privazione del mio dolce Gesù, ambedue potenti sul mio povero cuore. Mentre sento tutta l'amarezza d'essere priva di Colui che formava tutta la felicità della mia povera esistenza, ora mancandomi, la felicità si è convertita in intensa amarezza ed il Volere Divino, soggiogandomi, mi assorbe nella sua Divina Volontà per trasmutarla in Essa. Ora mentre mi trovavo sotto oppressioni tremende, il mio dolce Gesù, facendomi una sorpresa, mi ha detto:
"Figlia mia, coraggio, non temere sono qui con te ed il segno (è) che senti in te la vita del mio Fiat; Io sono inseparabile da Esso. Or tu devi sapere che la nostra Volontà è in continua attitudine nel nostro Essere Divino, il suo moto non cessa mai, le sue opere sono sempre in atto, quindi è sempre operante. Ma le sorprese meravigliose che succedono quando la creatura entra nella nostra Volontà, sono incantevoli e prodigiose. Come essa entra, il nostro Volere si chiude nella creatura e mentre si chiude fino a riempirla tutta, non potendo lei tutto abbracciarlo, né chiuderlo tutto dentro di sé, straripa fuori di sé, in modo da riempire Cielo e terra e da vedere che la piccolezza della creatura racchiude una Volontà Divina, la quale mantiene in essa il suo moto incessante e le sue opere operanti. Non c'è cosa più santa, più grande, più bella, più prodigiosa che l'operare del mio Volere nella piccolezza della creatura. Mentre opera, siccome essa non può né chiuderla né abbracciarla tutta perché finita, non ha capacità di chiudere l'immenso e l'infinito, ma prende quanto più può contenere fino a straripare fuori e, mentre straripa, si vede la creatura sotto una pioggia di luce di varie e rare bellezze dentro e fuori, il nostro Essere Divino ne prende tanto diletto che ci sentiamo rapire, perché vediamo che la piccolezza umana, in virtù del nostro Fiat che la riempie, viene trasmutata nelle bellezze delle nostre qualità Divine, le quali hanno tale forza da rapirci e farci godere nella creatura le nostre pure gioie e le nostre felicità indicibili.
Ora tu devi sapere che ogniqualvolta la creatura chiama il mio Volere come vita operante in lei e si tuffa per rimanervi sommersa, è tanto il nostro gradimento che tutto l'Essere nostro concorre e vi mettiamo tal valore per quanto valore contiene il nostro Essere Divino; molto più che il nostro Fiat Divino ha il suo primo atto di vita nell'atto della creatura, lei non è stata che concorrente, quindi come atto nostro mettiamo tutto il peso della nostra vita Divina. Vedi dunque che significa fare un atto nella nostra Volontà, significa moltiplicare gli atti e vedi la grande perdita di chi non opera in Essa."
Fiat!!!
2 Agosto 1930
Come tutte le cose create sono velate, solo in Cielo tutto è svelato. Condizioni e lavoro necessari per conoscere le verità.
Stavo pensando alle tante verità che il benedetto Gesù mi aveva detto sulla Divina Volontà e che solo per ubbidire avevo scritto sulla carta e al fatto che alcuni, leggendole, non solo non restano presi da queste verità, ma mi sembra che le considerino come verità da non tenere in conto; io mi sentivo in pena per ciò, perché mentre a me sembrano tanti Soli, uno più bello dell'altro, capaci di poter illuminare tutto il mondo, al contrario per alcuni pare che non abbiano virtù neppure di riscaldarlo e dare un tantino di luce. Onde mentre pensavo ciò il mio amabile Gesù, tutto bontà, mi ha detto:
"Figlia mia, tutte le cose quaggiù, tanto nell'ordine soprannaturale quanto nell'ordine naturale, sono tutte velate, solo nel Cielo sono svelate, perché nella Patria Celeste non esistono veli, ma si vedono le cose come sono in se stesse; sicché lassù l'intelletto non deve lavorare per comprenderlo perché da se stesse si mostrano qual sono e se lavoro c'è da fare nel beato soggiorno, se pure si può chiamare lavoro, è quello di godere e felicitarsi nelle cose che svelatamente si vedono. Invece quaggiù non è così; siccome la natura umana è spirito e corpo, quindi il velo del corpo impedisce all'anima di vedere le mie verità, infatti i sacramenti e tutte le altre cose sono velati. Io stesso, Verbo del Padre, avevo il velo della mia Umanità, tutte le mie parole, il mio Vangelo sotto forme d'esempi e di similitudini, mi comprendeva solo chi si avvicinava ad ascoltarmi con la fede nel cuore, coll'umiltà e col voler conoscere le verità che Io manifestavo loro, per metterle in pratica; col far ciò rompevano il velo che nascondevano le mie verità e trovavano il bene che c'era in esse. Con la fede, coll'umiltà e col voler conoscere le mie verità, facevano un lavoro e con questo lavoro rompevano il velo e trovavano le mie verità quali sono in se stesse e quindi restavano legati a me e col bene che contenevano le mie verità. Altri che non facevano questo lavoro, toccavano il velo delle mie verità, non il frutto che c'era dentro, perciò restavano digiuni, non capivano nulla e, voltandomi le spalle, si partivano da me.
Così sono le mie verità che io con tanto amore ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà; per fare che risplendano come soli svelati, qual sono, devono fare il loro lavoro, la via per toccarle è la fede, devono desiderarle, volerle conoscere, pregare ed umiliare il loro intelletto per aprirlo, per fare entrare in loro il bene e la vita delle mie verità; se faranno ciò, romperanno il velo e le troveranno più che fulgido Sole. Altrimenti resteranno ciechi ed Io ripeterò loro il detto del Vangelo: Avete occhi e non vedete, orecchie e non ascoltate, lingua e siete muti. Vedi anche nell'ordine naturale tutte le cose son velate, i frutti hanno il velo della corteccia, chi gusta il bene di mangiarle? Chi fa il lavoro di avvicinarsi all'albero, di coglierlo, di togliere la corteccia che nasconde il frutto, questo gusta e fa suo cibo il frutto desiderato; i campi sono velati di paglie, chi prende il bene che quelle paglie nascondono? Chi li sveste di quelle paglie, ha il bene di prendere il grano per formare il pane per farne il suo cibo quotidiano. Insomma, tutte le cose hanno quaggiù il velo che le coprono, per dare all'uomo il lavoro e la volontà, l'amore di possederle e gustarle. Ora le mie verità superano di gran lunga le cose naturali e si presentano alla creatura come nobili Regine velate in atto di darsi a loro, ma vogliono il loro lavoro, vogliono che avvicinino i passi della loro volontà ad esse, per conoscerle, possederle ed amarle, condizioni necessarie per rompere il velo che le nascondono, rotto il velo, con la loro luce si faranno strada da sole, dandosi in possesso di chi le ha cercate.
Ecco la ragione per cui alcuni leggono le verità sulla mia Divina Volontà e fanno vedere che non comprendono ciò che leggono, anzi si confondono, perché manca la vera volontà di volerle conoscere; si può dire che manca il lavoro per conoscerle e senza lavoro non si acquista nulla, né meritano un tanto bene ed Io, con giustizia, nego loro ciò che abbondantemente do agli umili che sospirano il gran bene della luce delle mie verità.
Figlia mia, quante mie verità soffocate da chi non ama conoscerle e non vuol fare il suo piccolo lavoro per possederle! Sento che vogliono, se lo potessero, soffocare me stesso. Ed io nel mio dolore son costretto a ripetere ciò che dissi nel Vangelo e lo faccio coi fatti: tolgo a coloro che non hanno o hanno qualche piccola cosa dei miei beni e li lascio nella squallida miseria, perché questi, non volendoli e non amandoli, li terranno senza stimarli e senza frutto e darò in maniera più abbondante a quelli che hanno, perché questi li terranno come preziosi tesori che fruttificheranno sempre più."
Fiat!!!
12 Agosto 1930
Come lo sconforto raddoppia il peso delle pene. In qual modo Gesù ci visita. Come il primo agente in Dio è l'amore e la Divina Volontà è la vita.
Sono sotto l'impero del Fiat Divino che solo conosce le mie piaghe profonde e le va sempre inasprendo e moltiplicando nella povera anima mia. Ma tutta la mia speranza è che vi regni solo il Voler Divino nelle circostanze purtroppo dolorose della mia esistenza quaggiù e che spero affrettino la mia partita per la Patria Celeste. Ma mentre mi trovavo sotto l'incubo di pene amarissime, il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, non ti abbattere, perché l'abbattimento chiama lo sconforto, il quale raddoppia il peso delle pene, tanto che la povera creatura, con questo peso raddoppiato appena può trascinarsi nella via che deve percorrere, mentre il mio Voler vuole che non ti trascini ma che voli nella sua luce interminabile. E poi il dolore, nel quale faccio le mie visitine, sono Io il velo è il dolore, ma dentro c'è la mia persona che, nascosta nel velo del dolore, visita la creatura. Le necessità sono Io e, nascosto in esse, faccio le più belle visite per farmi aiuto delle necessità che dispongo; non è col solo farmi vedere che visito le creature ma in tanti modi, tanto che si può dire che in ogni incontro, in ogni circostanza, sia nelle cose grandi che nelle piccole che succedono, è una visita che mi dispongo a fare alla creatura, per darle ciò che le necessita. Per chi vive poi nel mio Voler Divino, essendo il mio stato permanente in essa, non solo la visito, ma le vado allargando i confini del mio Volere."
Onde continuavo a seguire gli atti nel Fiat Supremo, per poter seguire, coi miei atti d'amore l'amore, incessante ed interminabile del mio Creatore ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, se sapessi come mi è dolce il tuo amore, perché sento nel tuo l'eco nostro, le nostre fibre divine, che elevando il tuo amore nel nostro, corre, corre così dolcemente nel nostro amore e ci dice: voglio amarti quanto e come mi hai amato, quante volte mi hai detto che mi hai amato, voglio dirlo anch'io. Ed è tanto il nostro piacere, che vogliamo che la creatura faccia la ripetitrice del nostro amore, e allarghiamo tanto l'amore della creatura in modo da sentire in tutto il nostro amor, il dolce suono del suo amore. Molto più che in tutto ciò che abbiamo fatto per le creature, il primo agente, il primo atto è stato l'amore e siccome il nostro amore sarebbe stato come fuoco senza luce senza la nostra Volontà ed essa sarebbe stata come luce senza calore senza il nostro amore, perciò quello che ha dato vita al nostro amore è stato il Fiat. Quindi quello che ci mosse fu l'amore, ma quello che diede e dà vita a tutto è la nostra Divina Volontà. Ecco perciò chi vuol trovare la vera vita deve venire in Essa, nella quale troverà la pienezza del nostro amore e l'anima acquisterà le prerogative del nostro amore, che sono: amore fecondo, amore che sorge, amore che tutto abbraccia, amore che tutto muove in amore, amore insuperabile e senza termine, amore che tutto ama e conquista. Perciò quando ti sento correre da una cosa creata all'altra, per mettere il tuo ti amo su ciascun atto di (Essa) per investire tutto col tuo ti amo, Io sento il dolce suono del tuo amore nel nostro e ti amo di più."
Poi ha soggiunto con un accento tenerissimo: "Figlia mia, è tanto il nostro amore verso le creature, che in ogni atto che fa, corre il nostro a amarla ed il nostro Volere corre a formare la vita dell'atto suo. Sicché in ogni pensiero che forma nella sua mente è un atto d'amore che le mandiamo e la nostra Volontà si presta a formare la vita del suo pensiero; in ogni parola che pronuncia, in ogni palpito del suo cuore, in ogni passo che muove sono tanti atti del nostro amore che corrono verso di lei mentre il nostro Fiat si presta a formare la vita della sua parola, il palpito del suo cuore, il passo dei suoi piedi. Perciò la creatura è impastata dal nostro amore, vive sotto la dolce tempesta dell'amore nostro, su di essa pende il nostro amore incessante che l'ama tanto ed il nostro corre in modo rapido a dare la vita a ciascun atto suo, fosse anche il più piccolo. Oh se le creature sapessero quanto l'amiamo! Come siamo inclinati verso di loro ad amarli sempre, sempre, che non ci facciamo sfuggire neppure un loro pensiero senza che le mandiamo un nostro amore speciale e distinto. Oh come ci amerebbero ed il nostro amore non resterebbe isolato senza l'amore delle creature! Il nostro amore scende continuamente verso le creature ed il loro piccolo amore non si benigna di salire verso il suo Creatore. Che dolore figlia mia, amare e non essere amato! Ecco perciò il motivo, per cui quando trovo una creatura che mi ama, mi sento armonizzare il suo amore col mio e come scende il mio amore verso di essa, così il suo amore sale verso di me, Io l'abbondo tanto di grazie, di favori e di carismi divini, da far stupire Cieli e terra."
Fiat!!!
15 Agosto 1930
Come la vita della Sovrana Regina fu formata nel Sole Divino.
Stavo pensando alla mia Mamma Celeste nell'atto quando fu Assunta in Cielo ed offrivo i miei piccoli atti fatti nel Fiat Divino per darle i miei omaggi, le mie lodi, a suo onore e gloria.
Ma mentre facevo ciò il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, la gloria, la grandezza, la potenza della mia Mamma Celeste nella Patria nostra è insuperabile e sai perché? La sua vita in terra fu fatta nel nostro Sole Divino, non uscì mai da dentro l'abitazione del suo Creatore, non conobbe altro che la nostra sola Volontà, non amò altro che i nostri interessi, non chiese altro che la nostra gloria. Si può dire che formò il Sole della sua vita nel Sole del suo Creatore. Sicché chi la vuol trovare nel Celeste soggiorno, deve venire nel nostro Sole, dove la Sovrana Regina, avendo formato il suo Sole, spande i suoi raggi materni a pro di tutti e sfolgora di tale bellezza che rapisce tutto il Cielo, e tutti si sentono doppiamente felici per avere una Madre sì santa ed una Regina sì gloriosa e potente. La Vergine è la prima figlia ed unica che possiede il suo Creatore ed è la sola che abbia fatto vita nel Sole dell'Ente Supremo e, avendo attinto la sua vita da questo Sole eterno, non è meraviglia che, vissuta di luce, abbia formato il suo Sole fulgidissimo che rallegra tutta la corte Celeste.
Proprio questo significa vivere nella mia Divina Volontà, vivere di luce e formare la sua vita nel nostro stesso Sole. Era questo lo scopo della Creazione, tenere le creature create da noi, i nostri amati figli, nella nostra stessa abitazione, alimentarle coi nostri stessi cibi, vestirle con abiti regali e far loro godere i nostri stessi beni. Quali Padri e Madri terrene pensano di mettere fuori della loro abitazione il parto delle loro viscere, i cari loro figli e di non dare la loro eredità ai propri figli? Credo nessuno, anzi, quanti sacrifici non fanno per rendere ricchi e felici i propri figli? Se a ciò giungono un Padre terreno ed una Madre terrena, molto più il Padre Celeste; voleva ed amava che i figli suoi restassero nella sua abitazione, per tenerli intorno a sé, per felicitarsi con essi e tenerli come corona delle sue mani creatrici. Ma l'uomo, ingrato, abbandonò la nostra abitazione, rifiutò i nostri beni e si contentò di andare ramingo vivendo nelle tenebre della sua volontà umana."
Fiat!!!
24 Agosto 1930
Come la Divina Volontà prende tutte le forme per darsi alla creatura. La creazione dell'uomo, insediamento del centro dell'amore e del Fiat Divino.
Il mio abbandono nel Voler Divino continua, sento che la sua potenza invincibile mi assorbe a sé ed in tanti modi che non posso fare a meno di seguire gli atti suoi.
Ora mentre seguivo gli atti della Divina Volontà fatti nella Creazione, il mio amabile Gesù mi ha detto:
"Figlia mia è tanto l'amore del mio Fiat Divino verso le creature che prende tutte le forme per darsi alla creatura. Prende forma di Cielo per rimanere esteso sul suo capo e col rimanere perennemente disteso, lo abbraccia da tutti i lati, lo guida, lo protegge, lo difende senza mai ritirarsi, rimanendo sempre Cielo, per formare il suo Cielo nel cuore della creature. Prende forma di stelle e dolcemente fa scendere il suo mite scintillio sulla creatura per carezzarla col suo bacio di luce e dolcemente insinuarsi, perché formi le stelle delle più belle virtù nel Cielo dell'anima sua. Prende forma di Sole per irradiarla di luce e col suo calore vibrante poter scendere nel fondo dell'anima e con la forza della sua luce e calore forma le tinte dei più bei colori per formare il Sole del suo Fiat nella creatura. Prende la forma di vento per purificarla e, col suo impero, soffiando mantiene accesa la vita Divina e come soffia così la fa crescere nel cuore della creatura. La mia Divina Volontà si abbassa a tutto ed è tanto il suo amore, che si costituisce vita di tutto ciò che può servire alla creatura, e giunge a prendere forma di aria per farsi respirare, di cibo per alimentarla, di acqua per dissetarla, insomma non vi è cosa di cui la creatura si serve senza che il mio Volere non corra insieme per darsi incessantemente alla creatura, ma essa non mi corrisponde ai tanti molteplici modi che il mio Fiat prende per assediare la creatura, alle tante forme amorose, affinché se non la riconosce in un modo, la riconosce nell'altro, se non le fa breccia una forma, le fa breccia l'altra per ricevere almeno uno sguardo, un sorriso di compiacimento, un invito per farla scendere nell'anima sua a regnare, un grazie di riconoscenza alle tante follie d'amore. Ahi, quante volte la mia Divina Volontà rimane senza che la creatura le faccia alcuna attenzione; qual dolore, come resta trafitta! Ma nonostante ciò, non si arresta, continua incessantemente e con la sua fermezza tutta Divina a far scorrere la sua vita Divina in tutte le cose create per porgere sotto il velo di esse, la sua vita a tutti, aspettando con pazienza invincibile chi la deve riconoscere e ricevere per formare la sua vita nelle apparenze e nella forma umana e così regnare completamente in tutte le cose da noi create."
Dopo ciò seguivo la Divina Volontà negli atti della Creazione e, giunta nell'Eden dove fu creato l'uomo, il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, la Creazione dell'uomo fu il centro dove il nostro Fiat ed il nostro Amore si insediarono per tenervi la loro sede perenne. Il nostro Essere Divino aveva tutto dentro di noi, il centro del nostro amore e lo svolgimento della vita del nostro Volere; col creare l'uomo volle formare il secondo centro del nostro amore, per fare che il nostro Fiat potesse svolgere le vite umane col suo impero e dominio, come faceva nel nostro Essere Supremo. Perciò tu devi sapere che, nel creare Adamo, tutte le creature venivano create in lui, tutte ci furono presenti, nessuna ci sfuggì, amavamo come lui ed in lui tutte le creature. E quando con tanto amore formammo la sua umanità, plasmandola e maneggiandola con le nostre mani creatrici, formando le ossa, stendendo i nervi, coprendoli di carne, formando tutte le armonie della vita umana, in Adamo venivano plasmate, maneggiate tutte le creature, in tutte formavamo le ossa, stendevamo i nervi e, coprendole di carne, lasciavamo il tocco delle nostre mani creatrice, l'impronta del nostro amore, la virtù vivificatrice del nostro Volere. Ed infondendo in Adamo l'anima, con la potenza del nostro alito onnipotente, venivano formate le anime in tutti i corpi, con la stessa potenza in cui veniva formata l'anima in Adamo. Vedi dunque che ogni creatura è una nuova Creazione, come se avessimo creato il nuovo Adamo, perché in ciascuna di esse vogliamo rinnovare il gran prodigio della Creazione, l'insediamento del centro del nostro amore, lo svolgimento della vita del nostro Fiat. Fu tanto l'eccesso del nostro amore nel crear l'uomo, che fino a tanto che verrà l'ultima creatura sulla terra, staremo in continuo atto di Creazione per dare a ciascuno ciò che fu dato al primo uomo creato, il nostro amore rigurgitante, il tocco delle nostre mani creatrice per la formazione di ciascuna di esse. Perciò figlia mia, ti raccomando che sappia riconoscere e conservare in te l'insediamento del nostro amore e la vita operante del nostro Fiat e sentirai i prodigi della continua Creazione ed il nostro amore rigurgitante tanto che, affogandoti d'amore, non sentirai che amore e Volontà mia."
Fiat!!!
29 Agosto 1930
Come le cose create sono pregne della Divina Volontà. Le croci formano la via che conduce al Cielo.
Il mio abbandono nel Fiat Divino continua, una forza invincibile mi trasporta nei suoi atti divini ed io sento e conosco la Divina Volontà operante in tutte le cose create, la quale mi fa il dolce invito a seguirla negli atti suoi, per avere la mia compagnia, ma mentre facevo ciò il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, tutte le cose create sono pregne della mia Divina Volontà, la quale si lasciò in esse, non per noi, ché non avevamo bisogno, ma per amore delle creature, dandosi in tanti modi distinti per quante cose creava. Essa, facendo da vera Madre, voleva assalire le creature con tanto amore per quante cose usciva alla luce del giorno. Voleva darsi in ogni istante senza interruzione per darsi a sorsi, a sorsi, per formare la sua vita e stendere il suo regno in ciascun'anima, perciò tu vedi che non c'è cosa dove il mio Fiat non vuol darsi e si può dire che ogni cosa creata forma il suo trono d'amore, dove fa scendere la sua misericordia, le sue grazie e via per comunicare la sua vita divina. Essa sta come alla vedetta per vedere che bene può fare ai figli suoi, se gli aprono il cuore per ricevere i suoi beni e per conformarsi ai suoi modi divini. Sicché ogni cosa creata è una chiamata che fa alla creatura per ricevere il dono che la mia Divina Volontà vuol farle, ogni cosa creata è un nuovo amore che vuole imboccarle ed un atto verso e dentro la creatura.
Ma ahimè, quante ingratitudini da parte di esse! La mia Divina Volontà le abbraccia, se le stringe al suo seno con le sue braccia di luce ed esse sfuggono dalla sua luce senza restituirle l'abbraccio e senza guardare chi è che l'ama tanto. Perciò figlia mia, sii tu la sua riparatrice, seguila in tutte le chiamate che ti fa, per mezzo di ciascuna cosa creata, per darle amore per amore e ricevere tutti i sorsi della sua vita Divina nel fondo dell'anima tua, per darle la libertà di farla regnare."
Onde seguivo i suoi atti ed il mio abbandono nel Voler Supremo, ma la mia povera mente era occupata dai tanti incidenti che Nostro Signore aveva disposto e dispone della mia povera esistenza ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, le croci, gli incidenti, le mortificazioni, gli atti, gli abbandoni delle creature, tutto ciò che si può soffrire per amor mio, non sono altro che pietrucce che segnano la via che conduce al Cielo. Sicché al punto della morte, la creatura vedrà che tutto ciò che ha sofferto, le è servito per formarsi la strada, che ha segnato con modi incancellabili e con pietre irremovibili la diritta via che porta alla Patria Celeste. E se la creatura ha sofferto tutto ciò che la mia provvidenza ha disposto di far soffrire per compiere la mia Divina Volontà, per ricevere non la pena ma un atto della sua vita Divina, formerà tanti Soli per quanti atti ha fatto e per quante pene ha sofferto, in modo che si vedrà la sua strada a destra ed a sinistra segnata da Soli, che prendendola ed investendola con la loro luce la condurranno nelle celeste regioni. Perciò i tanti incidenti della vita sono necessari, perché servono per formare la strada e tracciare la via del Cielo; se non si formano le strade riesce difficile andare da un paese all'altro, molto più riesce difficile giungere all'Eterna gloria."
Fiat!!!
20 Settembre 1930
Le amarezze, il lento veleno del bene. La Divina Volontà, culla dell'anima. Gesù Amministratore Divino della sua Santissima Volontà.
Mi sentivo tutta immersa nel Fiat Divino, la sua luce abbaglia il mio intelletto e mentre me assorbe nella sua luce mi fa seguire i suoi atti che fece nella Creazione. Ma mentre facevo ciò mi sentivo una tale amarezza ed oppressione che mi facevano stentare nel compiere i miei atti nel Voler Divino. Ed il mio dolce Gesù, avendo compassione di me, mi ha detto:
"Figlia mia, come mi fa pena la tua amarezza, me la sento versare nel mio Cuore, perciò coraggio; non sai tu che le oppressioni, le amarezze sono il lento veleno del bene, il quale produce un tale stento da ridurre l'anima in un'estrema agonia in modo che si sente l'agonia nel cuore ed il mio amore agonizza nel suo cuore, sente l'agonia sul labbro ed agonizza la mia preghiera, sente l'agonia nelle mani, nei passi ed i miei passi e le mie opere si sentono agonizzanti. Molto più nella creatura che vuol tenere per vita la mia Divina Volontà, essendo una la mia con la sua volontà, mi sento versare la sua agonia nella mia Divina Persona. Perciò coraggio, abbandonati nelle mie braccia ed Io farò sorgere dalla mia Divina Volontà altra luce più fulgida che assumerà forma di culla, Io ti cullerò in Essa, per comunicarti il mio riposo Divino e con la sua luce e col suo calore distruggerò il lento veleno delle tue amarezze, cambiandole in dolcezze ed in fonte di contenti. E riposando nella culla della mia Divina Volontà prenderai un dolce riposo e nel destarti ti troverai allontanate le amarezze, le oppressioni e ti terrò nelle mie braccia, con la tua solita dolcezza e serenità, per far crescere più in te la vita della mia Divina Volontà."
Onde seguivo per quanto potevo il mio abbandono nel Fiat Divino ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, le amarezze, le oppressioni e tutto ciò che non riguarda il mio Volere occupano posto nell'anima tua e la mia Divina Volontà non si sente libera di poter stendere la sua luce e di poter con la sua virtù creatrice e vivificatrice far sorgere la sua vita in ogni particella e ripostiglio dell'anima tua. Si sente accerchiata come da nubi per cui anche se il Sole c'è, le nubi framettendosi tra il Sole e la terra impediscono che i raggi solari scendano con la pienezza della luce a dar luce alla terra. Così il Sole della mia Divina Volontà si sente inceppato dalle nubi delle amarezze e delle oppressioni di stendere la sua luce nel fondo della creatura, anche nei piccoli ripostigli e poter dire: tutto dà di mia Volontà, tutto mi appartiene, tutto è mio. Ed Io, il tuo Gesù, che ho preso l'impegno di formare un'anima tutta di mia Volontà soffro e resto inceppato nel mio lavorio; perché tu devi sapere che Io sono l'amministratore Divino del mio Fiat nella creatura e quando la vedo disposta a fare in tutto la mia Volontà, in ogni atto che fa, Io mi accingo al lavoro di preparazione. Supponi che tu voglia fare un atto d'amore, Io subito mi metto al lavoro, vi metto il mio soffio, depongo una dose del mio amore, lo abbellisco con la varietà della bellezza che Esso contiene e poi, Divino Amministratore che sono del mio Volere, somministro la mia Volontà Divina su quell'atto d'amore, in modo che in quell'atto non si riconosce l'atto della creatura, ma un atto d'amore come se fosse uscito dal centro della mia Divinità. Io sono troppo geloso degli atti che la creatura vuol fare animata dalla mia Volontà Divina, non ammetto disparità fra i suoi atti e i miei e, per aver ciò, devo metterci del mio ed il mio lavoro. E questo in tutti gli atti suoi, se vuol fare atti di adorazione, di preghiere, di sacrificio, vi metto il mio lavoro affinché la sua adorazione sia l'eco dell'adorazione Divina, la sua preghiera sia l'eco della mia, il suo sacrificio sia il ripetitore del mio. Insomma devo trovare me stesso in ciascun atto della creatura, il tuo Gesù come Padrone e possessore della mia Divina Volontà, non l'amministrerei se non trovassi la santità, la purezza, l'amore della mia Umanità nell'atto della creatura. Perciò voglio trovarla sgombra da qualunque nube, che possa fare ombra alla mia Divina Volontà. Perciò sii attenta, figlia mia, non inceppare il mio lavoro che voglio fare nell'anima tua."
Fiat!!!
30 Settembre 1930
L'Eden, campo di luce. Differenza tra chi opera nella Divina Volontà e chi opera nell'umano volere. Il piccolo terreno della creatura e il seminatore Celeste.
Stavo continuando i miei soliti atti nel Voler Divino e la mia povera mente si è fermata nell'Eden, dove Iddio creò l'uomo per dar principio alla vita della creatura. Ed il mio amato Bene Gesù, facendosi vedere tutto tenerezza e bontà, mi ha detto:
"Figlia mia, l'Eden era un campo di luce in cui il nostro Essere Supremo creò l'uomo, si può dire che lui fu creato nella luce del nostro Fiat, il suo primo atto di vita fu luce, che stendendosi dietro e innanzi a lui, a destra ed a sinistra creò un campo interminabile di luce, l’uomo doveva percorrere la sua via per formare la sua vita attingendo nei suoi atti tanta luce, per quanti atti faceva per formare una luce tutta sua propria, come proprietà sua in virtù dei suoi atti, sebbene attinta dalla mia Divina Volontà. Ecco la differenza fra chi opera o no in Essa come suo principio e fine. Tutti gli atti di chi opera in Essa sono legati al principio della luce dove fu formata la sua vita ed ebbe il suo primo atto di vita, la luce tiene in custodia questa vita, la difende e nulla di estraneo fa entrare nella sua luce, per formare uno dei portenti che solo la luce sa formare. Invece chi scende da questa luce, entra nell'oscuro carcere della sua volontà e, nel fare i suoi atti, attinge tenebre ed attinge tante tenebre (per) quanti atti forma, per formarsi una proprietà tutta di tenebre, tutta sua propria. Le tenebre non sanno custodire, né difendere colui che vive in esse e, se fa qualche atto buono è sempre tenebroso, perché è legato da tenebre e siccome le tenebre non hanno virtù di saper difendere, entrano cose estranee alle stesse tenebre, entrano le molestie delle debolezze, i nemici delle passioni, i ladri agguerriti che precipitano la creatura nel peccato e giungono a precipitarla nelle tenebre eterne dove non c'è speranza di luce.
Che differenza tra chi vive nella luce della mia Divina Volontà e chi vive come imprigionata nella sua umana volontà!"
Dopo continuavo a seguire l'ordine della Divina Volontà tenuto nella Creazione e la mia piccola e povera intelligenza si fermò al punto quando Iddio creò la Vergine Immacolata ed il mio amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, tutti gli atti buoni e santi dei Profeti, dei Patriarchi e del popolo antico, formarono il terreno dove l'Ente Supremo seminò il seme per far germogliare la vita della Celeste bambina Maria, perché il suo germe fu preso dalla stirpe umana. La Vergine, tenendo in sé la vita operante della Divina Volontà ampliò questo terreno coi suoi atti, lo fecondò, lo divinizzò, fece scorrere in esso, più che pioggia benefica e ristoratrice, la santità delle sue virtù, il calore del suo amore e, dardeggiandolo con la luce del Sole della Divina Volontà che possedeva come sua propria, preparò il terreno per far germogliare il Celeste Salvatore e la nostra Divinità aprì il Cielo e fece piovere il Giusto, il Santo, il Verbo, in questo germoglio e così venne formata la mia Vita Divina ed umana per formare la Redenzione del genere umano. Vedi dunque, tutte le nostre opere sono dirette a bene delle creature, perciò vogliamo trovare un poggio, un luogo, un piccolo terreno, dove deporre l'opera nostra ed il bene che vogliamo dare alle creature. Altrimenti dove la mettiamo? In aria? Vogliamo che almeno uno lo sappia e che ci attiri coi suoi atti, formando il suo piccolo terreno e Noi, come Celeste seminatore, possiamo seminare il bene che vogliamo dare. Se ciò non fosse che da ambo le parti: Creatore e creatura, non ci fosse un accordo se la creatura non si preparasse coi suoi piccoli atti a ricevere e Dio a dare, sarebbe come se nulla facessimo e volessimo fare alla creatura. Sicché gli atti della creatura preparano il terreno al seminatore Divino. Se non c'è terra, non c'è da sperare la semina, nessuno va a seminare se non ha un piccolo terreno, molto più Iddio, seminatore Celeste, getta il seme delle sue verità, il frutto delle sue opere se non trova il piccolo terreno della creatura. La Divinità per operare prima si vuole mettere d'accordo coll'anima, dopo che ci siamo accordati insieme e vediamo che essa vuol ricevere quel bene, fino a pregarci e a formarci il terreno dove deporlo, allora, con tutto amore, lo diamo. Altrimenti sarebbe esporre all'inutilità le opere nostre."
7 Ottobre 1930
Come la Redenzione si deve alla fedeltà della Vergine Santissima. La fedeltà, dolce catena che rapisce Iddio. L'Agricoltore Celeste. La necessità del seme per poter diffondere le opere Divine.
Stavo seguendo la Divina Volontà e la mia povera mente era occupata sulle tante cose che mi erano state dette dal mio dolce Gesù sul regno del suo Fiat Divino e mi sembrava nella mia ignoranza: come sarebbe stata difficile la sua attuazione sulla terra, il suo regnare ed il suo trionfo in mezzo alle creature; ma mentre pensavo ciò il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, si deve la Redenzione alla fedeltà della Vergine Regina. Oh, se non avessi trovato questa Eccelsa creatura che nulla mi negò, né mai si diede indietro a qualunque sacrificio! La sua fermezza nel chiedere la Redenzione senza mai esitare, la sua fedeltà senza mai stancarsi, il suo amore ardente e forte senza mai fermarsi, sempre al suo posto tutta del suo Creatore, senza mai spostarsi per qualunque cosa o incidente poté vedere da parte di Dio e da parte delle creature, formò tali vincoli tra il Cielo e la terra, acquistò tale ascendenza, tale dominio presso il suo Creatore, che si rese degna di far scendere il Verbo Divino sulla terra. Ad una fedeltà mai interrotta ed alla stessa nostra Volontà Divina che aveva il suo regno nel suo Vergine Cuore, non ci bastò la forza di rifiutarci. La sua fedeltà fu la dolce catena che mi avvinse e mi rapì dal Cielo in terra. Ecco perché ciò che le creature non ottennero in tanti secoli, ottennero per mezzo della Sovrana Regina. Ah! sì, fu Lei sola la degna che meritò che il Verbo Divino scendesse dal Cielo in terra e che ricevesse il gran bene della Redenzione, in modo che, se vogliono, tutti possono ricevere il bene d'essere redenti.
La fermezza, la fedeltà, l'irremovibilità nel bene e nel chiedere il bene conosciuto, si possono chiamare virtù divine, non umane e perciò sarebbe negare a noi stessi ciò che la creatura ci chiede. Ora così nel regno della Divina Volontà, vogliamo trovare un'anima fedele dove possiamo operare, un’anima che con la dolce catena della sua fedeltà ci leghi dappertutto e da tutte le parti del nostro Essere Divino, in modo da non poter trovare ragione da non darle ciò che ci chiede, vogliamo trovare la nostra fermezza, poggio necessario per poter chiudere in Lei il gran bene che ci chiede; non sarebbe decoroso affidare le nostre opere Divine ad anime incostanti e non disposte ad affrontare qualunque sacrificio per noi, il sacrificio della creatura è la difesa delle nostre opere ed è come metterle in punto sicuro. Onde quando abbiamo trovato la creatura fedele e l'opera esce da noi per prendere posto in essa, tutto è fatto, il seme è già gettato ed a poco a poco germoglia e produce altri semi che si diffondono per cui, chi vuole, può procurare quel seme per farlo germogliare nell'anima sua. Non fa così l'agricoltore? Se ha il bene d'avere un solo seme, che può essere la sua fortuna, lo semina nel suo terreno, quel seme germogliando può produrre dieci, venti, trenta semi, l'agricoltore non semina più un solo seme, ma tutti quelli che ha raccolto e tanto torna a seminarli da poter riempire tutto il suo terreno e giunge a poter dare agli altri il seme della sua fortuna. Molto più posso far Io, Agricoltore Celeste, quando trovo una creatura che ha preparato il terreno dell'anima sua, dove posso gettare il seme delle mie opere; quel seme germoglierà ed a poco a poco farà la sua via, si farà conoscere, amare e desiderare, da pochi e poi da molti, in modo che sia seminato nel fondo delle anime loro il seme Celeste della mia Divina Volontà. Perciò, figlia mia, sii attenta e fedele, fa’ che questo seme celeste possa seminarlo nell'anima tua e non trovi alcun intoppo per farlo germogliare, se c'è il seme, c'è la speranza certa che, germogliando, può produrre altri semi, ma se il seme non esiste, tutte le speranze cessano ed è inutile sperare il regno della mia Divina Volontà; come sarebbe stato inutile sperare la Redenzione se la Celeste Regina non mi avesse concepito come frutto delle sue viscere Materne, frutto della sua fedeltà, della sua fermezza e del suo sacrificio. Quindi lasciami fare e siimi fedele ed Io penserò a tutto il resto."
Fiat!!!
12 Ottobre 1930
Il timore è il flagello del povero nulla. Amore che Dio nutre per la creatura fino a metterla a gara con Lui. Come Iddio stabiliva tutti gli atti che dovevano fare tutte le creature.
Sono sempre nella mia cara e santa eredità del Fiat Divino, sento l'estremo bisogno di non uscirne giammai, perché il piccolo atomo della mia esistenza sente la sua nullità e come nulla, non è buono a far nulla, se il Voler Divino, giocandolo, non lo riempie del suo tutto, facendogli fare ciò che Esso vuole.
Ed Oh come sento il bisogno che il Voler Divino mi tenga nella sua vita ed io stia sempre in Esso! Ora sentivo di non poter vivere senza il Fiat Divino, ero tutta timore ed il mio dolce Gesù, con una bontà indicibile, mi ha detto:
"Figlia mia, non temere, il timore è il flagello del povero nulla, in modo che (il) nulla battuto dalle fruste del timore, si sente mancare e perde la vita. Invece l'amore è lo slancio del nulla nel Tutto che lo riempie di vita divina, per cui il nulla sente la vera vita che non è soggetta a mancare ma sempre a vivere.
Ora tu devi sapere che è tanto l'amore che nutre il nostro Essere Divino verso la creatura, che le diamo del nostro, per metterla in condizione di poter fare a gara col suo Creatore. Ecco perciò le diamo la nostra Volontà, il nostro amore e la nostra stessa Vita, affinché la faccia tutta sua, per riempire il vuoto del suo nulla e così potermi dare Volontà per Volontà, amore per amore, vita per vita e noi, anche se queste cose le abbiamo date noi, le accettiamo come se fossero sue, godendo che la creatura possa farci la gara, essa a darci e noi a ricevere, per darle di nuovo ciò che ci ha dato, affinché abbia sempre da darci. A meno che la creatura non voglia ricevere ed allora sente il vuoto del suo nulla, senza una Volontà Divina che la santifica, senza l'amore che la fa portare ad amare il suo Creatore ed allora su questo nulla piombano tutti i mali, fruste di timore, tenebre di terrore, piogge di tutte le miserie, debolezze tanto che si sente mancare la vita. Povero nulla quando non è riempito del Tutto!"
Onde seguivo a pregare tutta abbandonata nel dolce impero della Divina Volontà ed il mio amato Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, il nostro Sommo Volere nel creare l'uomo, stabilì già tutti gli atti che avrebbero dovuto fare tutte le creature e si costituì vita di tutti questi atti. Sicché non vi è atto umano che non abbia il suo posto nella nostra Divina Volontà e quando la creatura compie ciascun atto suo, Essa esce in campo d'azione nell'atto umano della creatura, quindi entra nell'atto di ciascuna di esse, tutta la potenza e la santità d'una Divina Volontà. Ciascun atto entrò nell'ordine di tutta la Creazione prendendo ciascuno il suo posto, quasi come accade per le stelle che ciascuna ha il suo posto sotto l'azzurro del Cielo. E siccome tutto fu ordinato e formato dal nostro Fiat Divino nella Creazione, tutto il genere umano con tutti gli atti, quando la creatura fa un atto, viene mosso tutto l'ordine della Creazione ed il nostro Volere si trova in atto come se allora stesse creando tutta la Creazione, perché in Esso tutto è in atto e l'atto della creatura entra nel suo atto e, prendendo il suo posto stabilito da Dio, fa rinnovare gli effetti di tutta la Creazione e l'atto umano entra nella corsa di tutte le cose create e ha il suo posto distinto ed è sempre in moto nel moto divino, per adorare ed amare il suo Creatore. Perciò l'operare della creatura nella nostra Divina Volontà si può chiamare il campo fecondo e divino della nostra stessa Volontà nel piccolo campicello della creatura."
Fiat!!!
18 Ottobre 1930
Valore dei baci e degli abbracci della Vergine a Gesù bambino, perché possedendo la Divina Volontà tutti i suoi atti si rendevano infiniti ed immensi per Gesù. Risurrezione degli atti fatti nel Divin Volere. Effetti del ti amo.
Continuo il mio solito stato e mi soffermo nell'atto quando la Sovrana Regina diede alla luce il bambinello Gesù e, stringendolo al suo seno, lo baciava e ribacciava e, beandosi in Lui, gli dava il suo latte dolcissimo. Oh! come sospiravo di dare anch'io i miei baci affettuosi ed i miei teneri abbracci al mio Pargoletto Gesù e Lui, facendosi vedere in atto di riceverli, mi ha detto:
"Figlia del mio Volere, il valore degli atti della mia Mamma Celeste, fu grande perché uscivano dal seno immenso della mia Volontà Divina, di cui Lei possedeva il regno, la vita; non vi era moto, atto, respiro e palpito che non fosse pieno di Voler Supremo fino a sboccarne fuori, i suoi baci amorosi che mi dava, uscivano dalla sorgente di Esso, i suoi casti abbracci, con cui abbracciava la mia infantile Umanità, il suo latte purissimo con cui mi nutriva; contenevano l'immensità, Io, succhiando al suo seno Verginale, succhiavo al seno immenso del mio Fiat ed in quel latte succhiavo le sue gioie infinite, le sue dolcezze ineffabili, il cibo, la sostanza, la crescita infantile della mia Umanità, dall'immenso abisso della mia Divina Volontà. Sicché nei suoi baci io sentivo il bacio eterno del mio Volere che quando fa un atto non cessa mai di farlo, nei suoi abbracci sentivo un'immensità Divina che mi abbracciava e nel suo latte mi nutriva divinamente ed umanamente e mi ridava le mie gioie celesti ed i contenti del mio Voler Divino che la teneva tutta riempita. Se la Sovrana Regina non avesse avuto una Volontà Divina in suo potere Io non mi sarei contentato dei suoi baci, del suo amore, dei suoi abbracci e del suo latte, tutt’al più si sarebbe contentata la mia Umanità; ma la mia Divinità, Io Verbo del Padre, che avevo l'infinito, l'immenso in mio potere, volevo baci infiniti, abbracci immensi, latte pieno di gioie e dolcezze Divine e così solo restai appagato perché la mia Mamma, possedendo la mia Volontà Divina, mi poteva dare baci, abbracci, amore e tutti i suoi atti che davano di infinito.
Ora tu devi sapere, che tutti gli atti che si fanno nella mia Divina Volontà, sono inseparabili da Essa, si può dire formano una sola cosa, atto e volontà, si può chiamare luce la volontà e l'atto calore, che sono inseparabili l'una dall'altro. Onde tutti quelli che possederanno come vita il mio Fiat, avranno in potere tutti gli atti della Mamma Celeste e Lei intanto aveva in potere tutti gli atti loro, in modo che nei suoi baci ed abbracci Io mi sentivo baciato ed abbracciato da tutti quelli che dovevano vivere nella mia Volontà ed in essi mi sento ribaciare ed abbracciare dalla mia Mamma, tutto è in comune ed in perfetto accordo nel mio Volere, ogni atto umano scende dal suo seno e con la sua potenza lo fa risalire nel centro donde è uscito. Quindi sii attenta e non ti far sfuggire nulla che non entri nella mia Divina Volontà, se vuoi darmi tutto e ricevere tutto."
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La mia povera mente continua il suo corso dentro la Divina Volontà, è sempre Essa il mio punto d'appoggio, il mio principio, il mezzo, il fine degli atti miei, la sua vita corre in me come il dolce mormorio del mare che mai si ferma. Ed io per contraccambio d'omaggio e d'amore, le do il mormorio degli atti miei che lo stesso Fiat Divino mi fa fare. Ed il mio sempre amabile Gesù continua a dirmi:
"Figlia mia, ogni atto fatto nella mia Divina Volontà forma una resurrezione Divina nell'anima, la vita è formata non d'un solo atto, ma di tanti atti uniti insieme. Sicché quanti più atti si fanno, tante volte si risorge nel mio Volere, in modo da poter formare una vita completa tutta di Divina Volontà. Come la vita umana è formata da tante membra distinte, per poter formare la sua vita e se ci fosse un sol membro non si potrebbe chiamar vita e se mancasse qualche membro si chiamerebbe vita difettosa, così i ripetuti atti fatti nel mio Volere, servono come se si formassero le diverse membra di Volontà Divina nella creatura e mentre servono a riuscire insieme questi atti per formare la vita, servono ad alimentare la stessa vita. E siccome la mia Divina Volontà non ha termine, così quanti più atti si fanno in Essa, tanto più cresce la sua vita Divina nella creatura. E mentre questa risorge e cresce, l'umana volontà riceve la morte da questi stessi atti fatti nel mio Volere Divino, non trova alimenti per alimentarsi e si sente morire per ogni atto fatto nella mia Divina Volontà. Ma quale dolore! Quante volte la creatura fa la sua volontà nei suoi atti, tante volte fa morire la Mia nell'atto suo. Oh com'è raccapricciante vedere che un voler finito mette fuori del suo atto un Volere infinito, che vuol darle vita di luce, di bellezza, di santità!"
Onde continuavo i miei atti nel Voler Divino col mio solito ritornello “ti amo”, ti amo, in tutto ciò che ha fatto per amore nostro. Ma mentre facevo ciò, pensavo tra me: Gesù benedetto sarà stanco della mia cantilena “ti amo, ti amo”, quindi a che pro dirla? Ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, il vero amore accompagnato anche dalle parole ti amo, non mi porta mai stanchezza, perché essendo Io un complesso d'amore ed un atto continuato d'amore, mai cesso d'amare, quando trovo il mio amore nella creatura, trovo me stesso. Ed il segno che l'amore di essa è parto del mio amore, (è) quando è continuo. Un amore interrotto non è segno d'amore Divino, tutt’al più può essere un amore di circostanze, un amore interessato, per cui cessate queste, cessa l'amore ed anche le parole ti amo, ti amo, non sono altro che l'aria che il mio amore produce nella creatura e che, condensato in essa, produce come tanti lampi di fiammelle verso Colui che ama. Ed Io quando sento dire ti amo, ti amo, sai che dico? La mia figlia lampeggia nell'aria del suo amore verso di me ed un lampo non aspetta l'altro. E poi tutti gli atti continui sono quelli che hanno virtù di conservare, alimentare e crescere la vita della creatura. Vedi anche il Sole, sorge ogni giorno e ha il suo atto continuato di luce, né si può dire che col sorgere ogni giorno stanca gli uomini e la terra, anzi tutto all'opposto, tutti sospirano il sorgere del Sole e solo perché sorge ogni giorno forma l'alimento della terra, giorno per giorno, va a poco a poco alimentando la dolcezza nei frutti, finché li fa giungere a perfetta maturazione, alimenta le svariate tinte dei colori ai fiori, lo sviluppo a tutte le piante e così di tutto il resto. Un atto continuato si può chiamare miracolo perenne, sebbene le creature non facciano attenzione, ma il tuo Gesù non può fare a meno di fare attenzione, perché conosco la virtù prodigiosa d'un atto mai interrotto. Quindi il tuo ti amo serve a conservare, alimentare e crescere la vita del mio amore in te; se tu non l'alimenti non può crescere, né ricevere la molteplicità delle dolcezze e la varietà dei colori divini che il mio amore contiene."
Fiat!!!
9 Novembre 1930
Differenza tra l'amore creato e l'amore creante. Dote con cui Dio dotò la creatura. Esempio.
Vivo tra continue privazioni del mio dolce Gesù, ah! senza lui, non trovo il mio centro dove prendere il volo per riposarmi, non trovo la guida di cui possa fidarmi, non trovo Colui che con tanto amore facendomi da Maestro, mi dava le lezioni più sublimi, le sue parole erano piogge di gioie, d'amore, di grazie sulla povera anima mia. Ed ora tutto è silenzio profondo... Vorrei che il Cielo, il Sole, il mare, la terra tutta, si sciogliessero in lacrime per piangere Colui che più non trovo e che non so dove ha rivolto i suoi passi. Ma ahimè nessuno me lo addita, nessuno si muove a pietà di me! Ah! Gesù, ritorna, ritorna a colei cui tu stesso dicesti che non volevi altro che vivesse sol per te e con te, ora tutto è finito, il mio povero cuore è pieno di amarezza, chissà quante cose vuol dire della pena che sente per la privazione del suo Gesù, della sua vita, del suo Tutto, perciò passo avanti e faccio punto. Onde mentre mi trovavo nella foga delle amarezze, stavo seguendo gli atti della Divina Volontà, in un istante fu tutto a me presente ed il mio sempre amabile Gesù, facendosi vedere tutto tenerezza, mi ha detto:
"Figlia mia, coraggio, se tu dici d'amarmi, capirai che il mio amore non ha termine e perciò amo la creatura con amore infinito ed insuperabile. Ma che differenza c'è tra l'amore creato e l'amore creante? Un’immagine di differenza te la dà la Creazione. Guarda il Sole, con la sua luce ed il suo calore riempie il tuo occhio, investe tutta la tua persona, eppure quanta luce tu prendi? Pochissima, appena un'ombra della sua e quella che è rimasta della luce del Sole è tanto vasta che può investire tutta la terra, simbolo del tuo piccolo amore creato, perché per quanto ti senti riempita fino all'orlo, è sempre piccolo. L'amore del tuo Creatore più che sole resta sempre immenso ed infinito e, primeggiando su tutto, porta la creatura nel suo trionfo d'amore, facendola vivere sotto la pioggia continua del suo amore creante. Un altro simbolo è l'acqua, tu la bevi, ma quanta mai ne bevi, in confronto all'acqua che esiste nei mari, nei fiumi, nei pozzi, nelle viscere della terra? Si può dire pochissima e quella che resta simboleggia l'amore creante, che in virtù propria possiede mari immensi e sa amare con amore immenso la piccola creatura. La stessa terra ti dice il tuo piccolo amore, quanta terra hai bisogno per poggiare i tuoi piedi? Appena un piccolo spazio e quella che avanza, oh! è tanta. Sicché tra l'amore del Creatore e quello della creatura passa una differenza distante ed immensurabile. Oltre a ciò devi aggiungere che il Creatore, nel creare l'uomo, lo dotò delle sue proprietà, quindi lo dotò del suo amore, della sua santità, della sua bontà, lo dotò d'intelligenza e di bellezza, insomma dotammo l'uomo di tutte le nostre qualità divine, gli demmo il libero arbitrio affinché potesse mettere a traffico la nostra dote, ingrandendola sempre più a seconda che più o meno cresceva, mettendo anche degli atti suoi nelle nostre stesse qualità divine, come compito di lavoro che riceveva per conservare ed ingrandire la dote da noi data. Perché la nostra sapienza infinita non volle mettere fuori l'opera delle nostre mani creatrici, parto nostro e figlio nostro, senza darci del nostro. Il nostro amore non sopporterebbe di metterlo fuori alla luce del giorno spogliato e senza proprietà, non sarebbe stata opera degna delle nostre mani creatrici. Se non gli avessimo dato nulla, il nostro amore non avrebbe sentito tanto la necessità d'amarlo, invece perché è nostro, ha del nostro e costò tanto al nostro amore, l'amiamo tanto, fino a metterci la mia vita. Le cose, quando non costano nulla e nulla si da, non si amano ed è proprio questo che mantiene sempre acceso, sempre vivo il rogo ardente del nostro amore: perché molto demmo e diamo tuttora alla creatura.
Vedi dunque che gran differenza vi è tra l'amore della creatura e quello del Creatore? Se lei ci ama prende delle nostre stesse proprietà a lei date per amarci ed ama. Anche se è piccolo l'amore creato, paragonato all'amor creante, pure vogliamo questo piccolo amore, anzi lo sospiriamo, lo agogniamo e quando non ce lo dà, andiamo in delirio. Succede a noi come un padre amante di suo figlio, che dota il figlio delle sue proprietà e questo figlio che ama suo padre, molto spesso, prende i frutti dalle proprietà datogli e le manda in dono a suo padre. Oh come gode il padre! Anche se non ha bisogno, nel ricevere i doni, nel dono si sente amato dal suo figlio, il dono è l'amore parlante ed operante del figlio suo e l'amor del padre cresce sempre per lui e si sente onorato, appagato, d'aver dato le sue proprietà a colui che l'ama e che nutre l'affetto per il padre suo. Ma qual sarebbe il dolore di questo padre, se il figlio non gli mandasse mai nulla dei beni datogli? Spezzerebbe il più sacrosanto dei doveri, l'amore tra figlio e padre e convertirebbe in dolore la gioia, la felicità della paternità. Più che padre amiamo la creatura e tutta la nostra felicità è nell'essere riamati; e se non ci ama, se potesse convertirebbe in dolore la nostra Paternità. Perciò figlia mia, quanto più ci ami, tanti doni in più mandi al tuo Padre Celeste, i quali ci sono tanti graditi, perché frutti delle nostre proprietà divine, date con tanto amore dal tuo Creatore."
Fiat!!!
20 Novembre 1930
Come il timore di perdere un bene significa possederlo. Chi ha per diritto di chiedere il regno della Divina Volontà. Alimento per formare e crescere la vita della Divina Volontà nella creatura.
Il mio abbandono nel Volere Divino continua, sebbene col timore che per le mie infedeltà possa avere la grande sventura di essere respinta dal vivere dentro il bel Cielo del Fiat Supremo. Oh! Dio che pena! Mio Gesù, non permettere che io esca dalla mia cara eredità che tu, con tanto amore, mi hai dato e che con tanta gelosia hai tenuto sempre custodita per me; te la chiedo per amor del Cielo che con tanto amore stendesti sul mio capo, simbolo del Cielo è la tua Volontà, che con amor più grande ancora racchiudeva la povera anima mia, fa’ che Essa regni sempre in me e che il suo regno si stenda in tutto il mondo. Te la chiedo per quell'amore con cui creasti il Sole che batte continuamente la terra, senza mai arrestare il suo corso per porgermi il suo amore di luce, immagine viva e reale del Sole del tuo Volere, in cui più che mare di luce ravvolgesti la tua piccola figlia; te lo chiedo per il labirinto delle pene in cui sono stata involta ed assediata, pene che continuamente mi abbeverano di fiele, che mi fa sentire sotto la pioggia di tempeste che minacciano di soffocarmi, pene che non mi è consentito affidare alla carta. Gesù, Gesù, abbi pietà di me e fa’ che regni in me ed in tutti la tua Divina Volontà. Ma mentre sfogavo il mio dolore, il mio dolce Gesù, la mia cara Vita, mi ha steso le braccia per sostenermi e mi ha detto:
"Figlia mia, coraggio, il timore di perdere un bene, significa possederlo, conoscerlo ed amarlo e possederlo non con usurpazione, ma con diritto di proprietà e quando un bene si possiede con diritto di proprietà, nessuna legge né umana, né Divina può con modi legittimi togliere i beni che si posseggono, molto più che è assoluta Volontà del tuo Gesù che tu possegga con diritto di proprietà, l'eredità del mio Fiat Divino, che con tanto amore ti ho dato, per fare che potessi chiedere con diritto, che il suo regno venga sulla terra. Perché solo chi possiede la mia Volontà ha e può con diritto chiedere che il suo regno venga sulla terra e si stenda ovunque. E siccome il mio Volere riempie Cieli, Sole, mare e tutte le cose, anche se non hanno ragione, sono dominate liberamente dalla forza potente e dalla ragione del mio Fiat, da cui mai si son allontanati. Quindi a nome del Cielo, del Sole e di tutto, puoi con diritto chiedere il suo regno. Poiché la più piccola cosa e la più grande, animata e dominata dalla mia Divina Volontà è sempre superiore all'uomo, invece l'uomo, senza di Essa occupa l'ultimo posto, è lui il degradato ed il più umiliato in mezzo a tutte le cose create, è il più bisognoso, il più povero, che per vivere deve tendere la mano a tutte le cose create per ricevere la carità dei loro benefici effetti. Ed a volte quella carità gli viene negata per espressa Volontà di chi la domina, anzi mette gli elementi contro l'uomo, per fargli toccare con mano che significa non vivere nell'eredità di Essa. Solo la mia Volontà dà l'esaltazione alle opere delle nostre mani creatrici, le mette in posto d'onore, le correda di tutti i beni in modo che non ha bisogno di nessuno, anzi la rende dominante di sé e dominatrice di tutto. Tutti in virtù della mia Volontà che posseggono, s'inchinano e si sentono onorati di farsi dominare. Perciò non temere, perché il timore rende infelice il bene che si possiede ed amareggia le gioie più pure, più sante e divine che ci sono nel mio Fiat. Molto più che ogni atto fatto nella mia Divina Volontà forma l'alimento per alimentare gli atti passati fatti in Essa, perché tanti atti uniti insieme hanno formato la sua vita nell'anima e la vita non si può conservare e crescere senza alimento, perciò un atto serve a conservare l'altro ed a formare la vita della mia Volontà nella creatura, i ripetuti atti, formano l'acqua per innaffiarla, l'aria per dare il respiro continuo a questa vita tutta di Cielo, il palpito per farle sentire il continuo palpito del mio Volere, il cibo per conservarla in vita. E come il corpo non può vivere senza alimento, senza aria che la fa respirare continuamente e senza palpito che dà il moto a tutta la vita e né basta aver preso il cibo qualche volta, respirare e palpitare ad intervalli, per poter formare la vita umana, ma sempre, sempre; così solo gli atti continui hanno virtù di formare vita. Altrimenti la vita si spegne. Chi vuol formare in sé la vita del mio Volere ha bisogno di atti ripetuti, in modo che a questa vita non manchi né l'aria per farla respirare, né il cibo per alimentarla, né il calore, né la luce, per farle sentire la vita del Cielo nell'anima sua. Perciò non ti impensierire di altro, ma va’ sempre avanti nella mia Divina Volontà."
Fiat!!!
24 Novembre 1930
Non vi è punto dove la Divina Volontà non esercita il suo atto operante verso le creature e queste li ricevono a seconda delle loro disposizioni. Gesù parla di castighi.
Il mio abbandono nel Fiat Divino continua, ma la mia povera esistenza si svolge spesso, spesso, tra le amarezze delle privazioni del mio dolce Gesù e mentre lo sospiro giungo perfino a sentirmi mancar la vita perché è Lui la mia Vita, né conosco altra vita né altro piacere che Gesù. Onde se per poco viene, mentre mi sento rivivere ah! mi amareggia quel soffio di vita che mi dà, perché non mi dice altro che i grandi castighi che la Divina Giustizia ha preparato, come tutti gli elementi si metteranno contro l'uomo; l'acqua, il fuoco, il vento, le pietre, i monti, si cambieranno in armi micidiali e forti terremoti faranno scomparire molte città e genti di tutte le nazioni, neppure la nostra sarà risparmiata e poi le rivoluzioni in cui sono e saranno travolte e le guerre che stanno per scoppiare, sembra che quasi tutti saranno presi nella rete che loro stessi si stanno preparando, ma lo dice con tale amarezza e poi mi lascia senza le solite mie pene che Lui era solito comunicarmi.
Onde mentre stavo amareggiata seguivo i miei atti nel Voler Divino ed il mio dolce Gesù, facendosi vedere, mi ha detto:
"Figlia mia, sollevati, vieni nella mia Volontà operante, Essa è immensa, ma nella sua immensità non vi è punto in cui non eserciti atti speciali e distinti verso il genere umano. E sebbene la mia Volontà sia una, una la sua immensità, uno il suo atto, però nella sua immensità ha l'ordine di tutti gli effetti che come atti escono da un solo atto per riversarsi verso ciascuna creatura, la quale li riceve a seconda le sue disposizioni. Se essa si trova disposta ad amarmi, riceve gli effetti dell'amore che sta versando il mio Volere operante, se disposta ad essere buona, riceve gli effetti della sua bontà operante, se disposta a farsi santa, riceve gli effetti della sua santità. Sicché, a seconda le disposizioni, l'immensità del mio Fiat si riversa sopra ciascuna creatura e i diversi suoi effetti si convertono in atti per lei, chi invece non è disposto nulla riceve, anche se la mia Divina Volontà sta sempre operante sopra di ciascuna creatura e siccome esse non vogliono ricevere il bene che la mia Volontà vuol dare, la mia giustizia converte in castighi questi beni che la creatura rifiuta. Ecco la causa per cui la mia Divina Volontà, negli elementi sta come alla vedetta, per vedere se sono disposte a ricevere il bene del suo continuo operare e, vedendosi respinta, stanca, arma gli elementi contro di esse. Quindi castighi imprevisti e fenomeni nuovi stanno per succedere, la terra col suo quasi continuo tremito avvisa l'uomo a mettere senno, altrimenti sprofonderà sotto i suoi passi perché non può più sostenerlo, i mali che stanno per succedere sono gravi, altrimenti non ti avrei sospeso spesso dal tuo solito stato di vittima. Ora quando la creatura entra nella mia Divina Volontà, non c'è atto che si faccia sfuggire, essa corre verso ciascun atto operante di Essa, adora i Suoi atti, li ringrazia, li ama ed onora dovunque il Supremo Volere, gli tiene compagnia e nella sua piccolezza vorrebbe garantire tutti gli atti Suoi, col suo piccolo amore. Perciò solo chi vive in Esso può difendere i diritti d'un Voler sì santo. Quindi sempre nella mia Volontà ti voglio, né volerne uscire giammai."
Fiat!!!
30 Novembre 1930
Causa per cui Dio non è conosciuto ed amato: perché pensano che sia il Dio lontano dalle creature, mentre è l'inseparabile. La Divina Volontà attira l'anima ed essa attira in sé il Fiat Divino.
Stavo facendo il mio giro nella Creazione, per seguire gli atti che fa il Fiat Divino nelle cose create e, giunta nell'Eden, mi è sembrato che il mio amabile Gesù mi aspettasse per potermi comunicare l'amore, la bontà, la santità, la potenza e tutto ciò che fece nel crearlo, riversandosi tutto nell'uomo fino a riempirlo tutto di sé e delle sue qualità Divine, in maniera tale da farle traboccare. Diede all’uomo il compito, come il suo onore più alto , di servirsi del suo amore, della sua bontà, santità e potenza, per svolgere la sua vita negli stessi beni di Colui che lo aveva creato. Io mi sentivo come inzuppata dalle qualità Divine ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, l'uomo fu creato per essere inseparabile da Dio e se non è conosciuto ed amato è appunto perché si pensa che Dio sia l'Essere lontano dall'uomo, come se non avessimo a che fare, né lui con noi, né Dio con lui. Il crederlo lontano fa separare Dio dall'uomo e tutto ciò che ebbi nel crearlo, le nostre stesse qualità Divine, restano affievolite, soffocate e, per molti, come se non avessero vita. Mentre la nostra Divinità non è lontana ma vicina, anzi nell'uomo ed in tutti gli atti suoi siamo attori e spettatori, perciò il nostro dolore è grande nel vedere che le creature ci tengono e credono che siamo lontani da loro. E quindi né ci conoscono né ci amano. Il pensarci lontani è il ferro micidiale che uccide l'amore della creatura verso il Creatore, la lontananza spezza qualunque amicizia. Chi mai può pensare ad amare, a conoscere ed a sperare da un essere lontano? Nessuno; e noi siamo costretti a ripetere: Siamo con loro, dentro di loro e pare che non ci conoscano e mentre il loro amore, la loro volontà, col non amarci è lontano da noi, dicono che noi siamo lontani da loro. Ecco perciò la causa per cui taluni che hanno letto le mie intimità con te, sono giunti perfino a dubitarne, è proprio questo, perché pensano che sia il Dio lontano e, poiché lontani, non potevano svolgersi tante intimità tra me e te. Ora figlia mia, vuoi sapere chi fa sentire Dio vivo nel cuore della creatura? La mia Volontà regnante in essa, perché non dando vita all'umano volere, il mio Fiat fa sentire al vivo il suo amore, la sua potenza, la sua bontà e santità, che corrono in tutti gli atti della creatura, per la quale non esiste il Dio lontano, ma il Dio vicino, che è vita primaria della sua vita e di tutti gli atti suoi. Dunque il vivere nella mia Divina Volontà mantiene il vigore a tutti i beni che demmo all'uomo nel crearlo e fa di lui il Trono di Dio e la sua gloria, dove domina e regna."
Dopo ciò continuavo a seguire tutto ciò che di ammirabile e sublime il Fiat Divino ha fatto nella Creazione e dicevo tra me: Voglio entrare nel Sole per trovare la Divina Volontà operante nella sua luce e per dargli tutto il bello, il puro, il santo, la potenza, che può avere una volontà umana operante nella sua luce; voglio entrare nell'azzurro Cielo per abbracciarlo e dargli la mia volontà operante nella vastità dei cieli, nella molteplicità delle stelle, per dargli la gloria, l'amore d'un Cielo e tanti atti profondi di adorazione per quante sono le stelle; e così seguivo tutte le cose create. Ma mentre facevo ciò, il pensiero mi ha detto: Le cose create non hanno ragione, esse sono veli che nascondono quel Fiat che con la sua ragione Divina, le dota più che se avessero ragione e, con la sua potenza le domina e mantiene il perfetto equilibrio quindi si adora, si ama, si glorifica da se stesso. Ma mentre pensavo ciò, il mio amato Gesù, facendosi vedere, mi ha stretta fra le sue braccia e, tutto tenerezza, mi ha detto:
"Mia piccola figlia del mio Volere Divino, la mia Volontà è una e poiché ha la virtù bilocatrice, si biloca in ogni istante, in ogni cosa, in ogni atto, in modo che tutti la possono avere come atto e vita propria, ma non perde mai la sua unità, è sempre una e con la sua forza unica, mantiene, dov'Essa regna, l'unione, l'armonia, l'ordine, la comunicazione, l'inseparabilità e ha tutto in sé racchiuso in un solo atto, l'atto è uno, la mia Volontà è una, ma si distende ovunque, senza lasciare neppure un atomo delle cose create senza la sua vita operante e vivificante. Ah! sì, sono propri veli che la nascondono. Essa si vela di luce e, stendendosi nel Sole con la sua luce, plasma le creature, le abbraccia, le bacia, le riscalda, le ama; si stende nel Cielo e si fa tutto occhio, per quante stelle vi sono, per guardarle ed il loro mite scintillio, sono voci silenziose, come se zitte, zitte, chiamassero le creature alla Patria Celeste. Si riversa nell'aria e, riempiendola tutta, si fa respiro di esse e soffiandole si fa respirare e dà loro la vita. In tutte le cose create corre verso le creature, per dare loro tanti effetti distinti, per porgere il suo amore, la sua vita, la conservazione; ma uno è l'atto, una è la Volontà che riempie Cielo e terra.
Ora figlia mia, chi fa la mia Volontà e vive in Essa, quando fa i suoi atti, attira in sé tutti gli atti del mio Fiat, che ha fatto e che continua a fare ed Essa attira la creatura ed il suo atto nell'atto Suo. Sicché in virtù della sua unica Volontà, l'attira nel Cielo, nel Sole, nell'aria, in tutto ed allora sai che succede? Che non più una sola ragione e Volontà Divina riempiono Cielo e terra, ma un'altra ragione e volontà umana che si sperdono nella ragione e Volontà Divina, si può dire che essa resta come il velo delle cose create, ma velo che ha ragione e volontà, ma sacrificata ed immedesimata nella ragione e nella Volontà Divina ed allora succede che non è più solo il mio Fiat ad amarsi, onorarsi e glorificarsi nelle cose create, ma è un'altra volontà umana che l'ama, l'adora, la glorifica, da Cielo, da sole, da aria, insomma dovunque si trova ed in ciascuna cosa distinta dove Essa regna. Sicché come la mia Volontà Divina attira in sé e nei suoi atti la volontà umana per farsi amare, adorare e glorificare, col suo stesso amore, adorazione e gloria, così la creatura che non vuol vivere che di mia Volontà, attira in sé tutti gli atti fatti da Essa e si fa amare, santificare, come sa amare e santificare una Divina Volontà, la quale stende il suo Cielo, forma il suo Sole, insomma continua la sua arte Divina, così come la incominciò e sta continuando nella Creazione. Vedi dunque che significa fare la mia Divina Volontà? Non farla significa perdere il suo Cielo, il suo Sole, la sua aria, i suoi mari di grazia, la sua arte Divina. Quindi sempre in Essa voglio trovare la figlia della mia Divina Volontà."
Fiat!!!
21 Dicembre 1930
Trionfi da parte della Divina Volontà quando la creatura si fa lavorare dal Fiat Divino. Scambi di trionfi da ambo le parti.
Il mio volo nel Voler Divino continua, mi sembra che io lo chiami, perché mi mancherebbe la vita del bene, la vita dell'amore, la vita della luce, la vita della pace e la mia volontà umana, vedendosi sola, mi darebbe l'assalto e mi metterebbe in vita le mie passioni, perciò temo tanto che anche un solo istante resti priva del Fiat operante in me, perché stando Esso, la mia se ne sta appiattata e non ardisce muoversi innanzi ad una Volontà sì santa e sì potente. Quindi io la chiamo ed Essa mi dà la mano per portarmi negli atti suoi, affinché la segua e le faccia compagnia. E siccome ha creato tutto per amor delle creature, quando se la sente vicina ed immedesimata, prende tal gusto, che si sente come ricambiata delle tante cose che mise fuori dalle sue mani creatrici.
Onde mentre seguivo gli atti della Divina Volontà fatti nella Creazione, il mio dolce Gesù, facendosi vedere e guardandomi, mi ha detto:
"Figlia mia, come mi è dolce guardare un'anima che si fa lavorare dalla mia Divina Volontà, succede un trionfo da parte a parte. La mia Volontà investe l'intelligenza della creatura ed essa si fa investire, insomma formano un accordo da ambo le parti ed allora la mia Volontà forma il suo trionfo su ciascun pensiero della creatura ed essa acquista e fa trionfo dei tanti pensieri Divini nella sua mente. Sicché la mia Divina Volontà trionfa col dare e prenderne possesso, l'anima trionfa col volerlo e riceverlo. Onde, se guarda, se parla, se palpita, se opera e cammina, sono tutti trionfi della mia Volontà sulla creatura ed essa trionfa e prende possesso di tanti atti Divini. Tra questi scambi di trionfi e possessi si forma tale gioia e felicità per ambedue le parti, che tu non puoi comprenderli tutti, perché tu devi sapere che il bene, il trionfo, il possesso allora porta gioia e felicità quando si fa tra due; il bene isolato non ha fatto felice nessuno, come si vede solo, perde tutto il bello della felicità. Perciò la mia Divina Volontà va trovando la sua creatura, per formare i suoi trionfi, per poter formare insieme con lei le sue gioie, la sua felicità, sulla faccia della terra."
Fiat!!!
8 Febbraio 1931
Accuse, calunnie, condanna. Come a Dio costa più il volere che il potere. Effetti della Divina Volontà voluta ed effetti della Divina Volontà permissiva. Giro di castighi che farà per tutte le nazioni.
È da qualche tempo che non scrivo, perché il mio povero cuore gonfio di amarezze intense, che mi hanno travolta tutta nelle onde altissime e burrascose del dolore e delle umiliazioni profonde, non aveva la forza di mettere su carta la pagina più dolorosa della mia esistenza quaggiù. Nella foga del mio dolore ho ripetuto più volte il detto del nostro Signore: Cercai un consolatore in tante pene e non lo trovai, un amico che mettesse una parola in mia difesa e non vi fu, anzi chi doveva sostenermi e darmi un respiro di coraggio, me lo sentivo cambiato come se fosse il mio più crudele nemico. Ah! sì, posso ben ripetere col mio dolce Gesù: Un branco di cani mi ha circondata per sbranarmi e divorarmi. Credo che i Cieli abbiano pianto sulla mia dura sorte, come tante volte ha pianto con me il mio dolce Gesù. Oh! com'è vero che solo Gesù rimane nel dolore e nelle umiliazioni, le creature sanno stare intorno quando tutto ci sorride e ci porta gloria ed onore, ma quando succede il rovescio, fuggono e lasciano la povera vittima sola ed abbandonata. Oh! mio Sommo Bene Gesù, non mi lasciare sola in un periodo così doloroso della mia vita, o rimani con me o portami con te, mi sento affogata, la forza mi vien meno, deh! aiutami! aiutami oh Gesù! E poi quello che più mi tormenta sono le stesse lotte che devo sostenere col mio dolce Gesù; a causa della stampa della Divina Volontà, mi accusano al Santo Ufficio di cose che io non conosco, né dove abitano, né dove stanno e sono lontane da me quanto il Cielo dalla terra. Sono quarantasei anni che vivo nel letto, si può dire che sono una povera sepolta viva, non conosco la terra, né ricordo mai che ho avuto amore ad interesse, il mio dolce Gesù ha vigilato sempre il mio cuore e me lo ha tenuto in pieno distacco, sia sempre ringraziato il Signore; hanno malignato pure presso il Santo Ufficio per la venuta del Sacerdote che viene a chiamarmi all'ubbidienza nello stato delle mie sofferenze, quindi imposizioni e proibizioni. Onde qui si apre una lotta col mio amato Gesù, io lo prego che mi liberi oppure che faccia tutto Lui, cioè il farmi cadere nelle pene ed il liberarmi quando a Lui piace. E Gesù, tutto bontà, diceva:
"Figlia mia, ma credi tu che non possa farlo? Lo posso! Ma non lo voglio, a me costa più il Volere che il potere, per me il potere è nulla, in un istante posso fare cielo e terra, in un altro istante lo posso distruggere, tanta è la forza del mio potere, ma distruggere un atto del mio Volere, né lo voglio e né lo posso, distruggerei l'ordine degli atti della mia Volontà che fin dall'eternità sono stabiliti dalla Divinità, andrei contro la mia sapienza, contro i miei stessi disegni, contro il mio amore, agirei non da Dio ma da uomo, che facilmente cambia a seconda che le cose gli vanno a gusto o disgusto e che gli pare e piace. Io sono l'Immutabile e non muto nei disegni e negli atti che la mia Santa e Divina Volontà ha stabilito di fare con somma sapienza. E poi, non agirei da Dio, solo perché hanno voluto accusarti di nere calunnie servendosi della loro autorità e della loro malvagia perfidia fino ad arrivare al Santo Ufficio, (perché là si giunge quando un male giunge all'eccesso e quando nessun'altra autorità può mettere rimedio e solo da questo si vede somma perfidia,) Io dovrei cambiare i miei disegni e i modi che per così lunghi anni ho tenuto sopra di te? Oh! se tu sapessi qual dolore hanno dato al mio cuore, tanto che non potendo sopportare lo strazio, sono costretto a colpire tutti quelli che hanno contribuito ad un’accusa sì nera e non credere che lo farò proprio oggi, ma a tempo ed a circostanza la mia giustizia sta armando il suo braccio contro di loro, nessuno, nessuno sarà risparmiato, è troppo il dolore che mi hanno dato."
Ed io: "Amor mio, se Tu mi lasci cadere e non mi aiuti a liberarmi, come farò? Tu non vuoi cambiare i tuoi modi che hai tenuto sopra di me e se le autorità, che vogliono diversamente, non vorranno cedere a quello che vuoi tu, come farò? Almeno assicurami che mi porti al Cielo e resteremo Tu, io e loro, tutti contenti; non vedi in che labirinto mi hanno messo? Sono l'accusata, la condannata, come se fossi diventata la creatura più infame che esiste sulla terra ed una maledizione piove sulla mia povera esistenza. Gesù! Gesù! aiutami, non mi abbandonare, non mi lasciare sola, se tutti sono stati così barbari che mi hanno lasciata, non lo farai anche Tu, non è vero oh Gesù?" ed era tanto il mio dolore, che sfogavo in pianto amarissimo. E Gesù, sfogandosi in pianto anche Lui, mi diceva:
"Figlia buona, coraggio, tu devi sapere che la mia Volontà Divina agisce in due modi, in modo voluto ed in modo permissivo; quando agisce in modo voluto compie disegni, forma santità e la creatura che riceve quest'atto voluto della mia Volontà, lo riceve corredato di luce, di grazia, di aiuto, nulla deve mancare a questa fortunata creatura di compiere quest'atto voluto dalla mia Volontà. Invece quando agisce in modo permissivo, e questo succede quando le creature col libero arbitrio della loro volontà, cercano di legare le mani all'Onnipotente, come in questo che vogliono da te, che vogliono cambiare le cose a modo loro e non come Io con tanto amore e per bene di tutti, ho disposto fino ad oggi e mi costringono ad agire in modo permissivo e la mia Volontà permissiva è con giustizia castigo e accecamento che chissà dove vanno a precipitarsi. Quindi agirò con la mia Volontà permissiva. Giacché non vogliono nel modo voluto da me, ti terrò sospesa dallo stato di vittima e la mia giustizia, non trovando il suo appoggio, si sfogherà liberamente contro le genti, sto facendo il primo giro per tutte le nazioni, tanto che spesso, spesso, ti sospendo dallo stato di vittima perché ti vedo troppo amareggiata per causa mia e per causa di ciò che vogliono e di tanta perfidia che hanno avuto contro di te e, nel vederti così amareggiata, non ho il cuore di gettarti nel tuo solito stato di pene, che tu con tanto amore ricevevi ed Io con amore più grande ti comunicavo; perciò ti passo avanti, ma se tu sapessi il mio dolore e nel mio dolore vado ripetendo: ingratitudine umana, quanto sei orrenda! Sto per riprendere il secondo giro dei castighi per tutte le nazioni, ripetendo terremoti, mortalità, fenomeni imprevisti, mali di ogni genere, da gettare terrore e spavento; i castighi pioveranno come nebbia fitta sui popoli e molti resteranno nudi e digiuni e quando avrò finito il secondo giro, farò il terzo e dove più infieriranno i castighi, là saranno più accanite le guerre e le rivoluzioni.
Figlia mia, quello che ti raccomando è pazienza. Deh! non darmi il dolore che la tua volontà si opponga alla mia, ricordati quante grazie ti ho dato, quanto amore non ti ho voluto per vincere la tua volontà e farla mia, se vuoi rendermi contento, assicurami che non farai mai, mai, la tua volontà."
E mentre io assicuro Gesù di non voler fare mai la mia volontà, le circostanze presenti sono tante che vivo con un timore continuo che mi avvelena continuamente, che possa incorrere nella grande disgrazia di non fare sempre la Divina Volontà. Mio Dio, che pena, che strazio al mio povero cuore! Molto più per il mio stato incostante. Perché passo giorni senza cadere nello stato di sofferenze ed allora son torturata dal pensiero che Gesù mi ha lasciata, non avrò più il bene di vederlo e, nel mio dolore, ripeto a Gesù: addio, non ci rivedremo più, tutto è finito. E piango Colui ch'era per me più che la mia stessa vita e passo due, tre giorni in queste torture. E quando mi persuado che non ricadrò più in quello stato di pene, allora Gesù improvvisamente mi sorprende e mi fa cadere nelle sofferenze ed allora son torturata: come farò per ubbidire? Sicché o in un modo o in un altro, sento tale tristezza ed amarezza che non so io stessa come posso continuare a vivere nel mio dolore, spero che il mio dolce Gesù abbia pietà di me e porti la sua povera esiliata nella sua Patria Celeste. Solo ti prego, oh Gesù, di mettere termine a questa tempesta, con la tua potenza comanda che si calmi e, dando luce a chi l'ha suscitata, fa’ che possano conoscere il male che hanno fatto, affinché si possano servire per santificarsi.
Deo Gratias